Forza10 Gatto, Dieta Solo Salmone dall’Islanda Gr.100


Fornitore: F10 DIET CAT WET
Tipo:
Prezzo: 1.16

  • FORZA10 SOLO DIET Tonno è una dieta monoproteica al pesce della Linea Dietetica studiata da SANYpet per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari. Si tratta di una dieta che può …

FORZA10 SOLO DIET Tonno è una dieta monoproteica al pesce della Linea Dietetica studiata da SANYpet per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari. Si tratta di una dieta che può essere utilizzata come eccellente dieta da privazione in caso di sospetta o accertata ipersensibilità ad altre proteine. Nei SOLO DIET c’è una grande abbondanza di acidi grassi polinsaturi Omega3 indispensabili per un corretto funzionamento dell’organismo. La Linea FORZA10 Solo Diet, ipoallergenica e monoproteica, mira al benessere di tutti i cani e gatti con intolleranze alimentari o che presentano reazioni avverse legate all’alimentazione. Le colonne portanti della sua efficacia sono: utilizzo di ingredienti puliti, con carni provenienti esclusivamente da allevamenti estensivi al pascolo della Nuova Zelanda o dell’Islanda e pesce pescato in mare aperto. Formula dietetica ipoallergenica che aiuta a prevenire le forme di intolleranza alimentare. È realizzata con materie prime di alta qualità che rispondono alle esigenze nutrizionali dei gatti. Non viene utilizzato pesce o carne proveniente da animali d’allevamento intensivo. La linea è stata formulata per fornire all’animale alimenti monoproteici, altamente digeribili, studiati per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari. La dieta può essere utilizzata come eccellente dieta da privazione in caso di sospetta o accertata ipersensibilità ad altre proteine. Le materie prime utilizzate sono naturali e soprattutto non derivanti da allevamenti intensivi. I prodotti sono privi di coloranti, conservanti, ormoni e antibiotici. La dieta non contiene alcuna fonte di glutine.

Forza10 Gatto, Dieta Solo Salmone dall’Islanda Gr.100

Monge Monoprotein 80g Pezzetti Solo Bufalo Cibo Umido per Gatti Monoproteico Grain Free

Marca: Monge

Caratteristiche:

  • Deliziosi sfilaccetti con bufalo prodotti utilizzando ingredienti freschi e di altissima qualità. Gli sfilaccetti sono cotti al vapore e hanno una texture soffice e un aroma piacevole. Questo alimento completo e bilanciato è *formulato con una singola fonte proteica animale, il bufalo, altamente digeribile.
  • Bufalo 70% (pari al 100% delle carni utilizzate), sostanze minerali.
  • Proteina grezza: 11,4%, Fibre grezze: 0,6%, Grassi grezzi: 5,3%, Ceneri grezze: 0,8%, Umidità: 80%.

EAN: 8009470013826

Monge Monoprotein 80g Pezzetti Solo Bufalo Cibo Umido per Gatti Monoproteico Grain Free

FORZA10 Solo Diet Trota gr 100

Marca: FORZA10

Caratteristiche:

  • Formula dietetica ipoallergenica che aiuta a prevenire le forme di intolleranza alimentare. È realizzata con materie prime di alta qualità che rispondono alle esigenze nutrizionali dei cani. Non viene utilizzata carne proveniente da animali d’allevamento intensivo
  • La linea è stata formulata per fornire all’animale alimenti monoproteici, altamente digeribili, studiati per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari.
  • La dieta può essere utilizzata come eccellente dieta da privazione in caso di sospetta o accertata ipersensibilità ad altre proteine. Le materie prime utilizzate sono naturali e soprattutto non derivanti da allevamenti intensivi. I prodotti sono privi di coloranti, conservanti, ormoni e antibiotici
  • La dieta non contiene alcuna fonte di glutine
  • Nell’incontaminata Islanda SANYpet produce alimenti umidi dietetici e di mantenimento per il cane e il gatto di eccezionale qualità e appetibilità.

EAN: 8020245712096

FORZA10 Solo Diet Trota gr 100

Forza10 Solo Diet Platessa (100 GR)

Marca: Forza10

Caratteristiche:

  • FORZA10 SOLO DIET è una dieta monoproteica alla carne e pesce alternative della Linea Dietetica studiata da SANYpet per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari.  Si tratta di u …

Dettagli: FORZA10 SOLO DIET è una dieta monoproteica alla carne e pesce alternative della Linea Dietetica studiata da SANYpet per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari. Si tratta di una dieta che può essere utilizzata come eccellente dieta da privazione in caso di sospetta o accertata ipersensibilità ad altre proteine. Nei SOLO DIET c’è una grande abbondanza di acidi grassi polinsaturi Omega3 indispensabili per un corretto funzionamento dell’organismo. Formula dietetica ipoallergenica che aiuta a prevenire le forme di intolleranza alimentare. È realizzata con materie prime di alta qualità che rispondono alle esigenze nutrizionali dei cani. Non viene utilizzata carne proveniente da animali d’allevamento intensivo. La linea è stata formulata per fornire all’animale alimenti monoproteici, altamente digeribili, studiati per la riduzione delle allergie e delle intolleranze alimentari. La dieta può essere utilizzata come eccellente dieta da privazione in caso di sospetta o accertata ipersensibilità ad altre proteine. Le materie prime utilizzate sono carni esclusivamente Islandesi, naturali e soprattutto non derivanti da allevamenti intensivi. I prodotti sono privi di coloranti, conservanti, ormoni e antibiotici. La dieta non contiene alcuna fonte di glutine.

EAN: 8020245710757

Forza10 Solo Diet Platessa (100 GR)

Monge Monoprotein 80g Pezzetti Solo Bufalo Cibo Umido per Gatti Monoproteico Grain Free


Fornitore: MONGE
Tipo: Alimento umido per Gatti
Prezzo: 1.59

Marca: Monge

Caratteristiche:

  • Deliziosi sfilaccetti con bufalo prodotti utilizzando ingredienti freschi e di altissima qualità. Gli sfilaccetti sono cotti al vapore e hanno una texture soffice e un aroma piacevole. Questo alimento completo e bilanciato è *formulato con una singola fonte proteica animale, il bufalo, altamente digeribile.
  • Bufalo 70% (pari al 100% delle carni utilizzate), sostanze minerali.
  • Proteina grezza: 11,4%, Fibre grezze: 0,6%, Grassi grezzi: 5,3%, Ceneri grezze: 0,8%, Umidità: 80%.

EAN: 8009470013826

Amici e Natura iTALIA

Hotel, il microstay consente di prendere una stanza anche solo per fare un pisolino.

Byhours consente di prenotare l’albergo, ovunque nel mondo, anche solo per tre ore.

Sì, dirà qualcuno di voi, gli alberghi a ore sono sempre esistiti e, maliziosamente, qualcun altro starà anche pensando all’uso che se n’è fatto fino ad oggi.

In realtà il servizio offerto dalla piattaforma Byhours amplia di molto le possibilità e soprattutto la gamma delle strutture che si sono rese disponibili ad offrire il servizio di "mini soggiorno".
Il cliente decide in anticipo sia l’orario di entrata che quello di uscita dalla stanza, prenota ed il gioco è fatto, risparmiando molto e consentendo all’hotel scelto di ottimizzare l’occupazione.

​"​L’idea è quella di apportare flessibilità ad un settore che, fino a questo momento, risulta ancora conforme alle metodiche tradizionali tipiche del mondo alberghiero.​ – afferma​ Guillermo Gaspart​, co-fondatore di Byhours – ​"La volontà è quella di applicare al settore dell’ospitalità i concetti di personalizzazione e ​adattabilità del servizio al cliente che sempre più stanno caratterizzando questi anni​"​.

Master Viaggi News – News Mondo (Ultime 10 News Inserite)

Uomo assolto dall’accusa di violenza: “La donna ha detto solo ‘basta’, non ha urlato”

L’ha palpeggiata e lo ha ammesso, ma sostenendo che lei fosse consenziente. Lei invece non lo era, gli diceva “basta” e lo ha denunciato per violenza sessuale. Ma il tribunale di Torino le ha dato torto, assolvendo l’uomo di 46 anni perché il fatto non sussiste, proprio perché la sua vittima gli ha soltanto intimato di smetterla senza gridare, chiedere aiuto o reagire violentemente.

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, l’episodio è accaduto nel novembre del 2011 in vari ospedali del capoluogo piemontese, dove un dipendente della Croce Rossa ha molestato più volte la sua collega, autista barelliere, più giovane e assunta molto più di recente. L’assoluzione è stata motivata in base alla “debole” reazione della donna alle molestie.

La donna “non riferisce di sensazioni o condotte molto spesso riscontrabili in racconti di abuso sessuale, sensazioni di sporco, test di gravidanza, dolori in qualche parte del corpo”. Infine, rimarca il collegio tutto femminile, Laura, quando le viene chiesto cosa ha provato su quelle barelle, risponde: “Disgusto”. “Ma – scrive la presidente di sezione – non sa spiegare in cosa consisteva questo malessere”. “Non grida, non urla, non piange – rimarca la corte – pare abbia continuato il turno dopo gli abusi”.

I giudici, quindi, non le hanno creduto, tanto che, oltre al danno, per la donna ci sarà anche la beffa.

Non solo dovrà accettare il fallimento della sua causa. Ma dovrà rispondere di calunnia, perché la prima sezione penale presieduta dalla giudice Diamante Minucci ha trasmesso gli atti al pubblico ministero non ritenendo “verosimile” la sua versione dei fatti.

Ma perché non ha gridato o strattonato l’uomo che la palpeggiava? La donna lo ha spiegato nel corso del processo.

“Uno il dissenso lo dà, magari non metto la forza, la violenza come in realtà avrei dovuto fare, ma perché con le persone troppo forti io non… io mi blocco”. Le crisi di pianto avevano interrotto più volte una testimonianza sofferta, a tratti confusa, vaga nei dettagli, sia perché si tratta di fatti risalenti nel tempo – l’imputato era stato arrestato dalla polizia nel novembre 2011 – sia perché l’emozione aveva probabilmente fagocitato la lucidità del riportare dettagli […] Secondo la versione della parte lesa, [l’uomo] l’avrebbe costretta a presunti rapporti sessuali “come pegno per poter continuare a lavorare» ed evitare turni scomodi o in luoghi come il Cie”.

I legali della donna hanno annunciato il ricorso.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Nomine partecipate, slittano i tempi. Resta forte il marchio renziano: Matteo Del Fante a Poste (e non solo)

Come se Matteo Renzi fosse ancora a palazzo Chigi: un giro di nomine “fiorentino”, nella regia e anche nei principali attori, è quello che si definisce in serata per Poste, Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e le principali aziende di stato. E che sarà ufficializzato a ore, di certo entro la riapertura delle borse di lunedì mattina. Proprio come tre anni fa quando i posti strategici da assegnare, cemento di ogni governo, furono a giudizio di molti il principale movente della defenestrazione del governo Letta.

La priorità non cambia, sia pur nel mutato contesto con Renzi nei panni di ex premier e di ex segretario. E sancisce il nuovo di boa del renzismo: il ritorno in campo e una lunga marcia che va ben oltre le prossime elezioni politiche, perché gli uomini chiave nei posti chiave, avendo mandato di tre anni, le supereranno.

Il caso più eclatante è Poste Italiane, dove arriva l’ennesimo fiorentino, antica conoscenza di Renzi: Matteo Del Fante, formazione Jp Morgan, già direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti e da tre anni a.d. di Terna, la società che gestisce la rete elettrica. Prenderà il posto di Francesco Caio, nonostante i risultati del manager che in questi tre anni ha triplicato gli utili. E nonostante la difesa del ministro Padoan. La sua “colpa” principale è stata quella di aver rotto con la Cisl – non con gli altri sindacati, che si sono schierati con lui – che nell’azienda è la sigla più forte. E che, sussurrano i maligni, è forte anche in vista delle primarie del Pd.

Il passaggio di Del Fante alle Poste libera la casella Terna. Una fonte di governo a tarda sera dice: “Il quadro delle nomine è pressoché chiuso, il problema è Terna dove c’è un braccio di ferro tra Renzi e il Tesoro”. Il nome dell’ex premier (e di Maria Elena Boschi) è Alberto Irace, oggi a capo di Acea. Altro “fiorentino”, come appartenenza politica, anche se cagliaritano nei natali: ha guidato dal 2009 al 2014 la Publiacqua, società toscana che ha avuto nel cda Maria Elena Boschi, Erasmo D’Angelis e che oggi è presieduta da Filippo Vannoni, uno degli accusatori di Lotti nell’affaire Consip. In alternativa Luigi Ferraris, capo dello Finanze di Poste, molto stimato da Padoan o Francesco Sperandini, altro tecnico a capo del Gse (gestore del servizio elettrico), anch’egli stimato dalla Boschi.

Prima della partenza di Padoan per il G20 di Baden Baden, è stato invece già comunicato ai diretti interessati l’avvicendamento a Finmeccanica, dove l’ex banchiere Alessandro Profumo, prenderà il posto di Mauro Moretti, dimissionato non per i suoi risultati, considerati positivi dal mercato e dal governo, ma per la condanna a sette anni in primo grado nel processo sulla strage di Viareggio. Un profilo, quello di Profumo, molto “finanziario” per formazione, alla guida del cuore pulsante delle strategie industriali che in molti ci invidiano. I rumors, in ambienti finanziari, parlando di un grande attivismo di Marco Carrai proprio sul dossier Finmeccanica, sia sul fronte amministratore delegato sia su quello della presidenza, ruolo ricoperto da Gianni De Gennaro. Proprio l’ossessione renziana per gli uomini di mercato è stata determinate per l’opzione Profumo, preferito alla soluzione interna che portava a Fabrizio Giulianini, attualmente alla guida dell’area elettronica della difesa di Leonardo-Finmeccanica.

Confermati i due amministratori delegati che Renzi aveva scelto nel 2014 per Eni e Enel, Claudio Descalzi e Francesco Starace. E saranno confermati anche tutti i fiorentini: Alberto Bianchi, tesoriere della Fondazione Open, dovrebbe rimanere in Enel, Fabrizio Landi nel cda di Finmeccanica, Elisabetta Fabbri in quello di Poste. Come tre anni fa, anche se con Renzi che (formalmente) non è più a palazzo Chigi. Con l’eccezione di qualche critico, come Francesco Boccia. Che, fiutata l’aria, a metà pomeriggio chiede formalmente a Renzi e Padoan che “nessun candidato alle primarie possa incidere nel processo delle nomine”. E si richiama alla “grammatica” istituzionale del governo Prodi che in un contesto analogo – era in scadenza nel 2008 – lasciò l’onere e l’onore delle nomine al governo che a breve avrebbero scelto di elettori. Già, la grammatica istituzionale.
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Il taglio del cuneo fiscale solo per i neoassunti. Le risorse scarseggiano e l’azione del Governo parte a rilento

Un cantiere ridotto al lumicino perché le risorse da recuperare nell’immediato sono pochissime e se un segnale si vuole dare, politico ancora prima che economico, meglio allora privilegiare i giovani, cioè i soggetti che più di tutti hanno difficoltà con il mercato del lavoro. Si muove lungo questa direzione di marcia il cantiere per il taglio del cuneo fiscale che vede al lavoro la squadra degli economisti di palazzo Chigi e i tecnici del Tesoro. Con un occhio alla manovra da 3,4 miliardi, che va confezionata entro aprile per ottemperare ai rilievi di Bruxelles, e un altro sul dossier cuneo fiscale e contributivo, il Governo prova a dare impulso a quella crescita che l’Ocse oggi ha fissato, in modo stabile, all’1% fino al 2018, il livello più basso nell’anno in corso tra i maggiori Paesi dell’Unione europea. L’impegno massimo che si potrà mettere in campo, tuttavia, non potrà essere che essere fortemente limitato.

“Se aumenta l’Iva paradossalmente ci sono più risorse a disposizione, ma se non ci sarà allora tutte le risorse vanno individuate”, spiega una fonte di governo vicina al dossier all’Huffington Post. Le opzioni sul campo sono diverse, tutte accomunate dalle necessità di trovare le coperture adeguate, ma con un orientamento preciso: per ora si interviene solo sui neoassunti. L’orientamento che starebbe prevalendo al momento, viene spiegato da alcune fonti dell’esecutivo, è quello di privilegiare il taglio di 3-5 punti di contributi a favore dei neoassunti con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. L’operazione costa 300 milioni per ogni punto di riduzione del costo del lavoro stabile riservata appunto ai neo assunti: moltiplicando per l’obiettivo che si vuole centrare, quello della decurtazione di 5 punti, le risorse necessarie ammontano a 1,5 miliardi. Un importo che però è legato anche alla scelta, ancora da fare, su chi sosterrà il peso del taglio: se cioè l’impresa e i lavoratori in egual misura oppure un alleggerimento di 2/3 per l’azienda e di 1/3 per i lavoratori.

Per allargare la platea a tutti i lavoratori, cioè nuovi e vecchi assunti, serve molto di più: circa 2,5 miliardi per un punto di contributi in meno, per un totale quindi di circa 12 miliardi. Cifra nemmeno ipotizzabile con una legge di stabilità che richiederà uno sforzo enorme per fare quadrare conti già ballerini, che si dovranno scontrare con i temi spinosissimi della flessibilità e delle clausole di salvaguardia, Iva in testa. “Questa opzione – spiegano le stesse fonti – non è sul tavolo: faremo il taglio solo per i neoassunti, ma di quanto bisogna ancora capirlo perché dipende dalle risorse che si riusciranno a recuperare”.

Non ci sono neppure spazi per interventi sull’Irpef, come auspicato dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, in un’intervista a Huffpost, dove l’esponente di Ncd ha affermato: “Rilanciamo e tagliamo le aliquote Irpef per ridare poter d’acquisto a famiglie e lavoratori”.

Dietro il lavoro sul taglio del cuneo c’è la squadra degli economisti di palazzo Chigi, molti dei quali sono rimasti in campo anche dopo l’avvicendamento tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Matrice Pd tanto che, secondo quanto si apprende, le misure che si stanno studiando in queste ore saranno sottoposte a un check durante la manifestazione promossa per il fine settimana dall’ex premier al Lingotto di Torino.

Prima di pensare al cuneo, bisogna occuparsi della correzione dei conti chiesta dalla Commissione europea entro aprile. Una delle voci che caratterizzeranno l’intervento del Governo è quello dell’aumento delle accise. Un capitolo spinoso, sul quale uno studio del Centro studi Casmef-Luiss invita a porre molta attenzione. “È importante non alterare gli equilibri raggiunti dal mercato e il suo assetto concorrenziale. Il decreto che il Mef starebbe valutando rischia di distorcere la concorrenza. Gli obiettivi di gettito possono essere conseguiti senza alterare l’assetto del sistema”, sottolinea il professor Marco Spallone in relazione all’ipotesi di un aumento delle accise sui tabacchi e di un possibile decreto ministeriale che secondo lo studio prevederebbe “un aumento abnorme dell’onere fiscale minimo, a fronte di un lieve ritocco degli altri parametri disponibili”.

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