Donald Trump, “social network determinanti per la mia vittoria”. Userà Twitter anche da presidente, “ma sarò misurato”

Donald Trump continuerà ad usare Twitter anche quando si insedierà alla Casa Bianca come presidente degli Stati Uniti, ma “sarò molto misurato”. Lo afferma il presidente eletto in un’intervista alla Cbs che andrà in onda oggi.

Durante la campagna elettorale il tycoon ha usato Twitter come un’arma offensiva elettoralmente molto efficace ma politicamente controversa, ricorrendo spesso a dichiarazioni forti e provocatorie. Il New York Times ha scritto pochi giorni prima delle elezioni che il suo staff riteneva controproducente l’uso che Donald Trump faceva del suo account Twitter al punto da sottrargli la gestione. Trump oggi può però affermare che i social media sono una “moderna forma di comunicazione” che ha svolto un ruolo chiave nella sua vittoria elettorale.

Trump dice che Twitter, Facebook e Instagram, con un combinato di 28 milioni di followers, lo hanno aiutato a vincere le primarie prima e le elezioni generali poi, malgrado i suoi rivali avessero “speso molti più soldi di me”. “Ho vinto – dice ancora Trump – e penso che i social network abbiamo più potere dei soldi che gli altri hanno speso, penso in una certa misura di averlo dimostrato”.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Donald Trump presidente degli Stati Uniti: il ruolo chiave della middle-class operaia nel Midwest dietro la vittoria del tycoon

La verità sta nel mezzo, “in the middle”. E, per essere precisi, nella middle-class del Midwest. Le ragioni che hanno portato Donald Trump a diventare il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America non sono né politiche né tantomeno culturali. A poche ore dalla vittoria del tycoon newyorchese si vanno sempre più delineando, se si incrociano i voti ottenuti nei singoli Stati e i dati su economia e lavoro, i motivi che hanno spinto gli americani a credere che fosse The Donald l’uomo giusto per rendere l’America “great again”.

L’American dream, per realizzarsi di nuovo, ha bisogno di depurare il tessuto industriale ed economico dagli effetti della globalizzazione e della delocalizzazione e di rimettere al centro il lavoro del cittadino americano: è questo il messaggio che sembra uscire dalle urne. Per capire, però, gli squilibri economici che hanno reso il terreno fertile per la vittoria di Trump è necessario partire da alcuni dati.

Negli Stati Uniti i numeri ufficiali riportati dall’Ufficio delle Statistiche del lavoro parlano di un tasso di disoccupazione al 4,7%. Un numero che disegna un quadro occupazionale roseo ma che non rappresenta affatto la realtà. Non si tiene conto, infatti, dei cittadini americani che non partecipano al mercato del lavoro, i cosiddetti “not in labour force”: gli inattivi in America ammontano a circa 90 milioni di persone. Cifra considerevole che però scompare dalle stime ufficiali e che disegna una realtà dai contorni più foschi dello stato occupazionale Usa.

Non è finita qui: come ha riportato Martin Wolf sulle pagine del Financial Times, l’incidenza della quota lavoro sul prodotto interno lordo americano è calato, dal 2001 al 2014, dal 64,6% al 60,4%. Si tratta di un dato che conferma come l’evoluzione dell’economia americana verso la finanziarizzazione e l’innovazione tecnologica lasci uno strascico pesante sui redditi delle famiglie. Redditi che sono aumentati del 5,2% tra il 2014 e il 2015 ma restano comunque al di sotto del livello pre-crisi Lehman Brothers.

Come ricorda il giornalista del Sole 24 Ore Vito Lops, inoltre, dal 2008 al 2016 i cittadini americani costretti a ricorrere ai food stamps (buoni alimentari) sono aumentati del 60%, passando da 28 a 45 milioni. E’ in questo contesto che si va ad inserire la vittoria di Donald Trump che ha fatto di tutto, durante la campagna elettorale, per accreditarsi come il vero oppositore dell’establishment e dello status quo, aiutato anche dalla debolezza della sua rivale Hillary Clinton, troppo legata nell’immaginario collettivo ai poteri forti di Wall Street e simbolo della continuità del potere.

La verità “in the middle”, si diceva. E in effetti è il caso di sottolineare il voto di alcuni Stati che rappresentano la spina dorsale della working class americana. Sono le roccaforti del Midwest: il Michigan, con la sua capitale Detroit un tempo centro nodale del modello fordista e oggi piegata dalla crisi industriale, il Wisconsin agricolo e manifatturiero e la Pennsylvania (più orientale ma comunque a trazione industriale) democratica dal 1992, con i suoi 20 Grandi Elettori. E poi il Nord e il Sud Dakota, Iowa e Kansas. Trump ha poi vinto in Ohio, uno degli swing states che con le sue due principali città, Columbus e Cleveland, è un bacino di voti operai impiegati in impianti siderurgici, meccanici, chimici e in particolare di gomma. Ha di certo contribuito, poi, la vittoria in Florida, altro grande stato attenzionato alla vigilia del voto con i suoi 29 Grandi Elettori. Ma, tornando al Midwest, la Clinton è riuscita a far breccia solo nel Minnesota e in Illinois.

Non è un caso: come fa notare il sito Fivethirtyeight fondato dal mago dei sondaggi Nate Silver, gli Stati del Midwest che Trump si è aggiudicato sono quelli più colpiti dalle importazioni di prodotti cinesi. Un’area identificata dall’economista David Autor del Mit come tra le più colpite dagli effetti della globalizzazione e dove le diseguaglianze hanno raggiunto la maggiore ampiezza nella forbice sociale, traducendosi nella perdita di due milioni di posti di lavoro tra il 1999 e il 2011.

Il 22 ottobre a Gettysburg, nella Pennsylvania che vive una profonda crisi in particolare nel settore siderurgico, Trump ha tenuto il suo discorso programmatico, stipulando un “Contratto con gli elettori americani”, e ha messo in chiaro alcuni punti centrali della Trumponomics: una nuova riforma fiscale che prevede l’abbassamento dell’aliquota fiscale per le aziende dal 35 al 15%; revisione o cancellazione di tutti i trattati commerciali e gli accordi di libero scambio, come il Nafta (per l’America del Nord), Tpp (con i paesi dell’Area pacifica tranne “l’odiata” Cina) e il Ttip che in Europa abbiamo già avuto modo di studiare; l’aumento dei dazi sulle merci importate; la dichiarazione di una “guerra commerciale” alla Cina che ha “stuprato” gli Stati Uniti facendosi artefice del “più grande furto della storia del mondo” grazie alla manipolazione della sua moneta, lo yuan. In sintesi, la transizione da un’economia liberista al protezionismo e all’isolazionismo.

Guerra commerciale alla Cina e ai frutti marci della delocalizzione da un lato, guerra alla finanza di Wall Street e ai lobbisti dall’altro. Così il magnate di New York è riuscito a diventare l’uomo giusto per la middle-class americana, diventando il terminale del sentimento di rivalsa del ceto operaio, rimasto indietro per via dei processi di globalizzazione che hanno favorito quei Paesi più forniti di manodopera a basso costo piegando il settore manifatturiero americano.

Con una propaganda forte e una ricetta economica estremista, Trump ora è chiamato a dar seguito alle promesse fatte nei mesi di campagna elettorale, conciliando il Donald politico con il Donald Presidente degli Stati Uniti. Dall’altra sponda dell’Atlantico arriva un voto che parla (anche) all’Europa, mostrando tutti i guasti prodotti da un modello economico che ha dimenticato il ruolo centrale delle forze lavoratrici. Il Re è nudo, l’Europa è avvisata.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

La mamma di Tiziana Cantone: “Solo una piccola vittoria. Non mi basta, voglio ancora giustizia per mia figlia”

“Non mi fermo”. “Solo una piccola vittoria giudiziaria”. “Mia figlia deve avere ancora giustizia”. “Le cose cominciano a cambiare solo dopo aver bruciato una vita”. Parole come pietre quelle della mamma di Tiziana Cantone (la giovane donna che si è tolta la vita il 13 settembre scorso a causa di un video hard diffusosi a macchia d’olio e che la vedeva protagonista) che in un’intervista a La Repubblica commenta la decisione del Tribunale civile di Aversa-Napoli che ha bacchettato Facebook ricordando che i link su Tiziana andavano rimossi.

“Questo pronunciamento dei giudici mi dà qualche speranza, in mezzo alla mia disperazione. Se Facebook e tutti i colossi del web avessero avuto più timore delle leggi, non avrebbero potuto usare come carne da macello i video girati da mia figlia in un momento di manipolazione”.

Nella signora Teresa, infatti, la convinzione che la figlia sia stata costretta a rendersi protagonista di quelle immagini su precisa richiesta del suo ex fidanzato.

“Qualcuno ha approfittato della sua fragilità emotiva. Questi video sono stati girati quando mia figlia conviveva con quell’uomo. Quando andai a riprendermela, Tiziana aveva lividi e ecchimosi sul corpo…”,

Precise le accuse della mamma che spiega che

“solo quando è morta, tanti sono venuti a riferirmi condotte strane di quella persona. Tiziana soffriva molto, ma voleva lottare. Era una ragazza intelligente, non solo bellissima: aveva un diploma di liceo classico e aveva dato diversi esami a Giurisprudenza, ma i momenti di depressione non la abbandonavano più”.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

La vittoria di Mancini: coraggio premiato – Sport Mediaset


Sport Mediaset

La vittoria di Mancini: coraggio premiato
Sport Mediaset
La fortuna aiuta gli audaci e così il coraggio di Roberto Mancini è stato premiato nel migliore dei modi. Quella contro la Roma è stata la vittoria delle scelte, clamorose, del tecnico nerazzurro: nella partita più importante fuori Icardi, Santon e
Inter-Roma 1-0, Medel firma il sorpasso nerazzurroLa Repubblica
Medel, scherzetto alla Roma. Festa Inter: è prima da solaLa Gazzetta dello Sport
Nainggolan dopo la sconfitta a San Siro: "Se non segni, non vinci"Corriere della Sera
Il Tempo –Giornale di Sicilia –La Stampa
tutte le notizie (844) »

Sport – Google News

Sci, l’impresa di Federica Brignone, prima vittoria in coppa del mondo – Corriere della Sera


Corriere della Sera

Sci, l'impresa di Federica Brignone, prima vittoria in coppa del mondo
Corriere della Sera
La25enne s'impone nell'esordio stagionale a Sölden, in Austria, nello slalom gigante. Dopo essersi imposta nella prima manche, ha tenuto fino alla vittoria finale. di Redazione Online. di. MI INTERESSA. gli argomenti. MI INTERESSA. A-A+. shadow. 75%.
Fede: "Sapevo come fare". Mamma Ninna: "Sbloccata"La Gazzetta dello Sport
La Coppa del mondo si apre nel segno dell'Italia: Brignone trionfa nel gigante a SoeldenLa Stampa
SCI, BRIGNONE: OGGI ERA LA MIA OCCASIONE, NON ME LA SONO FATTA SFUGGIRELa Repubblica
Il Messaggero
tutte le notizie (136) »

Sport – Google News

Us Open: Williams,felice vittoria Flavia – Corriere della Sera


AGI – Agenzia Giornalistica Italia

Us Open: Williams,felice vittoria Flavia
Corriere della Sera
11:52 (ANSA) – ROMA – Una pioggia di messaggi ha fatto seguito all'annuncio di ritiro di Flavia Pennetta dopo la vittoria all'Us Open. Tra i primi, un tweet di Serena Williams. "Congratulazioni – scrive – sono davvero felice che tu abbia vinto. Te lo
Tennis: l'addio di Serena a Flavia "mi manchera' il tuo sorriso"AGI – Agenzia Giornalistica Italia
Us Open – La Pennetta è la regina di New York batte la Vinci nella storica finale tutta italianaIl Messaggero
Flavia annuncia l'addio. "Un sogno chiudere così"La Gazzetta dello Sport
Quotidiano.net –La Stampa –Rai Sport
tutte le notizie (1.871) »

Sport – Google News

La prima Maglia Rosa per Aru, la prima Vittoria di Tappa per Modolo – La Gazzetta dello Sport


Il Sole 24 Ore

La prima Maglia Rosa per Aru, la prima Vittoria di Tappa per Modolo
La Gazzetta dello Sport
Jesolo, 22 maggio 2015 – Fabio Aru (ASTANA PRO TEAM) ha indossato la prima Maglia Rosa della sua carriera sul traguardo di Jesolo. Il corridore sardo (la prima Maglia Rosa della storia dalla Sardegna) ha terminato la tappa nel gruppo dei migliori, …
CICLISMO, GIRO; CONTADOR: PREOCCUPATO PER BOTTA La Repubblica
Felicità Aru, ogni giorno buono per la 'rosa'ANSA.it
Giro d'Italia 2015: i brividi, poi il rosaOA Sport

tutte le notizie (208) »

Sport – Google News

Juventus, Allegri: ”La vittoria della maturità”. Pirlo: ”Vogliamo la finale” – La Repubblica


La Repubblica

Juventus, Allegri: ''La vittoria della maturità". Pirlo: ''Vogliamo la finale''
La Repubblica
Il tecnico bianconero applaude i suoi: ''Grande partita, premiato il loro sacrificio. Siamo molto cresciuti, leggiamo benissimo le situazioni. Peccato non aver segnato il 3-1…". Pirlo: ''Andiamo a Madrid consapevoli di poterci qualificare per la finale". 05 maggio …
Juventus, buona la prima Morata e Tevez in gol Real Madrid battuto Corriere della Sera
Juve, Morata si gode la vendetta al Real: “Sognavo una partita così”La Stampa
Allegri: «Questa Juve ormai è matura» Pirlo: «Possiamo tornare a Il Messaggero
Tuttosport
tutte le notizie (1.354) »

Sport – Google News