Nei prossimi 20 anni è previsto uno sviluppo esponenziale per il traffico aereo.

Il Global Market Forecast di Airbus rivela che da qui al 2036, saranno necessari 530.000 piloti e 550.000 tecnici qualificati da impiegare negli incrementi di flotta per i quali sono precisti 35.000 aeromobili pari ad un controvalore di 5.300 miliardi di dollari.

Secondo lo studio di Airbus, a livello mondiale, la flotta di aerei passeggeri di capacità superiore a 100 posti dovrebbe più che raddoppiare nel corso dei prossimi 20 anni (oltre 40mila aeromobili), vale a dire un incremento del 4,4% annuo per il periodo 2017-2036.

 

Sono diversi i fattori che spiegano il fabbisogno di 34.170 aeromobili passeggeri e di 730 aeromobili cargo, per un valore globale di USD 5.300 miliardi, nel corso di questo periodo: il numero crescente di passeggeri che prenderà l’aereo per la prima volta, l’incremento di reddito disponibile dedicato al trasporto aereo, l’espansione del turismo, la liberalizzazione del settore, la disponibilità di nuove rotte e l’evoluzione dei modelli di business delle compagnie aeree. 
La crescita del traffico aereo è più elevata nei mercati emergenti quali Cina, India e gli altri paesi dell’Asia e dell’America Latina, in cui il tasso di crescita annuale è praticamente il doppio rispetto a quello dei mercati maturi (3,2%) quali il Nord America e l’Europa Occidentale. I mercati emergenti, che a oggi contano una popolazione di 6,4 miliardi di persone rispetto a una popolazione mondiale di 7,4 miliardi, saranno responsabili entro il 2036 di quasi il 50% dei consumi privati a livello mondiale.

 

“Il trasporto aereo è notevolmente resiliente rispetto agli shock esterni, e raddoppia ogni 15 anni”, ha dichiarato John Leahy, Chief Operating Officer Customers di Airbus Commercial Aircraft. “La regione Asia-Pacifico resta un motore di crescita, e il mercato interno cinese diventerà il più importante al mondo. I redditi disponibili sono in crescita e, a livello delle economie emergenti, entro il 2036 il numero di abitanti che viaggia in aereo triplicherà”.

 

 

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Morbillo, complicanze cerebrali più frequenti del previsto. In Italia la copertura vaccinale è ferma all’85 per cento

Le complicanze del morbillo – in primis le encefaliti, soprattutto nei bambini – sono meno rare di quanto si pensi. Motivo per cui il progressivo calo nelle coperture vaccinali, oltre a rappresentare un rischio per l’intera popolazione, espone la salute degli infetti a complicanze che non sono la regola, ma possono concretizzarsi con una probabilità maggiore rispetto a quella finora considerata. È questo il dato che emerge da una ricerca presentata nel corso dell’IDWeek 2016, l’appuntamento annuale che vede riunirsi gli esperti delle società americane di malattie infettive, pediatria ed epidemiologia.

PANENCEFALITE SUBACUTA SCLEROSANTE: DI COSA SI TRATTA? – I nuovi dati sono stati esposti dai ricercatori della dell’Università della California, in collaborazione con i colleghi dell’agenzia di sanità pubblica di Los Angeles. Gli scienziati hanno dimostrato che la panencefalite subacuta sclerosante – forma cronica di encefalite provocata dalla persistenza del virus del morbillo nel tessuto cerebrale – può emergere in un bambino su 1.387 contagiati entro i cinque anni. Ma il tasso è risultato più che raddoppiato (uno su 600) nei bambini colpiti dal virus nel primo anno di vita. Il dato è stato ricavato ricostruendo la storia clinica dei bambini colpiti dall’encefalite in California tra il 1998 e il 2016. Un’eventualità più frequente rispetto alle stime finora in vigore: un bimbo su 1.700, secondo un precedente studio tedesco. Da qui il suggerimento degli scienziati a «effettuare almeno due dosi di vaccino prima di portare un bambino in un Paese in cui il morbillo è endemico». La malattia è caratterizzata da febbre, tosse, occhi rossi, mal di gola e rash cutaneo.

I PIU’ A RISCHIO SONO I BAMBINI CON MENO DI UN ANNO –
In Italia tra il 2013 e il 2015 le coperture vaccinali sono scese dal 90,5 all’85,3 per cento. Una flessione che aveva determinato anche un richiamo ufficiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo alcune stime della Società Italiana di Pediatria, con il crollo delle vaccinazioni sarebbero oltre seicentomila i bambini italiani (2-9 anni) esposti al morbillo. Ma anche adolescenti e giovani adulti possono essere esposti. Il morbillo è infatti estremamente contagioso e può causare gravi conseguenze anche nelle persone immunocompromesse. La vaccinazione è considerata indispensabile su larga scala perché garantisce l’immunità «di gregge», ovvero la protezione anche di una parte significativa della popolazione che non ha potuto effettuare la vaccinazione. Particolarmente vulnerabili sono i bambini con meno di un anno, che a causa della loro età non possono ricevere la vaccinazione trivalente (morbillo, parotite e rosolia). Il virus del morbillo può diffondersi a tutto il corpo e raggiungere pure il cervello, dove anche dopo anni dall’infezione è in grado di provocare l’encefalite. La panencefalite subacuta sclerosante, per cui non esiste una cura, risulta fatale in quasi la totalità dei casi.

VACCINAZIONE: QUANDO EFFETTUARLA? – L’unica forma di prevenzione consiste nella vaccinazione, per cui la prima dose è prevista tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di vita. Prima, infatti, si considera che i bambini conservino una dose di anticorpi materni: motivo per cui anticipare il vaccino potrebbe ridurne l’efficacia. Oltre alla panencefalite subacuta sclerosante, un’altra complicanza insidiosa del morbillo è data dalla polmonite.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi

Per approfondire vai su www.fondazioneveronesi.it


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