Sarà demolita, anzi no. Cambia in corso d’opera il destino della Carrozza 59 con cui Mussolini inaugurò nel 1932 la ferrovia elettrica Roma-Viterbo. Da vecchia ferraglia pronta per lo smaltimento a bene storico da salvaguardare. Dopo l’articolo pubblicato da HuffPost, Atac fa dietrofront.
L’epilogo era già scritto: la celebre Carrozza 59, su cui viaggiò il Duce per festeggiare l’anniversario della marcia su Roma, figurava assieme a un elenco di 33 locomotori e vagoni storici destinati a essere demoliti. I lavori di smantellamento alla stazione di Viterbo erano già partiti a metà dicembre. In questi giorni la svolta, ma solo per il vagone che ospitò Mussolini. Il resto del patrimonio storico inserito nel bando del 2014 – motrici e carrozze risalenti a un periodo compreso tra il 1914 e gli anni Trenta – sarà demolito.
L’azienda dei trasporti comunica il cambio di rotta e la decisione di avviare le procedure necessarie per salvaguardare il cimelio del Duce, con il parere positivo della Regione Lazio, proprietaria del materiale rotabile. Dopo il bando del 2014, e l’approvazione della Soprintendenza, servirà ora una soluzione immediata per salvare la carrozza che ospitò Mussolini dal compattatore. Dimenticata per anni assieme ad altre vecchie ferraglie ferme alla stazione di Viterbo, ora per la celebre carrozza è iniziata la corsa contro il tempo. L’obiettivo è toglierla dall’elenco dei rottami destinati alla ditta Cofermet, vincitrice dell’appalto, che, per contratto, ha ora l’obbligo di distruggerli.
Il 13 gennaio ci sarà un incontro tra Atac e Regione Lazio per ridefinire le sorti della Carrozza 59. Intanto cittadini e associazioni si sono mobilitati. Un comitato aperto, coordinato dall’ex senatrice Laura Allegrini (Popolo delle Libertà), chiede a gran voce che il cimelio venga salvato e valorizzato come bene storico del territorio e ha deciso di finanziarne il restauro. L’idea è quella di conservare la carrozza in uno dei Comuni della tratta ferroviaria Roma-Viterbo come testimonianza viva di una pagina di storia del territorio della Tuscia.
Il recente passo indietro di Atac e Regione Lazio per il cimelio di Mussolini è un segnale importante ma non sufficiente per le associazioni che chiedono di salvare dalla fiamma ossidrica anche gli altri locomotori storici. Un patrimonio di 33 elementi, tra motrici e carrozze, che Atac distruggerà nel 2017. Ma sono tante le voci contrarie. “Demolire quei convogli significa cancellare una pagina della memoria storica collettiva”, spiega ad HuffPost il consigliere regionale Gianluca Quadrana (Lista civica Nicola Zingaretti), che ieri ha presentato un’interrogazione per fare luce sulla vicenda. “Questa decisione è inaccettabile. Il recupero dei convogli storici può diventare un’attrattiva turistica per il nostro territorio e creare un indotto commerciale ed occupazionale importante”.
Le associazioni chiedono che oltre alla carrozza su cui viaggiò Mussolini si pensi a un progetto più ampio per conservare anche altri pezzi della storica tratta ferroviaria della Roma Nord. Per David Nicodemi, vicepresidente dell’associazione TrasportiAmo, “occorre preservare un numero di vetture tale da permettere la ricomposizione del treno storico della Tuscia”. Un’occasione per rilanciare e promuovere le bellezze della provincia Viterbese. Prima che sia troppo tardi.
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