Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

Le ricette del convento rappresentano una parte importante della storia gastronomica italiana. La tradizione culinaria religiosa è caratterizzata da piatti semplici, ma gustosi, preparati con ingredienti freschi e di stagione. Questi piatti sono stati tramandati di generazione in generazione dalle suore che hanno vissuto nei conventi in tutta Italia. In questo articolo, esploreremo le origini e le caratteristiche delle ricette del convento, i piatti più famosi e i segreti per prepararli in modo autentico.

Quali erano gli ingredienti più comuni utilizzati nelle ricette del convento?

Gli ingredienti utilizzati nelle ricette del convento erano principalmente di origine vegetale, come verdure, legumi e cereali. In molti casi, le suore allevavano gli animali per avere carne fresca, ma quest’ultima era comunque un ingrediente utilizzato con parsimonia. La dieta delle suore era infatti caratterizzata da regole dietetiche precise, spesso dettate dalla religione.

Le ricette del convento erano solitamente vegetariane o contenevano carne?

Come già accennato, le ricette del convento erano principalmente a base vegetale, ma non erano esclusi gli ingredienti di origine animale. Tuttavia, la carne era utilizzata con parsimonia e solo in occasioni particolari, come le festività religiose. La dieta delle suore era infatti basata su regole precise, volte a mantenere un equilibrio tra corpo e anima.

Quali erano i piatti più famosi preparati dalle suore del convento?

Le ricette del convento sono numerose e variegate, ma alcuni piatti sono diventati famosi in tutto il mondo. Tra questi, spiccano la pasta con le fave, la zuppa di lenticchie e la pastiera napoletana. Ogni regione italiana ha poi le proprie specialità, come la ribollita toscana o le orecchiette alle cime di rapa pugliesi.

Quali erano le tecniche di cottura più utilizzate nelle ricette del convento?

Le suore utilizzavano prevalentemente tecniche di cottura semplici, come la cottura al vapore, la bollitura e la grigliatura. Tuttavia, il loro vero segreto stava nella capacità di miscelare gli ingredienti in modo sapiente, creando piatti gustosi e nutrienti.

Esiste una particolare regione o paese in cui le ricette del convento sono più diffuse?

Le ricette del convento sono diffuse in tutta Italia, ma ogni regione ha le proprie specialità. Ad esempio, in Toscana sono molto popolari i piatti a base di legumi, mentre in Campania spicca la pastiera napoletana.

Le ricette del convento hanno influenzato la cucina contemporanea in qualche modo?

Assolutamente sì. Le ricette del convento hanno avuto un forte impatto sulla cucina italiana contemporanea. Molti dei piatti tradizionali italiani hanno infatti origini religiose. Inoltre, le suore hanno sviluppato tecniche di conservazione degli alimenti che oggi sono ancora utilizzate, come ad esempio la preparazione di salse e condimenti a base di pomodoro o la conservazione di frutta e verdura sott’olio.

Quali erano le regole dietetiche che le suore del convento dovevano rispettare nella preparazione dei pasti?

Le regole dietetiche delle suore variavano a seconda dell’ordine religioso al quale appartenevano. Tuttavia, in generale, le suore erano tenute a rispettare il digiuno e l’astinenza in determinati periodi dell’anno. Inoltre, erano solite preparare piatti leggeri e nutrienti, evitando cibi grassi o troppo elaborati.

Esistono ricette del convento che sono diventate famose al di fuori del contesto religioso?

Certamente sì. Come già accennato, molti piatti tradizionali italiani hanno origini religiose e sono diventati famosi in tutto il mondo. Tra questi, spicca la pizza napoletana, che ha origini nel convento di San Gregorio Armeno a Napoli. Anche la pasta e fagioli e la ribollita, due piatti toscani tipici, sono diventati famosi al di fuori del contesto religioso.

Quali erano i segreti per preparare le ricette del convento in modo autentico?

Il segreto delle ricette del convento è nella scelta degli ingredienti freschi e di stagione, unita alla capacità di miscelarli in modo sapiente. Inoltre, è importante rispettare le dosi e le tecniche di cottura, così da ottenere piatti gustosi e nutrienti.

Quali sono alcune delle sfide che i cuochi affrontano quando cercano di replicare le ricette del convento?

Una delle sfide principali è quella di trovare ingredienti freschi e di qualità, in particolare quelli utilizzati dalle suore per le loro ricette. Inoltre, è importante rispettare le dosi e le tecniche di cottura, così da ottenere un risultato autentico. Infine, molte ricette del convento sono state tramandate oralmente, senza una ricetta scritta, il che rende più difficile replicarle esattamente come erano state fatte dalle suore.

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Le Ricette del Convento: Un Viaggio alla Scoperta della Cucina Religiosa

Colore delle pareti della Camera da letto – Consigli e Suggerimenti

Il colore delle pareti della camera da letto può avere un impatto significativo sull’atmosfera generale della stanza. La scelta del colore giusto può creare una sensazione di pace, relax e tranquillità, mentre una scelta sbagliata potrebbe causare stress e ansia. Ecco alcuni consigli e suggerimenti su come scegliere il colore perfetto per le pareti della tua camera da letto.

  1. Scegli un colore che ti piace Prima di tutto, scegli un colore che ti piace. Dopotutto, la tua camera da letto è il tuo spazio personale, quindi dovrebbe rispecchiare il tuo gusto personale. Se sei indeciso, prova a cercare ispirazione online o sfoglia riviste di design per trovare idee.
  2. Considera la luce naturale della stanza La quantità di luce naturale che entra nella tua camera da letto può influire sulla percezione del colore. Se la tua stanza ha molta luce naturale, potresti scegliere un colore più scuro. D’altra parte, se la tua stanza ha poca luce naturale, potresti optare per un colore più chiaro o addirittura bianco.
  3. Tieni conto delle dimensioni della stanza La dimensione della tua camera da letto può influire sulla scelta del colore delle pareti. Se la tua stanza è piccola, scegli un colore più chiaro per far sembrare la stanza più grande. D’altra parte, se la tua stanza è grande, potresti optare per un colore più scuro per creare un’atmosfera accogliente.
  4. Opta per colori rilassanti La camera da letto è un luogo di riposo e relax, quindi evita colori troppo vivaci o accesi che potrebbero causare stress e ansia. Opta invece per colori rilassanti come il blu, il verde e il grigio. Questi colori possono aiutare a creare una sensazione di tranquillità e serenità.
  5. Crea un contrasto con gli arredi Se hai già scelto i mobili della tua camera da letto, potresti optare per un colore delle pareti che crei un contrasto con gli arredi. Ad esempio, se hai mobili in legno scuro, potresti optare per un colore delle pareti più chiaro per creare un contrasto interessante.
  6. Sperimenta con la finitura La finitura della pittura può influire sull’aspetto generale del colore delle pareti. Ad esempio, una finitura opaca può creare un’atmosfera più rilassante, mentre una finitura lucida può dare un effetto più elegante. Sperimenta con diverse finiture per trovare quella giusta per la tua camera da letto.

In sintesi, scegliere il colore delle pareti della tua camera da letto richiede un po’ di pianificazione e di attenzione ai dettagli


Colore delle pareti della Camera da letto – Consigli e Suggerimenti

Eccidio di Fivizzano, Rossi: “Rimettere al centro dignità e diritti della persona”

FIRENZE – Un incontro di particolare rilievo, quello di oggi a Fivizzano. Un incontro reso ancora più importante dalla presenza congiunta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier, proprio per rinnovare la memoria degli eccidi nazifascisti che sono avvenuti non solo nel territorio toscano, ma anche italiano ed europeo. Anche il presidente della Regione Enrico Rossi è intervenuto oggi a Fivizzano, in occasione del 75esimo anniversario delle stragi che insanguinarono il territorio nel ‘44, per rendere omaggio alle circa 400 persone che persero la vita.

“Il nostro dovere – ha aggiunto Rossi durante il suo intervento – è quello di trarre da questa commemorazione un monito sulla necessità di difendere e promuovere la pace, la convivenza e il rispetto tra i popoli. L’insieme delle stragi nazifasciste avvenute nel Comune di Fivizzano rappresenta uno degli episodi più tragici e rilevanti consumati sul territorio toscano nel 1944. Furono oltre 400 le vittime civili degli eccidi che avvennero da maggio a settembre 1944 nei paesi qui vicini. Solo a Vinca morirono 174 persone. Dal 24 al 27 agosto, per ben quattro giorni consecutivi, si verificarono ogni genere di crudeltà, sevizie, saccheggi e torture. Stragi compiute con razionalità meccanica, con azioni indiscriminate nei confronti di civili, inermi e innocenti, non tanto in rappresaglia alle iniziative partigiane”. Un’efferatezza, come ha sottolineato, Rossi “che non risparmiò donne e bambini, veri e propri crimini di guerra. E il modo che abbiamo per onorare coloro che furono barbaramente sterminati, per rendere loro giustizia, è mantenere viva la memoria. Una memoria sulla quale si è costruita una civiltà europea che vuole rendere impossibile il ripetersi di quanto qui è avvenuto e purtroppo avviene in tante altre parti del mondo. ‘Mai più!’ è stato l’imperativo dei padri fondatori dell’Europa, mai più guerre scatenate dal nazionalismo. Questa è stata la base della costruzione dell’architettura europea”.

“La Germania – ha detto ancora Rossi – ha svolto un lungo e doloroso percorso di riflessione sul proprio passato, con grande puntualità e capacità di andare a fondo, che può essere di esempio. Anche l’Italia deve continuare a coltivare con costanza la memoria e contrastare le tendenze che vorrebbero abolirla, allontanarla, considerarla cosa non attuale. Occorre infatti operare affinchè le spinte disgregatrici, che in Europa e nel mondo vediamo all’opera, non arrivino a mettere in discussione la pace, l’umanità, lo stato di diritto. Dobbiamo difendere una forma di convivenza fondata sulla tutela e sul rispetto della persona umana. Su questi temi l’attenzione del Presidente Mattarella è stata costante e preziosa e di questo voglio ringraziarlo.”.

Infine, dopo aver sottolineato la capacità dell’Europa di sapersi rialzare (“in questi 7 decenni di pace, pur nelle contraddizioni, nei problemi, nelle ingiustizie mai risolte una volta per tutte, grandi masse di persone sono riuscite ad emanciparsi, a migliorare le proprie condizioni di vita, a raggiungere certi livelli di benessere, ad affermare la propria dignità e a vedere affermati i propri diritti.”), Rossi mette in guardia sui rischi della messa in discussione di diritti faticosamente conquistati (“dovremo stare attenti a chi ha giudizi liquidatori su questi fatti. Guai a noi se gettassimo via l’acqua sporca insieme al bambino, un tragico errore che non possiamo permetterci. La storia del fascismo e del nazismo ci insegna che una società, sopratutto in fasi di crisi sociale, non è mai al riparo da possibili degenerazioni, che non può mai escludere che le conquiste in termini di diritti, civiltà, garanzie costituzionali e tutele sociali, possano essere messe in discussione e possa esserci un ritorno indietro, seppur in forme diverse, ma con lo stesso segno, con lo stesso particolare significato che qui abbiamo sperimentato attraverso la distruzione della persona e della sua dignità. Il contesto attuale in Europa e nel mondo deve renderci avvertiti e vigili. In diversi paesi le garanzie dello stato di diritto sono indebolite o addirittura messe in discussione, organizzazioni politiche di chiara matrice neofascista guadagnano spazio e consenso. Come non ricordare proprio a Vinca, in occasione delle celebrazione di due anni fa con l’esposizione di una bandiera della Repubblica di Salò?”).

Quindi la conclusione, ricorrendo ai valori della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. “Venne adottata nel 1948 – ha spiegato Rossi – in un Europa distrutta dalla guerra e ferita dal punto di vista materiale e morale. Il suo inizio è l’affermazione dell’uguaglianza di tutti gli essere umani. Attenzione: oggi sembra che questo valore di base, per una buona convivenza tra gli uomini, sia messo sullo sfondo, indietro rispetto all’egoismo e alla tutela personale, di gruppo, di etnia, di famiglia, di nazione. E’ un errore gravissimo, perché irridere, contestare o rinnegare il valore dell’uguaglianza significa mettere in discussione principi democratici e conquiste che in questi decenni siamo stati in grado di realizzare. Noi qui oggi, come esortava a fare Calamandrei, siamo ritornati a quelle radici, ai principi della nostra Repubblica e della nostra Europa. Il mio auspicio e il mio augurio è che da questo possiamo trarre un rinnovato slancio e una più forte energia che ci sorregga nello sforzo di difendere e rafforzare i principi del nostro vivere comune e della nostra comune civiltà europea”.

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Lettera aperta dell’assessore Fratoni: “La ricchezza della biodiversità. Le tartarughe marine in Toscana e l’opera di salvaguardia”

FIRENZE – “Anche quest’anno la stagione estiva ha portato nuovi ed eccezionali frutti in tema di biodiversità marina, basti pensare che sono già quattro i nidi di Caretta caretta accertati sulle coste toscane”. Comincia così la lettera aperta che l’assessore all’ambiente e alla difesa del suolo Federica Fratoni invia a tutti i toscani e ai turisti che vengono sulle nostre coste. L’appello dell’assessore vuole essere non solo un richiamo alla ricchezza della biodiversità e al grande lavoro fatto dalla Toscana a tutela di questi esemplari, ma anche un invito alla consapevolezza, ad adottare comportamenti responsabili e rispettosi.

“Un risultato – prosegue la lettera – che nasce anche dal lungo lavoro di preparazione della rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità e dal coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali costieri, i Parchi, la Direzione Marittima, le Università, insieme agli operatori delle spiagge, le associazioni ambientali, le associazioni di categoria, i volontari, i Diving, e, in prima fila, i turisti, che, appena raggiunti i loro ombrelloni in spiaggia, hanno potuto ricevere informazioni sulla presenza delle tartarughe marine e sui comportamenti da adottare. E sono stati proprio loro, i turisti più giovani, i primi a riconoscere le tracce di passaggio della tartaruga, grazie alla campagna di informazione “Chi trova un nido trova un tesoro”, curata negli ultimi tre anni dai nostri uffici”.

“Tutte le volte una grande emozione, testimoniano questi preziosi osservatori, e sono tanti quelli che hanno scelto di passare il loro tempo libero sorvegliando all’alba le spiagge delle nostre coste, alla ricerca di questo incredibile fenomeno – continua l’assessore – La tartaruga deposita circa un centinaio di uova, in due o tre ore, spesso superando lettini, ombrelloni, aggirando ostacoli, per trovare il posto giusto per nascondere e ricoprire il suo tesoro. Grazie ai volontari e alla campagna di informazione, sono stati trovati i nidi di Cecina, le cui uova sono vicine ormai alla schiusa, quelli di Rimigliano, a San Vincenzo, di Marina di Grosseto e l’ultimo, recentissimo, di Castiglione della Pescaia. Resta sempre un mistero, quanti di questi piccoli nasceranno, quali nidi hanno trovato le condizioni climatiche giuste per la schiusa e se supereranno mareggiate o avversità climatiche impreviste. Certo è che i nostri esperti stanno facendo del loro meglio per adottare tutte le misure di protezione e salvaguardia, come negli ultimi sei anni da quando è iniziata questa avventura”.

“In Toscana – ricorda Federica Fratoni – sono nate oltre 500 tartarughine, con una percentuale di successo di schiusa di circa il 60%, un dato che viene considerato molto
positivamente in ambito scientifico. Mamma tartaruga è nel nostro mare, vive e nuota intorno a noi. Bisogna esserne consapevoli e, mentre si è in barca a largo oppure sulla
spiaggia, adottare comportamenti responsabili e rispettosi della sua presenza, cercando di non disturbarla e soprattutto di non danneggiarla. Con queste premesse – sottolinea ancora – rivolgo un invito a tutti i cittadini, gli operatori e in prima linea i Comuni, a collaborare attivamente, segnalando subito al numero 1530 della Guardia Costiera ogni
avvistamento di tartarughe o tracce, senza disturbare le deposizioni, non usando flash o luci bianche, e aspettando l’intervento dei soggetti pubblici per la messa in sicurezza del nido”.

“Il resto è solo gioia e spettacolo della natura – conclude l’assessore Fratoni – Una natura che sa vincere ogni ostacolo, come ci dimostra quella piccola buca nella sabbia, da cui usciranno i piccoli; un vero e proprio miracolo che ci conquista e ci rende tutti migliori e più attenti alla tutela dell’ambiente”.

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Barni a Fosdinovo: “Importante che i giovani respirino idee e valori della Resistenza”

FIRENZE – “E’ un progetto di grande qualità che la regione Toscana sostiene con convinzione anche quest’anno. Personalmente sono venuta qui per la prima volta alcuni mesi fa e ho potuto apprezzare non solo il museo e la bellezza naturale di questo luogo, ma anche la competenza e l’entusiasmo degli Archivi della Resistenza. Adesso vedo il bel programma del festival e sono certa che anche quest’anno ci saranno moltissime persone e molti ragazzi. In un momento storico come questo, in cui vediamo il ritorno di intolleranza, razzismo, autoritarismo e purtroppo chiusura ed abbrutimento nelle persone, molte delle quali sfogano la loro frustrazione contro coloro che ritengono ‘diversi’, è particolarmente importante che le giovani generazioni si possano incontrare in un contesto contraddistinto da quel patrimonio di idee e valori che ci deriva dall’esperienza della Resistenza”.
Lo ha affermato la vicepresidente della regione Toscana ed assessore alla Cultura, Monica Barni, intervenendo all’inaugurazione della quindicesima edizione del festival Fino al cuore della rivolta, dedicato ai temi della Resistenza, cinque giorni di dibattiti, spettacoli, concerti in programma fino a martedì 6 agosto nelle aree interne ed esterne del Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo. Il festival è organizzato dagli Archivi della Resistenza. L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria del musicista ed autore antifascista Paolo Ciarchi.

La vicepresidente Barni, dopo aver ringraziato per “la competenza e l’entusiasmo” di Simona Mussini ed Alessio Giannanti degli Archivi, ha ringraziato anche chi, come loro, “ogni giorno, con il proprio lavoro volontario, si impegna per la costruzione di un mondo migliore” e ha ricordato che “in Toscana sono moltissime le persone che lavorano per mantenere viva la memoria e sanno bene che memoria non significa mera celebrazione, commemorazione, ma anzi esercizio attivo di conoscenza e di educazione”.
La Toscana è stata fra le prime regioni d’Italia a mettere in campo politiche attive per la memoria.
“La complessità degli eventi bellici e la violenza nazifascista anche sui civili hanno lasciato segni indelebili nei nostri territori”, ha aggiunto la Barni, motivo per il quale “dalla fine degli anni Novanta è stato promosso un lavoro importantissimo di ricerca storica sulle stragi nazifasciste” e “la Toscana è stata la prima regione a darsi una apposita legge per salvarne la memoria”.

Dopo il saluto dei rappresentanti istituzionali, la vicepresidente Barni ha partecipato al dibattito “Orizzonti della memoria, tra politiche e territori”, incentrato sui valori della Resistenza e l’importanza della sua memoria, assieme all’antropologo Paolo De Simonis e allo storico Paolo Pezzino.

 

 

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Spiagge pulite dalla plastica, parte da Viareggio e Castiglione della Pescaia la campagna estiva

FIRENZE – E’ partita l’iniziativa #spiaggepulite, che coinvolge l’intero litorale dai confini con la Liguria fino alle porte del Lazio e che è parte della più ampia campagna “Toscana plastic free”. Pannelli e locandine sono state oggi affissi, tra gli altri, nei bagni di Viareggio e Castiglione della Pescaia e l’evento si è accompagnato ad altrettante conferenze stampa: in tarda mattinata nel comune in provincia di Lucca, nel pomeriggio inoltrato in quello grossetano.  

“Abbiamo una legge approvata di recente dal consiglio regionale che offre uno strumento operativo” spiega l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli. La legge mette al bando, tre anni prima che nel resto d’Europa, stoviglie di plastica usa e getta. Sono previste anche sanzioni.  “Ma il messaggio che lanciamo – chiarisce – vuole essere ed è positivo. Il messaggio dice che ognuno può far qualcosa per l’ambiente e il nostro scopo è appunto quello di di estendere a tutti quella collaborazione che già c’è, ed è splendida, con i Comuni e con  balneari. Dopo ArcipelagoPulito, il progetto che ci ho consentito di iniziare a ripulire i mari dalle plastiche coinvolgendo i pescatori (un’esperienza presa a modello prima dall’Europa e poi per la legge nazionale), continuiamo a pensare al nostro mare e al nostro litorale. La prossima tappa sarà quella di risalire i fiumi”.

L’iniziativa a Viareggio era al Bagno Sole gestito da Luca Lippi, dove  tutte le stoviglie da asporto sono già in materiale compostabile ed acqua e bibite vengono vendute in vetro e lattine. «Fare qui la prima tappa  – ha commentato il sindaco Giorgio Del Ghingaro – è il riconoscimento del fatto che da tempo i nostri stabilimenti usano materiali biodegradabili, ancor prima di uscire con un’ordinanza”. “Fare un’operazione ambientalista nel pieno della stagione  turistica e grazie all’adesione entusiasta delle associazioni dei balenari per noi è il massimo, lo dico anche a nome dell’Anci». Il sindaco ha anche annunciato che, come simbolo dell’impegno ambientale di Viareggio, farà esporre in piazza Campioni la grande balena in cartapesta apparsa al Carnevale: una costruzione di sedici metri che rappresenta una cetaceo con la bocca piena di plastica.

“Oggi dal Bagno Sole  – ha proseguito Bugli – partiamo aprendo una linea diretta con i cittadini, soprattutto con i giovani che sono i nostri migliori ambasciatori. Lo facciamo partendo da una città dove già c’erano esperienze di questo tipo”.  Esattamente come a Castiglion della Pescaia, già dall’anno scorso esempio di politiche Plastic Free. Lo ha ricordato il sindaco Giancarlo Farnetani. La conferenza stampa, seguita da un momento di confronto con esperti ed associazioni, si è svolta nel tardo pomeriggio al Bagno Bruna. C’era anche il consigliere regionale Stefano Marras, mentre a Viareggio era intervenuto il consigliere regionale Stefano Baccelli.

Leggi anche:
Toscana plastic free, al via la campagna #spiaggepulite
 

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Didacta, torna a Firenze il più importante appuntamento sul mondo della scuola

FIRENZE – Dal 9 all’11 ottobre si svolge a Firenze la terza edizione di Didacta Italia, il più importante appuntamento fieristico sul mondo della scuola, che trasformerà per tre giorni il capoluogo toscano nella capitale europea della scuola del futuro.

Didacta Italia ha l’obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’istruzione tra gli enti, le associazioni e gli imprenditori, per creare un luogo di incontro tra le scuole e le aziende del settore.

Anche quest’anno la Regione Toscana sarà presente con un suo stand, realizzato con il contributo del Fondo sociale europeo, che avrà un’estensione maggiore rispetto alle scorse edizioni (200 mq nel Padiglione Cavaniglia e 80 mq nel Padiglione Spadolini) per dare ancora più spazio e risalto alle attività regionali ed alle eccellenze presenti nella nostra regione.

Le attività seminariali saranno quest’anno particolarmente arricchite, grazie anche alla collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale (Usr) e con altri assessorati regionali. Saranno coinvolti quindi più di 1.500 tra docenti e dirigenti scolastici, che potranno quindi partecipare ad una serie di momenti formativi ed informativi.

Eventi e attività “in mostra” a Didacta
Durante la tre giorni della Fiera verranno presentati progetti ed eventi che hanno caratterizzato l’attività dell’assessorato all’istruzione, come l’evento “Transizioni Scuola-Lavoro nelle politiche giovanili della Regione Toscana” nel quale ad ampio raggio saranno trattati gli argomenti Garanzia Giovani, Eures, Apprendistato, Alternanza Scuola Lavoro.

In collaborazione con l’Usr, solo per citare i più importanti, verranno presentati il progetto Toscana Musica e quelli di educazione ambientale e sulla figura di Aldo Moro.

In collaborazione con l’assessorato a cultura, università e ricerca saranno previsti momenti di approfondimento e di confronto che consentiranno ai docenti di avere una panoramica completa su una serie di progettualità attive in ambito di pari opportunità, rispetto dei diritti umani, cultura di pace ed educazione finanziaria. Argomenti che rappresentano sicuramente un bagaglio di informazione e conoscenza essenziale per le ragazze e i ragazzi. In collaborazione con l’assessorato all’agricoltura, e rivolto in particolare agli studenti e docenti degli istituti alberghieri, sono previsti dei momenti dedicati alla valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva e del pane toscano, per un loro corretto utilizzo in cucina.

Le premiazioni
Particolare attenzione e visibilità sarà data agli studenti ed alle scuole che si sono distinte. Diversi infatti saranno i momenti dedicati alle premiazioni di quelle realtà che si sono distinte sia a livello regionale che a livello nazionale (in collaborazione con l’Usr) inoltre sarà anche l’occasione per premiare le scuole di secondo grado risultate vincitrici di Festival indetti da Regione Toscana (previsti anche riconoscimenti in denaro). Premiazioni anche per le best practices realizzate nell’ambito dei Progetti educativi zonali (Pez) su argomenti come l’inclusione degli alunni stranieri e degli alunni con disabilità, il contrasto al disagio e l’orientamento scolastico.

La “Toscana che fa scuola”
Anche in questa edizione verranno valorizzate  le esperienze positive ed innovative di una “Toscana che fa scuola”: più di 400 tra studenti e studentesse animeranno quotidianamente gli spazi regionali, presentando le loro esperienze progettuali realizzate nei percorsi scolastici, attraverso dimostrazioni, attività e laboratori, ma anche con i momenti di improvvisazione dei flash mob.

Il  sistema degli Istituti tecnici superiori (Its) quest’anno sarà rappresentato dalla Fondazione Mita che riprodurrà in piccolo una linea di produzione (smart factory).

Sarà allestita un’aula scolastica seguendo la modalità didattica del progetto regionale “Senza zaino” e quindi con mobilio funzionale con una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali.

Non mancherà poi lo spazio dedicato alle Imprese didattiche e agli Istituti alberghieri. Gli studenti della la Rete Musicale Toscana ReMuto animeranno con i loro strumenti lo spazio espositivo, mentre gli studenti aspiranti giornalisti del Progetto QUInos, daranno aggiornamenti e notizie sulle attività ed avvenimenti che si susseguiranno nei tre giorni di Manifestazione.

Le opportunità delle politiche regionali
Spazi dedicati all’informazione ed alle opportunità messe in campo dalle politiche regionali rivolte a studenti, insegnanti e mondo della scuola in generale, attraverso i punti dedicati a  Giovanisì, Garanzia Giovani e Trio. Sarà presente Arti (Agenzia regionale toscana per l’impiego) affinché ancora più evidente sia il necessario raccordo e rafforzamento sinergico tra il mondo dell’istruzione e  formazione con il mondo del lavoro. Priorità delle politiche regionali è infatti la creazione di dialogo ed alleanze progettuali per favorire lo scambio e l’interazione  tra il “mondo del sapere ed il mondo del fare”.

Ospite della Regione Toscana sarà la Rete degli Istituti storici della Resistenza Toscani e Lanterne Magiche-La Scuola con il Cinema il programma di formazione ed educazione all’immagine e al linguaggio audiovisivo di Fondazione Sistema Toscana, finalizzato a far acquisire consapevolezza e senso critico alle nuove generazioni di “spettatori”.

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Grandi Molini Italiani, partito l’iter per il potenziamento della banchina nel porto di Livorno

FIRENZE – E’ partito l’iter per la progettazione dei lavori di potenziamento della banchina Grandi Molini Italiani nel porto di Livorno. In una lettera inviata anche al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il commissario dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale ha infatti comunicato che è stato nominato il responsabile del procedimento.

La questione era stata trattata anche all’interno della cabina di regia territoriale per l’attuazione dell’Accordo di programma per Livorno presieduta da Rossi e in incontri convocati dal consigliere per il lavoro del presidente, Gianfranco Simoncini.

Per la Regione Toscana si tratta di un passo avanti verso l’obiettivo, condiviso con l’Amministrazione comunale, di consolidare la presenza della Grandi Molini a Livorno, che, dopo le difficoltà del passato  ha ripreso da tempo la produzione e che, grazie al potenziamento dell’infrastruttura, potrà contare sull’arrivo in porto di navi con maggiori capacità di carico.

L’auspicio, adesso, è che il procedimento vada avanti rapidamente per realizzare un’opera necessaria e già finanziata.

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A Suvignano ragazzi da tutta Italia per i campi della legalità: inizia Arci, poi Libera

FIRENZE – Le prime ragazze e ragazzi, una quindicina,  sono arrivati a Suvignano stamani, per il campo della legalità  che si svolgerà nella tenuta senese confiscata nel 2007 ad un imprenditore palermitano vicino a Provenzano e da alcuni mesi finalmente affidata in gestione alla Regione, che ne vuole fare un simbolo e un laboratorio permanente.  E’ il primo che si organizza in Toscana, dopo quelli che da tempo si svolgono in Sicilia e Calabria sulle terra confiscate alla mafia e all’ndrangheta, sostenuti in  tutti questi anni anche dalla Regione a cui hanno partecipato numerosi ragazzi toscani.

A Suvignano sarà l’Arci a rompere il ghiaccio. I ragazzi, adolescenti per lo più, sono partiti anche da altre regioni per prendere parte al campo e tra nove giorni, l’8 luglio, si daranno il cambio con altrettanti coetanei per il secondo appuntamento, organizzato in questo caso da Libera, fino al 14 luglio. Zaino in spalla, sacco a pelo per dormire nella palestra della scuola trasformata in dormitorio, occhi vispi e tanta voglia di imparare e conoscere cosa è stata e cosa è la mafia. Per sconfiggerla. Per acquisire gli anticorpi della legalità con cui opporsi alla criminalità organizzata, che anche in Toscana sciacqua i propri denari sporchi e conduce i propri affari, con 552 beni confiscati in questo momento ma solo 137 assegnati in via definitiva.

La storia giudiziaria della tenuta, che si estende oggi per 640 ettari tra i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo (una colonica di pregio, altri diciassette edifici e 21mila metri quadrati tra immobili e magazzini, pure una chiesetta di fianco all’edificio principale) inizia con il giudice Giovanni Falcone, che nel 1983 sequestra l’azienda all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore ne rientra successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996 arriva il secondo sequestro, assieme ad un patrimonio di ben duemila miliardi di vecchie lire affidato alla gestione di un amministratore giudiziario. Poi, nel 2007, la condanna e la confisca definitiva. Si è rischiato ad un certo momento, anni fa, che la tenuta fosse messa all’asta, con il rischio che potesse tornare alla mafia attraverso prestanome. Poi nei mesi scorsi, annunciata già da più di un anno, è arrivata l’assegnazione alla Regione, che la gestisce adesso attraverso Ente Terre, che già si occupa di altre proprietà demaniali o in gestione, fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale.

“I toscani se la sono ripresa ed abbiamo deciso di aprirne i cancelli a tutti– dice l’assessore alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli – Ci faremo una buona agricoltura, con prodotti biologici e di filiera corta e ospitalità agrituristica, e chi lavorerà qui, lo farà garantito, sempre, dalla forza della legge e dei diritti. Ma sarà anche un luogo vivo di idee e un simbolo della lotta alla criminalità organizzata”. A partire, appunto, dai campi organizzati con i ragazzi delle scuole, che lavoreranno negli oliveti e negli orti botanici, ma che parleranno e discuteranno di diritto, frequenteranno nei campi di quest’anno laboratori di  fotografia sociale, parleranno con giornalisti ed esperti che racconteranno loro come opera la mafia, dove meno te lo aspetteresti e tutti giorni, spesso sotto gli occhi di tutti. Visiteranno naturalmente la tenuta e impareranno anche cosa sono state le stragi del 1992 e 1993 – come quella  dei Georgofili a Firenze, ad esempio – , ripercorreranno la storia a ritroso  con l’Istituto storico della Resistenza e parteciperanno a laboratori teatrali, con l’arte come strumento di sintesi. Visiteranno anche il “Centro di documentazione e legalità democratica” a Firenze, una struttura interna alla Regione, un archivio e una vera ‘casa della memoria’ che si affaccia sulla centralissima piazza del Duomo.  Uno spazio frequentato da studiosi ma anche dalle scuole, dove sugli scaffali si susseguono studi e atti processuali sui misteri e i poteri occulti in Italia, le stragi, l’eversione e la mafia appunto. Una struttura unica dalle Alpi fino alla Sicilia, interamente pubblica.

L’assessore Bugli sarà a Suvignano, con i ragazzi, domenica 7 luglio alle 17, per la festa di chiusura del primo campo e poi ancora  venerdì 12 luglio  dalle 17 alle 19, per partecipare all’incontro con il procuratore del Tribunale di Prato Giuseppe Nicolosi.

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