STERYLWASH IGIENIZZANTE DETERGENTE AL PROFUMO DI EUCALYPTO 1 LT per luoghi dove sostano gli animali

Marca: Union Bio

Caratteristiche:

  • Non lascia residui
  • Non copre ma neutralizza gli odori
  • Da diluire in acqua – Concentrato
  • Made in Italy
  • Si può usare anche sul parquet

Dettagli: Sterylwash è un igienizzante concentrato per tutte le superfici lavabili dove vivono o sostano gli animali (box, cucce, lettiere, kennel, pavimenti e terrazze) e per gli ambienti domestici dove vivono i bambini e tutti coloro che hanno bisogno di maggiori garanzie igieniche. È ricco di oli essenziali capaci di innescare una competizione nei confronti dei batteri legati alla degradazione. Non copre gli odori, ma li disattiva.

EAN: 8032958822405

STERYLWASH IGIENIZZANTE DETERGENTE AL PROFUMO DI EUCALYPTO 1 LT per luoghi dove sostano gli animali

Referendum e voto estero: domenica battaglia a Castelnuovo di Porto, dove si scrutinano le schede decisive

Circa 48mila metri quadri, ben militarizzati. Lo chiamano il ‘Pentagono’ del voto all’estero. Addirittura. Perché il Centro Polivalente della Protezione Civile a Castelnuovo di Porto, paese di poco più di 8mila anime tra la Flaminia e la Tiberina in provincia di Roma, è un vero e proprio fortino con un carattere quasi sacro. Chi lo espugna vince.

Lì vengono portate le schede di chi ha votato dall’estero per il referendum costituzionale di domenica: sono il prodotto di circa 1400 seggi. E lì vengono scrutinate. Lì piomberanno almeno 200 volontari del comitato del No perché temono brogli. E arriveranno anche rappresentanti del Sì, per rispondere a eventuali accuse e controllare a loro volta. Stando a tutti i sondaggi e ai calcoli di entrambi i comitati, il voto all’estero è il vero ago della bilancia di questo combattutissimo referendum costituzionale.

Ecco perché il voto di domenica potrà facilmente passare alla storia come ‘la battaglia di Castelnuovo di Porto’. Benché il centro polivalente dello scrutinio sia situato a circa 15 chilometri dal centro abitato, in una zona isolata, scelta apposta per garantire un corretto svolgimento delle operazioni di voto già nel 2006, quando il voto all’estero consegnò a Romano Prodi la fragilissima maggioranza al Senato. Durò solo due anni. Tempi andati ma anche quest’anno il voto all’estero sarà decisivo.

Intorno alle 15 di domenica si potrà già sapere il dato dell’affluenza dall’estero. E sarà molto alto: previsione condivisa sia dal comitato del sì che da quello del no. Pur con polemica. Quelli del Sì stimano 1 milione e 200-300mila voti in arrivo dall’estero. Renzi li considera la sua cassaforte per la vittoria. Visto che tutti i sondaggi che ha in mano danno il sì in svantaggio sul no a livello nazionale. E visto che, secondo i calcoli che fanno al suo quartier generale, nemmeno il sì di Romano Prodi riesce a ‘salvare’ questo voto.

Quelli del No condividono la previsione sul numero dei votanti dall’estero. “E’ possibile – ci dice Alberto Campailla del Comitato del No – C’è uno zoccolo duro di 700-800mila votanti, come si è visto in altri appuntamenti elettorali. Ma in più stavolta c’è stata maggiore pubblicità sul voto. Molta di più rispetto al referendum di aprile sulle trivelle”.

Stavolta autorevoli esponenti del Sì hanno dedicato molte tappe elettorali all’estero. A cominciare dal ministro Maria Elena Boschi e il suo tour in America Latina. Per finire alla cena di Matteo Renzi da Obama, da leggersi anche in chiave di propaganda tra gli italiani che vivono in America oltre che attraverso la lente delle forti relazioni diplomatiche tra Roma e Washington nell’era Barack. E poi c’è un altro dato.

L’Italicum ha introdotto la possibilità di votare anche per gli italiani che risiedono all’estero temporaneamente da almeno tre mesi, per motivi di studio, lavoro o cure mediche ecc. Una disposizione che per la prima volta è stata applicata al referendum No triv di aprile. “Solo che allora il termine entro il quale ci si poteva iscrivere per votare non è stato prorogato – ci dice ancora Campailla – L’Italicum lo stabilisce in 10 giorni dal giorno di pubblicazione del decreto che indica la data del voto in gazzetta ufficiale. Per il referendum costituzionale questo termine è stato prorogato di almeno un mese: scadeva l’8 ottobre, hanno tenuto i termini aperti fino al 2 novembre”.

Ecco il perché di quel milione e passa di voti in arrivo dall’estero. Un fortino che per Renzi racchiude “sorprese positive”, così dicono i suoi. “Noi invece pensiamo di fare bene tra gli italiani di recente immigrazione, tra i giovani che se ne sono andati per effetto della recente crisi economica”, dice Campailla. Partita evidentemente persa tra quelli di immigrazione più antica. Anche qui le aspettative del sì e del no stranamente coincidono. Si vedrà domenica.

Soprattutto si vedrà come andrà sul campo di battaglia, nell’hangar di Castelnuovo di Porto. “La nostra attenzione sul voto all’estero nasce dalle numerose segnalazioni ricevute – prosegue Campailla – il nostro compito è di garantire a tutti i cittadini e in particolare a quelli che non vivono in Italia che la loro scelta venga rispettata”. Verifica delle persone decedute, non aventi diritto al voto perché minorenni, schede sospette perché apparentemente compilate dalla stessa mano: i campanelli di allarme sono molteplici.

“Questi sospetti di brogli… se qualcuno ha qualcosa da dire, faccia denuncia – replica il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini – il voto degli italiani all’estero è stato una conquista condivisa da tutto il Parlamento. Hanno votato negli altri referendum, nelle altre elezioni Politiche e non capisco questo atteggiamento preventivo nei confronti del voto degli italiani all’estero”.

Istituito con la legge Tremaglia del 2001, governo Berlusconi, ora però il voto all’estero viene preso di mira anche da Forza Italia. “E’ l’intero processo che è assolutamente viziato”, diceva Renato Brunetta una settimana fa, dopo aver incontrato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni insieme ad altri esponenti del comitato del No. Matteo Salvini chiede addirittura “un controllo dell’Onu”. Il parlamentari del M5s in commissione Affari Costituzionali di Camera e Senato scrivono a Gentiloni e Alfano: “Il Viminale e la Farnesina non hanno fatto nulla per garantire la regolarità del voto degli italiani all’estero che è seriamente a rischio brogli”.

Renzi, che continua a girare come una trottola tra ‘#Matteorisponde’ su Facebook, le interviste su ogni media possibile e le iniziative nelle città (domattina a Palermo, con contestazione studentesca annessa), glissa: “A me sembra strano che avvicinandosi ad una grande festa della democrazia noi anziché guardare a ciò parliamo delle bufale, di cosa Renzi farà da grande. Concentriamoci sul merito. Cari italiani, stanno cercando di fregarvi, parliamo della scheda”.

Appollaiato intorno alla sua Rocca, su una collina tufacea, Castelnuovo di Porto è lì che aspetta la prossima invasione elettorale.
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Lotti e Nardella nel casertano dai signori delle preferenze, dove le clientele girano “come Cristo comanda”

Il Giglio Magico, nonostante l’alluvione nel Casertano, arriva nei feudi di Nicola Cosentino, detto Nick o’ mericano, dove il partito della Nazione è già nato. Luca Lotti, dopo la benedizione di De Luca jr a Salerno, è ad Aversa a sostenere le ragioni del Sì, il “cambiamento” atteso “vent’anni”. Entra nella sala gremita con Stefano Graziano, coinvolto in un’inchiesta sui favori ai clan Zagaria in cambio di appoggi elettorali. L’accusa di concorso esterno è caduta, resta l’ipotesi di voto di scambio: voti in cambio di favori. “Stefano è tornato a casa”, così la scorsa settimana a Caserta lo ha salutato il premier dal palco. In prima fila, a battere le mani, c’era Vincenzo D’Anna, cosentiniano di ferro e artefice di una lista che portò un bel po’ di voti a Vincenzo De Luca.

Accanto a Lotti anche l’europarlamentare Nicola Caputo, indagato dalla Dda di Napoli per voto di scambio. Negli atti dell’inchiesta si leggono sfarzose feste elettorali con 1800 invitati, la faccia del candidato stampata sui tovagliolini, fiumi di vino (“quello venduto anche ai cinesi”) e ragazze in minigonna “tipo quelle che stanno in America”. La Florida italiana, coi suoi sei milioni di votanti, profuma di antico. “Organizzate le clientele come Cristo comanda”, il verbo deluchiano mai smentito, criticato dai fedelissimi del premier. Arriva a Caserta in serata anche Dario Nardella, che sabato sarà a Napoli con il fior fiore dei sindaci renziani, da Gori a Ricci a Decaro, diventato presidente dell’Anci con la mission di macinare voti al Sud, mobilitando gli amministratori del Sud.

Caserta, Aversa, ma anche Casapesenna, Marcianise, erano l’America di Nick o mericano, condannato per camorra, un sistema scientifico, fatto di consenso organizzato, referenti precisi, capibastone efficienti. Ora, da quelle parti, va forte il Pd, diventato feudo di Graziano. A Marcianise l’ex sindaco del Pd è indagato per concorso esterno in associazione camorristica, perché secondo la Dda fu sostenuto dal clan Belforte alle elezioni del 2006 e del 2001. Guardate la sua bacheca su Facebook: “Basta un Sì'”, contro l’accozzaglia. In parecchi nel Pd sussurrano che, ai tempi in cui era segretario, Veltroni nei suoi comizi da queste parti si rivolgeva così ai poteri opachi: “I vostri voti non gli vogliamo perché noi vogliamo distruggervi”.

Parole che nessuno del Giglio Magico pronuncia. Luca Lotti, braccio destro e sinistro di Matteo Renzi, nei suoi interventi parla poco. Più abituato alla manovra nell’ombra che alle orazioni appassionata, sa che conta la foto, da quelle parti. Il governo, sinonimo di potere, benedice i potenti locali. Il che rende il sistema di potere locale più forte nel chiedere voti, perché se è arrivato Lotti significa che “questi contano” e “possono fare qualcosa”, come si dice da queste parti.

Qualche tempo fa Rosaria Capacchione, giornalista antimafia e ora senatrice del Pd, criticò proprio questa assenza di filtri, figlia di manovre spericolate, a proposito degli scambi del suo partito sul consiglio di amministrazione di un consorzio industriale: “Se ci si occupa di consigli di amministrazione, si finisce nelle cronache giudiziarie”. Il riferimento era il consiglio di amministrazione del consorzio Asi, struttura strategica per la programmazione dei fondi europei. In quell’occasione il Pd, impegnato a portare mondi di destra a De Luca, fece l’accordo col parlamentare europeo Fulvio Martusciello.

I voti si contano, in questa campagna elettorale che si gioca al Sud, senza tanti filtri e parole, con un sistema che non cambia verso: “Quanti voti porta quello?”, “Da li ne devono arrivare X”, “da lì Y”. A Casapesenna, paese del boss Michele Zagaria, è molto attivo sul Sì Marcello De Rosa, il sindaco che vive sotto scorta per le minacce della camorra ma è indagato per concorso esterno in associazione camorristica. Secondo la Dda di Napoli De Rosa fu eletto nella primavera del 2014 anche grazie all’appoggio dell’ex sindaco Fortunato Zagaria (omonimo del boss del clan dei casalesi), indagato anche lui per concorso esterno.

A Caserta in serata arriva anche il sindaco di Firenze Dario Nardella per un incontro dal titolo “la cultura per il Sì, come valorizzare quello che ci rende unici in Europa”. Ci sono anche Graziano e Caputo. Causa alluvione e strade allagate, l’iniziativa viene rimandata. La macchina del consenso però continua a girare, “come Cristo comanda”.
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DIRETTA Napoli-Carpi, dove vedere in tv e streaming la gara del San Paolo [Formazioni e Video Gol] – International Business Times Italia


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DIRETTA Napoli-Carpi, dove vedere in tv e streaming la gara del San Paolo [Formazioni e Video Gol]
International Business Times Italia
Gara potenzialmente trappola per il Napoli che ospita al San Paolo il Carpi per la 24ª giornata di Serie A. Gli emiliani sono terz'ultimi in classifica a -4 dalla zona salvezza, ma arrivano da sei gare in cui hanno perso solo una volta (per di più in
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Napoli e Juve, occhio alle trappoleLa Stampa
Napoli – Carpi, azzurri a caccia dell'ottavo successo consecutivoVAVEL.com
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