A Suvignano ragazzi da tutta Italia per i campi della legalità: inizia Arci, poi Libera

FIRENZE – Le prime ragazze e ragazzi, una quindicina,  sono arrivati a Suvignano stamani, per il campo della legalità  che si svolgerà nella tenuta senese confiscata nel 2007 ad un imprenditore palermitano vicino a Provenzano e da alcuni mesi finalmente affidata in gestione alla Regione, che ne vuole fare un simbolo e un laboratorio permanente.  E’ il primo che si organizza in Toscana, dopo quelli che da tempo si svolgono in Sicilia e Calabria sulle terra confiscate alla mafia e all’ndrangheta, sostenuti in  tutti questi anni anche dalla Regione a cui hanno partecipato numerosi ragazzi toscani.

A Suvignano sarà l’Arci a rompere il ghiaccio. I ragazzi, adolescenti per lo più, sono partiti anche da altre regioni per prendere parte al campo e tra nove giorni, l’8 luglio, si daranno il cambio con altrettanti coetanei per il secondo appuntamento, organizzato in questo caso da Libera, fino al 14 luglio. Zaino in spalla, sacco a pelo per dormire nella palestra della scuola trasformata in dormitorio, occhi vispi e tanta voglia di imparare e conoscere cosa è stata e cosa è la mafia. Per sconfiggerla. Per acquisire gli anticorpi della legalità con cui opporsi alla criminalità organizzata, che anche in Toscana sciacqua i propri denari sporchi e conduce i propri affari, con 552 beni confiscati in questo momento ma solo 137 assegnati in via definitiva.

La storia giudiziaria della tenuta, che si estende oggi per 640 ettari tra i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo (una colonica di pregio, altri diciassette edifici e 21mila metri quadrati tra immobili e magazzini, pure una chiesetta di fianco all’edificio principale) inizia con il giudice Giovanni Falcone, che nel 1983 sequestra l’azienda all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore ne rientra successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996 arriva il secondo sequestro, assieme ad un patrimonio di ben duemila miliardi di vecchie lire affidato alla gestione di un amministratore giudiziario. Poi, nel 2007, la condanna e la confisca definitiva. Si è rischiato ad un certo momento, anni fa, che la tenuta fosse messa all’asta, con il rischio che potesse tornare alla mafia attraverso prestanome. Poi nei mesi scorsi, annunciata già da più di un anno, è arrivata l’assegnazione alla Regione, che la gestisce adesso attraverso Ente Terre, che già si occupa di altre proprietà demaniali o in gestione, fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale.

“I toscani se la sono ripresa ed abbiamo deciso di aprirne i cancelli a tutti– dice l’assessore alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli – Ci faremo una buona agricoltura, con prodotti biologici e di filiera corta e ospitalità agrituristica, e chi lavorerà qui, lo farà garantito, sempre, dalla forza della legge e dei diritti. Ma sarà anche un luogo vivo di idee e un simbolo della lotta alla criminalità organizzata”. A partire, appunto, dai campi organizzati con i ragazzi delle scuole, che lavoreranno negli oliveti e negli orti botanici, ma che parleranno e discuteranno di diritto, frequenteranno nei campi di quest’anno laboratori di  fotografia sociale, parleranno con giornalisti ed esperti che racconteranno loro come opera la mafia, dove meno te lo aspetteresti e tutti giorni, spesso sotto gli occhi di tutti. Visiteranno naturalmente la tenuta e impareranno anche cosa sono state le stragi del 1992 e 1993 – come quella  dei Georgofili a Firenze, ad esempio – , ripercorreranno la storia a ritroso  con l’Istituto storico della Resistenza e parteciperanno a laboratori teatrali, con l’arte come strumento di sintesi. Visiteranno anche il “Centro di documentazione e legalità democratica” a Firenze, una struttura interna alla Regione, un archivio e una vera ‘casa della memoria’ che si affaccia sulla centralissima piazza del Duomo.  Uno spazio frequentato da studiosi ma anche dalle scuole, dove sugli scaffali si susseguono studi e atti processuali sui misteri e i poteri occulti in Italia, le stragi, l’eversione e la mafia appunto. Una struttura unica dalle Alpi fino alla Sicilia, interamente pubblica.

L’assessore Bugli sarà a Suvignano, con i ragazzi, domenica 7 luglio alle 17, per la festa di chiusura del primo campo e poi ancora  venerdì 12 luglio  dalle 17 alle 19, per partecipare all’incontro con il procuratore del Tribunale di Prato Giuseppe Nicolosi.

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Terme di Comano, inizia la stagione.

Dal 27 marzo al 4 novembre, una nuova stagione, tra il lago di Garda e le dolomiti di Brenta; benessere e salute: connubio perfetto e l’acqua che cura grandi e piccoli.

Avvolti nella natura dei quattordici ettari del parco termale, godere della natura, dei borghi e dei sapori e approfittare di trattamenti detox e wellness a base dei prodotti del territorio e dell’acqua di Comano o, in caso di necessità, iniziare i trattamenti curativi per la cura della pelle nell’unico luogo in cui l’acqua è il farmaco…il più naturale.

 

Le Terme di Comano detengono il primato europeo della cura della pelle e offrono trattamenti efficaci e duraturi con le loro acque bicarbonato-calcio-magnesiache, confortate da straordinari riconoscimenti scientifici e autorevoli ricerche mediche internazionali.

Più particolarmente, con una temperatura alla sorgente (nelle Dolomie del Gruppo di Brenta) di 27°C, le Terme di Comano, convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale, sono specialmente indicate per gli adulti: nella cura di psoriasi (anche in abbinamento a una efficace fototerapia selettiva), eczemi e, sempre più, anche di dermatiti e per i bambini, nella cura di dermatiti atopiche e rinite allergica.

 

Oltre ai trattamenti curativi, le Terme di Comano vantano anche un moderno comparto wellness.

 

Tornare in forma, combattere la cellulite, rigenerare corpo e mente, recuperare energie, prendersi il tempo per se stessi e per stare bene… tutto questo è possibile nel moderno centro benessere delle Terme di Comano. 

 

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