Trump crede nella tortura. “Waterboarding funziona. Dobbiamo rispondere al fuoco con il fuoco”. Verso ordine esecutivo per ripristinare prigioni segrete

Dopo il muro, il fuoco. I primi giorni da presidente non vanno certo sprecati per Donald Trump, tanto da mettere subito le cose in chiaro: non solo la barriera anti migranti da costruire al confine con il Messico ma anche l’assolutà validità dei metodi di tortura americani “perchè dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”. The Donald tira dritto e parlando nella sua prima intervista post giuramento, alla Abc news, annuncia di credere “assolutamente” nelle torture come il waterboarding. Un metodo, spiega lui, utile per combattere il terrorismo, punto che discuterà con il segretario alla Difesa, James Mattis e il direttore della CIA, Mike Pompeo. Dai due – dice il presidente – ha già avuto conferme sull’efficacia delle torture in ambito militare e le parole di Trump fanno pensare a un ritorno a torture già abbandonate da Cia e servizi segreti.

“Mi affiderò a Pompeo e Mattis ed al mio gruppo e se loro non vorranno, va bene, ma se verranno io mi impegnerò a renderlo possibile, voglio che sia fatto tutto nell’ambito di quello che è legalmente possibile” ha detto il presidente. “Ho parlato nelle ultime 24 ore con persone ai più alti livelli dell’intelligence ed ho chiesto loro: la tortura funziona? e la risposta è stata, assolutamente sì. Quando tagliano la testa dei nostri e di altri, solo perché sono cristiani in Medio Oriente, quando lo Stato Islamico fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding? Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”.

Parole che arrivano a ridosso della possibile firma di Trump su un ordine esecutivo che servirà a ripristinare la detenzione carceraria di sospetti terroristi in strutture blindatissime e segrete e che lasciano immaginare un totale ripristino delle vecchie tecniche di tortura.
“Il presidente può firmare tutti gli ordini esecutivi che vuole ma la legge è la legge. Non possiamo riportare indietro la tortura negli Stati Uniti d’America “, ha detto il senitore John McCain, in contrasto con Trump. Dello stesso parere l’ex capo Cia Leon Panetta che parla di un errore l’idea di reintrodurre certi tipi di tortura negli interrogatori e spiega come questo “violerebbe i valori Usa e la costituzione”. Dalla Gran Bretagna in nome dell’Europa si fa sentire subito Theresa May, pronta ad opporsi alla idea di torture abbozzata da Trump. La May incontrerà The Donald domani ed esporrà al presidente Usa tutto il suo dissenso.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Ecco perché Micheal Moore crede che Donald Trump “ci farà uccidere”

Se Donald Trump si rifiuterà ancora di partecipare alle riunioni quotidiane dell’intelligence, l’America si ritroverà ad affrontare seri problemi secondo Micheal Moore.

Martedì, il regista di “Bowling a Columbine” ha firmato un pesante attacco a Trump in un lungo pezzo postato su Facebook dal titolo “Donald Trump ci farà uccidere” in cui paragonava il nuovo presidente all’ex George W. Bush.

Secondo Moore, i consueti briefing sullo stato della sicurezza nazionale U.S.A sono un elemento fondamentale per guidare il paese, considerate le minacce reali che la nazione si trova ad affrontare. Bush e la sua amministrazione, afferma, hanno ignorato gli stessi rapporti per cui Trump dice di non avere tempo, quelli in cui si asseriva che Osama Bin Laden stava pianificando un attacco terroristico in territorio americano.

Da scrupoloso osservatore della vita politica, Moore ci ha avvisati che la storia si va ripetendo.

“Abbiamo già avuto un presidente così. Anche lui perse l’approvazione popolare e la maggioranza degli americani affermò di non volerlo allo Studio Ovale. Ma gli incaricati da suo fratello/governatore e da suo padre/ex-capo della CIA alla Corte Suprema misero a tacere tutto e lui venne nominato comandante in capo”, ha scritto Moore.

“Il 6 agosto del 2001, si trovava nel suo ranch in Texas per una vacanza di un mese. Quel mattino, dalla Casa Bianca gli venne trasmesso il rapporto quotidiano sulla sicurezza nazionale. Vi diede un’occhiata, lo mise da parte e andò a pescare per il resto della giornata. Di seguito, una foto di quel momento che ho mostrato al mondo in “Fahrenheit 9/11’. Il titolo del briefing recita: BIN LADEN DECISO A COLPIRE GLI STATI UNITI”. La prima pagina spiega in che modo avesse intenzione di farlo: utilizzando degli arei. George W. Bush non lasciò il ranch per tornare al lavoro per le successive quattro settimane. Durante la quinta, Bin Laden attaccò gli Stati Uniti, con degli aerei, l’undici settembre”.

L’ex presidente Bush rese pubblici i riferimenti di Moore al briefing nel 2004, durante la commissione d’inchiesta sull’undici settembre. Lo stesso Trump ha tirato in ballo l’episodio il 20 ottobre del 2015 in occasione del secondo dibattito presidenziale repubblicano.
Nel corso di un’intervista per Fox News Sunday, Trump ha affermato di non aver bisogno di aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza nazionale, perché è “una persona intelligente”. Secondo quanto riportato, il nuovo presidente esaminerebbe l’intelligence circa una volta a settimana.

“Non c’è bisogno che me lo dicano, sapete, sono una persona intelligente. Non c’è bisogno che mi dicano la stessa cosa, con le stesse parole, ogni santo giorno”, ha affermato Trump.

Moore, naturalmente, è in totale disaccordo con questa posizione: ha scritto che è compito del presidente “prestare attenzione” e non perdere il proprio tempo a “twittare e difendere Putin”.

“A lei, signor Trump, dico questo: quando ci sarà il prossimo attentato terroristico, sarà lei ad essere accusato dal popolo americano di aver totalmente trascurato il suo dovere”, continua Moore. “Era compito SUO fare attenzione, proteggere il paese. Ma era troppo impegnato a twittare e difendere Putin, a nominare membri del Gabinetto per scardinare il governo. Non aveva tempo da dedicare ai briefing sulla sicurezza nazionale. Non creda che le lasceremo usare una versione moderna dell’incendio del Reichstag come scusa per eliminare le nostre libertà civili e la nostra democrazia”.

“Ci ricorderemo che, mentre veniva ordita una trama per uccidere gli americani, il suo tempo andava sprecato con chi, secondo lei, rappresenta la vera minaccia del paese: Alec Baldwin con una parrucca”, conclude Moore.

Di seguito, il post completo e la traduzione.

Donald Trump ci farà ammazzare. di Michael Moore

È passata una settimana da quanto Donald Trump ha ammesso di aver partecipato soltanto a “due o tre” riunioni quotidiane sulla sicurezza nazionale. Ce ne sono state 36 dal giorno in cui si è assicurato voti sufficienti per essere nominato presidente il lunedì successivo, quando il Collegio Elettorale si è riunito.
I più converrebbero sul fatto che il compito primario del leader di un paese sia tenere al sicuro il suo popolo. Per un presidente non c’è appuntamento più importante, ogni giorno, di quello in cui apprende quali sono le potenziali minacce per il suo paese. Il fatto che Trump possa ritenere troppo difficile o troppo seccante starsene seduto per 20 minuti ad ascoltare lo staff del suo intelligence che lo informa di chi sta cercando di ucciderci oggi, lascia semplicemente allibiti.
Certo, quest’uomo folle ci ha sconvolti talmente tante volte nell’ultimo anno che nessuno sembra così sorpreso o preoccupato. È capace di svegliarsi alle cinque del mattino e digitare tweet furiosi e puerili sul modo in cui viene dipinto al Saturday Night Light (Non è divertente! Inguardabile!) o denigrando il locale leader democratico eletto in Indiana, ma non ha il tempo per informarsi sulle minacce alla nostra sicurezza nazionale”.
Dunque, miei concittadini americani, quando ci sarà il prossimo attentato (e ci sarà, lo sappiamo tutti), e una volta finita la tragedia, davanti alla morte e alla distruzione che potevano essere evitate, vedrete Donald Trump affrettarsi ad incolpare chiunque tranne sé stesso. Sospenderà i diritti costituzionali. Radunerà chiunque reputi un pericolo. Dichiarerà Guerra, e il congresso Repubblicano lo spalleggerà.
E nessuno si ricorderà che non stava prestando la dovuta attenzione alla minaccia crescente. Che non stava partecipando ai briefing quotidiani sulla sicurezza nazionale. Era intento a giocare a golf, ad incontrare celebrità, a fare le tre di notte twittando di quanto sia faziosa la CNN. Ha affermato che non ha bisogno di aggiornarsi. “Sapete, credo di essere sveglio. Non ho bisogno di sentire la stessa cosa ripetutamente, ogni giorno per otto anni”. Ecco quanto affermato a Fox News l’undici dicembre quando gli è stato chiesto come mai non partecipasse alle riunioni sulla sicurezza. Non dimenticate questa data e la sua arroganza quando, l’anno prossimo, seppelliremo i morti.
Abbiamo già avuto un presidente così. Anche lui ha perso il voto popolare ed una maggioranza di americani ha affermato di non volerlo nello Studio Ovale. Ma gli incaricati da suo fratello/governatore e da suo padre/ex-capo della CIA alla corte Suprema misero fine a tutto quello, e lui venne nominato comandante in capo. Il 6 agosto del 2001, era nel suo ranch in Texas per una vacanza di un mese. Quel mattino, dalla Casa Bianca gli venne trasmesso il rapporto quotidiano sulla sicurezza nazionale. Vi diede un’occhiata, lo mise da parte e andò a pescare per il resto della giornata. Di seguito, una foto di quel momento che ho mostrato al mondo in “Fahrenheit 9/11’. Il titolo del briefing recita: BIN LADEN DECISO A COLPIRE GLI STATI UNITI”. La prima pagina spiega in che modo avesse intenzione di farlo: utilizzando degli arei. George W. Bush non lasciò il ranch per tornare al lavoro, per le successive quattro settimane. Durante la quinta, Bin Laden attaccò gli Stati Uniti, con degli aerei, l’undici settembre.
Un conto è avere un presidente che si addormenta al volante. Ma, amici miei, tutt’altra cosa è avere un presidente entrante che si RIFIUTA DI METTERSI AL VOLANTE. Quest’assoluta negligenza, la mancanza di rispetto verso le persone che lavorano per proteggerci, il primo Comandante in Capo che diventa assente ingiustificato e annuncia con orgoglio che non cambierà… questo, ve lo assicuro, porterà alla morte di tante persone innocenti.
A lei, signor Trump, dico questo: quando ci sarà il prossimo attentato terroristico, sarà lei ad essere accusato dal popolo americano di aver totalmente trascurato il suo dovere. Era compito SUO fare attenzione, proteggere il paese. Ma era troppo impegnato a twittare e difendere Putin, a nominare membri del Gabinetto per scardinare il governo. Non aveva tempo da dedicare ai briefing sulla sicurezza nazionale. Non creda che le lasceremo usare una versione moderna dell’incendio del Reichstag come scusa per eliminare le nostre libertà civili e la nostra democrazia. Ci ricorderemo che, mentre veniva ordita una trama per uccidere gli americani, il suo tempo andava sprecato con chi, secondo lei, rappresenta la vera minaccia del paese: Alec Baldwin con una parrucca”.

Questo articolo è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto dall’inglese da Milena Sanfilippo.

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Inter, sconfitta e sorpasso . Ma ora crede allo scudetto – La Gazzetta dello Sport


La Gazzetta dello Sport

Inter, sconfitta e sorpasso . Ma ora crede allo scudetto
La Gazzetta dello Sport
I nerazzurri escono paradossalmente rafforzati dalla partita del San Paolo. Mancini si gode il carattere dei suoi e super Ljaijc. Ma Icardi non va, e la difesa per la prima volta ha mostrato delle crepe.. ARTICOLO PRECEDENTE. ARTICOLO SUCCESSIVO.
Serie A, Napoli-Inter 2-1: Top & Flop degli azzurriSuperNews
Napoli, Sarri a Mancini: «Fino all'89' stavamo 6 palle gol a 1»Corriere dello Sport.it
Inter di nuovo in campo: l'allenamento odiernoInter-News
CalcioNapoli24 –ilnapolista –La Repubblica
tutte le notizie (1.221) »

Sport – Google News