Dolci senza cottura: Idee rapide e facili per deliziare il palato

Dolci senza cottura: Idee rapide e facili per deliziare il palato

I dolci senza cottura sono la soluzione perfetta per soddisfare la golosità in pochissimo tempo. Questi dessert sono facili da preparare e non richiedono alcuna cottura, quindi non solo sono veloci, ma anche salutari. In questo articolo, esploreremo alcune idee per creare dei dolci senza cottura deliziosi, adatti a tutte le esigenze.

Ricette di dolci senza cottura per bambini

I bambini amano i dolci e spesso richiedono un dessert dopo i pasti. Tuttavia, i genitori potrebbero essere preoccupati per l’alto contenuto di zucchero e di calorie presenti nei dolci tradizionali. Invece, perché non provare a preparare dei dolci senza cottura per i bambini? Ci sono molte ricette disponibili, come ad esempio i biscotti di banana e cioccolato, oppure la cheesecake al limone. Questi dolci sono facili da preparare e i bambini li adoreranno.

Dolci senza cottura a base di frutta secca

La frutta secca è una fonte di proteine, fibre e grassi sani, ed è quindi una scelta perfetta per creare dei dolci senza cottura. Una ricetta semplice e gustosa è la mousse di avocado e cioccolato, che utilizza avocado, burro di mandorle, cacao in polvere e miele. Oppure, si può provare la torta cruda al cocco, con noci di cocco, datteri e latte di cocco. Questi dolci sono perfetti per chi vuole uno snack sano e nutriente.

Dolci senza cottura a basso contenuto di zucchero

I dolci tradizionali contengono spesso una grande quantità di zucchero, che può essere dannoso per la salute. Invece, i dolci senza cottura possono essere preparati con ingredienti a basso contenuto di zucchero, come ad esempio la stevia o il miele. Una ricetta interessante da provare è la torta cruda alle carote, con noci, carote, datteri e cannella. Questo dolce è delizioso e adatto a chi vuole mantenere basso il consumo di zuccheri.

Ricette di dolci senza cottura per persone intolleranti al glutine

Le persone che soffrono di intolleranza al glutine spesso devono rinunciare ai dolci, ma esistono molte ricette di dolci senza glutine disponibili. Una opzione facile da preparare è la cheesecake senza cottura, utilizzando biscotti senza glutine per la base e formaggio cremoso, zucchero e panna per il ripieno. Oppure, si può provare la torta cruda al cioccolato e avocado, con avocado, cacao in polvere, miele e una base di biscotti senza glutine. Questi dolci sono una scelta perfetta per chi deve evitare il glutine.

Dolci senza cottura per feste e occasioni speciali

I dolci senza cottura possono essere utilizzati anche per le feste e le occasioni speciali, come ad esempio matrimoni e compleanni.

Ci sono molte ricette disponibili per creare dei dolci senza cottura adatti per queste occasioni, come ad esempio la torta cruda alla fragola, con una base di biscotti, una crema di fragole e una guarnizione di fragole fresche. Oppure, si può provare la cheesecake senza cottura al limone, con una base di biscotti e un ripieno cremoso di formaggio, limone e panna. Questi dolci sono facili da preparare e saranno sicuramente apprezzati dai tuoi ospiti.

Ricette di dolci senza cottura a base di semi

I semi sono un’ottima fonte di proteine, fibre e grassi sani, e possono essere utilizzati per creare dei dolci senza cottura. Una ricetta semplice e gustosa è la barretta di semi e cioccolato, con semi di girasole, semi di zucca, semi di chia e cioccolato fondente. Oppure, si può provare la mousse di cioccolato e avocado, con avocado, semi di chia e cacao in polvere. Questi dolci sono una scelta perfetta per chi vuole uno snack sano e nutriente.

Dolci senza cottura per la colazione

I dolci senza cottura possono essere utilizzati anche per la colazione, come ad esempio i pancake di banana e avena, con banana, uova, avena e cannella. Oppure, si può provare il budino di chia al cocco e fragole, con latte di cocco, fragole e semi di chia. Questi dolci sono facili da preparare e saranno una scelta perfetta per iniziare la giornata con dolcezza.

Dolci senza cottura per la dieta chetogenica

La dieta chetogenica è un regime alimentare a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi, e i dolci senza cottura possono essere facilmente adattati a questa dieta. Una ricetta interessante da provare è la cheesecake senza cottura alla vaniglia, con una base di noci, una crema di formaggio, panna e vaniglia. Oppure, si può provare la mousse di cioccolato keto, con avocado, cacao in polvere, burro di mandorle e stevia. Questi dolci sono adatti per chi segue una dieta chetogenica e vuole comunque concedersi un dolce.

Ricette di dolci senza cottura con ingredienti stagionali

Gli ingredienti stagionali possono essere utilizzati per creare dei dolci senza cottura deliziosi e salutari. Ad esempio, durante l’estate si può preparare la torta cruda alle pesche, con una base di biscotti, una crema di pesche e una guarnizione di pesche fresche. Oppure, in inverno si può provare la mousse di cioccolato e arancia, con arancia, cacao in polvere e panna. Questi dolci sono una scelta perfetta per utilizzare gli ingredienti di stagione.

Dolci senza cottura per una dieta vegana

I dolci senza cottura possono essere facilmente adattati per una dieta vegana, utilizzando ingredienti come il latte di cocco, il burro di mandorle e il cioccolato fondente vegano. Una ricetta interessante da provare è la cheesecake senza cottura alla fragola e cocco, utilizzando una base di biscotti vegani, una crema di cocco e fragole e una guarnizione di fragole fresche. Oppure, si può provare la torta cruda al cioccolato e avocado, utilizzando avocado, cacao in polvere, burro di mandorle e zucchero di cocco. Questi dolci sono adatti per chi segue una dieta vegana e vuole comunque concedersi un dolce.

Domande frequenti sui dolci senza cottura:

  1. Quali sono i vantaggi dei dolci senza cottura rispetto ai dolci tradizionali?
    I dolci senza cottura sono facili da preparare e non richiedono alcuna cottura, quindi sono veloci e salutari. Inoltre, possono essere adattati a diverse diete, come ad esempio la dieta vegana o la dieta chetogenica.
  2. Quali sono gli ingredienti principali utilizzati per creare dei dolci senza cottura?
    Gli ingredienti principali utilizzati per creare dei dolci senza cottura sono la frutta secca, i semi, il latte di cocco, il burro di mandorle e il cioccolato fondente.
  3. Ci sono dei dolci senza cottura adatti per i bambini?
    Sì, ci sono molte ricette di dolci senza cottura adatti per i bambini, come ad esempio i biscotti di banana e cioccolato o la cheesecake al limone.
  4. Ci sono dei dolci senza cottura adatti per le persone intolleranti al glutine?
    Sì, esistono molte ricette di dolci senza glutine disponibili, come ad esempio la cheesecake senza cottura o la torta cruda al cioccolato e avocado.
  5. I dolci senza cottura possono essere adattati per una dieta vegana?
    Sì, i dolci senza cottura possono essere facilmente adattati per una dieta vegana, utilizzando ingredienti come il latte di cocco, il burro di mandorle e il cioccolato fondente vegano.
  6. Quali sono i dolci senza cottura adatti per la colazione?
    I dolci senza cottura adatti per la colazione sono i pancake di banana e avena o il budino di chia al cocco e fragole.
  7. Quali sono i dolci senza cottura adatti per una dieta chetogenica?
    I dolci senza cottura adatti per una dieta chetogenica sono la cheesecake senza cottura alla vaniglia o la mousse di cioccolato keto.
  8. Ci sono dei dolci senza cottura adatti per le feste e le occasioni speciali? Sì, ci sono molte ricette di dolci senza cottura adatti per le feste e le occasioni speciali, come ad esempio la torta cruda alla fragola o la cheesecake senza cottura al limone.
  9. Quali sono i dolci senza cottura a basso contenuto di zucchero?
    I dolci senza cottura a basso contenuto di zucchero sono la torta cruda alle carote o la cheesecake senza cottura alla vaniglia.
  10. Quali sono i dolci senza cottura adatti per utilizzare ingredienti stagionali?
    I dolci senza cottura adatti per utilizzare ingredienti stagionali possono variare a seconda della stagione, ad esempio durante l’estate si può preparare la torta cruda alle pesche o la mousse di limone e menta, mentre in inverno si può provare la mousse di cioccolato e arancia o la cheesecake senza cottura alla zucca. L’importante è utilizzare ingredienti freschi e di stagione per ottenere il massimo sapore.

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Dolci senza cottura: Idee rapide e facili per deliziare il palato

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EAN: 8032958821354

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  • La sua formulazione non altera il pH cutaneo, non irrita la pelle
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EAN: 8032958821347

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Ferplast Borsa per Cane with-Me in Eva, 14 x 35 x 22 cm, Dimensione S, Estate: Senza Rivestimento, Piccola, Blu (Azzurra)

Marca: Ferplast

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EAN: 8010690143033

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Fornitore: UNION BIO
Tipo: Altro
Prezzo: 10.87

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EAN: 8032958821354

Amici e Natura iTALIA
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Pulizia Del Cavallo Lozione Detergente Equitazione – Union Bio® Equidetergif 1 Litro Made in Italy – Agrumata Senza Risciacquo Ricca Di Estratti Vegetali Sinergici Tra Cui La Calendula E Limone


Fornitore: UNION BIO
Tipo: Altro
Prezzo: 19.74

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EAN: 8032958823747

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Dario Franceschini in campo tra Renzi e Bersani: “No agli strappi. E non si dica ‘voto’ senza legge”. Calenda isolato nel governo

Quando nel Pd il gioco si fa duro, quando volano gli stracci e tutto sembra crollare, scende in campo Dario Franceschini. Il ministro dei Beni Culturali media tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani, tra l’opzione ‘voto a tutti i costi entro giugno’ e l’opzione ‘prima il congresso e poi il voto nel 2018’. Franceschini non parla di date. Dice che soprattutto bisogna pensare a “come” si arriva al voto. E non si può dire “voto” senza prima aver compiuto tutti i passaggi fondamentali per arrivarci per bene: la legge elettorale e il cammino più consono all’unità nel Pd.

Tutto questo Franceschini lo spiega al Corriere della Sera in un’intervista che esce domani, a 24 ore da quella del ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, convinto sostenitore del no al voto anticipato. Ecco, una cosa per ora è chiara: Calenda è isolato nel governo. Nemmeno Franceschini gli dà sponda. Tantomeno Graziano Delrio, uno dei ministri rimasti ancorati fino in fondo alla linea del segretario del Pd. “E’ vero che ci sono delle emergenze, Calenda ha ragione, ma un governo come questo può affrontare queste emergenze? – dice Delrio ospite di Bianca Berlinguer su Raitre – Serve un governo legittimato per questo e le elezioni fanno parte delle democrazie”.

Franceschini non è così ‘schiacciato’ su Renzi. E ci tiene anche a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Pensa che sia un successo essere riusciti a “parlamentarizzare” la discussione sulla legge elettorale dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum. Un successo, visto che invece la prima reazione del segretario del Pd è stata “andiamo al voto, la legge c’è”. Non c’è ancora, sostiene Franceschini, convinto in questo di avere un forte assist al Colle da Sergio Mattarella. E dunque bisogna che il Parlamento ci lavori: partenza il 27 febbraio alla Camera, c’è un mese di tempo per farsi trovare pronti all’appuntamento.

Insomma, non si può parlare di voto senza prima aver effettuato questi passaggi, è il ragionamento di Franceschini. E’ questa la stoccata a Renzi, il freno all’ansia del segretario di correre alle urne. Un freno che sia Franceschini che Orlando si sono premurati di comunicare a Renzi negli incontri di questi giorni.

L’obiettivo è stabilire una tregua nel Pd, intanto. “Procedere senza strappi”, dice Franceschini nel tentativo di riacchiappare sia Bersani e le sue minacce di scissione che Renzi e la sua fissazione di andare al voto entro giugno, costi quel che costi.

Il quadro sembra così ricomposto. Per ora. Time out per i pasdaran di entrambi i fronti. Anche Paolo Gentiloni isola Calenda: “Posizione personale”. Pur sottolineando che “non sono io a decidere la durata della legislatura: spetta al Parlamento, al presidente della Repubblica, alla dialettica tra le forze politiche alle quali guardo con il massimo rispetto”, specifica il premier.

Ma Calenda lascia una scia. I bersaniani guardano a lui come possibile nuovo leader. Più volte Bersani ha espresso apprezzamenti sul ministro, i contatti tra Calenda e l’ex segretario hanno finito per rovinare i rapporti con Renzi. Ma soprattutto tra i parlamentari Pd prevale la convinzione che dietro Calenda e il suo no al voto anticipato ci sia un pezzo di mondo imprenditoriale. Nello specifico il capo di Confindustria Vincenzo Boccia.

Del resto Calenda viene da lì, creatura di Luca Cordero di Montezemolo, arrivato in politica con Monti e Scelta civica, promosso da Renzi ambasciatore nell’Ue e poi ministro al posto della Guidi. Poi la fine dell’idillio. E ora i bersaniani lo ‘pesano’ come possibile ‘nuovo Prodi’. Già prima del referendum costituzionale, il suo nome girava come possibile premier dopo Renzi in caso di sconfitta. I renziani invece approfondiscono i propri sospetti su di lui. Per niente sorpresi dalla sua intervista al Corriere, ora però si chiedono se dietro non ci siano anche quei poteri europei che chiedono all’Italia una manovra correttiva e che quindi non vedono di buon occhio il voto anticipato.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Referendum. Al Nazareno e senza snack, il racconto della notte della sconfitta del Giglio Magico

Persino la macchinetta delle bevande e degli snack di conforto a un certo punto dice: No. Maledetta. Notte elettorale del 4 dicembre 2016 a Largo del Nazareno. Il secondo round di exit poll ha già buttato i presenti nello sconforto più inconsolabile. Maria Elena Boschi, chiusa nella stanza del segretario Matteo Renzi – che nel frattempo è a Palazzo Chigi – con Luca Lotti, Francesco Bonifazi e altri che vanno e vengono, ha il viso tiratissimo e ha anche pianto un po’. Marianna Madia è vestita di nero, a lutto, preparata ad una sconfitta che era nell’aria ma che non si annunciava così funesta. I nervi sono tesissimi. Si abbattono anche sulla povera macchinetta automatica: che infatti si inceppa, lasciando tutti a secco. C’è ancora quella del caffè che sputa tazzine di continuo, anche se qui nessuno avrebbe bisogno di caffeina. Eppure, ci si aggrappa. A quello che c’è.

Notte da fine dell’impero per i Leopoldini toscani sbarcati a Roma con belle speranze, arrivati all’apice del potere senza nemmeno sapere come e deposti con altrettanta velocità. Supersonica. Cosa si fa? Come si reagisce al ko che nessuno di loro aveva previsto di queste dimensioni? Al Nazareno la domanda fa il giro delle stanze, sbatte contro i muri e ritorna in circolo. Da Palazzo Chigi è arrivata notizia dello sfogo di Renzi: “Mollo tutto, basta con la politica, basta con il Pd. Mollo il governo e anche il Pd”. Poi sarà Dario Franceschini a convincerlo a restare, come farà nella direzione nazionale Dem convocata dopodomani. Ma sulle prime sono tutti atterriti. Ma non increduli. Tanto che quando il premier prende la parola dalla sala dei Galeoni di Palazzo Chigi per dire delle sue dimissioni dal governo, appena finita la conferenza stampa, nei corridoi del Nazareno echeggia l’inizio di un applauso. Qualcuno insomma prende l’iniziativa di battere le mani al premier nel momento più buio della sua storia al governo. Il punto è che nessuno lo segue e il battimani si perde nell’aria. Clap, clap. Stop.

In quel momento, al secondo piano del palazzone del Pd a Largo del Nazareno ci sono circa 150 persone, tra dirigenti e staff. Oltre a Boschi, arrivata al partito intorno alle 22 direttamente dalla sua Laterina, oltre a Lotti e il portavoce di Renzi, Filippo Sensi, che invece arrivano da Palazzo Chigi dove hanno trascorso il pomeriggio con il premier, ci sono anche Dario Franceschini, Gianni Cuperlo, Pina Picierno e Francesco Nicodemo, Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani. C’è la deputata Anna Ascani terrorizzata perché poco dopo deve andare in tv. Ed è dura andarci da sconfitti, mandati a casa da quasi il 70 per cento dell’elettorato. Ma al partito a un certo punto arriva anche Luigi Berlinguer, lui che renziano di osservanza non è ma che si è battuto tantissimo nella campagna del sì. “Sono qui per festeggiare…”. Tutti lo guardano sbigottiti: sei pazzo? “…per festeggiare la grande partecipazione… che è democrazia”. Ah sì, vabbè. I visi tirati non si sciolgono in sorriso. Nessuna consolazione per il partito di Renzi.

Intorno all’una meno un quarto sono tutti ammutoliti. Il premier ha parlato, in una conferenza stampa peraltro decisa già nel pomeriggio. Da mezzogiorno infatti gli instant poll del Pd parlano chiaro: pollice verso. Comunque, a notte non tanto fonda le dimissioni di Renzi dal governo sono sul tavolo, anche i sondaggisti hanno detto la loro. Il fedelissimo Sensi li ha consultati per tutta la sera. Piepoli, Masia, Ghisleri: giri di telefonate per capire come avrebbero aggiornato i dati alla luce della maxi-affluenza alle urne, totalmente inaspettata. Ansia inutile o comunque mal ripagata: ci pensano le prime proiezioni a suonare il de profundis. A quel punto, al Nazareno, oltre alla macchinetta dell’acqua, anche le chiacchiere dicono: No. Bla, bla. Stop.

Nessuno ha più voglia di parlare, commentare, arrabbiarsi. Tutto è già accaduto. Boschi, Lotti, anche Sensi sono tutti lì con la testa china sugli smart phone a digerire la sconfitta a colpi di sms. Automi, compulsivi, quasi non alzano la testa per salutare chi arriva. Al massimo un “Ciao”. Poi si lasciano andare a qualche commento sulle roccaforti del sì: Firenze, Bologna, Milano. Ma già chiamarle roccaforti suona strano. Guardano la cartina del voto: le tre città del nord che hanno dato ragione a Renzi sono tre isolette in un mare di no. Non c’è speranza.

Fa freddo in questa notte di dicembre. Dopo la conferenza stampa di Renzi, il gruppo del Nazareno si disperde. Lotti però torna a Palazzo Chigi. Da un premier preso a pugni da una realtà che non aveva considerato. Eppure, racconta chi lo vede ogni giorno al palazzo del governo, gliel’avevano detto. Lo avevano avvertito che si andava a sbattere. Nell’ultima settimana al suo quartier generale tutti sapevano della sconfitta più che probabile. Lui un po’ ci credeva, un po’ ha fatto leva su quell’ottimismo della volontà che mai gli è mancato. Certo non si aspettava la debacle. E ora?

La reazione prende forma all’indomani del voto. Renzi accetta di restare al governo per l’approvazione della legge di stabilità. Poi, dimissioni. A metà giornata in piazza Colonna, sollevando lo sguardo verso Palazzo Chigi, Antonio Funiciello, un dei suoi fedelissimi, dice: “Ce ne dobbiamo andare da qui prima possibile”. Dove? Direzione voto in primavera. E’ ciò che Renzi chiede a Mattarella. In 24 ore infatti si è rialzato dal ko tecnico e ha deciso di restare alla guida del Pd. Lo sfogo della notte ha avuto effetto. Franceschini non è l’unico a chiedergli di restare. L’invito arriva anche dai Giovani Turchi. Nello specifico da Matteo Orfini. Nonostante che il guardasigilli Andrea Orlando sia in gelo con Renzi per la storia della mancata fiducia sul ddl sul processo penale, rimasto sul binario morto in Senato. Insomma avanti con Renzi, che dopodomani in direzione non mancherà di affondare contro la minoranza Dem che ha detto no, spaccando il partito. Tutto tranquillo nel Pd?

No, Renzi sa che non è così. Ma per ora si fida della sua maggioranza. Anche Delrio gli ha assicurato sostegno. Sì ma a cosa, ora che l’impero è caduto? L’idea è di appoggiare un governo a tempo per andare al voto a primavera. Magari un governo Padoan, l’unico che a differenza di ogni altro candidato non avrebbe ambizioni politiche e che quindi non avrebbe problemi a stringere un accordo e rimanere a Palazzo Chigi solo fino a marzo. Tanto sarebbe sempre lui il ministro dell’Economia, se Renzi dovesse tornare al governo. Ad ogni modo, questo è il piano di un Renzi che non esce di scena. E conta di potersi poggiare sulla richiesta di elezioni anticipate che arriva anche dal M5s, dalla Lega, da buona parte del fronte del no. Tranne la minoranza Dem, contraria anche ad anticipare il congresso.

Ed è questo il secondo punto del piano: elezioni anticipate a primavera, senza congresso. Con Renzi candidato premier e al massimo primarie con chi nel partito volesse sfidarlo. Come fece lui con Bersani nel 2012, quando perse. In questo scenario il congresso verrebbe celebrato a fine anno. E’ una mediazione anche con i Giovani Turchi, che vorrebbero candidare Orlando ma hanno bisogno di tempo per organizzarsi. E’ un modo per non mandare in frantumi quello che rimane nel Pd. Ed è il senso del tweet di Lotti:

Tanto alle elezioni si andrebbe con un sistema proporzionale, non con l’Italicum. E dunque la candidatura alla premiership potrebbe risultare meno appetibile. E’ un piano che porta un po’ di serenità dopo la notte del terrore. “Come abbiamo fatto a non pensare che questo referendum sarebbe finito come un ballottaggio del tutti contro Renzi?!”, allarga le braccia in Transatlantico un deputato renziano. Già. Come hanno fatto a decantare le lodi dell’Italicum? Errori di gioventù, arrivata a Roma con furore, detronizzata senza nemmeno sapere come.
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Terremoto, Renzi annuncia il nuovo decreto ma senza risorse. Si rimanda alla legge di bilancio, opposizioni all’attacco

A nuovo devastante terremoto segue nuovo decreto, ma – almeno per ora – le risorse restano pressoché immutate. Nel corso della conferenza, al termine del consiglio dei ministri, dice il premier: “Le risorse necessarie sono già stanziate nella legge di Stabilità, perché c’è un ampio margine. Se ci sarà bisogno di ulteriori risorse metteremo ulteriori risorse”.

La notizia della prima riunione del governo dopo il terremoto più forte dai tempi dell’Irpinia è –paradossalmente – in una parola che proprio in Irpinia diventò sinonimo di incubo: container, il provvisorio che diventa definitivo. Perché, di fronte all’ansia delle popolazioni, alla preoccupazione di vivere una condizione di sradicamento, da migranti nel proprio paese (leggi qui la rabbia a Norcia), Renzi ha deciso una “ricostruzione in quattro fasi”. La prima, di qui a Natale: gli alberghi. La seconda, entro Natale, sono i container: “è meno piacevole della casetta di legno – spiega il premier – spendiamo un po’ di più, ma ci consente di riportare lì la gente partendo dall’assunto che le tende a dicembre a Norcia e dintorni sono un problema”. Entro primavera estate, “si va avanti con la costruzione delle casette di legno”. Quarta: “la ricostruzione vera e propria per mettere le case a regola d’arte”.

Sarà scritto in un nuovo decreto, che sarà presentato di qui a venerdì. Mossa che, al netto dei titoli che danno l’idea della risposta, “faremo un decreto”, si presta alla malizia delle opposizioni. Perché fare un decreto 2 sul terremoto, visto che il decreto 1 – arrivato da poco in Senato – non è stato convertito? Non bastava un emendamento? Il punto fermo di tutta la storia, come spesso accade, sono i soldi. Perché un qualunque decreto – a legge di bilancio aperta – può utilizzare le risorse dell’anno in corso, dunque del 2016, altrimenti incide sui saldi della manovra. Quindi sarà un decreto con assai poche risorse, come effettivamente ammette il premier.

L’impostazione della conferenza stampa, ma più in generale della gestione del terremoto, da parte di Renzi viaggia da giorni su due piani. Quello verbale, fatto di toni determinati con l’Europa: “Se dopo quello che è accaduto qualcuno mi parla di regole europee significa che ha perso la testa”. Quello sostanziale, fatto di cifre che, al momento non tornano. L’HuffPost ha documentato come ci sia un forte gap tra la flessibilità ottenuta in Europa (3,4 miliardi) e i soldi stanziati sul terremoto nella manovra (leggi qui articolo): 600 milioni ora certi. Il resto è nel regno delle ipotesi più che delle certezze: 200 milioni dal 2018 al 2047, per la cosiddetta ricostruzione privata. Il che significa che, già adesso, si prevede una ricostruzione di 30 anni.

Ed è proprio sulle cifre che, gli “appelli” alla collaborazione sono già caduti. Perché il premier chiede di votare le sue misure. E le opposizioni invocano un confronto per ridiscuterle. Il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, proprio citando la ricostruzione dell’HuffPost annuncia una interrogazione parlamentare: “La presenteremo perché è evidente è troppo poco per dire che c’è una svolta, con 600 milioni di euro su 3,4 miliardi di flessibilità. Avevamo proposto un punto di Pil per un grande piano per la sicurezza, la prevenzione e la cura del territorio. Su quello avremmo collaborato”. Duro anche Brunetta, che parla di “imbroglio” del governo: “La nostra mission sarà di presentare emendamenti per smontare e cancellare le marchette, nella manovra e nel decreto, di Renzi e Padoan e per destinare tutte le risorse e i fondi necessari alle popolazioni colpite dal sisma”. Anche per i 5Stelle “i conti non tornano”. La cifra era stata già stanziata prima della scossa di domenica. E resta invariata.
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Trump e la canzone senza senso: il suo discorso al dibattito contro Clinton è

Continuano le parodie sui dibattiti Hillary-Trump. Dopo il duetto sulle note di Dirty Dancing, che aveva spopolato su Facebook, un nuovo filmato è diventato virale negli Usa, ma questa volta l’oggetto della clip comica è solo il candidato repubblicano.

Il montaggio eseguito da The Woodcreek Faction e pubblicato su Youtube ironizza sulla figura di Trump, sostituendo la sua voce con la storica “Mah-nà mah-nà” composto da Piero Umiliani. La musica si integra perfettamente con la situazione: alla ripetizione del ritornello nonsense gli sguardi sono rimangono interdetti, mentre la moglie Melania e la figlia Ivanka lo seguono con approvazione.

Il video è esilarante: il tycoon imbraccia il microfono con grande serietà, ma le sue parole sono solo una continua ripetizione della strofa centrale della canzone, nota per non contenere alcuna parola di senso compiuto.

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