A Suvignano ragazzi da tutta Italia per i campi della legalità: inizia Arci, poi Libera

FIRENZE – Le prime ragazze e ragazzi, una quindicina,  sono arrivati a Suvignano stamani, per il campo della legalità  che si svolgerà nella tenuta senese confiscata nel 2007 ad un imprenditore palermitano vicino a Provenzano e da alcuni mesi finalmente affidata in gestione alla Regione, che ne vuole fare un simbolo e un laboratorio permanente.  E’ il primo che si organizza in Toscana, dopo quelli che da tempo si svolgono in Sicilia e Calabria sulle terra confiscate alla mafia e all’ndrangheta, sostenuti in  tutti questi anni anche dalla Regione a cui hanno partecipato numerosi ragazzi toscani.

A Suvignano sarà l’Arci a rompere il ghiaccio. I ragazzi, adolescenti per lo più, sono partiti anche da altre regioni per prendere parte al campo e tra nove giorni, l’8 luglio, si daranno il cambio con altrettanti coetanei per il secondo appuntamento, organizzato in questo caso da Libera, fino al 14 luglio. Zaino in spalla, sacco a pelo per dormire nella palestra della scuola trasformata in dormitorio, occhi vispi e tanta voglia di imparare e conoscere cosa è stata e cosa è la mafia. Per sconfiggerla. Per acquisire gli anticorpi della legalità con cui opporsi alla criminalità organizzata, che anche in Toscana sciacqua i propri denari sporchi e conduce i propri affari, con 552 beni confiscati in questo momento ma solo 137 assegnati in via definitiva.

La storia giudiziaria della tenuta, che si estende oggi per 640 ettari tra i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo (una colonica di pregio, altri diciassette edifici e 21mila metri quadrati tra immobili e magazzini, pure una chiesetta di fianco all’edificio principale) inizia con il giudice Giovanni Falcone, che nel 1983 sequestra l’azienda all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore ne rientra successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996 arriva il secondo sequestro, assieme ad un patrimonio di ben duemila miliardi di vecchie lire affidato alla gestione di un amministratore giudiziario. Poi, nel 2007, la condanna e la confisca definitiva. Si è rischiato ad un certo momento, anni fa, che la tenuta fosse messa all’asta, con il rischio che potesse tornare alla mafia attraverso prestanome. Poi nei mesi scorsi, annunciata già da più di un anno, è arrivata l’assegnazione alla Regione, che la gestisce adesso attraverso Ente Terre, che già si occupa di altre proprietà demaniali o in gestione, fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale.

“I toscani se la sono ripresa ed abbiamo deciso di aprirne i cancelli a tutti– dice l’assessore alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli – Ci faremo una buona agricoltura, con prodotti biologici e di filiera corta e ospitalità agrituristica, e chi lavorerà qui, lo farà garantito, sempre, dalla forza della legge e dei diritti. Ma sarà anche un luogo vivo di idee e un simbolo della lotta alla criminalità organizzata”. A partire, appunto, dai campi organizzati con i ragazzi delle scuole, che lavoreranno negli oliveti e negli orti botanici, ma che parleranno e discuteranno di diritto, frequenteranno nei campi di quest’anno laboratori di  fotografia sociale, parleranno con giornalisti ed esperti che racconteranno loro come opera la mafia, dove meno te lo aspetteresti e tutti giorni, spesso sotto gli occhi di tutti. Visiteranno naturalmente la tenuta e impareranno anche cosa sono state le stragi del 1992 e 1993 – come quella  dei Georgofili a Firenze, ad esempio – , ripercorreranno la storia a ritroso  con l’Istituto storico della Resistenza e parteciperanno a laboratori teatrali, con l’arte come strumento di sintesi. Visiteranno anche il “Centro di documentazione e legalità democratica” a Firenze, una struttura interna alla Regione, un archivio e una vera ‘casa della memoria’ che si affaccia sulla centralissima piazza del Duomo.  Uno spazio frequentato da studiosi ma anche dalle scuole, dove sugli scaffali si susseguono studi e atti processuali sui misteri e i poteri occulti in Italia, le stragi, l’eversione e la mafia appunto. Una struttura unica dalle Alpi fino alla Sicilia, interamente pubblica.

L’assessore Bugli sarà a Suvignano, con i ragazzi, domenica 7 luglio alle 17, per la festa di chiusura del primo campo e poi ancora  venerdì 12 luglio  dalle 17 alle 19, per partecipare all’incontro con il procuratore del Tribunale di Prato Giuseppe Nicolosi.

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Terme Libere, momondo ce ne consiglia 8 ripartite tra Nord, centro e Sud Italia.

Spesso non ci si pensa ma le Terme sono sempre una bella esperienza, soprattutto salutare, da soli, in coppia o con tutta la famiglia.

I dati della piattaforma digitale per la ricerca di voli e hotel momondo.it confermano, infatti, che più della metà degli italiani (54%) ammette di "soffrire" un po’ dopo il rientro dalle vacanze.

 

Ecco allora a seguire qualche consiglio per trascorrere qualche ora o, per chi può, qualche giorno in luoghi deputati al benessere e al relax; le terme, meglio ancora se ad accesso gratuito o quasi.

 

“Pianificare a settembre un viaggio pensato per rilassarsi e staccare la spina combina due tra le attività preferite dagli italiani: tirarsi su il morale prenotando una nuova vacanza post ferie estive e concedersi una fuga all’insegna di spa e relax: nel 2018 è quasi un quinto dei viaggiatori del Bel Paese (19%) a optare per questa tipologia di viaggio,” dichiara Clizia L’Abbate, Head of Regional Strategy, South East EU di momondo. “Per questo attraverso i consigli dei nostri esperti di viaggio momondo ha cercato di ispirare coloro che al rientro dalla pausa estiva cercano un break low cost per fuggire agli impegni quotidiani. Qualsiasi sia la destinazione scelta, il consiglio è di godersi la giornata!”

 

Nord Italia

Terme libere di Bormio (SO)

Se si è alla ricerca di un piacevole bagno in acqua termale immersi in un panorama mozzafiato e un senso di natura e libertà unici, la Pozza di Leonardo da Vinci è il luogo ideale. La vasca termale si trova in un bosco e garantisce quindi tranquillità e pace. Per raggiungerla basta attraversare a piedi un sentiero, ma il paesaggio lascerà soddisfatti anche i più pigri.

 

Centro Italia

Cascate del Mulino, Saturnia (GR)

Conosciuta per ospitare uno dei migliori stabilimenti di terme in Italia, Saturnia offre anche delle terme naturali note come “le Cascate del Mulino” o “le Cascate del Gorello”. Le “cascatelle” sono un punto di ritrovo per locali e turisti e rappresentano una meta particolarmente ambita per la loro posizione che regala un fascino unico, poiché sono immerse nel pieno della natura, fra alberi verdi e vapore naturale.

 

Bagni di San Filippo (SI)

Nota anche come “il fosso bianco” o come “la cascata della balena bianca”, questa vasca termale merita l’attenzione di tutti per lo spettacolo incontaminato che si crea intorno alla loro benefica acqua termale. La particolarità di queste terme naturali è l’accumulo di calcare indurito che assomiglia ad una montagna di neve, dando l’impressione di trovarsi immersi in un bagno caldo in pieno inverno! È completamente gratuita ed è una delle migliori terme libere dello Stivale.

 

Terme libere delle Masse di San Sisto (VT)

Le pozze di San Sisto non sono completamente gratuite, ma sono comunque da considerarsi libere. Con un contributo di 25 euro per la tessera annuale, un’associazione di volontari ne garantisce la manutenzione. Queste vasche sono ideali se si è in compagnia di bambini, poiché sono attrezzate e lo spazio consente di lasciarli giocare senza disturbare troppo. Inoltre, è possibile alternarsi tra le diverse vasche di acqua calda a 38° e acqua fredda a 18°: un vero toccasana!

 

Sud Italia

Terme libere Sorgeto (NA)

Le terme di Sorgeto sono composte da acqua che risale dal fondale marino a 90°. Bisogna fare attenzione alla bassa marea, poiché ad una temperatura così elevata si corre il rischio di ustione. In genere, il miscuglio di acqua bollente con l’acqua fredda del mare è piacevole anche d’inverno e regala una sensazione splendida a chi si immerge.

 

Fumarole (NA)

Le Fumarole si trovano nei pressi della località di Sant’Angelo (NA). La particolarità di queste falde termali è che presentano una risalita di vapori direttamente dalla sabbia della spiaggia dei Maronti. È il luogo ideale dove sostare a riposare la sera con la possibilità di un piacevole bagno al chiaro di luna: un’esperienza assolutamente indimenticabile!

 

Terme di Cerchiara (CS)

Incavata in una roccia, si trova la cosiddetta Grotta delle Ninfe, una specie di canyon in miniatura con una pozza di acqua a 30°. È piccola, ma è completamente gratuita, sempre aperta ed estremamente elegante. In alternativa, è possibile usufruire della piscina a un costo di 6 euro, anche se sarà meno “pura e naturale” della grotta, oltre che aperta solo in alcuni mesi dell’anno.

 

Terme di Vulcano (ME)

Pozze con acqua termale, bagni sulfurei in mare, fossa per fanghi e inalazioni: tutto questo ad un prezzo intorno ai 5 euro per godere delle terme di Vulcano. L’area non è aperta d’inverno, per questo è il caso di informarsi prima di partire. Solitamente è accessibile da aprile fino all’autunno inoltrato. L’odore di zolfo è il prezzo da pagare per i benefici dell’acqua e dei fanghi. Sconsigliato spalmare i fanghi in faccia, così come indossare costumi a cui si tiene molto, perché il tipo di acqua tende a rovinarli. Assolutamente niente gioielli.

Master Viaggi News – Scienza e Salute (Ultime 10 News Inserite)

Turismo in Italia con il segno più.

Incremento del 3% nel 2015 e stesso trend per i successivi 3 anni, queste le risultanze dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, comunicate il 22 novembre scorso a Roma.

• Il settore turistico in Italia vale 171 miliardi di euro (11,8% del PIL) e dà lavoro a 3,1 milioni di persone
• Aumentano gli arrivi stranieri: +4% nel 2015 con spesa in aumento del 5%
• Presentati il “Piano Strategico Nazionale 2017-2020” e il “2° Rapporto sulla programmazione regionale turistica 2016”

 

Si è svolto su iniziativa dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Associazione di deputati e senatori presieduta dall’On. Ignazio Abrignani, il Convegno “Strategie e Risorse per il Turismo Italiano”, con la partecipazione del Sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi.

A introdurre i lavori l’On. Abrignani che afferma: “Il turismo rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria. Non si tratta solamente di un incredibile volano per la ripresa economica del nostro Paese, ma crea sviluppo durevole per i territori in cui è presente. Il settore turistico è cresciuto e continuerà a crescere, come dimostrano i dati. Infatti, a partire da oggi fino al 2018, prevediamo un’ulteriore crescita del 3% riferita agli arrivi in Italia. Il turismo si conferma quindi un asset fondamentale per il nostro Paese che deve continuare ad accreditarsi – sia a livello globale sia a livello europeo – come destinazione d’eccellenza. A livello di risorse da creare e destinare allo sviluppo del turismo italiano, un passo in avanti è stato il decreto fiscale con un emendamento che consentirà di digitalizzare interamente (dal 1° gennaio 2018) il tax free shopping in Italia, con l’estensione a tutti gli aeroporti del sistema O.T.E.L.L.O.*, consentendo così una netta riduzione delle frodi I.V.A. e la creazione di un maggior gettito per lo Stato anche grazie alla “shopping experience” dei turisti internazionali senza più code per ottenere il visto doganale per il rimborso I.V.A.. Anche la prossima riforma Costituzionale vede realizzarsi un obiettivo da sempre dell’Osservatorio: la promozione del Paese Italia riportata allo Stato e non più devoluta in mille rivoli alle Regioni”

 

Nel corso del Convegno, Francesco Palumbo, Direttore Generale Turismo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha presentato il “Piano Strategico del Turismo 2017-2020”, documento che dota il Paese di nuove linee strategiche in grado di aiutare l’Italia ad acquisire una nuova leadership fondata su sostenibilità, innovazione e competitività.

Anzitutto attraverso una piena integrazione delle attività da parte delle Istituzioni e degli operatori del settore. Rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, marketing innovativo, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, sono alcuni dei punti fermi del Piano, che mette al centro il turismo in termini di crescita economica.

Il tutto dovrà allinearsi a un settore in profonda trasformazione, dove la sharing economy già contribuisce per il 15% al mercato turistico, i prodotti personalizzati prevalgono su quelli standard (solo un turista straniero su 10 arriva in Italia con un viaggio organizzato) – e il web è il luogo dove si decide e si acquista il viaggio (il 68% dei viaggiatori ricerca online luogo e modalità del viaggio).

 

La giornata ha visto anche la presentazione della 2° Edizione del “Rapporto sulla Programmazione regionale turistica 2016”, un lavoro di analisi di tutti i programmi di sviluppo regionale, che serviranno a ridare ossigeno al turismo nazionale.

“Per evitare che un documento così ampio e bisognoso di un continuo aggiornamento possa diventare in poco tempo obsoleto sarebbe auspicabile” ha dichiarato il Presidente di Federturismo Gianfranco Battisti – “far diventare questa presentazione un appuntamento annuale attraverso il riconoscimento istituzionale del Rapporto da parte del Mibact. Così come riteniamo altrettanto rilevante poter costituire un Osservatorio Fondi UE-SIE per il turismo, per indirizzare meglio e con maggior coerenza impegni e spese anche rispetto alle azioni del Piano Strategico 2016-2022”.

 

A chiudere il Convegno il Sottosegretario al MIBACT con delega al turismo Dorina Bianchi “L’obiettivo del Piano Strategico del Turismo 2017 – 2022” – ha sottolineato – “è di accrescere il ruolo dell’Italia nel mercato turistico globale, aumentando la competitività del sistema turistico nazionale attraverso un’azione integrata e territoriale. A tal fine abbiamo cambiato metodo e abbiamo lavorato come Ministero, in collaborazione con tutti gli stakeholders del settore, in particolare con le Regioni per promuovere il “brand Italia”.

Master Viaggi News – Economia e Finanza (Ultime 10 News Inserite)

Entra in vigore la flat tax, la norma per attirare in Italia i Paperoni stranieri. Il Governo punta a intercettare i delusi dalla Brexit

Emiri, imprenditori facoltosi, calciatori, cantanti. Per il fisco sono high net worth individual, cioè persone con un patrimonio netto alto, mentre nel linguaggio comune, più semplicemente, sono chiamati Paperoni. Abituati fino ad oggi a vederli soprattutto all’estero, potrebbero presto scegliere l’Italia, portando con sé la loro ricchezza diretta e non. Chi ci spera per primo è il governo italiano che con l’entrata in vigore della flat tax punta a raccogliere almeno una parte di quel deflusso finanziario provocato dalla Brexit che modificherà gli equilibri della grande ricchezza in Europa. Condizioni di grande vantaggio per i vip stranieri che decideranno di trasferire la residenza fiscale in Italia: 100mila euro e si è a posto con il Fisco, benefici per ben 15 anni ed estesi anche ai familiari. Il capo segreteria del Mef, Fabrizio Pagani, l’ha detto chiaramente: la flat tax è “la chiave per rendere il Paese attrattivo” e intercettare “parte del flusso che necessariamente lascerà Londra”. E l’ex premier Matteo Renzi non a caso ha citato “lo sceicco che vuole abitare a Capri” come esempio di un’operazione nata per “portare capitali stranieri” in Italia.

Il governo italiano punta, quindi, a fare concorrenza a Londra. Operazione City. E una Capitale pronta a diventare la sede dei Paperoni stranieri già c’è ed è Milano. Si guarda “non tanto a Roma, ma a Milano che abbiamo lanciato come possibile hub finanziario europeo, ha spiegato Pagani. La Brexit si avvicina e per i Paperoni stranieri è sempre più urgente trovare una nuova casa dove godere di normative fiscali agevolate. Persone facoltose che si sono sempre tenute lontane dall’Italia, preferendole Paesi, come la Gran Bretagna, dove la ricchezza è tassata in misura minore, e che ora finiscono nel mirino dell’esecutivo italiano, pronto ad accoglierli con condizioni di grande vantaggio.

Una norma destinata sicuramente a far discutere e che ha già suscitato qualche malumore. L’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, non la vede di buon occhio. “Il problema che ci si dovrebbe porre è fare pagare le tasse in base alle legge e non dare incentivi”, ha dichiarato all’Adnkronos. Visco ha bollato la flat tax come “un’altra delle stravaganze di Renzi” che “pensa di fare concorrenza agli inglesi sul loro terreno dopo la Brexit”. “Ma la concorrenza fiscale a tutti i costi – ha sottolineato l’ex ministro – crea solo un mondo di diseguaglianze”.

Come funziona la tassa fissa per attrarre i Paperoni stranieri in Italia
La flat tax è operativa da oggi dopo la pubblicazione delle istruzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Possono aderire alla flat tax i contribuenti stranieri ad alto reddito che attualmente pagano a almeno nove anni le tasse in Paesi stranieri. Basterà versare una tassa fissa da 100mila euro l’anno, in un’unica soluzione, per essere a posto con il Fisco italiano, secondo quanto prevede la norma introdotta dal governo con l’ultima legge di bilancio. I benefici sono validi per 15 anni e non sono solo personali. Chi ha famiglie numerose e guadagni con tanti zeri, infatti, potrà estendere questi benefici anche ai familiari, pagando un gettone al fisco di soli 25mila euro. La norma non si applica a chi in questi anni si è trasferito dall’Italia all’estero.

I requisiti dei vip stranieri per aderire al forfait
Il versamento dell’imposta sostitutiva va effettuato in un’unica soluzione, per ciascun periodo di imposta di efficacia del regime, entro la data del versamento del saldo delle imposte sui redditi, cioè entro novembre di ogni anno. L’opzione deve essere esercitata entro i termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, quindi entro il 30 settembre. La domanda può essere presentata anche se non sono ancora decorsi i termini per radicare la residenza fiscale in Italia e anche nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate non abbia risposto ancora all’istanza di interpello. Per i Paperoni basterà barrare l’apposita casella nella dichiarazione dei redditi. Oltre ai dati anagrafici vanno indicati lo status di non residente in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi di imposta nel corso dei dieci precedenti, l’inizio di validità dell’opzione, l’ultima residenza fiscale e gli Stati o i territori esteri per i quali intende esercitare la facoltà di non avvalersi dell’applicazione dell’imposta sostitutiva.

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Giorno del ricordo, Matteo Salvini polemizza: “Gli istriani erano i veri esuli”. Celebrazioni in tutta Italia

“Questi erano nostri fratelli, questi erano veramente nostri concittadini che scappavano dalla guerra, dal terrore e dalle persecuzioni. Questi erano esuli”. Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che stamani ha visitato a Trieste il Magazzino 18, lo stabile del Porto Vecchio che raccoglie oggetti e memorie degli esuli giuliano-dalmati. La visita di Salvini ha preceduto la sua partecipazione alla cerimonia triestina del Giorno del Ricordo, in programma al monumento nazionale della foiba di Basovizza. Salvini è stato accompagnato dai membri dell’Istituto di ricerca per la cultura istriana, che gestisce il Magazzino. “Questa è storia – ha commentato Salvini – onore a chi l’ha tenuta viva per tanti anni, dispiacere perchè hanno tentato di nasconderla, e anche oggi qualcuno cerca di farlo. Purtroppo, per la stragrande maggioranza dei giornali, delle tv e radio italiane, questa giornata non esiste, queste persone non esistono e questa è una vergogna”.

Celebrazioni in tutta Italia. Centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dagli insegnanti, riempiranno gli scranni dell’aula di Palazzo Montecitorio oggi dalle 11, in occasione della celebrazione del Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. E insieme a loro, i tanti componenti delle associazioni degli esuli.
La manifestazione – moderata dalla giornalista Lucia Bellaspiga e trasmessa in diretta da Rai2, dal canale satellitare e dalla webtv della camera – sarà aperta dall’esecuzione dell’inno nazionale da parte dell’orchestra dell’i.S. G. Moscati di Sant’Antimo e del coro dell’istituto Comprensivo statale Giovanni XXIII, diretti dal maestro Donato de Simone. Farà l’intervento introduttivo la presidente della camera, Laura Boldrini.

A seguire prenderanno la parola, il ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, Angelino Alfano, Davide Rossi dell’università di Trieste, Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati. Sarà presente il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Al termine della manifestazione, la presidente Boldrini e il sottosegretario all’istruzione, università e ricerca, Gabriele Toccafondi, consegneranno alle scuole vincitrici la targa del concorso promosso dal Miur e dalle associazioni degli esuli ’10 febbraio – nasce la Repubblica italiana senza un confine’. Il concorso è rivolto alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado con la finalità di promuovere l’educazione europea e la cittadinanza attiva, di sollecitare l’approfondimento della storia italiana attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’adriatico orientale. La cerimonia terminerà con l’esecuzione dell’inno alla gioia (inno europeo).

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Italia convinta (o illusa) di stare nell’Europa che corre. Gentiloni si schiera con Merkel. Alfano, diverse velocità già in atto

L’Italia avrebbe dovuto, forse, accogliere le dichiarazioni a sorpresa di Angela Merkel sull’Europa a diverse velocità con una certa preoccupazione e invece le commenta positivamente, definendole la traccia di lavoro per l’Ue in vista della celebrazione dei Trattati di Roma proprio nella Capitale.

“Questo è l’orizzonte su cui lavorare, le celebrazioni di Roma saranno un’occasione importante”. Sono queste le parole che la Repubblica attribuisce al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha lavorato su questo schema a cerchi concentrici da ministro degli Esteri insieme ai colleghi dei paesi fondatori e proprio al summit di Malta di due giorni fa ha introdotto il tema di un’Europa a vari livelli di integrazione incassando, per la prima volta, il sostegno della cancelliera.

“In una Unione a 27 paesi è utopico che tutti possano avanzare con gli stessi tempi e obiettivi. Un gruppo può fare da avanguardia politica e procedere in modo più spedito per raggiungere nuovi obiettivi comuni, quali difesa, sicurezza economica, lotta alle disuguaglianze e sostegno ai giovani” spiega alla Repubblica il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi. “Questa è da tempo la posizione dell’Italia. Ora condivisa anche dalla cancelliera tedesca, fin qui assai prudente sul tema. Ci fa piacere. È un’ottima notizia. E vorremmo che diventasse anche un impegno ufficiale, preso da tutti i paesi dell’Unione, il prossimo 25 marzo a Roma, per i sessant’anni del Trattato. Non sarà facile, ma ci stiamo impegnando al massimo per questo. L’Italia è sempre stata al centro dell’iniziativa europea. E del resto l’agenda dell’ultimo vertice di Malta è stata dettata completamente da noi, dalla Libia ai flussi migratori. Il problema non è trovarsi nel gruppo di testa, ma avere paesi troppo timorosi di riformare l’Europa”.

Ora la strada passa per Roma: il nuovo slancio all’integrazione potrebbe essere parte della dichiarazione che i leader dei 27 – con l’esclusione di Theresa May – approveranno il 25 marzo in occasione dei festeggiamenti del sessantesimo anniversario dei trattati. Da qui partirà il “Processo di Roma”, i cui primi risultati si vedranno nel 2018. L’obiettivo è che con la Dichiarazione di Roma del 25 marzo i leader lancino le cooperazioni rafforzate su difesa, sicurezza, investimenti, approfondimento dell’euro e della dimensione sociale dell’Unione.

La difesa farà da apripista, come spiega il ministro Roberta Pinotti al Messaggero. “La Difesa europea va rafforzata non solo per avere una maggiore autonoma capacità, ma anche perché, se i diversi Stati europei parlano voci diverse all’interno della Nato, questo impoverisce la loro possibilità di incidere. È fondamentale anche per la strategia difensiva della Nato che l’Europa parli una sola voce”. […] “Noi abbiamo bisogno che il nucleo di Paesi che si è mosso con più forza verso la Difesa comune, cioè Italia, Francia, Germania e Spagna, elabori cooperazioni rafforzate che portino ancora più avanti le decisioni assunte”.

È convinzione del Governo italiano che questo processo sia una presa d’atto di una realtà dei fatti, perché già oggi ci sono più velocità di integrazione dell’Europa.

Scrive Angelino Alfano sul Corriere della Sera. “In Europa le diverse velocità, i cerchi concentrici e la differenziazione nelle diverse accezioni, sono già una realtà. Il tema, quindi, non è “se”, ma come e in quali tempi fare i conti con questa realtà. Dei 28 Stati membri dell’Unione Europea, solo 19 adottano l’euro. La libera circolazione nell’area Schengen riguarda solo 26 Paesi europei, di cui 22 della Ue e 4 associati. Quanto alla difesa e sicurezza comune, 28 Stati aderiscono alla Nato (di cui 26 europei), mentre 57 Paesi partecipano all’Osce e 47 al Consiglio d’Europa. Chi si è concentrato solo sull’Unione in questi anni, ha forse guardato solo a una parte della realtà”

È indispensabile, tuttavia, che l’Italia sia in grado di stare al passo con i più veloci.

“Giusta la mossa di Berlino, via le zavorre. Ma l’Italia deve stare nel convoglio veloce” afferma Enrico Letta in un’intervista al Corriere della Sera “Che Angela Merkel rilanci l’Europa a diverse velocità è un fatto importante, una mossa utile e coraggiosa. La buona notizia è che la proposta venga dalla Germania, il Paese fin qui più immobilista, quello che non voleva toccare nulla e ora invece si muove per la prima volta in una logica di discontinuità. Berlino sembra capire che la mera difesa dell’esistente porta alla distruzione di tutto. La Brexit e Donald Trump costituiscono una doppia minaccia esterna esistenziale e l ‘Europa deve cambiare passo e direzione” spiega l’ex premier, secondo cui l’Italia “deve giocare da protagonista come allora. È una nuova sfida perché dobbiamo stare nel convoglio più veloce, meritarci il ruolo di locomotiva insieme ai Paesi fondatori”. Certo, per Letta “è evidente che la confusione, l’incertezza politica che stiamo raccontando all’esterno non aiuta. L’idea che l ‘Italia sia un Paese nel quale non si sa bene in prospettiva chi comandi, dove l’instabilità istituzionale sia strutturale, è un grave handicap. Dobbiamo fare una grossa analisi di coscienza collettiva e capire che siamo nuovamente in una fase dove si riscrivono le classifiche”.


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Terremoto, forte scossa nel centro Italia. Ingv: magnitudo 5,3, epicentro tra l’Aquila e Rieti

Torna a tremare il centro-Italia. Una scossa di terremoto è stata avvertita a Roma, nelle Marche e in Abruzzo intorno alle 10,25. Secondo l’Ingv è avvenuta a 10 km di profondità e ha avuto una magnitudo di 5.3 Gradi richter e l’epicentro sarebbe tra L’Aquila e Rieti.


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In Italia 176.554 migranti accolti nel 2016, otto volte i numeri del 2013. Missione di Marco Minniti a Malta e Nord Africa

Sono 176.554 i migranti accolti nel nostro Paese al 31 dicembre 2016, un numero 8 volte superiore rispetto a solo tre anni fa, cioè al 2013. Erano 103.792 nel 2015, 66.066 nel 2014, appena 22.118 nel 2013. È la “fotografia” di una realtà drammatica che non “fissa” solo i flussi degli sbarchi, ma è il “fermo immagine” di quanti poi rimangono stanzialmente nel nostro Paese.

A rendere noti i dati è stato il Ministero dell’Interno, secondo cui 137.218 migranti sono presenti nelle strutture temporanee, 14.694 nei Centri di prima accoglienza, 820 negli hotspot. Solo 23.822 occupano i cosiddetti posti Sprar, il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati. Cioè persone cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato, in fuga da guerre e da conflitti. La regione che ne ospita il maggior numero si conferma ancora la Lombardia, con il 13%, davanti a Piemonte (8%), Veneto (8%), Lazio (8%), Campania (8%), Sicilia (8), Emilia Romagna (7%), Toscana (7%) e Puglia (7%).

Questi dati sono anche maggiormente impressionanti se paragonati ai dati dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) secondo la quale nel 2016 gli arrivi dal mare in Europa sono stati 361.678 (181.405 in Italia più 173.447 in Grecia), contro oltre 1.015.078 del 2015. E anche oggi solo a Catania sono arrivati 131 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia sulla nave Gregoretti della Guardia Costiera. Ad Augusta sono arrivati invece 386 migranti a bordo della nave Aquarius di SOS Mediterranee.

Che cosa significa? Che gli arrivi in Italia nel 2016 sono stati tre volte meno, ma le persone accolte sul nostro territorio sono state quasi il doppio. Non è un caso che i numeri del Viminale siano stati resi noti in concomitanza con il primo viaggio all’estero di un ministro del nuovo governo Gentiloni, il ministro dell’Interno Marco Minniti, che è stato in Tunisia martedì e oggi a Malta – dal 1 gennaio presidente di turno Ue.

Missione appunto dedicata all’emergenza migranti e all’emergenza terrorismo (già sono stati presi contatti anche per un viaggio di Minniti in Libia). “Oggi, la migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterraneo. È diventata un motivo di preoccupazione per tutta l’Europa e tutti i Paesi debbono unirsi per cercare di trovare una soluzione comune” hanno affermato Minniti e l’omologo maltese, Carmelo Abela, a La Valletta. Abela ha detto di essere consapevole che il futuro dell’Unione dipenderà essenzialmente dalle decisioni che gli Stati membri prenderanno in questo frangente per far fronte al fenomeno migratorio.

Intanto in Italia è tornata al calor bianco la polemica sulla riapertura di un Cie in ogni regione. Beppe Grillo boccia la proposta Minniti. “Aprire un Cie per regione rallenterebbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europa e della Corte Costituzionale in materia di diritti umani. È necessario identificare chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere rapidamente gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili Cie spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari. Sono cose che il M5S afferma con buonsenso da anni”. Questa la ricetta del Movimento 5 Stelle. Anzi per Di Maio su Twitter “i Cie ingrassano le cooperative amiche del governo”.

La proposta di un Cie in ogni Regione d’Italia “la giudichiamo negativamente. Ci chiediamo che significato ha aumentare il numero di questi centri” ha dichiarato il responsabile immigrazione della Caritas Italiana, Oliviero Forti, in un’intervista al Tg2000 sulla tv dei vescovi . “Abbiamo lottato e lavorato insieme alle istituzioni – ha aggiunto Forti – affinché si riducesse il numero dei Cie. Abbiamo verificato che sono costosi, inefficaci e non riescono a raggiungere l’obiettivo per cui sono nati cioè identificare le persone e nei casi previsti dalla legge rimpatriarle forzatamente nei loro Paesi. La vicenda di Cona – ha proseguito Forti – racconta che l’accoglienza nei grandi centri non funziona perché si mette a repentaglio la vita delle persone come è accaduto alla donna ivoriana che, a quanto pare, non è stata soccorsa nei tempi e nei modi dovuti. Ma soprattutto crea delle condizioni di invivibilità. Chiediamo, dunque, che l’accoglienza sia diffusa con piccoli numeri sul tutto il territorio nazionale» ma «la maggior parte dei Comuni oggi non vuole migranti sul proprio territorio”.

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Morbillo, complicanze cerebrali più frequenti del previsto. In Italia la copertura vaccinale è ferma all’85 per cento

Le complicanze del morbillo – in primis le encefaliti, soprattutto nei bambini – sono meno rare di quanto si pensi. Motivo per cui il progressivo calo nelle coperture vaccinali, oltre a rappresentare un rischio per l’intera popolazione, espone la salute degli infetti a complicanze che non sono la regola, ma possono concretizzarsi con una probabilità maggiore rispetto a quella finora considerata. È questo il dato che emerge da una ricerca presentata nel corso dell’IDWeek 2016, l’appuntamento annuale che vede riunirsi gli esperti delle società americane di malattie infettive, pediatria ed epidemiologia.

PANENCEFALITE SUBACUTA SCLEROSANTE: DI COSA SI TRATTA? – I nuovi dati sono stati esposti dai ricercatori della dell’Università della California, in collaborazione con i colleghi dell’agenzia di sanità pubblica di Los Angeles. Gli scienziati hanno dimostrato che la panencefalite subacuta sclerosante – forma cronica di encefalite provocata dalla persistenza del virus del morbillo nel tessuto cerebrale – può emergere in un bambino su 1.387 contagiati entro i cinque anni. Ma il tasso è risultato più che raddoppiato (uno su 600) nei bambini colpiti dal virus nel primo anno di vita. Il dato è stato ricavato ricostruendo la storia clinica dei bambini colpiti dall’encefalite in California tra il 1998 e il 2016. Un’eventualità più frequente rispetto alle stime finora in vigore: un bimbo su 1.700, secondo un precedente studio tedesco. Da qui il suggerimento degli scienziati a «effettuare almeno due dosi di vaccino prima di portare un bambino in un Paese in cui il morbillo è endemico». La malattia è caratterizzata da febbre, tosse, occhi rossi, mal di gola e rash cutaneo.

I PIU’ A RISCHIO SONO I BAMBINI CON MENO DI UN ANNO –
In Italia tra il 2013 e il 2015 le coperture vaccinali sono scese dal 90,5 all’85,3 per cento. Una flessione che aveva determinato anche un richiamo ufficiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo alcune stime della Società Italiana di Pediatria, con il crollo delle vaccinazioni sarebbero oltre seicentomila i bambini italiani (2-9 anni) esposti al morbillo. Ma anche adolescenti e giovani adulti possono essere esposti. Il morbillo è infatti estremamente contagioso e può causare gravi conseguenze anche nelle persone immunocompromesse. La vaccinazione è considerata indispensabile su larga scala perché garantisce l’immunità «di gregge», ovvero la protezione anche di una parte significativa della popolazione che non ha potuto effettuare la vaccinazione. Particolarmente vulnerabili sono i bambini con meno di un anno, che a causa della loro età non possono ricevere la vaccinazione trivalente (morbillo, parotite e rosolia). Il virus del morbillo può diffondersi a tutto il corpo e raggiungere pure il cervello, dove anche dopo anni dall’infezione è in grado di provocare l’encefalite. La panencefalite subacuta sclerosante, per cui non esiste una cura, risulta fatale in quasi la totalità dei casi.

VACCINAZIONE: QUANDO EFFETTUARLA? – L’unica forma di prevenzione consiste nella vaccinazione, per cui la prima dose è prevista tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di vita. Prima, infatti, si considera che i bambini conservino una dose di anticorpi materni: motivo per cui anticipare il vaccino potrebbe ridurne l’efficacia. Oltre alla panencefalite subacuta sclerosante, un’altra complicanza insidiosa del morbillo è data dalla polmonite.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi

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Matteo Renzi mette la veste anti-establishment. “Vogliamo cambiare Italia e Ue”. Trump? “Da presidente sarà diverso”

Interpretare il cambiamento. Questa la strada che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca, questa la figura che Matteo Renzi prova a interpretare per vincere il referendum, dopo il quale l’Italia “tornerà protagonista nel mondo”, e per riformare l’Europa.

“Penso che Donald Trump abbia interpretato il cambiamento in maniera più radicale rispetto a Hillary Clinton – afferma Matteo Renzi a Che Tempo Che Fa, su Raitre – C’è l’ansia di cambiare, di poter entrare nel futuro, con tutte le inquietudini di un futuro che fa anche paura. Io comprendo che ci sia un bisogno di cambiare, ma mi domando chi rappresenti in Europa o in Italia questo cambiamento, chi sia davvero anti-establishment. Io da due anni sono al governo di questo paese. Sto cercando un passettino alla volta di cambiare le cose. Cosa chiedono i cittadini che andranno a votare? Secondo me chiedono di voltare pagina e questa riforma è un treno che ripassa tra 20 anni, se ripassa, abbiamo fatto una fatica pazzesca ad arrivare fino a qua”. L’uomo del cambiamento, come Renzi prova a descriversi, è anche quello che non accetta la palude: “Se si deve Stare nel pantano è bene che ci vada qualcun altro”. dice, “vengano altri, i professionisti del galleggiamento”. Una frase che lascia intendere che in caso di vittoria del No confermerà quanto detto mesi fa, che lascerà Palazzo Chigi.

Renzi è pronto a collaborare con Donald Trump, ma aspetta di capire come si comporterà alla Casa Bianca. “La vittoria di Trump non era attesa, ora è difficile capire che presidente sarà, ma io credo che il Trump presidente sarà diverso dal Trump candidato”. Si sono sentiti al telefono, “ci siamo salutati con un ciao alla fine. Sono molto ottimista sul fatto che Italia e Stati Uniti istituzionalmente continueranno a lavorare bene, anche se poi ognuno ha le sue opinioni e valutazioni”.

Trump resta però un caso a parte. “Vedo molti politici italiani che si sono specializzati in commenti elettorali. Vedo Salvini – prosegue Renzi – che sembra che abbia vinto lui. Gli ricordo che le ultime vittorie elettorali della Lega sono a Gallarate e Cascina, non in Michigan e Wisconsin. Non è che quello che accade negli Usa si traduce nella vittoria della Le Pen in Francia o di Grillo in Italia”. I sondaggi spesso sbagliano, “spero anche in Italia, visto quello che dicono sul referendum” chiosa il premier.

Renzi pronta a presentarsi come l’uomo del cambiamento dell’Italia, tramite le riforme costituzionali, e dell’Europa. Il referendum è un’occasione storica, dice, “io ho 41 anni e vedo la fatica che si fa a cambiare le cose. Da qui a 20 giorni gli italiani decidono il loro futuro”. Cambia “la semplicità di fare investimenti, la velocità di fare le leggi”. Dopo, “se superiamo l’ostacolo saremo protagonisti in Europa e nel mondo” assicura Renzi. La novità politica è il suo sostegno al documento del Pd sulla legge elettorale, per spazzare via lo spettro del combinato disposto dell’Italicum con la riforma costituzionale. “Ma questo referendum non è il congresso del Pd, chi vuole farlo deve aspettare il 5 dicembre. Speriamo che li facciano anche gli altri, invece di stare su un blog o di far decidere tutto a uno”.

La battaglia europea prosegue, Renzi torna a minacciare di porre il veto sul bilancio. “L’Europa che conosco io non mi impedisce di mettere a posto le scuole, la stabilità dei burocrati a Bruxelles è meno importante della stabilità dei nostri ragazzi nelle scuole. Se c’è bisogno si mette il veto e l’anno prossimo faranno fatica a chiuderlo senza di noi. Se vogliono fare dei muri, non li faranno con i nostri soldi. Il sogno europeo è la pace e abbattere i muri”.

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