Roberto Benigni da Sergio Mattarella per i David di Donatello: “Sono il portavoce del Pci, partito del cinema”

“Sono il portavoce del Partito del Cinema, del Pci”. Ha scherzato così Roberto Benigni, introducendo al Quirinale la cerimonia di presentazione dei film candidati al David di Donatello alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro Dario Franceschini.

Benigni ha preso la parola a nome del Cinema italiano, ricordando gli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione “sui quali si fonda la possibilità di fare cinema”. L’attore e regista premio Oscar ha poi scherzato sulle vicende politiche italiane e sui ritardi della legge elettorale: “Il Mattarellum… se avessi fatto io la legge elettorale sarebbe stato il Benignellum”.

“La perdite d’interesse che c’è ora per il cinema è una cosa terribile – ha aggiunto Benigni -, costituisce una perdita di felicità, gli autori hanno il dovere di spingere affinché il cinema diventi quello che sia, la perdita di interesse per il cinema indebolisce la nostra anima, le nostre emozioni”.

Il comico toscano ha continuato: “Il cinema fa bene alla salute, uno dovrebbe andare in farmacia e prendere due bustine della ‘Dolce Vita’, 5 grammi di ‘Otto e mezzo’. Sperperiamo l’allegria, dobbiamo essere felici per diffondere felicità”.

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Sergio Staino: “Matteo Renzi è sparito, questo non è un leader. Bonifazi? Non auguro a nessuno di averci a che fare”

“Fa sempre così: parte, si butta, si disamora e ti abbandona. Fine della storia. E questo è un leader, questo è un segretario?”.
Così il direttore de L’Unità Sergio Staino, in una intervista a Repubblica, se la prende direttamente con il segretario del Pd che ha riaperto l’Unità nel 2015 ponendo il vignettista alla guida del quotidiano che ora rischia nuovamente di chiudere. “Ho rotto con decine di amici, mi sono preso quintalate di offese e di insulti per venire a dirigere l’Unità renziana. Il giornale è cambiato, è migliorato. Lo vedono tutti. C’è più confronto, ci sono opinioni diverse ma a Matteo non serve più. Allora lo dica: ho fatto una cazzata a riaprirlo e ora lo chiudo. Invece no. Sparito. Lui che ci mette sempre la faccia. Scomparso. Matteo, perché ti nascondi?”. Quindi Staino attacca l’ambasciatore inviato dal premier per gestire la faccenda: “Uno che te lo raccomando, non auguro a nessuno di avere a che fare con lui. Ma il tesoriere che c’entra?”.

Alla notizia prima dei licenziamenti per 12 redattori e poi del preannuncio di una chiusura imminente, Staino accusa: “Non chiama, non risponde al telefono, non legge i messaggini”. E aggiunge: “La situazione economico finanziaria è grave. Ma la crisi vera è politica. La crisi è Renzi. Sono stato nominato da lui. Mi dice: ‘Fai un bel giornale, ricco, tante pagine. E dei soldi non preoccuparti, quelli ci sono’. Una delle battute più infelici che potesse farmi”.
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2016, l’annus horribilis nel discorso di Sergio Mattarella: da Regeni al terremoto, un lungo elenco di tragedie

Nessuna sfumatura rosea nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Piuttosto, l’elenco di tutte le disgrazie che hanno fatto del 2016 un annus horribilis per l’Italia e non solo. Dall’assassinio di Giulio Regeni al terremoto che ha colpito il Centro Italia, Mattarella ha iniziato il suo discorso con una sfilza di tragedie che è doloroso ascoltare tutte insieme.

“Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi”, ha detto Mattarella. “Dall’assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti”.

Il presidente della Repubblica ha poi ricordato Fabrizia Di Lorenzo e Valeria Solesin, le due giovani vittime italiane del terrorismo di matrice islamica.

“Negli ultimi giorni, abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell’attentato di Berlino. Così come era avvenuto, sul finire dell’anno scorso a Parigi, per Valeria Solesin. Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo”.

Poi un pensiero per le vittime di infortuni sul lavoro e i terremotati:

“Lo stesso sentimento di vicinanza esprimo ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro. Un pensiero di sostegno va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L’augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente. Ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi così belli e carichi di storia”.


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