Gli italiani viaggiano in autobus perché “costa meno ed è più sicuro”, solo il 5% sceglie il treno

Tra i tanti che affollano il piazzale della stazione Tiburtina, a Roma, c’è Maria che ha 23 anni ed è una studentessa. Per arrivare a Massa Carrara ha preso un bus notturno da Bari, sosta a Roma e cambio mezzo fino in Toscana. “Flixbus è la mia compagnia preferita – dice ad HuffPost – soprattutto per i prezzi, in viaggio incontro famiglie con bambini, anziani, giovani, la classe media insomma”. Luca sta aspettando l’autobus con suo padre, ha 19 anni e ha con se tante valigie: “Mi trasferisco a Pisa per studiare – dice – anche se gli orari non sono comodi e il viaggio è più lungo, abbiamo scelto il pullman, così non dobbiamo fare cambi. Del resto, mio padre è un commerciante e io non lavoro, dobbiamo scegliere chi offre il prezzo più basso”.

A un anno dalla liberalizzazione del mercato, con l’arrivo in Italia di Flixbus, l’azienda tedesca di viaggi low cost in autobus che è riuscita a comprare il diretto competitor scozzese Megabus, il mercato dei trasporti su gomma è notevolmente cresciuto. Stando ai dati dell’azienda, a bordo degli autobus verde acido hanno viaggiato, nel 2016, 1 milione e 800mila passeggeri, con una media del costo del biglietto di 5 euro, per viaggi lunghi 6/8 ore.

Flixbus non è una compagnia di autobus nel senso “classico”: non ha una flotta e non ha autisti. Ha stabilito con il ministero dei Trasporti delle rotte e poi ha avviato con 50 aziende italiane una partnership. Una mano di vernice verde, il marchio arancione per “brandizzare” i mezzi e il gioco è fatto.

Un mercato florido, che attrae investitori stranieri e per questo Ferrovie dello Stato ha annunciato di voler investire sul trasporto su gomma con Bus Italia: “Perché è il futuro – dice l’Ufficio stampa di Fs ad HuffPost – l’80% degli italiani usa l’automobile per spostarsi, il restante 20% il trasporto collettivo, di cui il 15% viaggia in autobus e il 5% sceglie il trasporto ferroviario”. Un futuro che però ha il sapore di passato, ci ricorda i nostri nonni che si spostavano in corriera perché non avevano i soldi per il treno. “I nostri amici tedeschi di Deutsche Bahn – ha detto l’amministratore delegato di Fs Renato Mazzoncini – hanno l’incubo di Flixbus. È un servizio tipo Uber basato su una app. Ci sono tanti padroncini di minibus che si iscrivono alla piattaforma. Chi ha pochi soldi per una lunga percorrenza compra una tratta. Il 30% dell’incasso va alla piattaforma, che non ha bus, il resto all’autista. È una nicchia con cui bisogna fare i conti”.

Ma chi decide di utilizzare i bus anziché i treni? “Tutti i pendolari – dice l’Ufficio stampa di Fs – soprattutto quelli che hanno più tempo a disposizione per gli spostamenti. Di certo, è il costo più basso a incentivare le vendite, per questo motivo è un mercato che accoglie i giovani, le famiglie, i lavoratori, gli immigrati. Sui treni viaggia chi ha più disponibilità economica, sicuramente, ma anche meno tempo a disposizione per raggiungere la meta”.

Secondo uno studio effettuato da Traspol, Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico di Milano, in collaborazione con il motore di ricerca specializzato negli autobus a lunga percorrenza Checkmybus.it, nei primi sei mesi del 2016 a utilizzare gli autobus sono maggiormente le donne, che lo considerano un mezzo “più sicuro e affidabile” soprattutto per viaggiare di notte, e i giovani sotto i 34 anni, più avvezzi all’uso dello smartphone, che acquistano i biglietti tramite le app.

Per rendersene conto basta andare ai terminal sempre affollati di studenti fuorisede, giovani con pochi soldi e tanta voglia di viaggiare, famiglie con bambini che devono far quadrare i conti e immigrati pieni di borse con la merce da vendere. Uno dei vantaggi individuato da Traspol, infatti, è anche la comodità del trasporto bagagli, rispetto alle anguste cappelliere dei treni, soprattutto quelle dei regionali.

Il trasporto su gomma non è una fascia di mercato nuova ed è sviluppata in particolare al Sud. I dati di Traspol dimostrano che con la liberalizzazione e l’arrivo delle compagnie low cost da gennaio a giugno la vendita di biglietti si è triplicata, questo perché l’offerta è aumentata grazie agli investimenti al Centro – Nord, dove, soprattutto Flixbus, ha inaugurato nuove tratte. La meta più richiesta, infatti, è Milano. Al Sud, invece, c’è stato un consolidamento delle rotte già esistenti.

mercato
La frequenza delle corse, fonte ANAV

Secondo Traspol, i biglietti più ricercati sono quelli per viaggi che coprono una distanza entro i 600 km, come Milano – Roma, Pescara – Bologna, Siena – Roma, tratte tipiche dagli intercity che hanno subito un calo delle vendite. Proviamo a cercare un intercity Milano – Roma partenza il 29 settembre: la prima soluzione è alle 20.50, viaggiando di notte, con un cambio alle 1:30 ad Ancona, ripartenza con treno regionale alle 3:47, al costo di 56,65 euro. Con l’autobus: le soluzioni di viaggio ci sono ogni ora, dalle 9:10 del mattino alle 23:15, i prezzi oscillano dai 15,50 euro ai 55, 9 ore la media viaggio.

milano roma

flixbus

Altro dato significativo a seguito della liberalizzazione del mercato è l’abbassamento dei prezzi anche delle aziende storiche e fidelizzate, soprattutto al Meridione, grazie all’ingresso di nuovi competitor, soprattutto il più temuto da tutti: Flixbus.

Sugli accordi tra le aziende italiane partner e Flixbus c’è un alone di mistero. La casa madre non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito, così come alcune compagnie che sono state contattate o hanno aderito alla partnership, anche l’autista intervistato ha preferito non rispondere.

E se i giovani guardano di più alle novità e ai bassi costi, gli adulti preferiscono il pullman che da anni li riaccompagna a casa, come Giuseppina, 58 anni, che sceglie sempre la stessa compagnia “mi trovo bene e costa poco, perché dovrei cambiare?”.

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