Ballottaggi in Toscana, domenica 9 giugno si torna a votare in diciotto comuni

FIRENZE – Si torna alle urne domenica 9 giugno, anche in Toscana: nei comuni con più di quindicimila abitanti chiamati al ballottaggio, diciassette, e nella piccola Capoliveri all’isola d’Elba, dove i due candidati hanno ottenuto al primo turno, due  settimane fa, lo stesso numero esatto di voti. Caso raro, ma non unico. Sono dunque diciotto amministrazioni in tutto in sette diverse province: non ci sono elezioni solo a Massa Carrara, Grosseto e Lucca.

Le città più grandi dove si voterà sono Prato e Livorno, capoluoghi di provincia. Gli altri comuni sono Cortona, San Giovanni Valdarno, Borgo San Lorenzo, Figline Incisa, Cecina, Collesalvetti, Piombino, Rosignano Marittimo, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Agliana, Monsummano Terme, Colle Val d’Elsa e Signa. Oltre a Capoliveri, chiaramente.

Complessivamente saranno oltre 547 mila gli elettori chiamati ad esprimersi di nuovo in cabina elettorale, su una porzione di Toscana dove abitano più di 684 mila persone, pari a un po’ meno di un quinto (il 18 per cento) di tutti gli abitanti della regione.  Due settimane fa erano stati chiamati a rinnovare i rispettivi primi cittadini e consigli comunali (189 amministrazioni) un milione e 867 mila elettori in Toscana.

I seggi si apriranno alle 7 di mattina e si potrà votare fino alle 23: un voto secco, con la scelta tra due soli candidati sindaci.  Lo scrutinio delle schede inizierà domenica subito dopo le undici di sera.

In tutta Italia  sono 136 i comuni, abitati da oltre 4 milioni e 406 mila residenti, che tornano alle urne: 15 i Comuni capoluoghi, dodici i Comuni (come Capoliveri) con meno di quindicimila abitanti, tre milioni e 648  mila elettori in tutto. 

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Referendum, Gianluca Vacchi: “Bisogna votare sì, c’è in gioco la stabilità economica”

Dimenticatevi per un istante i suoi balletti estivi a bordo piscina da migliaia di like e visualizzazioni su Facebook. Gianluca Vacchi, imprenditore e ormai webstar a tutti gli effetti, dismette i panni dello showman e in vista del voto del 4 dicembre prende una posizione netta: “Bisogna rispondere sì al quesito referendario”. Vacchi argomenta la sua posizione con un lungo intervento su Libero, spiegando le ragioni per cui “la vittoria del No sarebbe un disastro”.

“La posta in gioco – spiega Vacchi – ha un solo nome: stabilità”. Secondo l’imprenditore infatti la vittoria del No rischierebbe di creare turbolenze dei mercati, a partire da un “inevitabile innalzamento dello spread”. Rischio che secondo Vacchi va considerato alla luce di un prossimo aumento dei tassi della Federal Reserve, spinta dalla nuova politica economica di Trump “volta alla spinta verso l’alto dei consumi interni, con conseguente aumento dell’inflazione”. Preoccupazioni che si aggiungo, secondo l’imprenditore, al “graduale rallentamento” della politica di stimolo monetario lanciata dalla Bce di Draghi.

Rischi internazionali che se combinati con una vittoria del No – sottolinea – avranno “una sola conseguenza : l’ingessamento, il rigor mortis, appunto, a fronte di un mondo che procede sempre più veloce”. “Non arrivate a capire tutto ciò solo quando vi verranno negati i mutui e quelli a tasso variabili si alzeranno”, conclude. Per questo “Il 4 dicembre si vota, insomma, per dare via al cambiamento e preservare quella stabilità necessaria a non avere li effetti economici devastanti di cui parlavo prima”.

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“Pronto? Basta un Sì”. Referendum, nel week end telefonate casa per casa per convincere a votare a favore della riforma

Non solo lettere nelle buche postali, arrivano anche le telefonate casa per casa. Come riporta un servizio dell’AdnKronos sabato e domenica i volontari dei comitati locali di Basta un Sì sono mobilitati per una campagna telefonica capillare in tutta Italia. Spiegare la riforma e convincere sulle ragioni del Sì. Scrive l’AdnKronos:

Centinaia di migliaia di telefoni pronti a squillare nel week end: solo a Bologna, come si leggeva nelle cronache locali nei giorni scorsi, i volontari sono pronti a 140mila chiamate. Nel capoluogo emiliano si attingerà ai numeri a disposizione grazie all’albo degli elettori delle primarie del centrosinistra: si tratta di circa 70mila numeri fissi e 70mila cellulari. Stessa cosa a Cesena dove i numeri in possesso dei dem sono 16mila. E comunque, database a parte, si può sempre attingere al vecchio elenco telefonico.

“Lei lo sa che il 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale? Sa qual è il seggio dove deve andare a votare?”: saranno queste le domande che verranno poste ai cittadini. Poi seguiranno quelle specifiche sulla riforma con risposte pronte a sminare eventuali dubbi e perplessità dei cittadini.

Proprio per questo, sempre a Bologna ad esempio, per il ‘call center’ di Basta un Sì sono stati selezionati degli studenti di Giurisprudenza in modo che abbiano maggiore confidenza con la materia. L’operazione si ripeterà nel prossimo fine settimana, l’ultimo prima del voto del 4 dicembre, e non è escluso che nella campagna vengano coinvolti big del Pd.

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