La giravolta, questa volta, è clamorosa. Nel gruppo Alde, Alleanza dei liberali e democratici d’Europa, tempio del filo europeismo più tradizionale, che è stato perfino la casa di Mario Monti, adesso potrebbe entrare Beppe Grillo con una mossa scenica che ricorda le capriole di John Belushi nel film The Blues Brothers, quando il protagonista, in chiesa, inizia a urlare: “Ho visto la luce”. La luce, nel caso del leader pentastellato, è la svolta moderata in chiave europea.
Svolta che, se non avesse dietro di sé un carico di contraddizioni e di proteste, non avrebbe niente di comico e di visionario. Sarebbe viceversa segno di realismo politico, legato alla consapevolezza che avvicinandosi a un’eventuale vittoria elettorale, i 5Stelle devono darsi una fisionomia di governo e non possono più permettersi di accompagnarsi con gli euroscettici di Nigel Farage e con l’anti europeismo più populista e andante.
Il cambio di passo lo ha dimostrato anche il tour presso le Cancellerie straniere intrapreso dal candidato premier in pectore Luigi Di Maio con tanto di cambio di toni non più tanto di lotta. Ma una possibile adesione all’Alde è talmente sorprendente che non solo coglie alla sprovvista gli stessi 17 europarlamentari grillini, per non parlare della base, ma anche l’ex compagno di viaggio Farage, presidente insieme al pentastellato David Borrelli del gruppo Efdd: “In termini politici sarebbe completamente illogico per i 5Stelle unirsi al gruppo più eurofanatico del Parlamento europeo”. Sta di fatto che lunedì scadranno i termini del voto sul blog, che chiede agli iscritti di scegliere se restare nel gruppo Efdd, convergere nel gruppo dei Non iscritti (ipotesi che Grillo sconsiglia) o se confluire nell’Alde. Ed è proprio quest’ultima la strada indicata da Grillo, che insieme a Davide Casaleggio lunedì sarà a Bruxelles a sedare la protesta e a dare spiegazione sul perché di questa capriola.
Nonostante il post sul blog sia apparso all’improvviso (“Io come eurodeputato del M5S non ne sapevo niente e come voi attivisti e non, ho appreso la notizia, con sorpresa e sconcerto”, scrive per esempio Marco Zanni), il lavoro sottotraccia andava avanti da tempo e aveva subito un’accelerazione dopo il referendum sulla Brexit. Nel mese di dicembre infatti i 5Stelle avevano tentato di avviare un’alleanza con i Verdi europei, connubio che la base grillina avrebbe apprezzato di più. Ma la trattativa non è andata a buon fine poiché gli stessi europarlamentari Verdi, con voto, si sono espressi contro l’ingresso dei grillini.
Considerato poi che i gruppi con la presenza di partiti italiani al loro interno erano stati esclusi a prescindere, l’unica strada rimasta da percorrere era quella dell’adesione all’Alde, per non restare isolati e ininfluenti nel gruppo dei Non iscritti. Ma i dubbi nel mondo pentastellato sono tanti, soprattutto perché l’operazione conclusiva è stata fatta all’insaputa dei parlamentari nazionali ed europei: tutti si immaginavano una maggiore condivisone e non direttamente la lettura del post sul blog.
Le chat dei deputati e dei senatori sono roventi in queste ore. Il primo a metterci la faccia e a criticare apertamente la linea del leader 5Stelle è Carlo Sibilia, deputato M5S e membro del direttorio grillino ormai in pensione: “Votare informati è importante. Ecco cosa diceva il gruppo Alde di noi meno di 3 anni fa: Per completezza, si segnala che anche Alde, il gruppo più europeista e federalista esistente al Parlamento europeo, ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti per l’Europa del M5S come ‘completamente incompatibili’ con la loro agenda pro-Europa, definendo il M5S ‘profondamente anti europeo’ e il suo programma ‘irrealistico e populista’. Alde – incalza Sibilia – è anche favorevole alla clausola Isds nel Ttip”, trattato transatlantico sul commercio.
Le pagine Facebook dei grillini così come il blog di Grillo vengono inondate di commenti: “A quando una sviolinata a Napolitano?”, chiede ironico Walter. Il senatore Nicola Morra scrive: “La marcia solitaria non ci spaventa”. E il coro che si alza è: “Meglio soli che male accompagnati”. C’è chi poi come Danilo Toninelli dice che pur entrando in Alde “avremo la nostra autonomia”. In tanti tuttavia propenderebbe per restare liberi da alleanze, ma c’è un dato politico che ha portato Grillo a sponsorizzare la scelta dell’Alde. Entrare nel Misto, ha spiegato, vuol dire “perdere opportunità”. Come ad esempio, “avere diritto di parola durante le sessioni plenarie del Parlamento, essere rappresentati all’interno della Conferenza dei Presidenti, avere la possibilità di seguire l’iter legislativo come autori di regolamenti europei, ottenere fondi da spendere sul territorio, per le numerose attività d’informazione e formazione, rivolte ai cittadini italiani ed europei”. Non solo. A breve in Europa si rinnoveranno le cariche, tra cui quella del presidente del Parlamento. A guidare l’Alde è l’ex premier belga Guy Verhofstadt, da sempre molto critico nei confronti della presidenza russa di Vladimir Putin, sfiderà Gianni Pittella per il Pse e Antonio Tajani per il Ppe. È naturale che i voti dei 5Stelle, se lunedì la Rete dovesse decidere di confluire nell’Alde, andranno a Verhofstadt. Peccato però che era stato bollato da M5S come “impresentabile” e nonostante questo Grillo e Casaleggio potrebbero incontrarlo lunedì a Bruxelles.
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