Nessuna sfumatura rosea nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Piuttosto, l’elenco di tutte le disgrazie che hanno fatto del 2016 un annus horribilis per l’Italia e non solo. Dall’assassinio di Giulio Regeni al terremoto che ha colpito il Centro Italia, Mattarella ha iniziato il suo discorso con una sfilza di tragedie che è doloroso ascoltare tutte insieme.
“Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi”, ha detto Mattarella. “Dall’assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti”.
Il presidente della Repubblica ha poi ricordato Fabrizia Di Lorenzo e Valeria Solesin, le due giovani vittime italiane del terrorismo di matrice islamica.
“Negli ultimi giorni, abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell’attentato di Berlino. Così come era avvenuto, sul finire dell’anno scorso a Parigi, per Valeria Solesin. Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo”.
Poi un pensiero per le vittime di infortuni sul lavoro e i terremotati:
“Lo stesso sentimento di vicinanza esprimo ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro. Un pensiero di sostegno va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L’augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente. Ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi così belli e carichi di storia”.