Alinari,oggi il tavolo di crisi: la Regione è pronta, ora tocca alla società

FIRENZE – Lo stato di avanzamento delle procedure connesse all’acquisizione e alla piena valorizzazione del patrimonio della Alinari è stato al centro della riunione del tavolo dell’unità di crisi sulla società fiorentina che si è riunito oggi presso la presidenza della Regione Toscana. Erano presenti la vicepresidente e assessora alla cultura, Monica Barni, il direttore della Direzione cultura, Roberto Ferrari, e le rappresentanze delle organizzazioni sindacali di categoria e delle lavoratrici della RSA aziendale.

La vicepresidente Barni e il direttore hanno brevemente illustrato la proposta di legge che la Giunta regionale potrebbe approvare già il prossimo 29 luglio nell’ambito della legge di variazione di bilancio. Le organizzazioni sindacali e le lavoratrici della RSA hanno preso atto con soddisfazione di quanto appreso e rimarcato l’importanza dell’impegno della Regione non solo per la salvaguardia del patrimonio, ma anche per la sua fruizione pubblica e per la tutela della occupazione.

Regione, sindacati e lavoratrici della RSA hanno concordemente auspicato che in tempi brevissimi i rappresentanti della società Alinari rispondano positivamente alla proposta regionale, in modo da rispettare la calenderizzazione prevista, evitando così di disperdere irrimediabilmente le risorse economiche faticosamente individuate per portare a termine la complessa operazione.

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Cosa sono le Sim, società di intermediazione mobiliare

C’era una volta l’agente di cambio, un intermediario finanziario che, per conto di un cliente, cercava e acquistava il prodotto che offriva il miglior rapporto qualità-prezzo in un dato mercato. Oggi ci sono le Sim, le società di intermediazione mobiliare iscritte in un apposito albo tenuto dalla Consob. Vediamo di cosa si tratta


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Crolla un ponte sull’A14 all’altezza di Ancona, due vittime. La società Autostrade: “Incidente non prevedibile”. Monta la polemica

Un altro ponte che crolla, un altro “incidente non prevedibile”. Emidio Diomedi di 60 anni e Antonella Viviani di 54, una coppia originaria di Spinetoli e sposata da 36 anni, sono morti mentre viaggiavano sull’Adriatica A14 Bologna-Taranto a bordo della loro Nissan Qashqqai all’altezza di Camerano: il ponte 167 della strada provinciale 10 si è spezzato ai lati, schiantandosi a terra proprio mentre la loro auto stava transitando, rimanendo incastrata. Stavano andando all’ospedale regionale di Torrette per una visita di controllo della donna. Una tragedia che ricorda molto quella avvenuta a ottobre in Brianza, quando il cavalcavia di Annone, nei pressi di Lecco, crollò sotto il peso di un tir causando una vittima.

Dopo Lecco, Ancona. Dopo tre mesi ancora morti per ponti che vengono giù. In questo caso il crollo (“non prevedibile”) è stato determinato dal cedimento di pile provvisorie su lavori di innalzamento del cavalcavia necessari per ripristinare l’altezza dell’opera rispetto al nuovo livello del piano autostradale, dopo l’allargamento dell’autostrada a 3 corsie, fa sapere Autostrade per l’Italia, la società privata che gestisce il tratto di rete autostradale.

ponte

La circolazione sul cavalcavia era stata sospesa con ordinanza 07/2017 della Provincia di Ancona Terzo Settore (viabilità e sviluppo) del 23 febbraio scorso, a partire dal giorno 28 dello stesso mese e fino al 15 maggio, per l’adeguamento del ponte all’adeguamento autostradale. Sul tratto autostradale invece il traffico era rimasto aperto. Ed è lì che viaggiavano le due vittime, che a breve sarebbero diventate nonni. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato messa per iscritto dal pm Irene Bilotta, titolare del fascicolo, è al momento di omicidio colposo plurimo. L’area è stata posta sotto sequestro. Gli inquirenti dovranno capire se vi sia stata una manovra errata o se approfondire altre ipotesi: per esempio, se – quando il ponte è stato sollevato – abbia perso stabilità e si sia inclinato per poi schiantarsi sulla strada, o se abbiano ceduto gli elementi con cui veniva rialzata la struttura.

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha firmato il decreto di nomina della commissione ispettiva del dicastero che dovrà accertare le responsabilità, ricordando che il suo Ministero ha dato a suo tempo indicazioni a tutte le concessionarie per il controllo, il monitoraggio e la verifica delle condizioni di sicurezza, in particolare per i manufatti. Il ministro, una volta partita l’attività ispettiva della commissione, dovrà rispondere alle interrogazioni parlamentari già annunciate da alcuni partiti come Forza Italia.

Nel crollo sono rimasti feriti anche tre operai della ditta Delabech, romeni, che stavano eseguendo i lavori su commissione di un’altra società, la Pavimental. Proprio sull’operato delle due aziende si concentreranno le indagini del ministero e della magistratura. Autostrade per l’Italia ha reso noto che le attività “erano state completate alle ore 11:30” e che “al momento dell’incidente, alle 13 circa, il personale stava realizzando attività accessorie”. La Delabech, peraltro, aveva già eseguito analoghi lavori su altri 19 cavalcavia della stessa tratta.

Ma si dovrà capire anche perché il tratto di autostrada tra Loreto e Ancona Sud non è stato chiuso dalla società che gestisce la rete. “È inconcepibile eseguire lavori di questa natura senza chiudere l’A14”, ha dichiarato il sindaco di Castelfidardo Roberto Ascani ricostruendo come “gli operai stavano sollevando la campata del ponte con dei martinetti, quando la struttura ha ceduto: evidentemente qualcosa è andato storto”. I vertici di Autostrade sono stati già convocati dal presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato Altero Matteoli per “spiegare le cause del tragico crollo”.

Secondo Roberto Tomasi, direttore generale ‘Nuove Opere’ di Autostrade per l’Italia, si tratta però di una “procedura non rischiosa”, ha detto a Radio Capital, “di prassi” ed eseguita “su tutti i cavalcavia” nelle stesse modalità. Secondo Tomasi si tratta di capire quindi se si sia trattato di un cedimento o della mancata osservanza del piano operativo di sicurezza da parte della Delabech.

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