Lavoro da Casa e Produttività: 10 Domande e Consigli per Mantenere l’Equilibrio tra Vita Lavorativa e Personale

Il lavoro da casa è diventato una realtà sempre più comune negli ultimi anni, specialmente a seguito della pandemia globale. Sebbene possa offrire flessibilità e comodità, il lavoro da casa può anche presentare sfide in termini di produttività e bilanciamento tra vita lavorativa e personale. In questo post, risponderemo a 10 domande comuni sul lavoro da casa e forniremo consigli pratici su come lavorare in modo efficiente e mantenere l’equilibrio tra vita lavorativa e personale.

1. Come posso creare un ambiente di lavoro adatto a casa?

Creare un’area di lavoro dedicata è fondamentale per mantenere la produttività mentre si lavora da casa. Cerca di scegliere uno spazio tranquillo, lontano dalle distrazioni e preferibilmente separato dalle aree di relax e svago. Assicurati di avere una sedia ergonomica, una scrivania adatta e una buona illuminazione.

2. Come posso evitare le distrazioni mentre lavoro da casa?

Per evitare le distrazioni, stabilisci delle regole chiare con i membri della famiglia o i coinquilini riguardo al tuo orario di lavoro e alle interruzioni. Inoltre, disattiva le notifiche dai social media e dai dispositivi mobili durante le ore lavorative. Se necessario, utilizza cuffie con cancellazione del rumore per isolarti dalle distrazioni esterne.

3. Quali sono le tecniche più efficaci per gestire il tempo mentre si lavora da casa?

Tra le tecniche più efficaci per gestire il tempo vi sono la tecnica Pomodoro, che consiste nel suddividere il lavoro in intervalli di tempo chiamati pomodori (solitamente 25 minuti), seguiti da una breve pausa; e la regola dei 2 minuti, che suggerisce di completare immediatamente qualsiasi compito che richieda meno di 2 minuti. Sperimenta diverse tecniche per trovare quella che funziona meglio per te.

4. Come posso stabilire e mantenere una routine lavorativa mentre lavoro da casa?

Stabilire una routine lavorativa ti aiuterà a separare la vita lavorativa dalla vita personale e a mantenere un equilibrio sano. Inizia la giornata con una routine mattutina che includa esercizio fisico, colazione e tempo per pianificare la giornata. Poi, stabilisci orari regolari per le pause, il pranzo e la fine della giornata lavorativa. Cerca di attenerti a questa routine il più possibile.

5. Come posso mantenere una comunicazione efficace con i colleghi mentre lavoro da casa?

La comunicazione efficace è essenziale per lavorare da casa. Utilizza strumenti di comunicazione online come e-mail, chat e videoconferenze per rimanere in contatto con i colleghi e aggiornato sui progetti. Assicurati di partecipare regolarmente a riunioni virtuali e di condividere i tuoi progressi con il tuo team. Ricorda che la comunicazione non verbale può essere persa nella comunicazione online, quindi fai uno sforzo per essere chiaro e conciso nei tuoi messaggi.

6. Come posso gestire lo stress e prevenire il burnout mentre lavoro da casa?

Per gestire lo stress e prevenire il burnout, è importante prendersi cura di sé sia fisicamente che mentalmente. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Fai regolarmente esercizio fisico per migliorare l’umore e ridurre lo stress
  • Pianifica momenti di pausa e relax durante la giornata
  • Dormi abbastanza e mantieni una routine regolare del sonno
  • Impara tecniche di rilassamento, come la meditazione o il respiro profondo

7. Come posso mantenere l’equilibrio tra vita lavorativa e personale mentre lavoro da casa?

Per mantenere l’equilibrio tra vita lavorativa e personale, segui questi consigli:

  • Stabilisci confini chiari tra il lavoro e la vita personale, come un orario di lavoro fisso e un’area di lavoro separata
  • Evita di lavorare nelle ore di riposo o durante il tempo libero
  • Pianifica del tempo di qualità con la famiglia e gli amici, anche se virtuale
  • Dedica tempo a te stesso per coltivare hobby e interessi personali

8. Come posso rimanere motivato mentre lavoro da casa?

Rimanere motivato può essere difficile quando si lavora da casa. Ecco alcuni suggerimenti per mantenere alta la motivazione:

  • Stabilisci obiettivi chiari e ragionevoli, sia a breve che a lungo termine
  • Celebra i tuoi successi e riconosci i tuoi progressi
  • Mantieni una mentalità di crescita e cerca di imparare continuamente
  • Connettiti con i colleghi per condividere sfide e successi, e per incoraggiarvi a vicenda

9. Come posso migliorare la mia produttività mentre lavoro da casa?

Per migliorare la produttività, prova questi consigli:

  • Pianifica la tua giornata in anticipo, suddividendo i compiti in piccole attività gestibili
  • Utilizza strumenti di gestione del tempo e delle attività, come liste di cose da fare o applicazioni di pianificazione
  • Imposta priorità per i compiti più importanti e urgenti
  • Elimina le distrazioni e crea un ambiente di lavoro favorevole alla concentrazione

10. Quali strumenti tecnologici posso utilizzare per migliorare la mia esperienza di lavoro da casa?

Ci sono molti strumenti tecnologici disponibili per migliorare la tua esperienza di lavoro da casa. Ecco alcuni dei più popolari:

  • Piattaforme di comunicazione e collaborazione, come Slack, Microsoft Teams o Google Workspace
  • Software di videoconferenza, come Zoom, Google Meet o Skype
  • Applicazioni di gestione del tempo e delle attività, come Trello, Asana o Todoist
  • Software di condivisione e archiviazione di file, come Dropbox, Google Drive o Microsoft OneDrive

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Lavoro da Casa e Produttività: 10 Domande e Consigli per Mantenere l’Equilibrio tra Vita Lavorativa e Personale

Nuovo direttore de La Nazione, Rossi: “Auguri di buon lavoro ad Agnese Pini”

FIRENZE – Cambio alla guida dello storico quotidiano fiorentino La Nazione. Al direttore uscente Francesco Carrassi succede Agnese Pini, prima donna alla direzione della testata che ha da pochi giorni compiuto 160 anni di vita.
 
“Faccio i migliori auguri di buon lavoro – ha detto il presidente Enrico Rossi -, a nome di tutta la giunta regionale, al nuovo direttore di una testata così importante e diffusa in tutta la Toscana. E, al tempo stesso, ringrazio per il grande lavoro svolto fino ad oggi Francesco Carrassi, che ha sempre dimostrato grande equilibrio e capacità”.

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Discarica di Peccioli, Rossi: “Impianto ambientalmente compatibile, socialmente accettato e che garantisce lavoro”

PECCIOLI – “Grazie al trattamento innovativo dei rifiuti questa discarica è diventata un modello, oltre che il cuore produttivo di tutta l’area e il volano di sviluppo del territorio di Peccioli. Si tratta di un impianto all’avanguardia. L’esperienza qui maturata può essere presa ad esempio. Qui c’è il più alto esempio di come un impianto che tratta i rifiuti può essere ambientalmente compatibile, socialmente accettato, garantire lavoro e al tempo stesso essere un luogo dove si fa cultura, musica, dove si svolgono concerti e si fa teatro. Qui c’è stata la capacità di governare in armonia. Governare in armonia è il massimo del successo che si può avere per la propria comunità”.
Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, facendo  visita nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 25 luglio, alla discarica di Legoli nel territorio comunale di Peccioli, in provincia di Pisa, dove a fargli da guida è stato il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni, che ha illustrato il modello per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti e residui.
“Noi abbiamo sempre avuto un approccio pragmatico. I rifiuti esistono e vanno trattati al meglio”, ha commentato il sindaco Macelloni. “Che abbiamo lavorato bene ce lo rconoscono gli atri. Il nostro territorio ne ha tratto un indubbio giovamento”.
 
La discarica di Peccioli è classificata, ai sensi della vigente normativa, come discarica per rifiuti non pericolosi. E’ composta da due lotti esauriti (il primo da 3 milioni di metri cubi e il secondo di circa 2 milioni di metri cubi, ndr) e da un lotto in ampliamento attualmente in esercizio. Quest’ultimo progetto di ampliamento, il secondo da quando esiste la discarica, è stato autorizzato dalla Provincia di Pisa nel 2012, con un provvedimento unificato di valutazione di impatto ambientale e un’autorizzazione integrata ambientale per un volume di circa 4 milioni di metri cubi.
L’esercizio di un nuovo progetto di ampliamento è stato autorizzato sempre dalla Provincia di Pisa nel 2014, limitatamente a un quantitativo di circa 2 milioni di metri cubi. E’ in corso presso gli uffici regionali il procedimento finalizzato al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio delle volumetrie residue del progetto già autorizzato nel 2012, pari a circa 2 milioni di metri cubi. L’autorizzazione integrata ambientale (Aia, ndr) rilasciata per la realizzazione e l’esercizio della discarica controllata comprende i presidi di raccolta e trattamento del percolato e di estrazione e recupero energetico del biogas. La volumetria residua della discarica è di circa 2 milioni e mezzo di metri cubi.
 
“La Regione non ha fondamentalismi di sorta. Crediamo che anche i rifiuti possano essere una risorsa, se trattati come si deve”, ha precisato il presidente Rossi. “Li consideriamo una materia seconda. La raccolta differenziata è importante. Non condivido che dice sempre ‘no’ ad ogni nuova possibilità che si apre”.
 
Allo stato attuale sono conferiti in discarica rifiuti urbani trattati e scarti provenienti dai comuni dell’Ato Costa e dell’Ato Centro, sulla base di un accordo interambito. Si tratta, in genere, di piccoli quantitativi di rifiuti urbani costituiti da spazzamento stradale e cimiteriali e flussi di rifiuti da trattamento di rifiuti urbani prodotti fuori Toscana che possono liberamente viaggiare senza necessità di accordi interregionali. Nel 2018 sono state conferite circa 400 mila tonnellate di rifiuti.
Alla discarica di Peccioli, gestita dalla società Belvedere Spa, lavorano una quarantina di addetti. La discarica possiede un impianto di trattamento meccanico biologico e rilascia certificazioni e registrazioni ambientali. Circa ottocento sono i soci che componogono l’azionariato diffuso della società.
 

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Incendio nel bosco a Luscignana, Lunigiana. Al lavoro due elicotteri e in arrivo un Canadair

 FIRENZE – Un incendio è divampato attorno alle 13.30 a Casola in Lunigiana (Ms) in località Luscignano bruciando già 10 ettari di bosco. Sul posto sono al lavoro due elicotteri della flotta regionale ed è in arrivo un Canadair. A terra, dove le operazioni sono rese difficoltose dalla zona impervia, stanno operando squadre forestali dell’Unione dei Comuni della Lunigiana, oltre a due squadre di Vigili del Fuoco e squadre di volontari.

Al momento sono attivi due fronti di fuoco di circa 200 metri l’uno.

Si ricorda che fino al 31 agosto in tutta la Toscana è fatto divieto assoluto di dar fuoco ai residui vegetali agricoli e forestali (abbruciamenti).

È vietata inoltre qualsiasi accensione di fuochi, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all’interno delle aree attrezzate. Anche in questi casi vanno comunque osservate le prescrizioni del regolamento forestale. La mancata osservanza del divieto comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dalle disposizioni in materia.

Chiunque avvistasse o si trovasse nei pressi di focolai di incendio è pregato di segnalarli al Numero verde 800.425.425 della Sala operativa regionale antincendi boschivi.

Per maggiori informazioni: www.regione.toscana.it/speciali/aib-antincendi-boschivi

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Cooperative di comunità, istruzioni per l’uso. Giornata di lavoro con l’assessore Bugli

FIRENZE – Si chiama “Reti e bussole, orientamento per cooperative di comunità” ed è una giornata che la Regione, in collaborazione con Anci Toscana, organizza per promuovere gli strumenti a disposizione delle cooperative di comunità che si sono formate in Toscana a seguito del bando lanciato dalla Regione, che ha stanziato per questo un milione e duecentomila euro. Domani, venerdì 28 giugno in Sala Pegaso, a Palazzo Strozzi Sacrati (piazza Duomo 10, Firenze), dalle 10 alle 17, tutti gli attori delle 25 cooperative attive in Toscana potranno confrontarsi sui problemi affrontati nel corso delle loro esperienze.

Le cooperative di comunità, come noto, sono uno strumento che vede la partecipazione attiva di tutti gli abitanti di un paese, che fa squadra attorno ad alcuni punti di forza per trovare nuove opportunità di sviluppo e scongiurare così lo spopolamento e l’abbandono tipici di tante realtà rurali, montane o marginali attraverso forme di economia collaborativa.

Per far fare ulteriori passi avanti a una realtà che ha visto adesioni entusiastiche da parte di tante comunità coinvolte, enti locali e cittadini, la Regione sta lavorando ad una proposta di legge su questo tema. Ne parlerà l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli intervenendo alle 10 dopo l’apertura dei lavori.
Seguiranno una sessione di formazione per i membri delle cooperative e, nel pomeriggio, alle 15, workshop e simulazioni su casi di studio. 

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Suvignano, Bugli: “I toscani se la sono ripresa, sarà luogo di idee, lavoro e impegno”

FIRENZE – Se la legalità ha dei colori e dei suoni, questi, oggi, erano tutti a Suvignano, la grande tenuta confiscata alla mafia e dopo una lunga vicenda giudiziaria assegnata in gestione alla Regione Toscana. L’azzurro limpido del cielo, il verde già tinto di giallo dal sole dell’estate, i colori caldi della pietra e dei muri delle costruzioni e intorno un pezzo della Toscana più bella, la terra di Siena (siamo tra i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo). E poi , naturalmente, i colori  e le voci della gente, i protagonisti di questa giornata: le famiglie, gli artisti, i rappresentanti del mondo dell’associazionismo e dei produttori della zona.
Oggi Suvignano ha aperto i suoi cancelli per questa grande festa, che ha sancito una vittoria grande della legalità e della democrazia sui poteri criminali.

“Sì, ce la siamo ripresa, i toscani se la sono ripresa – ha detto l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che ha seguito per il governo regionale le fasi decisive della complessa vicenda – Questo è un bene importante, nel cuore prezioso della Toscana, finito nelle mani della mafia e oggi torna finalmente ai toscani. Sarà un luogo vivo, attivo, di idee e anche di produzione. Ci faremo una buona agricoltura, con prodotti biologici e di filiera corta, e chi lavorerà qui, lo farà garantito, sempre, dalla forza della legge e dei diritti. E sarà, naturalmente, un simbolo della lotta alla presenza della criminalità organizzata nella nostra regione. Daremo vita qui – annuncia – al luogo-simbolo su quanto la Toscana, in tutte le sue espressioni, istituzionali, sociali, culturali, ha fatto, fa e farà contro le mafie. Porteremo i ragazzi delle scuole a visitarla e nella tenuta già organizziamo campi estivi di lavoro per i giovani”.

Presente fin dalla mattinata a Suvignano Antonino De Masi,  imprenditore calabrese che da anni vive sotto scorta per aver denunciato il racket. “Cosa provo ad essere qui? Provo gioia – ha detto – Sono felice quando qualcosa che era brutto, diventa bello. Vorrei essere un semplice cittadino, che fa la sua attività per il futuro dei propri figli e dei suoi lavoratori, ma ora mi trovo in mondo più grande di me, dove mi ha portato la difesa dei miei valori. So di correre dei rischi, so che cercheranno di farmela pagare, ma sono determinato a far prevalere il mio essere un uomo libero”

Il programma della giornata, dopo l’esibizione della street art band “BadaBimBumBad”, che ha  guidato come un pifferaio gli ospiti sui sentieri della una terra riconquistata, prosegue con la performance di “Straligut teatro”  e la tavola rotonda “Conoscere le mafie, costruire la legalità” con l’assessore Bugli, i sindaci di Monteroni d’Arbia e Murlo, Gabriele Berni e Davide Ricci, De Masi e la giornalista Federica Angeli, sotto scorta anche lei dal 2013 per le sue inchieste sulla mafia romana.

Chiusura ancora in musica con i “Modena City Ramblers”

La tenuta e la sua vicenda
La storia giudiziaria della tenuta inizia con il giudice Giovanni Falcone, che nel 1983 sequestra l’azienda una prima volta all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore ne rientra successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996 arriva il secondo sequestro, assieme ad un patrimonio di ben duemila miliardi di vecchie lire affidato alla gestione di un amministratore giudiziario. Poi, nel 2007, la condanna e la confisca definitiva.
Si è rischiato ad un certo momento, anni fa, che la tenuta fosse messa all’asta, con il rischio che potesse tornare alla mafia attraverso prestanome. Poi nei mesi scorsi, annunciata già da più di un anno, è arrivata l’assegnazione alla Regione, che la gestisce adesso attraverso Ente Terre, che già si occupa di altre proprietà demaniali o in gestione, fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale.
La tenuta si estende attualmente su 640 ettari, tra il Comune di Monteroni d’Arbia (per la maggior parte) e quello di Murlo). Contiene una colonica di pregio, altri diciassette edifici e 21mila metri quadrati tra immobili e magazzini, una chiesetta di fianco all’edificio principale. In tutti questi anni di gestione attraverso l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata ha continuato a funzionare l’agriturismo

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Lavoro, gli ex dipendenti Baekert presentano il loro progetto di cooperativa

FIRENZE – Da dipendenti a imprenditori attraverso la costituzione di una cooperativa di lavoro con l’obiettivo di rilevare lo stabilimento ex Bekaert di Figline Valdarno e proporre una nuova realtà, tutta toscana, sul mercato dei cavi in acciaio. Questa la sfida che il comitato promotore per la nascita di una cooperativa di ex dipendenti Bekaert ha presentato questa mattina al presidente della Regione Toscana ed al suo consigliere per il lavoro nel corso di un incontro al quale hanno preso parte anche il sindaco di Figline e Incisa Valdarno, il presidente di Lega Coop e tecnici incaricati di verificare la fattibilità del progetto e le sue prospettive sul mercato.

La Regione – come ha sottolineato il presidente – ha preso atto di questa coraggiosa proposta, che dimostra la volontà degli ex dipendenti Bekaert di essere protagonisti e mettersi attivamente in gioco per costruire il proprio futuro.
La Regione Toscana è favorevole ad esperienze di questo tipo e pronta a supportarle, nei limiti degli strumenti legittimi a sua disposizione, e chiede che questa proposta nata dai lavoratori venga valutata con la stessa serietà con cui sono trattate le altre proposte provenienti da altre imprese, senza ostracismi o preconcetti.

L’idea di costituire una cooperativa di lavoro per rilevare l’ex stabilimento Bekaert e farlo ripartire, garantendo il proseguo dell’attività del polo produttivo di Figline, è nata – secondo le informazioni fornite – da un nucleo di 52 iscritti alla FIOM, successivamente hanno aderito altri lavoratori. Al momento sono 64 gli ex dipendenti pronti a trasformarsi in imprenditori, ma nelle volontà il progetto industriale in fase di elaborazione garantirebbe impiego per tutti i 236 lavoratori.

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Istat: disoccupazione giovanile record a novembre (39,4%), sale anche quella generale. Più lavoro solo per gli over 50

A novembre il tasso di disoccupazione giovanile sale al 39,4%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente, toccando così il livello più alto a partire da ottobre 2015. Lo rileva l’Istat nell’analisi della fascia di età tra 15 e 24 anni. Il tasso di occupazione giovanile diminuisce di 0,1 punti percentuali, mentre quello di inattività – che include anche le persone impegnate negli studi – cala di 0,6 punti.

In termini generali, nel mese di novembre il tasso di disoccupazione torna a salire nonostante una crescita dell’occupazione (+0,1% rispetto a ottobre). La disoccupazione – spiega l’Istat – si attesta all’11,9% in aumento di 0,2 punti su base mensile e di 0,5 punti rispetto a novembre 2015, al livello più alto dopo giugno 2015. I disoccupati salgono a quota 3.089.000, in aumento di 57.000 su ottobre e di 165.000 su novembre 2015. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni a novembre calano di 93.000 unità su ottobre e di 469.000 su novembre 2015. Il tasso di inattività è ai minimi storici (34,8%).

Ciò malgrado il valore positivo dell’occupazione, con gli occupati che a novembre sono aumentati di 19.000 unità rispetto a ottobre (+0,1%) e di 201.000 unità su novembre 2015 (+0,9%). L’aumento – rileva l’Istituto nazionale di statistica – riguarda soprattutto le donne e le persone ultracinquantenni. Aumentano, in questo mese, gli indipendenti e i dipendenti permanenti, calano i lavoratori a termine. Il tasso di occupazione è pari al 57,3%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre. La crescita su base annua si concentra esclusivamente tra gli over 50 (+453.000).

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Lavoro, finisce la mobilità, da quest’anno tutele ridotte. Incognita sul futuro di centinaia di migliaia di lavoratori

Il primo gennaio è finita la mobilità, e con essa la certezza per il futuro di 185mila impiegati nel settore manifatturiero che ne usufruivano. Ai quali vanno ad aggiungere gli 86mila in cassa integrazione e le migliaia dell’indotto. Dal primo gennaio sono diventati, come li definisce Repubblica, “come fantasmi, trasparenti, sommersi, dimenticati nell’era del capitalismo immateriale”.

Scrive infatti il quotidiano di largo Fochetti:

Dal primo gennaio non esiste più l’indennità di mobilità, l’ammortizzatore sociale che in caso di licenziamenti collettivi accompagnava nel modo meno traumatico possibile il passaggio alla disoccupazione vera e propria o, nelle storie più fortunate, era il ponte verso un nuovo posto di lavoro. Sarà sostituito, man mano che andranno ad esaurirsi i periodi di mobilità in essere, dal combinato disposto di altri ammortizzatori sociali (la Naspi in primis) che rappresentano una copertura ridotta.

Sono così con il fiato sospeso, solo per citare i casi più corposi, gli operai dell’Ilva, della Lucchini di Piombino, dell’Alcoa di Portovesme, ma anche dell’Hp, dell’Italtel, della Linka-Compel, della Nokia, della Whirpool-Indesit, dell’Electrolux. L’elenco potrebbe riempire decine di pagine. La Naspi, che dal primo gennaio subentra all’indennità di disoccupazione, “prevede la riduzione complessiva della copertura economica già a partire dal quarto mese”.

I numeri degli addetti (e relative famiglie) colpiti dal cambio di legislazione è impressionante. Scrive ancora Repubblica:

In ballo, per il solo settore metalmeccanico, il futuro di oltre 65mila operai oggi in mobilità (che diventano 185mila nelle stime sull’intera manifattura). Più gli 86mila in cassa integrazione e le migliaia di lavoratori dell’indotto, delle fabbriche troppo piccole per rientrare sotto la protezione degli ammortizzatori. I sommersi, appunto, delle crisi della siderurgia, degli elettrodomestici, dei computer, dell’elettronica, delle telecomunicazioni.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Angelino Alfano: “Al lavoro per intese sui rimpatri dei migranti irregolari. Accelerare le espulsioni”

“Sono al lavoro per concludere accordi che diminuiscano gli arrivi impedendo le partenze. C’è un triangolo di Paesi fondamentale: il Niger, con cui siamo vicini a chiudere un accordo, la Tunisia e la Libia”. Lo annuncia il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in un’intervista alla Stampa in cui definisce inaccettabile la rivolta di Cona: “Noi ci muoviamo con rigore e umanità, abbiamo salvato molte vite ma non possiamo accettare da nessuno violazioni delle regole. Per questo dobbiamo accelerare su espulsioni e rimpatri”.

“All’Onu dobbiamo portare l’attenzione sulla sicurezza e i grandi flussi migratori del Mediterraneo, e dobbiamo affrontare il problema alla radice: sono i conflitti che hanno sconvolto la Siria e l’Iraq all’origine dei flussi di milioni di rifugiati”, dichiara Alfano. Anche al G7 di Taormina “vorrei che ci fosse una postura accentuata sulla sicurezza nel Mediterraneo e il contrasto al traffico di esseri umani”.

Sul fronte della sicurezza, “viviamo in un sistema di terrorismo globale che non ammette risposte nazionali”, afferma Alfano, che si dice “non ancora soddisfatto” della cooperazione europea. “Conosco i tempi dello Stato di diritto, ma qui ci sono le lentezze, le balbuzie di Stati che non scambiano informazioni. Dobbiamo rilanciare l’idea di una difesa comune: l’anniversario del Trattato di Roma, a marzo, sarà un energico rilancio del progetto europeo”.

Nell’intervista Alfano risponde al generale libico Haftar, che ieri ha accusato l’Italia di essersi schierata dalla parte sbagliata: “Non abbiamo fatto una scelta a favore di qualcuno, sosteniamo il governo riconosciuto dall’Onu e aiutiamo chi lotta contro il terrore, compresi i feriti di Haftar”.
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