Il mattone torna al centro degli investimenti per i risparmiatori italiani.

C’è la corsa all’acquisto approfittando dei prezzi vantaggiosi (già in leggera risalita) e degli interessi sui mutui mai bassi come ora. Interessanti valutazioni dal gruppo Tecnocasa.

I segnali positivi colti sul mercato immobiliare nel corso del 2015, sembrano confermarsi anche in questa prima parte del 2016.

 

Il mattone ritorna infatti ad interessare gli italiani che, negli ultimi anni, avevano rimandato il sogno della casa di proprietà in attesa dell’evoluzione del mercato.
Nel primo semestre dell’anno i bassi tassi di interesse sui mutui, i prezzi delle abitazioni ormai a livelli minimi ed una rinnovata fiducia hanno determinato un aumento delle compravendite. Infatti gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate sulle compravendite mostrano che nel primo semestre del 2016 le transazioni sono state 258.380 con un aumento del 21,9 % rispetto al primo semestre del 2015.

Tra le grandi città il migliore risultato sul semestre spetta a Torino (+29,9%), seguita da Milano con (+28,1%).
L’offerta sembra assottigliarsi, soprattutto sulle tipologie di qualità. I tempi di vendita sono in lieve diminuzione, in particolare, se l’immobile è correttamente valutato.

I dati rilevati dal Gruppo Tecnocasa sulle quotazioni immobiliari ci dicono che nelle grandi città sono in ribasso dello 0,9%, la variazione più contenuta finora registrata a conferma che la stabilità è prossima e la ripartenza non lontana. 
Le nostre previsioni vedono ancora prezzi in calo, tra -2% e 0%, per l’anno in corso ed in leggero aumento per il 2017. Anche il sentiment espresso dagli operatori delle nostre reti è orientato in tal senso.
Le compravendite potrebbero attestarsi tra 480 e 500 mila.
 

NUMERO DI COMPRAVENDITE CITTÀ I sem 2016 I sem 2015 Var.% BARI 1.365 1.321 3,3% BOLOGNA 2.809 2.213 26,9% FIRENZE 2.446 1.995 22,6% GENOVA 3.290 2.577 27,7% MILANO 10.954 8.554 28,1% NAPOLI 3.435 2.764 24,3% PALERMO 2.416 2.215 9,1% ROMA 14.814 13.168 12,5% TORINO 6.253 4.814 29,9% VERONA 1.503 1.253 20,0% Fonte: Agenzia delle Entrate
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Enrico Rossi: “Una patrimoniale per finanziare gli investimenti pubblici”

“Tortuosa è la strada dell’asino, dritta quella dell’uomo, scriveva il grande architetto Le Corbusier. Ecco, io ho scelto di seguire la strada dritta, Emiliano quella dell’asino”. Così Enrico Rossi, presidente della Toscana, in un’intervista alla Stampa commenta l’improvviso dietrofront del collega pugliese.

“Domenica sera abbiamo firmato con lui e Roberto Speranza una nota durissima che annunciava la scissione. Poi l’ho sentito lunedì in giornata, mi ha detto che ci saremmo risentiti la sera. Ma quella telefonata non è arrivata. Non ha concordato nulla con noi”, ha raccontato Rossi precisando che “ognuno segua la sua strada, il suo istinto”.

“Domenica – ha continuato – la relazione di Renzi e gli interventi successivi sono stati bastonate contro di noi. In quel momento ho detto che avrei lasciato il partito per costruire una nuova forza politica di sinistra e ora tengo la barra dritta, anche se non è facile. Lo faccio per ragioni profonde, non certo per la data del congresso. Non me la sento di partecipare a un congresso che sarà solo una reincoronazione di Renzi”.

Rossi precisa: “io voglio parlare di lavoro, di proposte per la redistribuzione del reddito. Le condizioni per restare non ci sono, il Pd non è più il mio partito, da Renzi ci divide l’analisi sulla società italiana e le risposte da dare alla crisi in una fase in cui le persone più deboli si rivolgono ai Trump”. Dalla base in Toscana, “c’è stata una reazione negativa, è inutile negarlo. Ma avrò modo di spiegare le mie buone ragioni. Il tempo lavorerà per noi, ci sono milioni di lavoratori e precari che hanno già lasciato il Pd a cui vogliamo dare risposte”.

Obiettivo del presidente toscano è creare “una forza di sinistra nuova, non una replica del passato, con ricette economiche molto diverse da quelle di Renzi: niente bonus ma una patrimoniale per finanziare gli investimenti pubblici e una seria lotta al precariato. Ma ricordo che il nostro avversario è la destra, non il Pd. Coi dem bisognerà provare a ricucire, anche immaginare un’alleanza”.

Per quanto riguarda il leader del nuovo partito “dovremo trovare il modo di allargare la partecipazione, di aprirci: non esistono solo i gazebo”. E conclude: “Io non cerco posti in Parlamento, voglio restare alla guida della mia Regione e le condizioni ci sono. Sui programmi l’accordo col Pd è pieno. Ma qualche contraccolpo non lo escludo: se gli altri vorranno far saltare tutto dovremo prenderne atto”.


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