Suvignano: domani la grande festa nella tenuta simbolo della lotta alla mafia

FIRENZE – Tutto pronto per la grande festa di domani, domenica 23 giugno,  nella Tenuta di Suvignano, nel senese. In uno dei luoghi-simbolo della lotta alla criminalità organizzata, da quest’anno affidata in gestione alla Regione Toscana, si apriranno i cancelli per vivere un bene che è tornato finalmente di tutti.

Dopo una mattina di musica (con la street art band “BadaBimBumBad” a guidare come un pifferaio gli ospiti sui sentieri di una terra riconquistata), di teatro (“Straligut teatro”) e di occasioni per picnic all’aperto con i prodotti agricoli a filiera corta del territorio, nel pomeriggio spazio alle parole, di lotta e di speranza, con l’incontro “Conoscere le mafie, costruire la legalità”: parteciperanno, insieme all’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli e ai sindaci di Monteroni d’Arbia e Murlo, Gabriele Berni e Davide Ricci,  Antonino De Masi, imprenditore calabrese, che da anni vive sotto scorta per aver denunciato il racket, e la giornalista Federica Angeli, sotto scorta anche lei dal 2013 per le sue inchieste sulla mafia romana.

Chiusura di nuovo in musica con i “Modena City Ramblers”.

 

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Turismo termale nella provincia di Viterbo, è il momento del rilancio.

Quando nel 1992 furono chiuse le Terme ex Inps, la struttura dava lavoro a 180 persone. Ma si parla di ben 27 anni fa. Quale è la situazione oggi?

Tutti concordano (Amministrazione comunale, associazioni di categoria ed esperti) sul fatto che il "sistema termale viterbese”possa essere rilanciato ed essere anzi elemento di traino per altre realtà del settore.

potenzialità del settore

Cosa si sta facendo per rilanciare un settore che potrebbe fare le fortune di un’intera provincia?
Secondo il sindaco, Giovanni Arena, il turismo termale occupa un posto d’onore nelle priorità dell’attuale Giunta.
“Ci stiamo muovendo per ripristinare la struttura ex Inps da affiancare alle Terme dei Papi e alle Terme Salus. Ma ci stiamo occupando anche della struttura sulla Cassia Nord e sull’intero sistema”.
Sulle buone intenzioni dell’Amministrazione Comunale si è espressa anche la giovane Assessore al Termalismo, Claudia Nunzi, la quale, dopo aver denunciato l’esiguità delle disponibilità (17 mila euro) messe a bilancio dalla precedente Giunta, ha annunciato che in soli cinque mesi sono state già attuate la sorveglianza del Bullicame e la riqualificazione del sito del Galletti ed ha poi aggiunto: “In collaborazione con l’Assessore ai Servizi Sociali, Antonella Sberna, e l’Università della Tuscia, ha aggiunto, stiamo portando avanti un progetto che a breve trasformerà il sito del Galletti, in una struttura accessibile anche ai disabili che ci porterà ad acquisire non solo la bandiera lilla, ma soprattutto a segnalarci nel panorama del sistema termale nazionale come una destinazione all’avanguardia. I nostri progetti tuttavia non si fermeranno qui perché particolare attenzione è stata riposta, come ha detto il Sindaco, anche al progetto di riqualificazione delle Terme ex Inps e delle strutture situate sia a sud che a nord della Cassia”.

In un sistema termale come quello viterbese che può contare oggi solo su due strutture alberghiere, sia pure di ottime qualità, come l’Hotel Salus e le Terme dei Papi, classificate entrambe con 4 stelle, ma dalle disponibilità limitate (un centinaio di camere la prima e solo 23 la seconda), si può ben comprendere quale apporto potrebbe dare la riapertura delle Terme ex Inps che insistono su una superficie di ben sette ettari che consentirebbe di andare ben oltre la semplice struttura alberghiera. Un aspetto quest’ultimo molto caro al sen. Umberto Fusco secondo il quale “in un momento topico per il turismo termale a Viterbo, l’apertura di nuove strutture ricettive non può che far bene al settore oltre ché all’intero territorio e all’imprenditoria privata che va aiutata e supportata. Viterbo, ha detto ancora il parlamentare, deve investire nel termalismo perché le sue potenzialità non sono seconde a nessuna altra località nazionale soprattutto se si considera il contesto territoriale che lo circonda”. 

“Oggi, purtroppo, ha detto il Direttore di Federterme, Aurelio Crudeli, ci sono strutture che si definiscono termali senza neppure avere acque idonee a qualsiasi trattamento che si possa definire tale. La via prioritaria dello sviluppo del settore deve passare per il rinnovamento e il rilancio delle strutture da adeguare ad una offerta terapeutica sostenibile. L’aspetto sanitario, il wellness, il leisure e il turismo debbono andare a braccetto e l’uno deve integrare l’altro. Solo in questo modo si può parlare di rilancio del termalismo". 

Viterbo a tutte terme quindi, c’è solo da augurarsi che alle parole seguano presto anche i fatti.

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Trump crede nella tortura. “Waterboarding funziona. Dobbiamo rispondere al fuoco con il fuoco”. Verso ordine esecutivo per ripristinare prigioni segrete

Dopo il muro, il fuoco. I primi giorni da presidente non vanno certo sprecati per Donald Trump, tanto da mettere subito le cose in chiaro: non solo la barriera anti migranti da costruire al confine con il Messico ma anche l’assolutà validità dei metodi di tortura americani “perchè dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”. The Donald tira dritto e parlando nella sua prima intervista post giuramento, alla Abc news, annuncia di credere “assolutamente” nelle torture come il waterboarding. Un metodo, spiega lui, utile per combattere il terrorismo, punto che discuterà con il segretario alla Difesa, James Mattis e il direttore della CIA, Mike Pompeo. Dai due – dice il presidente – ha già avuto conferme sull’efficacia delle torture in ambito militare e le parole di Trump fanno pensare a un ritorno a torture già abbandonate da Cia e servizi segreti.

“Mi affiderò a Pompeo e Mattis ed al mio gruppo e se loro non vorranno, va bene, ma se verranno io mi impegnerò a renderlo possibile, voglio che sia fatto tutto nell’ambito di quello che è legalmente possibile” ha detto il presidente. “Ho parlato nelle ultime 24 ore con persone ai più alti livelli dell’intelligence ed ho chiesto loro: la tortura funziona? e la risposta è stata, assolutamente sì. Quando tagliano la testa dei nostri e di altri, solo perché sono cristiani in Medio Oriente, quando lo Stato Islamico fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding? Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”.

Parole che arrivano a ridosso della possibile firma di Trump su un ordine esecutivo che servirà a ripristinare la detenzione carceraria di sospetti terroristi in strutture blindatissime e segrete e che lasciano immaginare un totale ripristino delle vecchie tecniche di tortura.
“Il presidente può firmare tutti gli ordini esecutivi che vuole ma la legge è la legge. Non possiamo riportare indietro la tortura negli Stati Uniti d’America “, ha detto il senitore John McCain, in contrasto con Trump. Dello stesso parere l’ex capo Cia Leon Panetta che parla di un errore l’idea di reintrodurre certi tipi di tortura negli interrogatori e spiega come questo “violerebbe i valori Usa e la costituzione”. Dalla Gran Bretagna in nome dell’Europa si fa sentire subito Theresa May, pronta ad opporsi alla idea di torture abbozzata da Trump. La May incontrerà The Donald domani ed esporrà al presidente Usa tutto il suo dissenso.

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Canta “Superstition” nella hall di un hotel, ma tra il pubblico c’è Stevie Wonder: ne nasce un duetto inaspettato

La sua passione per la musica lo ha portato a diventare un artista di strada, in giro con la sua chitarra per l’America a strimpellare e cantare dove gli capita. Ma Grayson Erhard mai avrebbe pensato che esibirsi nella hall di un hotel a 5 stelle lo avrebbe portato a coronare uno dei suoi sogni di quando era bambino: duettare con una star del calibro di Stevie Wonder.

Il celebre cantante, infatti, stava soggiornando presso l’hotel Anaheim Marriott quando ha sentito un giovane e molto meno famoso collega interpretare la sua Superstition. Wonder ha quindi atteso che il brano finisse per poi avvicinarsi al ragazzo e proporgli un duetto indimenticabile.

L’artista di strada, inizialmente imbarazzato, ha ammesso candidamente di non conoscere il testo della strofe centrali della canzone, ma Stevie Wonder lo ha tranquillizzato, suggerendogli all’orecchio le parole. Grayson ha poi condiviso su Facebook il video girato da una persona del pubblico, video che è diventato subito virale.

La star di colore si trovava in California per partecipare alla celebre National Association of Music Merchants (una delle più importanti fiere dedicate ai prodotti musicali) e ha voluto dedicare la performance improvvisata alla marcia delle donne contro il neoeletto presidente Trump.
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Gioia e rabbia a Rigopiano. All’ospedale convivono i sentimenti opposti delle famiglie coinvolte nella tragedia

Il sollievo e la commozione da una parte. L’angoscia e la rabbia dall’altra. Ecco i due volti delle famiglie coinvolte nella tragedia dell’hotel Rigopiano, dove c’è chi si è salvato e chi è ancora sommerso. Davanti l’ingresso del pronto soccorso di Pescara, il dolore di ieri ha lasciato spazio al sorriso. Fratelli, figli, cugini attendono l’arrivo delle autoambulanze che trasportano i propri cari che ce l’hanno fatta a resistere alla slavina e a trentasei ore di gelo. Ci sono Riccardo e Piergiovanni Di Carlo, i fratelli del piccolo Edoardo che è stato tirato fuori dai soccorritori con addosso la sua felpa azzurra e la tuta da neve: “Voglio aspettare mamma e papà, altrimenti non vado via”, avrebbe detto il bimbo secondo quanto raccontato dalla zia Simona, alla quale risulta che anche i genitori siano stati ritrovati. Passano ore che sembrano interminabili, ogni auto, ogni ambulanza può essere quella che arriva da Rigopiano.

In realtà va tutto a rilento. Le notizie che trapelano dai Vigili del Fuoco, dalla Guardia di Finanza e dalla Protezione civile sono tante e confuse. Sia sui numeri dei sopravvissuti sia sulle persone che sono state estratte, per tutto il pomeriggio va avanti quindi un balletto di cifre. Chi ha la certezza che il proprio parente si sia salvato attende all’ingresso del Pronto soccorso, ma due piani più su scoppia la rabbia di chi non riesce a sapere nulla dei propri cari, se sono tra le persone ritrovate o tra quelle non ancora rintracciate.

Quando in serata i medici in conferenza stampa confermano che non ci sono stati nuovi ricoveri, un gruppo di familiari butta fuori tutto il suo dolore e la tensione di questi giorni: “Vergogna, i nostri parenti sono tre metri sotto la neve e sono cinquanta ore che aspettiamo, dovete dirci qualcosa. Parlate con la stampa e non con noi, non possiamo accettarlo”. È un misto di sentimenti l’ospedale di Pescara, raggiunto in giornata da tutti i parenti delle persone rimaste intrappolate nell’hotel, che si pensava fosse solo una tomba di ghiaccio.

L’arrivo dei tre bambini sopravvissuti, che si aggiungono Gianfilippo, già ricoverato, unisce per un attimo tutti i parenti in un sentimento di gioia come fossero un’unica famiglia: “I quattro più piccoli sono tutti vivi” e adesso saranno accuditi in ospedale. Samuel di sette anni scende dal mezzo di soccorso e ad accoglierlo lo attende l’abbraccio dello zio. Nella struttura ci sono già lo chef Giampiero Parete, che formalmente è stato dimesso, ma non lascia il reparto perché intanto sono arrivati la moglie Adriana e il figlio. Insieme per tutto il pomeriggio hanno aspettato la piccola Ludovica: “Manca solo la principessa”, dicevano gli amici. A tarda sera possono abbracciare anche lei. Piangono di felicità: “Siamo di nuovo tutto e quatto insieme”. E tutti sono in buone condizioni.

Sparsi nei corridoi dell’ospedale stazionano ancora i parenti che passeranno qui un’altra notte d’attesa. La terza. Il primario del pronto soccorso Alberto Albani apre le porte alla speranza: “Abbiamo notizie di altre persone che estratte e le stiamo attendendo. Siamo operativi e pronti per accogliere altri superstiti”. Si attenderà ancora, la notte potrebbe riservare qualche arrivo insperato o qualche conferma negativa. “Forse i più grandi sono rimasti lassù per dare indicazioni ai soccorritori”, ipotizza qualcuno. E in effetti può essere così. Di certo le operazioni sono complicatissime. L’elicottero nel pomeriggio non è riuscito più a volare e i bambini sono stati trasportati su due ambulanze, lungo stradine impervie e innevate fino a Penne e solo da lì in elicottero fino a Pescara. Oggi in tanti hanno urlando al miracolo, quando i Vigili del Fuoco hanno capito che c’erano sopravvissuti tra i blocchi di ghiaccio. “Abbiamo acceso un fuoco, quando abbiamo sentito l’arrivo dei soccorsi, per riscaldarci ma soprattutto far vedere dove eravamo”, ha raccontato Adriana, la moglie del cuoco sopravvissuta. Altri parenti ancora veglieranno per tutta la notte. Non si dorme da giorni: “Meglio stare in ospedale, in casa si sentono i loro odori,”, dice Simona, che attende ancora il fratello e la cognata.


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Il peso delle discordie Pd sulle consultazioni di Mattarella. Nella macchina delle correnti, pressing su Renzi, Franceschini in movimento

Al Quirinale confidano che entro domenica le consultazioni possano diradare le nebbie nel campo renziano, a partire dallo stesso premier. E che non sarà necessario un secondo giro. Sarebbe auspicabile, perché in tal modo l’Italia avrebbe un governo nel pieno delle sue funzioni che la rappresenti al Consiglio europeo del 15 dicembre.

Le nebbie sono quelle che avvolgono il campo del Pd. Perché le pressioni su Matteo Renzi, affinché resti a palazzo Chigi, sono forti tra i suoi. E perché la macchina infernale delle correnti si è messa in moto. E c’è un motivo se Dario Franceschini ha risposto a parecchie telefonate con una battuta sarcastica: “Non posso parlare, sono ad Arcore a chiudere l’accordo con Silvio…”. La battuta rivela un certo fastidio per la ridda di voci sui sospetti del premier in relazione alla sue presunte trame per approdare a palazzo Chigi.

Voci che rivelano ansie, paure, sospetti nel giglio magico. “Non puoi lasciare”, “se molli a palazzo Chigi non torni più”, “se indichi un altro, poi non lo controlli”: frasi come queste Renzi le ha ascoltate decine di volte in questi giorni, da parte dei uomini più fidati. Alcune volte sono sembrate consigli strategici lucidi, altre spie dell’incertezza da perdita del potere, altre ancora preoccupazioni per i destini personali, a tutti i livelli, anche di staff e collaboratori costretti a lasciare le stanze vellutate del governo per tornare (forse) in quelle austere e poco sfarzose del Nazareno.

Nell’ultimo colloquio al Colle è sembrato che il premier pensi, però, che rimanere equivarrebbe a perdere la faccia e a dare l’impressione di essere attaccato alla poltrona, dopo l’annuncio urbi et orbi del “me ne vado, perché diverso dagli altri”. Il me ne vado però non è accompagnato da una indicazione su quel “percorso ordinato” che ha in mente il capo dello Stato e condiviso, nel primo giorno delle consultazioni, dai presidenti delle due Camere, Boldrini e Grasso, e dal presidente emerito Giorgio Napolitano: consentire la nascita di un nuovo governo che duri tutto il tempo necessario ad approvare una nuova legge elettorale, mettere in sicurezza i conti e le banche, non far sfigurare l’Italia al G7 che si svolgerà a maggio in Sicilia.

Un “percorso ordinato” che il capo dello Stato vuole avviare con consultazioni ordinate. Per questo si confida molto, tra le alte cariche, che questo fine settimana aiuti a ritrovare serenità. E porti sabato la delegazione del Pd a collaborare al percorso. E non a iniziare un gioco teso a far fallire questa o quella possibilità di arrivare a un governo, per accusare le altre forze politiche di irresponsabilità e tornare alla casella iniziale, cioè che si vada avanti con questa maggioranza – che non è mai stata sfiduciata – e con Renzi. Un (ex) ministro del Pd che ha consuetudine con ambienti del Quirinale spiega: “Il punto è che Renzi, di qui a sabato, è davanti a una scelta. Il Quirinale ha fatto capire che serve un governo per mettere mano alla legge elettorale. E gli ha fatto capire la sostanza della questione: se vuoi una soluzione faccelo sapere. Può rimanere lui, può indicare un altro. Di fatto stiamo parlando di un governo fino a primavera. Se vuoi lo sfascio te ne assumi la responsabilità. E confida che questi due giorni facciano maturare una consapevolezza”.

L’importante, al Colle, sono consultazioni ordinate per un governo ordinato. Nel disordine del Pd, per tutto il giorno, dal campo renziano è filtrato il nome di Paolo Gentiloni, la best option del giglio magico dopo Renzi perché “è uno dei nostri”. E la sua presenza assicurerebbe un minimo di continuità a palazzo Chigi. Della continuità farebbe parte anche la permanenza di Luca Lotti, nel ruolo di sottosegretario. Postazione strategica, perché nel 2017 ci sono in agenda nomine che rappresentano il cemento di qualunque governo. Già si parla, per i primi mesi del prossimo anno, di un cambio dei vertici Rai e del direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via. E poi in primavera si passa ad Enel, Eni, Poste, Finmeccanica, Terna e tanti altri consigli di amministrazione. Le vecchie volpi del Palazzo però scommettono che, in questo quadro, “se indichi uno del Pd, in questo quadro di scontro interno, la quadra non la trovi, anzi aumenti la balcanizzazione del Pd”. Mentre Grasso e Padoan garantirebbero un clima più sereno, consentendo lo svolgimento del congresso del Pd nelle forme e nei modi opportuni, non sulla pelle del governo e del paese.
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“C’è un gene nella voglia di caffè”. Alcuni studi italiani dimostrerebbero che l’amore per questa bevanda è scritto nel Dna

Anche amare il caffè è una questione di Dna. Ovvero la passione o la repulsione verso una delle bevande più amate dagli italiani, e nel mondo, sarebbe infatti scritta all’interno di uno specifico gene. La curiosa scoperta, pubblicata sulla rivista Scientific Report, nasce da un lavoro di équipe condotto da ricercatori dell’IRCCS Burlo Garofolo, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico materno-infantile del Friuli Venezia Giulia, dell’Università di Trieste e dell’Università di Edimburgo, in Scozia, che hanno misurato il gradimento della bevanda su larga scala, sia fra la popolazione italiana che oltre confine, su un vasto campione di olandesi.

IL GENE DEL CAFFE’ –
(Quasi) tutto sembra avere una spiegazione scientifica. Anche la propensione al consumo moderato o eccessivo del caffè che dipenderebbe da un particolare gene – chiamato PDSS2 – legato alla capacità delle cellule di scomporre la caffeina. Potenzialità, questa, che avrebbe due essenziali ricadute: la prima sui livelli di caffeina presenti nel sangue e la seconda sul tempo di permanenza in circolo della sostanza. Due fattori che, rispetto al desiderio di caffè, si tradurrebbero in una innata e (ir)resistibile voglia di berne, molti o pochi, nell’arco della giornata. Per comprendere questo fenomeno genetico, i ricercatori hanno osservato una popolazione dapprima italiana, composta da 843 abitanti (75%) di sei città del Nord-Est e 370 residenti in Puglia, monitorando le abitudini e modalità di assunzione del caffè giornaliere con questionari dedicati. Questi parametri, messi a confronto con alcune analisi altamente perfezionate effettuate sul codice genetico, avrebbero permesso di arrivare a stabilire che la popolazione che presentava una alterazione del gene PDSS2, che manteneva cioè più a lungo la caffeina nel circolo sanguigno, era anche quella che consumava un numero decisamente inferiore di tazzine di oro nero quotidiane.

I RISULTATI OLANDESI – Lo stesso test è stato ripetuto su un’ampia popolazione olandese, composta da poco più di 1.700 amanti del caffè, arrivando ai medesimi risultati: ovvero a una relazione esistente tra l’alterazione del gene PDSS2 e la propensione al consumo di caffè, sebbene rispetto al campione dei nostri connazionali siano state individuate delle variazioni riguardanti il numero molto più ridotto di tazzine quotidiane bevute, riferibile con molta probabilità – spiegano i ricercatori – alle diverse concentrazioni di caffeina presenti nella miscela di caffè italiano e in quella dei paesi bassi.
Il caffè non aumenta il rischio di tumore

UN INIZIALE SOSPETTO ‘GENETICO’ –
Quello dell’Istituto di Burlo Garolfo non è il primo studio sull’argomento, ma la comprova di iniziali deduzioni emerse da una precedente ricerca, in larga parte italiana, apparsa su Plos One, che aveva osservato la presenza di caratteristici geni fra gli amanti del caffè, permettendo così di cominciare a studiare i meccanismi biologici del metabolismo della caffeina. «Il caffè – spiega Paolo Gasparini, responsabile della struttura complessa di genetica medica dell’IRCCS-Burlo Garofolo di Trieste – non è soltanto una fra le bevande più consumate e amate al mondo, ma è anche la fonte di maggiore apporto e assunzione di caffeina. Meritevole, dunque, in funzione del suo possibile ruolo sull’economia e sulla salute dei consumatori, di essere studiata con maggiore attenzione». Un primo passo in questa direzione è stato fatto, identificando appunto la presenza di geni del caffè e il loro meccanismo di azione, tuttavia non ancora chiarito in tutti i suoi aspetti e sulle possibili opportunità per sfruttare al meglio le informazioni che ne scaturiranno.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi

Per approfondire vai su www.fondazioneveronesi.it

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Legge di Bilancio, arriva il fondo unico per 10mila assunzioni nella Pubblica Amministrazioni: si va dai tribunali ai musei

Un fondo unico per sbloccare il turnover nella Pubblica Amministrazione e tornare ad assumere laddove ce n’è bisogno: più di 10 mila posti in concorso oltre a quanto già previsto per la sanità: dal personale per smaltire l’arretrato nei tribunali ad architetti per tenere in piedi il patrimonio artistico italiano. La novità sarà inserita in manovra, con uno stanziamento intorno ai 350-400 milioni.

Una fetta della torta da 1,9 miliardi destinata al pubblico impiego, dove il rinnovo del contratto dovrebbe fare la parte da leone: inizialmente il budget per l’aumento degli stipendi era stato fissato in 900 milioni, ma sarebbe in corso il tentativo per superare la soglia del miliardo, anche in risposta alle richieste dei sindacati, per ora tutt’altro che soddisfatti. Il resto delle risorse sarebbe dedicato alle forze dell’ordine, per cui è in arrivo il riordino delle carriere.

Il nuovo fondo per le assunzioni nascerebbe senza vincoli, che legano tot posti a un settore, e in aggiunta a quanto previsto per il reclutamento e le stabilizzazioni nella sanità e nella scuola, che vengono trattate a parte con appositi stanziamenti. Solo tra medici e infermieri sono stati già sbloccati ingressi per 7mila. E ora, grazie alle nuove risorse, le amministrazioni sotto organico potranno sforare i limiti imposti dal turnover, fermo al 25% nella maggior parte degli uffici (con i risparmi di 4 uscite si guadagna un’entrata).

L’Sos che segnala l’emergenza occupazionale è già stato lanciato dal comparto della giustizia, con tribunali e cancellerie in cronico affanno. In lizza per attingere al fondo ci sarebbe anche il ministero dei beni culturali, a caccia di nuove leve (tra archeologi, storici dell’arte, architetti, bibliotecari) per rinforzare le dotazioni a disposizione di musei e altri siti. L’Inps, come più vuole rilanciato dal presidente Tito Boeri, vuole mettere dentro 900 nuove professionalità. E, lo ha annunciato lo stesso premier Matteo Renzi, di sicuro saranno accresciute le unità che compongono le forze dell’ordine, dai carabinieri ai vigili del fuoco.

I sindacati, è il caso della Uil, mettono l’accento su tutti i precari, circa “80mila” da sistemare, ma soprattutto tornano a battere i pugni per incrementare le risorse per il rinnovo dei contratti: “é evidente che una miliardata è insufficiente”, dice la leader della Cisl, Annamaria Furlan. “Non ci siamo proprio”, aveva spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, Susanna Camusso. C’è la possibilità che il Governo riesca ad innalzare la cifra inizialmente circolata (900 milioni per il triennio 2016-2018). Tuttavia c’è già chi sottolinea che non basterebbe: “una cifra di 1,2 miliardi di euro resta inaccettabile, visto che si tratterebbe di 35 euro lordi”, mette le mani avanti la Confsal Unsa. Il pressing per strappare un budget maggiore è destinato ad andare avanti nei prossimi giorni, in attesa di una convocazione da parte della ministra della P.a, Marianna Madia, quando entreranno in ballo anche le regole attraverso cui procedere al rinnovo, a cominciare dalla legge Brunetta.
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Sci: Kitzbuehel, Peter Fill vince sulla Streif nella giornata delle cadute – Il Sole 24 Ore


Il Sole 24 Ore

Sci: Kitzbuehel, Peter Fill vince sulla Streif nella giornata delle cadute
Il Sole 24 Ore
Straordinaria impresa di Peter Fill, primo sulla mitica e difficilissima Streif di Kitzbuehel. L'azzurro ha preceduto gli svizzeri Beat Fuez e Carlo Janka in una gara caratterizzata da una serie di terribili e drammatiche cadute (tra gli altri
Sci, Cdm: Fill vince sulla Streif, sua la libera. A Cortina domina Lindsay VonnLa Repubblica
Impresa dell'azzurro Peter Fill a KitzbuehelLa Stampa
Kitzbuehel: Peter Fill è il Re sulla StreifFantaski.it
DoveSciare.it –Outdoorblog.it (Blog) –Il Sussidiario.net
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Di Francesco ammazzabig. “Il Sassuolo nella storia” – La Gazzetta dello Sport


La Gazzetta dello Sport

Di Francesco ammazzabig. “Il Sassuolo nella storia”
La Gazzetta dello Sport
“Contro le grandi ci esaltiamo”, ha già detto in altre occasioni: ma se gli chiedi dove vuole arrivare, il tecnico del Sassuolo-miracolo fa spallucce. E lucida una classifica della quale non parla dietro lenti che chissà quali sogni nascondono
La Juve va in ritiro. Allegri: «Così non va»Corriere dello Sport.it
Buffon furioso con i compagni: “Primo tempo indegno”. Marotta manda tutti in ritiroLa Stampa
La Juve subito in ritiro fino al derby per ritrovarsiTuttosport
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