Come richiedere il Bonus Vacanze 2023: tutto quello che devi sapere

Il Bonus Vacanze 2023 è un’agevolazione prevista dal Governo italiano per incentivare il turismo e la ripresa economica del settore dopo gli effetti della pandemia. In questo articolo, vedremo tutto quello che devi sapere su questa agevolazione.

L’importanza del turismo per l’economia italiana e gli effetti positivi del bonus vacanze nel 2023 sul settore

Il turismo rappresenta uno dei settori chiave dell’economia italiana, generando un fatturato di miliardi di euro ogni anno e dando lavoro a milioni di persone. Tuttavia, a causa della pandemia di COVID-19, il settore turistico ha subito un duro colpo. Per incentivare la ripresa del settore, il governo ha istituito il Bonus Vacanze 2023, una misura di sostegno per le famiglie italiane che intendono trascorrere le proprie vacanze in Italia.

Cos’è il bonus vacanze e come funziona nel 2023?

Il Bonus Vacanze 2023 è un’agevolazione che permette alle famiglie italiane di ottenere un rimborso pari al 50% della spesa sostenuta per le vacanze in Italia, fino ad un massimo di 500 euro. Il rimborso viene erogato tramite una carta prepagata o un voucher da utilizzare per pagare le spese presso le strutture ricettive convenzionate.

Chi ha diritto al bonus vacanze nel 2023 e come si può richiedere?

Tutte le famiglie italiane con ISEE inferiore ai 40.000 euro hanno diritto al Bonus Vacanze 2023. Per richiederlo, è necessario presentare la domanda entro il 31 dicembre 2023 attraverso il sito dell’INPS.

Quali sono le restrizioni per l’utilizzo del bonus vacanze nel 2023?

Il Bonus Vacanze 2023 può essere utilizzato solo per le vacanze in Italia, presso le strutture ricettive convenzionate. Inoltre, il rimborso massimo è di 500 euro, e il bonus può essere utilizzato solo per pagare la tariffa alberghiera e non per altri servizi come ristorante, bar, e attività extralberghiere.

Fino a quando si può utilizzare il bonus vacanze nel 2023?

Il Bonus Vacanze 2023 può essere utilizzato entro il 30 giugno 2024.

Quali sono le modalità di pagamento del bonus vacanze?

Il Bonus Vacanze 2023 viene erogato tramite una carta prepagata o un voucher che può essere utilizzato per pagare le spese presso le strutture ricettive convenzionate.

Quali sono le tipologie di strutture ricettive che accettano il bonus vacanze?

Il Bonus Vacanze 2023 può essere utilizzato presso le strutture ricettive convenzionate, che possono essere di diverse tipologie, come hotel, bed & breakfast, agriturismi, villaggi turistici, campeggi e altre strutture turistiche.

C’è un importo massimo di spesa per l’utilizzo del bonus vacanze nel 2023?

Sì, l’importo massimo di spesa per l’utilizzo del Bonus Vacanze 2023 è di 500 euro.

Il bonus vacanze è cumulabile con altre agevolazioni e sconti?

No, il Bonus Vacanze 2023 non è cumulabile con altre agevolazioni e sconti.

Come viene controllato l’utilizzo corretto del bonus vacanze?

Per garantire l’utilizzo corretto del Bonus Vacanze 2023, le strutture ricettive convenzionate devono emettere una fattura elettronica o un documento fiscale che attesti la corretta applicazione del bonus. Inoltre, l’INPS effettua controlli a campione per verificare la corretta erogazione del rimborso.

Quali sono i possibili rischi e problematiche legati all’utilizzo del bonus vacanze nel 2023?

Come per qualsiasi tipo di agevolazione, anche il Bonus Vacanze 2023 può essere soggetto a rischi e problematiche, come le frodi o le truffe. Per evitare queste situazioni, è importante prestare attenzione alla scelta delle strutture ricettive convenzionate e verificare che siano regolarmente iscritte alla piattaforma dell’INPS.

Le modalità di pagamento del bonus vacanze, come il pagamento tramite carta di credito o il rimborso successivo.

Il Bonus Vacanze 2023 viene erogato tramite una carta prepagata o un voucher che può essere utilizzato per pagare le spese presso le strutture ricettive convenzionate. È importante tenere presente che il rimborso non viene effettuato in contanti o tramite bonifico bancario.

La durata dell’offerta del bonus vacanze nel 2023 e il periodo in cui è possibile utilizzarlo.

Il Bonus Vacanze 2023 può essere richiesto entro il 31 dicembre 2023 e utilizzato entro il 30 giugno 2024.

L’importanza del turismo sostenibile e come il bonus vacanze può incentivare la scelta di strutture turistiche eco-sostenibili.

Il Bonus Vacanze 2023 può rappresentare un’opportunità per promuovere il turismo sostenibile e la scelta di strutture turistiche eco-sostenibili. Infatti, molte delle strutture ricettive convenzionate aderiscono a programmi di sostenibilità ambientale e sociale, e la scelta di queste strutture può contribuire a ridurre l’impatto ambientale del turismo.

Il rapporto tra il bonus vacanze e la campagna di vaccinazione anti-COVID-19, come strumento per incentivare la ripresa del settore turistico.

La campagna di vaccinazione anti-COVID-19 rappresenta un’importante strumento per incentivare la ripresa del settore turistico, e il Bonus Vacanze 2023 può contribuire a sostenere questa ripresa. Infatti, il bonus può rappresentare un incentivo per le famiglie italiane ad effettuare le proprie vacanze in Italia, contribuendo a sostenere l’economia locale.

Le possibili soluzioni per superare le difficoltà e le limitazioni legate all’utilizzo del bonus vacanze, ad esempio attraverso la collaborazione tra le imprese turistiche e le autorità locali.

Per superare le difficoltà e le limitazioni legate all’utilizzo del Bonus Vacanze 2023, è possibile promuovere la collaborazione tra le imprese turistiche e le autorità locali. Ad esempio, le imprese turistiche possono aderire a programmi di sostenibilità ambientale e sociale per promuovere la scelta di strutture turistiche eco-sostenibili, mentre le autorità locali possono promuovere la diversificazione dell’offerta turistica e la valorizzazione delle risorse locali.

Conclusioni

In conclusione, il Bonus Vacanze 2023 rappresenta un’importante agevolazione per le famiglie italiane che intendono trascorrere le proprie vacanze in Italia, contribuendo a sostenere la ripresa del settore turistico. Tuttavia, è importante prestare attenzione alle restrizioni e alle limitazioni per l’utilizzo del bonus, nonché ai possibili rischi e problematiche legati alla sua erogazione. Promuovere il turismo sostenibile e la collaborazione tra le imprese turistiche e le autorità locali può contribuire a superare queste difficoltà e a sostenere una ripresa del settore turistico più sostenibile e inclusiva.

https://seicapacecom.files.wordpress.com/2023/03/bonus-vacanza-2023.png
Come richiedere il Bonus Vacanze 2023: tutto quello che devi sapere

Bonus Casa 2023 – tutto quello che devi sapere

Bonus Casa 2023 – tutto quello che devi sapere

Il Bonus Casa 2023 è una detrazione fiscale introdotta dal governo italiano per incentivare l’acquisto, la ristrutturazione e la riconversione energetica degli immobili adibiti ad abitazione principale. In questo articolo, ti forniremo tutte le informazioni necessarie per capire come funziona il Bonus Casa 2023 e come beneficiarne.

Quali sono i principali interventi che possono beneficiare del Bonus Casa 2023?

I principali interventi che possono beneficiare del Bonus Casa 2023 sono:

  • Acquisto di una prima casa
  • Ristrutturazione edilizia
  • Interventi per l’efficientamento energetico
  • Riqualificazione urbana
  • Interventi per la mobilità sostenibile
  • Incentivi per l’acquisto di case antisismiche
  • Riqualificazione degli immobili del patrimonio storico-culturale
  • Agevolazioni fiscali per le locazioni brevi
  • Sgravi fiscali per le attività di Bed & Breakfast
  • Agevolazioni fiscali per gli investimenti immobiliari

Quali sono i requisiti per poter accedere al Bonus Casa 2023?

Per poter accedere al Bonus Casa 2023, è necessario rispettare alcuni requisiti, tra cui:

  • Essere residenti in Italia
  • Avere un’abitazione principale
  • Sostenere le spese tramite bonifico bancario o postale
  • Effettuare i lavori tramite imprese registrate
  • Presentare la richiesta di detrazione fiscale entro i termini previsti dalla legge

Qual è la percentuale di detrazione fiscale massima prevista dal Bonus Casa 2023?

La percentuale di detrazione fiscale massima prevista dal Bonus Casa 2023 varia a seconda del tipo di intervento effettuato. In generale, la detrazione può arrivare fino al 50% della spesa sostenuta.

Quali sono le spese ammissibili al Bonus Casa 2023?

Le spese ammissibili al Bonus Casa 2023 variano a seconda del tipo di intervento effettuato. Ad esempio:

  • Per l’acquisto di una prima casa, è possibile beneficiare del Bonus Casa 2023 fino a un massimo di € 20.000
  • Per la ristrutturazione edilizia, la detrazione fiscale può arrivare

fino al 50% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di € 96.000

  • Per gli interventi di efficientamento energetico, la detrazione fiscale può arrivare fino al 65% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di € 100.000
  • Per la riqualificazione urbana, la detrazione fiscale può arrivare fino al 50% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di € 200.000
  • Quali sono le scadenze per richiedere il Bonus Casa 2023?

    Le scadenze per richiedere il Bonus Casa 2023 variano a seconda del tipo di intervento effettuato. In generale, la richiesta di detrazione fiscale deve essere presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno in cui sono state sostenute le spese.

    Chi può richiedere il Bonus Casa 2023?

    Il Bonus Casa 2023 può essere richiesto da tutti i contribuenti residenti in Italia che possiedono un’abitazione principale. Inoltre, è possibile richiedere il Bonus Casa 2023 anche se si possiede una casa in affitto, purché sia adibita ad abitazione principale.

    Qual è l’importo massimo della detrazione fiscale prevista dal Bonus Casa 2023?

    L’importo massimo della detrazione fiscale prevista dal Bonus Casa 2023 varia a seconda del tipo di intervento effettuato. In generale, il limite massimo di detrazione fiscale è di € 96.000 per la ristrutturazione edilizia, di € 100.000 per gli interventi di efficientamento energetico e di € 200.000 per la riqualificazione urbana.

    Quali documenti sono necessari per richiedere il Bonus Casa 2023?

    Per richiedere il Bonus Casa 2023 è necessario presentare alla propria agenzia delle entrate la documentazione che attesta le spese sostenute per l’acquisto, la ristrutturazione o la riconversione energetica dell’immobile. Tra i documenti necessari ci sono:

    • Fatture e ricevute fiscali relative alle spese sostenute
    • Documento d’identità del richiedente
    • Codice fiscale del richiedente
    • Codice fiscale dell’immobile
    • Attestazione dell’impresa che ha effettuato i lavori

    È possibile cumulare il Bonus Casa 2023 con altre agevolazioni fiscali?

    Sì, in alcuni casi è possibile cumulare il Bonus Casa 2023 con altre agevolazioni fiscali. Ad esempio, se si effettuano interventi di efficientamento energetico è possibile beneficiare anche degli incentivi previsti dal Conto Termico, cumulando così i benefici fiscali.

    Oltre alla situazione attuale della pandemia di COVID-19 nel mondo, ci sono diversi argomenti correlati che meritano di essere approfonditi nel 2023.

    Le conseguenze della pandemia sulle malattie non COVID-19

    La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulle persone affette da altre malattie non legate al virus. Molte persone hanno rinunciato a visite mediche e trattamenti a causa del rischio di contrarre il virus negli ospedali, e questo ha avuto conseguenze negative sulla loro salute. Nel 2023, è importante valutare l’impatto a lungo termine della pandemia su queste persone e trovare modi per garantire che abbiano accesso alle cure di cui hanno bisogno.

    Il ruolo della tecnologia nella lotta alla pandemia

    La tecnologia ha svolto un ruolo importante nella lotta alla pandemia di COVID-19 nel 2023. Sono state sviluppate app per la tracciabilità dei contatti, sensori di temperatura e dispositivi di monitoraggio remoto per aiutare a monitorare la diffusione del virus e proteggere la salute pubblica. Nel 2023, è importante valutare il ruolo che la tecnologia può svolgere nella prevenzione e nel controllo di future pandemie e investire in tecnologie innovative.

    La vaccinazione dei bambini e dei giovani

    Nel 2023, la vaccinazione contro la COVID-19 è diventata disponibile per la maggior parte della popolazione adulta. Tuttavia, la vaccinazione dei bambini e dei giovani è ancora in fase di studio e valutazione. È importante valutare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini per questa fascia di età e decidere se e quando vaccinarli.

    La salute mentale e il benessere psicologico durante la pandemia

    La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale e il benessere psicologico delle persone nel 2023. L’isolamento sociale, la paura del virus e l’incertezza economica hanno causato ansia, depressione e altri disturbi mentali. Nel 2023, è importante fornire supporto e risorse per aiutare le persone a far fronte alle conseguenze psicologiche della pandemia e garantire che abbiano accesso a cure adeguate.

    Il cambiamento climatico e le future pandemie

    Il cambiamento climatico è stato collegato alla diffusione di malattie infettive e potrebbe aumentare il rischio di future pandemie nel 2023. La deforestazione, l’espansione urbana e l’uso intensivo del suolo possono aumentare la probabilità di trasmissione di malattie da animali agli esseri umani. Nel 2023, è importante prevenire e gestire meglio queste minacce future, adottando politiche sostenibili e promuovendo la salute e il benessere umani e dell’ecosistema

    Il ruolo delle organizzazioni internazionali nella lotta alla pandemia

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre organizzazioni internazionali hanno svolto un ruolo importante nella lotta alla pandemia di COVID-19 nel 2023. Tuttavia, ci sono state anche critiche sulle loro azioni e sulla loro capacità di coordinare la risposta globale. Nel 2023, è importante valutare il ruolo e l’efficacia di queste organizzazioni e trovare modi per migliorare la loro capacità di rispondere a future pandemie.

    Il dibattito sull’immunità di gregge

    L’immunità di gregge si riferisce all’idea che una popolazione può raggiungere l’immunità alla malattia quando una percentuale sufficiente della popolazione è stata vaccinata o ha sviluppato l’immunità attraverso l’infezione. Nel 2023, il dibattito sull’immunità di gregge è ancora in corso, con alcune persone che sostengono che dovremmo lavorare per raggiungere l’immunità di gregge attraverso la vaccinazione di massa, mentre altre criticano questa strategia come pericolosa e non etica. È importante continuare a valutare le evidenze scientifiche e ad adottare misure precauzionali per proteggere la salute pubblica.

    La prevenzione delle future pandemie attraverso la ricerca e lo sviluppo di vaccini

    Nel 2023, è importante investire nella ricerca e nello sviluppo di vaccini per prevenire future pandemie. Ci sono molte malattie infettive che potrebbero rappresentare una minaccia per la salute pubblica in futuro, come l’influenza, la febbre emorragica e la malattia di Lyme. È importante sviluppare strategie di prevenzione efficaci per queste malattie e prepararsi per future emergenze sanitarie.

    La collaborazione tra i settori pubblico e privato nella lotta alla pandemia

    La pandemia di COVID-19 ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra i settori pubblico e privato nella lotta alle emergenze sanitarie. Nel 2023, è importante continuare a incoraggiare questa collaborazione per garantire una risposta globale efficace a future pandemie. Le aziende possono fornire risorse e competenze tecniche, mentre i governi possono fornire regolamentazione e guida per garantire l’efficacia e la sicurezza dei prodotti.

    La preparazione dei sistemi sanitari per future emergenze sanitarie

    Nel 2023, è importante preparare i sistemi sanitari per future emergenze sanitarie. Ci sono stati molti problemi nel sistema sanitario globale durante la pandemia di COVID-19, come la mancanza di forniture mediche e personale sanitario. È importante investire nella formazione del personale sanitario, nella preparazione delle strutture sanitarie e nella gestione delle forniture mediche per garantire che i sistemi sanitari siano in grado di gestire futuri eventi di emergenza sanitaria.

    La ripresa economica dopo la pandemia

    Nel 2023, la ripresa economica dopo la pandemia di COVID-19 continua ad essere un argomento importante. Molti paesi stanno cercando di riavviare le loro economie, ma ci sono sfide significative come la disoccupazione, la povertà e la crescita economica lenta. È importante valutare le politiche economiche e trovare modi per creare lavoro e crescita sostenibili.

    https://seicapacecom.files.wordpress.com/2023/03/bonus-casa.png
    Bonus Casa 2023 – tutto quello che devi sapere

    Il Sole 24 Ore, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “Ridurre la nostra quota? Tutto è possibile”

    “Ridurre la nostra quota? In teoria tutto è possibile, mi fate domande sul regno del possibile, e sul regno del possibile le dico di sì, poi entreremo nel merito nei prossimi giorni”. Così Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, in merito a una possibile riduzione della quota del 67,5% detenuta nel gruppo Sole 24 Ore.

    Sui tempi dell’aumento di capitale, però, Boccia non si sbilancia: “Non ci sono novità, stiamo aspettando che ci informino a livello di amministratori sulle ipotesi di fabbisogno, dopo di che convocheremo un consiglio generale di Confindustria e dibatteremo. Il consiglio non è ancora convocato, faremo un consiglio generale monotematico, ma se non abbiamo dati non andiamo avanti”.

    Questa settimana dovrebbe riunirsi il cda del Sole e definire il piano di salvataggio, solo dopo i vertici di Confindustria si riuniranno. Quindi prima di Pasqua? “Penso di sì poi vediamo. Siamo tranquilli, dobbiamo aspettare i tempi, se non ci dicono il merito, il quantum, la modularità del fabbisogno”, spiega Boccia.


    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    Antonio Iannone: “Da Lugano ai Caraibi per fare il paninaro. Così ho mollato tutto e ho ricominciato a vivere”

    “Mollo tutto e me ne vado”. Quante volte vi è capitato di dirlo o pensarlo? Antonio Iannone, comasco di origini campane, 38 anni (“Quasi 39”), l’ha fatto davvero. La sua seconda vita è iniziata ad Aruba, isola caraibica di 180 chilometri quadrati a nord del Venezuela facente parte del Regno dei Paesi Bassi.

    Iannone fa il frontaliere da dieci anni quando decide che è giunto il momento di una svolta. Ogni giorno raggiunge in auto Lugano (in Svizzera), dove lavora come “middle manager” per un’azienda farmaceutica. “Con dieci anni di esperienza in Svizzera avevo uno stipendio che in Italia prende forse solo chi è alla soglia della pensione”, racconta il 38enne all’Huffington Post.

    Ma, evidentemente, i soldi non compensano il senso di insofferenza che Iannone prova ormai da tempo. “Non ne potevo più della solita routine”. Così comincia a cercare lavoro in altri paesi europei. “Mi sarebbe piaciuto lavorare in Italia, ma purtroppo ho sempre ricevuto proposte di stage non retribuiti”.

    Dopo tre anni di colloqui senza successo, Iannone decide di partire con la sua famiglia. Sono già stati ad Aruba un paio di volte in vacanza, sanno che si troveranno bene. Inoltre, lì vive da qualche anno il migliore amico del comasco, che si guadagna da vivere con un food truck di cibo italiano.

    Iannone, la moglie Sylvie (una donna belga che il 38enne aveva conosciuto mentre entrambi facevano gli animatori in un villaggio turistico invernale) e la figlioletta Luna atterrano ad Aruba nel giugno 2015. I 28 gradi centigradi dodici mesi all’anno giustificano il soprannome dell’atollo caraibico: l’”Isola Felice”.

    Nonostante il clima e il paesaggio da sogno, all’inizio è dura. Il problema principale è comunicare, soprattutto per Sylvie: anche se in qualche modo ce la si può cavare con l’inglese o con lo spagnolo, la lingua ufficiale ad Aruba è l’olandese e tutti parlano un dialetto creolo chiamato papiamento. La gente del posto è piuttosto chiusa e il turismo elitario che caratterizza l’isola fa sì che i prezzi siano elevati.

    È passato più di un anno e mezzo da allora, e piano piano le cose sono migliorate. Oggi Luna frequenta il secondo anno della scuola elementare, mentre Antonio e Sylvie lavorano al food truck, collocato strategicamente nel parcheggio di una discoteca. Il paninaro è aperto ogni giorno dalle 19 alle 5 del mattino. Nel menù non mancano i classici panini con la salsiccia e con la porchetta (d’importazione) e la pizza. “Il piatto forte però è la lasagna”, spiega Iannone. “La prepariamo io e mia moglie. La gente ci va pazza”.

    Iannone, diplomato in ragioneria, non ha mai fatto una scuola di cucina. Ma la passione ce l’ha sempre avuta. Da bambino adorava fare torte e, quando andava a trovare i parenti in Campania, osservava affascinato le nonne cucinare. “Per un periodo ho avuto in testa di fare la scuola alberghiera, ma poi ho cambiato idea perché mi piaceva troppo uscire nel fine settimana e non avrei sopportato di stare chiuso in un ristorante il sabato e la domenica”.

    Da qualche tempo Iannone ha iniziato a fare anche il cuoco a domicilio, spesso nei villoni presi in affitto dagli statunitensi in vacanza. “Mescolo la cucina locale con quella italiana. Ma alla fine i piatti che vanno per la maggiore sono la lasagna e il tiramisù”.

    A luglio, per la prima volta da quando sono arrivati ad Aruba, Iannone e la sua famiglia torneranno per un breve periodo in Italia. “Gli stipendi qui sono abbastanza bassi e ci vuole un po’ prima di riuscire a stabilizzarsi. L’importante è trovare il business giusto”, commenta. “In ogni caso, credo di avere trovato il mio posto nel mondo, anche se nella vita non si può mai sapere”.


    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    Intesa Sanpaolo vuole crescere con Generali, ma “non siamo corsari”. L’a.d. Messina scarica tutto su una fuga di notizie

    Quella che punta dritto al controllo di Generali non è un’avventura da “corsari”, ma un’operazione da condurre alla luce del sole, scegliendo la via migliore, quella cioè in grado di generare un nuovo business e allo stesso tempo di preservare la forza patrimoniale della banca. Dopo giorni di indiscrezioni, confermate poi con l’interesse ad attivare “combinazioni industriali” con il Leone, è l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, a spiegare la filosofia che guida l’iniziativa di Ca’ de Sass. Parole perentorie, accompagnate da una stoccata nei confronti di chi vuole difendere l’italianità parlando in francese, riferimento implicito all’asse transalpino che si muove a difesa di Generali: l’a.d., francese, Philippe Donnet, sostenuto da Mediobanca, l’azionista di maggioranza relativo, che a sua volta ha in pancia, come due primi azionisti, UniCredit guidata dal francese Mustier e la quota di Vincent Bollorè, patron di Vivendi, colosso transalpino dei media. Messina schiaccia il piede sull’acceleratore e prova a dare un segnale forte nel giorno in cui la Borsa sembra aver svanito l’euforia intorno al risiko delle Generali.

    Forte come la posizione che Messina conferisce a Intesa, quando spiega che è una cosa sono le indiscrezioni di stampa, altra cosa è esaminare con lucidità e appunto da una “condizione di forza” le possibilità di guardare oltre al cortile di casa propria. Nel giorno in cui si celebrano i dieci anni della fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi, Messina invoca la prudenza, affermando che il management della banca si prenderà tutto il tempo che serve per valutare le opzioni in campo, ma quello che conta è che la partita per la conquista di Generali è viva.

    La direzione dell’espansione “esogena” viene considerata come naturale per una banca che assapora la possibilità di rafforzare la sua posizione nel campo delle assicurazioni, unendosi al Leone in un megapolo europeo. Poco importa, quindi, se il consiglio d’amministrazione convocato per domani ufficialmente non si occuperà di questo dossier. Conta la direzione di marcia e quella è più che chiara. Le autoraccomandazioni innanzitutto. L’operazione Generali va condotta senza diluire la forza patrimoniale. Dietro questo elemento si celano le analisi che il management della banca sta conducendo negli ultimi giorni e se cioè scegliere la strada dell’offerta pubblica di scambio, carta contro carta, oppure optare per un’offerta mista, fatta di contanti e nuove azioni. Ci sono i dividendi da tutelare e questo tema rimanda ai due soggetti che con Messina sostengono più di tutti l’operazione sulle Generali, cioè la Fondazione Cariplo e la Compagnia di San Paolo. Non a caso il ceo di Intesa le difende, anzi ne esalta il ruolo: “Se questa azienda è forte lo deve anche alle Fondazioni, investitori strategici, di lungo periodo, che danno in momenti difficili”. Di più. Messina si dice contrario al fatto che le Fondazioni debbano ridurre le proprie quote nelle banche e manda così un segnale chiaro al Governo invitandolo a “riflettere”.

    Niente atteggiamento da “pirati” per Intesa che prova a infiammare una giornata negativa a Piazza Affari per i titoli dei soggetti coinvolti nell’operazione Generali, con Mediobanca che cede il 3,2%, Intesa il 2,2% e UniCredit lo 0,5%. Il mercato sembra aver compreso che dopo i fuochi d’artificio iniziali ora i tempi per il lancio di un’offerta si faranno più lunghi. UniCredit, che ieri aveva registrato un boom sulla scia delle indiscrezioni dei giorni precedenti in merito a una possibile dismissione della quota in Mediobanca a favore di Intesa, si tira fuori da questo scenario. Come anticipato dall’Huffington Post e ribadito oggi dal vicepresidente, Fabrizio Palenzona, la quota della banca guidata da Jean Pierre Mustier non si tocca. UniCredit gioca la partita Generali dal proprio posto, dentro cioè la pancia di Piazzetta Cuccia. Per questo, spiegano fonti vicine al dossier, nel corso dell’audizione davanti ai commissari della Consob la delegazione della banca ha fornito le risposte ai chiarimenti chiesti dalla Commissione evidenziando il fatto che a muovere i fili dell’operazione non è di certo Gae Aulenti. Audizione in Consob anche per le Generali, rappresentate dal presidente Gabriele Galateri di Genola. No comment all’uscita e tanta attesa, a Trieste, per capire quali saranno le mosse di Intesa. Generali ha già alzato le barriere difensive, acquistando il 3% di Intesa in modo da far scattare la regola delle partecipazioni incrociate e smorzare così le frecce nell’arco di Ca’ de Sass. Il risiko Generali, che si fa sempre più intricato, approderà domani al Forex di Modena, dove sarà presente il gotha del mondo bancario. Si parlerà dei problemi e delle prospettive delle banche. L’attenzione, di sicuro, sarà tutta rivolta ai manager di quelle banche che animano la contesa per il controllo delle Generali.

    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    Leopolda perfetta ma non si dice: scontri in piazza e il sì di Cuperlo. Ma Renzi non affonda: “Il fronte del no non è tutto violento”

    Quella del 2016 è la Leopolda perfetta ma non si dice. A un mese dal referendum del 4 dicembre, un fronte del comitato del no si scontra con la polizia a 2 km dalla vecchia stazione di Firenze. Nelle stesse ore Gianni Cuperlo firma la bozza di riforma dell’Italicum con i renziani: schiaffo per i bersaniani del no. Tutto porta acqua al mulino del premier, questo dicono le facce, anzi i sorrisini, che incroci qui alla Leopolda. Ma Matteo Renzi resta nel backstage, anche dopo gli scontri. Soprattutto su questo punto non vuole affondare. I suoi si guardano intorno soddisfatti: a dispetto delle aspettative la Leopolda è piena. “Dovessimo perdere 51 a 49 questo è un tesoro vero cui attingere”, dice un fedelissimo lasciando chiaramente intendere che Renzi ha un futuro politico anche se perde il referendum.

    E’ Dario Nardella che informa Renzi di cosa è successo fuori da qui. Il sindaco arriva trafelato da Palazzo Vecchio dove è rimasto quasi tutto il pomeriggio per seguire gli sviluppi delle contestazioni in piazza, in filo diretto con la Questura. “Ci sono andato giù pesante contro questi…”, dice arrabbiato al portavoce del premier Filippo Sensi, che incrocia prima di arrivare all’area palco. Piccolo briefing con Renzi: la decisione di mandare lui, Nardella, sul palco a denunciare “la violenza” e “le minacce”. “Manifestare il dissenso è un diritto ma usare la violenza per avere visibilità è ignobile, inaccettabile”, urla il sindaco tra gli applausi. “Da questo luogo del no alla violenza, diciamo che va bene il confronto ma non va mai bene attaccare una città, minacciare le persone: non è accettabile in una città e in un paese democratico!”.

    Ecco fatto. Nardella come Giuliano Pisapia il primo maggio 2015 a Milano, quando la città meneghina fu sconvolta dagli scontri di piazza il giorno dell’inaugurazione dell’Expo. Certo, a Firenze la dinamica è stata molto più leggera. Ma per voce del sindaco e amico del premier, la Leopolda urla il suo no alla violenza e mezza campagna elettorale è fatta. Anche se Renzi non perde la prudenza con cui sta affrontando questa attesa referendaria. Resta ‘democristiano’, attento a non pestare i piedi di nessuno per allargare il più possibile il fronte del sì. Non confonde i manifestanti di oggi con tutto il comitato del no. “Una cosa sono i violenti, qualche centinaio. Altra è chi vota no, un fronte largo, variegato”, dice ai suoi. “Il fronte del no non è tutto dei violenti”.

    Insomma, Renzi non cade nella trappola. Evita gli scivoloni e cerca di tenere saldo un timone che fibrilla a un mese dal voto. Mentre la polizia carica il corteo non autorizzato che vorrebbe arrivare alla Leopolda, sul palco della vecchia stazione il ministro Boschi e il cerimoniere di questa Leopolda Matteo Richetti, con i costituzionalisti Ceccanti, Vassallo, Pinelli, Clementi, si impegnano a smontare pezzo per pezzo le “Bufale del no”. Sul maxischermo passano in successione Travaglio, D’Alema, Casarini, Di Battista, ognuno con un appunto sulla riforma. Viene preso e sbranato, soprattutto da una Boschi in versione più ‘aggressive’.

    Ma non ci sono domande libere dal pubblico. Tranne qualche tweet che viene richiamato e liquidato in poche parole. La regìa non lascia nulla al caso. La lezione sulla riforma, il ‘fact-checking’, come lo chiama Renzi si svolge senza scossoni, tra qualche fischio a D’Alema e pochi applausi. La sala si scatena con Nardella. E, dopo, con Pietro Bartolo, il medico che ogni giorno salva vite a Lampedusa: per lui anche Renzi torna sul palco e lo abbraccia davanti a fotografi e telecamere.

    Oltre a Nardella, degli “sciamannati in piazza” parla Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo economico, ex sindacalista, ex diessina, scatenata contro i bersaniani, D’Alema e i Dem del no. Parla a ruota libera tanto che le viene fuori vivido l’accento pugliese: “Hanno avuto responsabilità di governo superiori alle mie: perché non hanno fatto le riforme? Hanno avuto 30 anni di tempo, perché non lo hanno fatto?”. La platea si scalda anche per lei. Come ha fatto all’inizio del pomeriggio con Brunello Cucinelli, l’imprenditore del cachemire che vuole aiutare la ricostruzione di Norcia post-terremoto.

    Gli scontri in piazza potrebbero tornare il 27 novembre, in una giornata di mobilitazione stavolta nazionale del fronte del no a Roma. A una sola settimana dal voto. Renzi e i suoi parlano di preoccupazione e amarezza. Ma contano sul fatto che tutto questo non nuoce alla campagna del sì.

    “Vinceremo, ma se dovessimo perdere 51 a 49, questo è un tesoro vero cui attingere”, dice un renzianissimo guardando la Leopolda piena di gente. “Ieri non pensavamo di vedere così tanta gente ed eravamo preoccupati. Ora si può dire che questo è uno zoccolo duro su cui si può fare affidamento”. E’ lo zoccolo duro del renzismo, qui non ci sono altri modi di essere Pd. “Al contrario, se gli altri vincono, che se ne fanno di quel 51 o 52 per cento?”. Nella Leopolda, Renzi intravede un’altra vita politica anche se dovesse perdere. Domattina gli toccherà chiudere questa edizione: l’ultima prima del diluvio del 4 dicembre.
    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    L’8 ottobre è la Notte della Luna: il Moonwatch si celebra in tutto il mondo, tanti gli appuntamenti

    Conto alla rovescia per la Notte della Luna. In tutto il mondo l’’8 ottobre si celebra il Moonwatch. Nuvole e pioggia permettendo, centinaia di telescopi saranno puntati nella notte sul nostro satellite, che si troverà molto vicino a Marte.

    Centinaia di telescopi puntati sulla Luna
    L’International Observe the Moon Night (InOMN) è una iniziativa lanciata a livello internazionale da numerose organizzazioni, tra cui la Nasa, mentre in Italia l’appuntamento è promosso da Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Unione Astrofili Italiani (Uai). Sono previste osservazioni al telescopio e conferenze sulla Luna, le sue origini, le caratteristiche fisiche, le missioni spaziali passate e quelle future.

    Luna al primo quarto, vicina a Giove
    ”L’8 ottobre, la Luna è al primo quarto, la fase ideale per l’osservazione al telescopio perché il Sole la illumina lateralmente e fa vedere bene i crateri e i monti. Quando la luna è piena invece è troppo luminosa e alcuni dettagli si perdono”, ha detto Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). A rendere speciale la serata contribuisce anche un quartetto di pianeti: Marte incontra la Luna nella costellazione del Sagittario, mentre Venere, Saturno e Marte, che sfilano in direzione Sud-Ovest.

    Telescopi e conferenze
    Tantissime le manifestazioni organizzate da Nord a Sud, che fanno dell’Italia uno dei Paesi con maggiori adesioni all’iniziativa. ”La collaborazione tra astrofili e astronomi – ha rilevato Volpini – ha dato un ottimo risultato per la diffusione capillare della manifestazione”. Fra le serate di osservazione ci sono quelle previste nella sede dell’Inaf di Torino e quelle nell’Osservatorio Comunale di Perinaldo (Imperia), in collaborazione con i ricercatori dell’Inaf-Osservatorio di Trieste, che ‘traslocheranno’ per l’occasione. A Bologna, nel Parco dei Giardini, la notte dedicata alla Luna comincerà con una conferenza e proseguirà con le osservazioni guidate dagli astrofili. Manifestazioni sono previste anche all’Osservatorio astronomico di Cagliari e al Planetario Provinciale Pythagoras di Reggio Calabria; presso l’Osservatorio di Acquaviva delle Fonti (Bari) e al Planetario di Palermo.

    • Segui gli aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook

    • Per essere aggiornato sulle notizie de L’HuffPost, clicca sulla nostra Homepage

    • Iscriviti alla newsletter de L’HuffPost

    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    Vendemmia del Brunello di Montalcino: “Per fare un grande vino i particolari sono infiniti. Un solo errore può rovinare tutto”

    Una giornata d’inizio vendemmia, con il sole che splende, 23 gradi e una brezza leggera che muove i tralci a cui sono ancora appesi i grappoli di sangiovese da Brunello maturi pronti per essere raccolti, sembra di essere in una pubblicità del bel vivere toscano.

    Siamo a Castiglion del Bosco, a 12 chilometri a nord est di Montalcino, nel bel mezzo delle colline in cui si produce il vino italiano più famoso nel mondo insieme al Barolo, il Brunello di Montalcino.

    Di qui passa la Strade Bianche, la ciclostorica che vede centinaia di appassionati da tutto il mondo pedalare su bici vintage nello sterrato collinare toscano. E attraverso le strade bianche si arriva alla tenuta di Castiglion del Bosco, in mezzo alle vigne c’è un resort a cinque stelle e un campo da golf da 18 buche.

    Ma il motore che fa girare tutto è il vino, sono i grappoli d’uva, è il lavoro nei campi e quello in cantina. La proprietà è di Massimo Ferragamo che qui una decina d’anni fa ha ristrutturato un borgo e una decina di ville mezzadrili.

    Per l’esattezza siamo nel podere di Capanna, nella vigna di Campo del Drago, quello che in si chiama ‘cru’, ovvero dove terreno, esposizione e condizioni climatiche sono ideali per dare un grande Brunello. Il terreno è infatti sassoso, e l’esposizione è a Sud-Ovest, la ventilazione è costante e c’è una buona escursione termica tra giorno e notte.

    Inoltre Capanna è una lingua di vigne incastonata nel bosco, e bosco significa biodiversità e una barriera naturale contro i parassiti della vite. Qui come in molte aziende si sta virando verso la coltura biologica, che vuol dire nessun trattamento chimico e cura per ogni dettaglio. Ogni vite dà 5-6 grappoli, circa un chilo di uva per pianta, che fa 40-50 quintali per ettaro.

    vigneto montalcino

    Cecilia Leoneschi è l’enologa e la direttrice di produzione dell’azienda, in poche parole è colei che fa il vino.
    “Oggi non so ancora quale vigneto vendemmieremo domani. Si lavora così, valutando giorno per giorno e vendemmiando dove la maturazione è perfetta. Si guarda, si assaggia, si valuta, si decide. Un settembre piovoso può compromettere un’annata perfetta, è per questo che noi diciamo spesso che finché i grappoli non sono in cantina non sono ancora nostri”.

    Per fare un grande vino i particolari sono infiniti e ciascuno è fondamentale, un solo errore nel corso dell’anno può rovinare tutto. Si parte dal campo, “l’enologia si è trasferita in vigna, prima il vino si faceva di più in cantina, da una decina di anni a questa parte c’è molta più cura della vite e del grappolo, che deve arrivare in cantina perfetto”.

    Se è vero che terreno, clima e ventilazione (in una parola, ‘terroir’) sono fondamentali, lo è ancora di più il lavoro e l’esperienza di chi lavora in vigna e in cantina. I grappoli si raccolgono a mano, si trasportano in cestelli piccoli in modo che il peso non danneggi i quelli che rimangono sotto. Una volta in cantina viene tolto meccanicamente il raspo ed eliminati a mano frammenti rimanenti, uno ad uno.

    Gli acini fermentano in vasche di acciaio per alcune settimane e talvolta la macerazione si prolunga per 1-2 mesi. Dopo la svinatura, cioè la separazione tra bucce e vino ottenuto dalla fermentazione, si passa in botti di legno per 2-3 anni, poi l’imbottigliamento e il riposo in bottiglia. Il Brunello non potrà essere venduto prima di 5 anni dalla vendemmia.

    La squadra dei vendemmiatori è composta da una trentina di persone, perlopiù italiani e bulgari che da anni lavorano stagionalmente per l’azienda, mentre le altre attività svolte in cantina e in vigna, inclusa la potatura, sono svolte da operai fissi che coordinano anche le squadre al momento della vendemmia.

    poere capanna

    “C’è chi sta bene in cantina, c’è chi sta bene in vigna – racconta Cecilia – difficilmente i due ruoli sono intercambiabili, è questione di indole e di sensibilità. Ci sono figure storiche, ad esempio c’è Moreno, suo padre e suo zio lavoravano qua, lui è nato in una delle ville della tenuta e oggi fa il cantiniere. Poi ci sono i ragazzi che iniziano con la vendemmia e piano piano diventano figure professionali importanti per l’azienda”.

    L’annata 2016 ha avuto un’estate fresca, questo significa maturazione lenta e lievemente posticipata. Un’annata qualitativamente buona sia per i bianchi che avranno bei profumi e bella acidità, sia per i rossi che hanno avuto maturazioni pressoché perfette.

    Per assaggiare però se ne parla nel 2021, quando avremo un Brunello molto equilibrato, non eccessivamente corposo e molto profumato, adatto ad un lungo affinamento in bottiglia. Un vino che avrà una lunga longevità e che, se ben conservato, potremo forse bere per venti o trent’anni.

    Dal primo gennaio invece si stapperà il Brunello 2012, “sarà molto interessante da assaggiare – prevede Cecilia Leoneschi –, perché avrà picchi qualitativi a macchia di leopardo. Fu un’annata calda, certi vigneti ressero benissimo, altri daranno il vino tipico delle annate eccessivamente calde, troppo concentrati. Ci sarà da divertirsi”.

    • Segui gli aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook

    • Per essere aggiornato sulle notizie de L’HuffPost, clicca sulla nostra Homepage

    • Iscriviti alla newsletter de L’HuffPost

    Notizie Italy sull’Huffingtonpost

    Leicester, Di Marzio: «Ranieri campione? Tutto è cominciato a Catanzaro» – Corriere dello Sport.it


    Corriere dello Sport.it

    Leicester, Di Marzio: «Ranieri campione? Tutto è cominciato a Catanzaro»
    Corriere dello Sport.it
    «E pensare che non voleva nemmeno fare l'allenatore ma dedicarsi all'azienda di famiglia. Ciò che mi inorgoglisce maggiormente è che Claudio abbia detto che il suo Leicester è come il Catanzaro di Di Marzio». Twitta. Sullo stesso argomento.
    Mou si inchina a Ranieri. "Complimenti al Leicester"La Gazzetta dello Sport
    LEICESTER CAMPIONE IN PREMIER LEAGUE/ Ha vinto Ranieri: tutti gli italiani titolati all estero (oggi, 3 maggio 2016)Il Sussidiario.net
    Leicester, scambio di sms tra Jamie Vardy e…Carlo VerdoneCalciomercato.com
    Il Secolo XIX –Calciomercato.it –Sport Mediaset –SuperNews
    tutte le notizie (1.048) »

    Sport – Google News