Lavoro, gli ex dipendenti Baekert presentano il loro progetto di cooperativa

FIRENZE – Da dipendenti a imprenditori attraverso la costituzione di una cooperativa di lavoro con l’obiettivo di rilevare lo stabilimento ex Bekaert di Figline Valdarno e proporre una nuova realtà, tutta toscana, sul mercato dei cavi in acciaio. Questa la sfida che il comitato promotore per la nascita di una cooperativa di ex dipendenti Bekaert ha presentato questa mattina al presidente della Regione Toscana ed al suo consigliere per il lavoro nel corso di un incontro al quale hanno preso parte anche il sindaco di Figline e Incisa Valdarno, il presidente di Lega Coop e tecnici incaricati di verificare la fattibilità del progetto e le sue prospettive sul mercato.

La Regione – come ha sottolineato il presidente – ha preso atto di questa coraggiosa proposta, che dimostra la volontà degli ex dipendenti Bekaert di essere protagonisti e mettersi attivamente in gioco per costruire il proprio futuro.
La Regione Toscana è favorevole ad esperienze di questo tipo e pronta a supportarle, nei limiti degli strumenti legittimi a sua disposizione, e chiede che questa proposta nata dai lavoratori venga valutata con la stessa serietà con cui sono trattate le altre proposte provenienti da altre imprese, senza ostracismi o preconcetti.

L’idea di costituire una cooperativa di lavoro per rilevare l’ex stabilimento Bekaert e farlo ripartire, garantendo il proseguo dell’attività del polo produttivo di Figline, è nata – secondo le informazioni fornite – da un nucleo di 52 iscritti alla FIOM, successivamente hanno aderito altri lavoratori. Al momento sono 64 gli ex dipendenti pronti a trasformarsi in imprenditori, ma nelle volontà il progetto industriale in fase di elaborazione garantirebbe impiego per tutti i 236 lavoratori.

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“È incita al 9° mese? La assumo. Licenziarono mia moglie, non sarò come loro”. La storia di Martina Camullo

Martina Camullo, 36 anni, il 16 febbraio diventerà mamma per la seconda volta e a dieci giorni dal parto ha firmato un contratto di assunzione per l’azienda veneta “The Creative Way”.

La donna, come riporta il Corriere della Sera, è stata contattata due mesi fa per un colloquio da Samuele Schiavon titolare della piccola azienda che si occupa di web design.

“Appena Samuele mi ha chiamato l’ho avvisato subito della novità — dice Martina — gli ho detto che ero incinta di sette mesi e che avrei partorito a breve. La loro proposta era molto interessante e io ero felicissima che mi avessero contattato ma immaginavo che l’opportunità sarebbe sfumata. Ci siamo incontrati, abbiamo scambiato qualche idea. E alla fine mi ha detto che era sua intenzione offrirmi un contratto. Quasi non ci credevo”.

Nonostante la donna fosse incinta, l’azienda ha deciso di investire su di lei.

Ho vissuto e capito le difficoltà di mia moglie — dice Schiavon —: aveva un tempo determinato e quando ha comunicato che aspettava un bambino è stata lasciata a casa. Sul piano lavorativo la maternità è quasi una condanna. Assurdo. E in ogni caso non volevo essere io a tenere comportamenti di questo tipo. Specialmente con Martina. Di fronte al valore della persona non ho avuto dubbi. Perché non aspettarla qualche mese se penso che investire su di lei sia la strada giusta?».

Martina ora farà cinque mesi di maternità e poi comincerà a lavorare

“Tutto questo mi dà una carica incredibile. Metterò tutta me stessa in questo progetto”. Lo racconta col sorriso, mentre prende in mano la penna per firmare la lettera d’incarico nell’open space creativo in zona ex Carbonifera, a Mestre.

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