Indonesia, dolore e rammaricodopo l’annuncio della sospensione delle operazioni di ricerca e soccorso.

Save the Children stima che sia di 1500 il numero dei bambini dispersi in seguito al Terremoto e allo Tsunami che ha colpito Sulawesi.

Comunicato Save the Children

 

“Abbiamo accolto con estremo dolore la notizia della sospensione delle attività di ricerca e soccorso dei sopravvisuti al terremoto e allo tsunami a Sulawesi centrale da parte del Governo indonesiano,” ha dichiarato Selina Sumbung, Direttrice di Yayasan Sayangi Tunas Cilik (YSTC), il partner locale di Save the Children.
L’annuncio della sospensione delle attività di ricerca e soccorso a Sulawesi indica purtroppo che migliaia di persone finora disperse sono presunte vittime del terremoto e allo tsunami che ha colpito nei giorni scorsi l’isola indonesiana.

 

“Secondo l’agenzia nazionale di contenimento dei disastri naturali, il numero di persone disperse è salito a 5.000, compresi, secondo le stime, 1.500 bambini. I bambini sono particolarmente vulnerabili in questo tipo di situazioni, e pensare che così tanti abbiano perso la vita è straziante. Questi numeri nascondono il dolore profondo di ciascuna di queste famiglie, che devono affrontare l’orrore di non sapere se i loro cari sono ancora in vita. L’ansia che stanno provando, insieme ai disagi quotidiani per la ricerca del cibo e di un posto asciutto dove dormire, è difficile da immaginare.”

 

In Indonesia, Save the Children opera attraverso YSCT, che ha predisposto, insieme alle altre organizzazioni, un sistema di tracciamento dei gruppi familiari insieme alla procedura di riunificazione, e ha creato un sistema di monitoraggio e protezione dei minori per garantirne la sicurezza. YSCT ha anche creato un centro di registrazione dove genitori e bambini che hanno smarrito i propri familiari possono fornire le informazioni necessarie per ritrovarli, e da dove i bambini possano essere trasferiti in un luogo sicuro in attesa che vengano effettuate le operazioni di rintraccio.

 

“Siamo qui al fianco delle famiglie colpite dal disastro che stanno cercando di ricostruire le loro vite, e continueremo a lavorare senza sosta perché possano avere un riparo, ricevere ciò che occorre per la loro igiene, acqua fresca e il necessario supporto psicologico”, spiega ancora Selina Sumbung. Il partner di Save the Children sta continuando a distribuire a centinaia di famiglie di Sulawesi aiuti salvavita come kit per l’acqua potabile, kit per l’igiene e materiali per la costruzione dei ripari.

Per supportare gli interventi di Save the Children nell’emergenza in Indonesia:
https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze

Master Viaggi News – News Mondo (Ultime 10 News Inserite)

“Mio figlio si è ucciso a 16 anni. Non sono stato un buon padre, non ho saputo capirlo”. Il dolore del padre del ragazzo suicida per pochi grammi di hashish

“Mi chiedono se mi ritengo comunque un bravo padre. No, non lo sono stato. Non ho saputo capire mio figlio”. È duro lo sfogo del papà del ragazzo sedicenne che si è suicidato dopo che gli erano stati trovati in tasca una decina di grammi di hashish durante dei controlli della Guardia di Finanza all’uscita dell’istituto scolastico di Lavagna, in provincia di Genova. Il giovane, già alla prima perquisizione, aveva confessato di essere in possesso di altri grammi di hashish trovati nella casa in cui viveva con la madre e il compagno di questa.

Scrive La Stampa:

La visita della Fiamme Gialle a casa, il rimprovero della madre, il gesto repentino di raggiungere il balcone e buttarsi giù, senza una parola.

“Spero solo che questa tragedia serva perché non ne accadono delle altre. Ho detto all’allenatore della squadra che dica ai ragazzi come lui stesso, il parroco, noi genitori siamo tutti sempre pronti a capirli e a consigliarli, devono sentire quanto amore c’è intorno a loro”.

Amore che non è bastato per salvare la vita di questo ragazzo che, stando ai racconti di chi lo conosceva, non era trascurato dalla famiglia. Nessun disagio sociale dunque dietro il suo gesto, probabilmente un malessere personale avvalorato dai racconti dei suoi coetanei. Racconta a La Stampa una ragazza dal maglione rosso:

“Lo conoscevo dalla quinta elementare, per anni abbiamo condiviso centri estivi e settimane bianche. C’era un malessere che lo tormentava. Con me ha fatto un discorso generale, senza parlare di fatti specifici. Ricordo una sua frase :’Tanto finisce tutto male’ “.

Nel manifesto funebre del giovane c’è anche un ringraziamento alla Guardia di Finanza di Chiavari probabilmente per evitare di fomentare nuove polemiche. “Cosa sarebbe stato opportuno oppure no non dobbiamo dirlo noi. Loro hanno fatto quello che dovevano”, spiega ancora il padre del ragazzo. Nel frattempo il procuratore Capo di Genova Francesco Cozzi riflette su quanto accaduto.

“Quando si effettua un atto di questo tipo nei confronti di persone fragili, fermo restando che in questo caso c’era un genitore del giovane e si è svolto tutto in maniera regolare e trasparente, occorre prevedere a supporto di una persona che vive un’età fragile e fa uso di stupefacenti un aiuto psicologico”

Notizie Italy sull’Huffingtonpost