Sanità, Rossi: “Salute bene di tutti. Tema da mettere al centro del dibattito nazionale”

FIRENZE – Ridurre le differenze regionali rispetto alla qualità di accesso al servizio sanitario, frenare la tendenza alla privatizzazione dei servizi, investire sulle specializzazioni. Ma anche mantenere il rapporto diretto paziente-operatori difronte ad una diffusione sempre maggiore dell’intelligenza artificiale in sanità e arrivare a creare un fondo nazionale per la non autosufficienza alimentato proporzionalmente al proprio reddito. Questi alcuni dei temi toccati dal presidente della Regione Enrico Rossi, intervenuto oggi pomeriggio all’Hotel Mediterraneo a Firenze all’XI Conferenza sulle politiche della professione infermieristica organizzato dalla Fnopi, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.

“Il tema di un’Italia a differenti velocità – ha esordito Rossi – a me preoccupa molto. Tra l’altro con alcune contraddizioni, perché da una parte ognuno fugge per conto proprio e dall’altra si assiste a richiami centralistici. Ritrovare il giusto punto di equilibrio nella frammentazione del sistema è un compito serio perché i cittadini italiani devono avere la possibilità di accedere a una qualità del servizio tendenzialmente uguale. Un tema che la politica dovrà affrontare e rimettere al centro del dibattito”.

“Si assiste in tante regioni ad uno spostamento di pezzi di sanità verso i privati. Trovo drammatica – ha detto ancora Rossi – la carenza sul versante delle specializzazioni. Come è possibile che per tanti anni non sia stata fatta una programmazione adeguata in proposito? Aver voluto risparmiare 25 mila euro l’anno per formare uno specialista, tanto costa in media, rischia di avere un impatto drammatico sul servizio sanitario”. “E’ deprimente che non ci sia la volontà di rilanciare il servizio sanitario nazionale. Ci sono gli investimenti, benissimo, mancavano da anni. Ma questo da solo non basta. La Toscana prova a metterci del suo ed ha approvato qualche giorno fa il concorso più grande a livello nazionale per assumere infermieri, che consentirà lo scorrimento di circa 1000-1500 nominativi l’anno”. “Si preannuncia una finanziaria 2020 non semplice. E’ arrivato il momento che il mondo della sanità si faccia sentire a tutela del ssn, una delle grandi cose riuscite in Italia”.

La sanità adotterà sempre più metodiche legate all’intelligenza artificiale. “Questo – ha detto ancora Rossi – sarà uno dei grandi temi del futuro per il settore. L’intelligenza artificiale non dovrà sostituire ma aiutare nelle decisioni. Occorre dare la sicurezza al paziente che la decisione che lo riguarda non venga presa esclusivamente attraverso un algoritmo. Come può la professione infermieristica tentare di coprire il rapporto umano, decisivo nel percorso di cura?”.

Rossi infine ha concluso dicendo che “nonostante tutto, pur con tutti i suoi acciacchi, il ssn ancora riesce a farcela. E’ aumentata la spesa privata, ma il servizio resta un elemento di relativa sicurezza per i cittadini. Il punto di caduta più alto è rappresentato dal dato relativo alla non autosufficienza. In Toscana ne abbiamo provate tante di iniziative, ma tutte al di sotto del livello di una nazione civile. Creare un fondo nazionale che garantisce assistenza a chi un giorno dovesse trovarsi in certe condizioni, alimentato in rapporto al reddito di ciascuno, credo potrebbe essere un’ipotesi da considerare. Il tema della salute come bene di tutti è un tema che va messo di nuovo al centro . Tema sul quale le forze politiche nazionali ed il parlamento dovranno misurarsi. Con pacatezza. Perchè nessuno credo sia in grado di poter dare lezioni agli altri”.
 

Archivio notizie

Vincenzo De Luca potrà fare il commissario della Sanità campana con un controllo ogni 6 mesi

La furbata è servita. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca potrà diventare commissario della Sanità della sua regione. Ma per fare passare questa norma senza provocare troppe polemiche, si è trovato un escamotage. Il commissario della Sanità sarà infatti soggetto a verifiche ogni sei mesi: insomma, una specie di tagliando. È questo il contenuto del testo riformulato dell’emendamento alla manovra presentato in commissione Bilancio alla Camera, accantonato martedì in seguito a numerose critiche.

La formula è quella di consentire al presidente della Regione di diventare commissario della propria sanità regionale ma a patto che ogni sei mesi si verifichi che il suo operato sia conforme ai piani di rientro e che la performance sui livelli essenziali di assistenza sia positiva.

Il testo precisa che “i tavoli tecnici, con cadenza semestrale, in occasione delle periodiche riunioni di verifica, producono una relazione ai ministri della Salute e dell’Economia e delle finanze, da trasmettersi al Consiglio dei ministri, con particolare riferimento al monitoraggio dell’equilibrio di bilancio e dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”.

Molto critica con l’emendamento, la grillina Silvia Giordano, che intervenendo in commissione Bilancio alla Camera ha detto: “Questa è una marchetta bella e buona perché i voti di De Luca vi fanno di un comodo impressionante, abbiate l’onestà di ammettere che volete solo i suoi voti”. C’è poi la Lega Nord che ha annunciato, per voce di Barbara Saltamartini, che occuperà la sala del Mappamondo, dove si stanno svolgendo i lavori, se si voterà l’emendamento.

Il cosiddetto emendamento De Luca ha fatto infuriare le opposizioni perché in questo si è visto un favore politico del governo al presidente della Regione Campania in cambio di un appoggio robusto al Sì in vista del referendum del prossimo 4 dicembre. Proprio nel Sud infatti il Sì risulta in difficoltà.

Di fatti, dopo una battaglia in commissione, e dopo che il ministro Beatrice Lorenzin aveva espresso parere contrario, l’ordine è stato diramato da palazzo Chigi: forzate, fatelo passare. L’ordine dei lavori ha poi previsto una discussione serale, dopo i tg, quando i riflettori sono spenti. Basta un sì, insomma, a Roma sull’emendamento, in Campania nelle urne.

E i pezzi da novanta piombano, per l’ultimo miglio, nel feudo del governatore. Giovedì Luca Lotti è a Salerno mentre il ministro del lavoro Giuliano Poletti si confronterà con Stefano Caldoro a Napoli. A Napoli invece arriva sabato il fiore dei sindaci di fede renziana: Dario Nardella, Matteo Ricci, Giorgio Giuseppe Falcomatà e Antonio Decaro, il sindaco di Bari diventato presidente dell’Anci proprio per rastrellare voti al Sud. Il Mattino parla anche di un’altra tappa di Matteo Renzi, di qui al 4 dicembre, sempre nella Campania di De Luca.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost