Quattro versioni difficili da accettare. Quattro versioni – dove è esclusa quella del terrorismo – che vanno lette come le uniche ipotesi finora avallate dal governo russo sui motivi della tragedia del volo Tu-154.
Il giorno di Natale l’ aereo militare decollato da Sochi, e diretto in Siria con 92 persone a bordo tra cui il celebre e prestigioso Coro dell’Armata Rossa, è precipitato nel mar Nero al largo di Sochi. Il velivolo, del 1983, sarebbe precipitato pochissimi minuti dopo il decollo, tanto che non era ancora in quota. Inizialmente il governo di Mosca ha incluso la possibilità di un sabotaggio – viste le possibili ritorsioni per l’impegno siriano – ipotesi negata però nelle ultime ore perché da accertamenti non ci sarebbero “indicazioni che facciano pensare ad un attentato”.
Le quattro piste ancora in piedi restano, secondo i ministri del Cremlino, “corpi estranei nel motore, carburante di scarsa qualità con conseguente perdita di potenza, errore “umano” dei piloti o un guasto tecnico del velivolo”.
Le due scatole nere, così come i corpi (poco più di una dozzina quelli recuperati), potrebbero essere a decine di metri nelle profondità dei mari, spostate probabilmente dalle correnti. Se saranno trovate, le scatole nere potranno fornire le ipotesi di una tragedia per ora davvero poco chiara: una registrazione audio della conversazione finale tra controllori del traffico aereo e i piloti indicherebbe come sul volo non ci fosse una situazione di panico ma, al contrario, di totale tranquillità.
Altre fonti non confermate che hanno parlato con l’agenzia Ria Novosti e con i giornali russi indicano che alcuni dei corpi recuperati indossavano giubbotti di salvataggio. Informazioni da prendere con le pinze: i giubbotti, al contrario della conversazione, indicherebbero che a bordo era stato dato l’allarme. Tutto questo, va ricordato, nei soli due minuti fra decollo e schianto. L’ipotesi dei giubbotti è stata fortemente negata dal ministero della Difesa russo.
Al momento circa 3.000 persone, tra cui più di 100 subacquei, e una flotta composta da navi, elicotteri, e sommergibili sono coinvolte nelle operazioni di recupero. La fusoliera si troverebbe a 1,7 km dalla riva e circa 27 metri di profondità. L’aereo, che era atterrato da Mosca per un rifornimento, è scomparso dai radar come detto due minuti dopo il decollo dall’aeroporto Adler di Sochi (era diretto a Latakia in Siria). L’aereo era stato controllato ito l’ultima volta nel mese di settembre e aveva subito alcune riparazioni importanti nel dicembre 2014.
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