Protezione civile, una colonna mobile in partenza per Modena

Firenze – Visto lo stato di mobilitazione nazionale del Servizio di protezione civile dichiarato quest’oggi, martedì 28 maggio, dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, per l’ondata di maltempo che ha interessato e colpito l’Emilia Romagna, la Regione Toscana ha deciso di inviare, come contributo, alcuni moduli della propria colonna mobile.

In collaborazione con la Città metropolitana di Firenze e il Comitato regionale del volontariato partiranno in nottata per Modena una macchina insacchettatrice e quindici unità di personale al fine di aiutare le forze sul posto, esattamente a Marzaglia sul Secchia in provincia di Modena, impegnate nella protezione e nel monitoraggio degli argini.

 

 

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Terremoto, oggi il cdm stroardinario. Protezione civile: oltre 15 mila persone assistite (DIRETTA)

Una notte lunga, fredda e spaventosa. Con scosse telluriche, anche di forte intensità – la più forte magnitudo 4.2 Alle 4.27 del mattino con epicentro a Norcia – che non si sono mai interrotte: circa 200 registrate dalle 20 di ieri sera a questa mattina. È quella che hanno passato le popolazioni colpite dal terremoto 6.5 Che ieri ha devastato il centro italia.

Governo riunito alle 17. Nel pomeriggio il governo tornerà a riunirsi per fare il punto della situazione e alle 17 è previsto un consiglio dei ministri straordinario per stabilire le prossime misure da mettere in campo.

15 mila sfollati assistiti dalla Protezione civile. Intanto sono oltre quindicimila le persone assistite dal servizio nazionale della protezione civile. In particolare, si legge in una nota del dipartimento nazionale, oltre cinquecento sono accolte in strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone nella Regione Umbria e altre settemila nella regione Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. I dati, riferiti alla tarda serata di ieri, sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive – prevalentemente a San Benedetto del Tronto -, presso le abitazioni del progetto Complessi antisismici sostenibili e ecocompatibili (C.a.s.e.) nel comune dell’Aquila o nei Moduli abitativi provvisori (Map) localizzati in altri comuni d’Abruzzo nonchè nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

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Terremoto, migliaia di sfollati: “Non deportateci”. Protezione Civile: “Impossibile assisterli in loco”

Da un megafono arriva una voce: “Costantini, De Francesi, Di Felice, salite sul pullman”. Ai volontari della Protezione civile tocca l’ingrato compito di chiamare uno per uno gli abitanti di Norcia, registrare i loro documenti e invitarli a salire sui mezzi che li porteranno in luoghi più sicuri. Una trafila lunga, triste e, come avviene in questi casi, anche burocratica. A nessuno viene detta quale sarà la data del ritorno in Paese, perché una data non c’è così come al momento non c’è una cifra precisa di quanti sono gli sfollati dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, regioni durante colpite dallo sciame sismico.

Più che un invito a salire sui pullman, in realtà – ha detto anche il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – è “l’unica soluzione possibile e la più sicura”. Quando nel paese più colpito dalle ultime scosse di terremoto sta scendendo la sera, oltre cinquecento persone hanno lasciato Norcia per andare negli alberghi sul lago Trasimeno. Il primo cittadino Nicola Alemanno ha parlato di tremila sfollati, ma molti per adesso preferiscono dormire in macchina, altri sono andati nelle seconde case o nei camper e solo una trentina potranno dormire nelle tre tende blu allestite dalla Protezione civile. Sono solo alcuni numeri di questa nuova catastrofe: “Per fortuna non piangiamo i morti ma non deportateci”. È la preghiera di chi a Norcia ci vuole tornare per continuare il proprio lavoro e vivere ancora in comunità. Ancora una volta molta la rabbia contro il sindaco e contro le istituzioni: “Dovevate pensare alle casette di legno, dovevate metterci al sicuro”. I bambini piangono e a sera non ne possono più. Sono stanchi anche di giocare a pallone nel campo sportivo: “Dove andiamo e perché? Io voglio andare a casa”. E non in albergo.

Sta di fatto che negli alberghi lungo i 150 km della costa marchigiana sono arrivati anche i 2200 sfollati dalle Marche, che si sommano ai 1300 già negli hotel. Il numero è destinato a crescere. Ci resteranno fino ad aprile, come minimo, come ha rilevato la Confcommercio sulla base della richiesta di disponibilità fatta dalla Protezione civile agli operatori. Sarà, come ha detto il sindaco di Civitanova Corvetta, “una migrazione epocale, magari temporanea, ce lo auguriamo, ma epocale”. Sono oltre cento i Comuni colpiti nelle Marche e gli sfollati verso il mare saranno migliaia, forse non tutti i 25 mila previsti dalla Regione, ma per ora ci sono le 5 mila richieste fatte agli albergatori. Quattrocento sono gli sfollati provenienti dall’Abruzzo. Dall’Umbria, invece, tale è stato l’impatto che ancora un censimento definitivo non c’è.

In fondo non ci sono soluzioni alternative: “L’assistenza deve continuare in direzione di portare le persone sulla costa – ha detto ancora Curcio – al momento non ci sono possibilità di assistenza in loco”. Quindi muoversi e trovare riparo dove è possibile, come già accaduto per gli sfollati di Accumoli o Arquata dopo il 24 agosto. Adesso però il problema si ingigantisce enormemente. Come spiegano dalla Protezione civile non è più possibile parlare dolo dei Comuni che hanno subito danni, bisogna evacuare l’intera zona, forse solo per un po’, per fare i dovuti controlli. Il rischio altrimenti è che si ripeta ciò che è successo a Norcia, un paese che aveva già avuto piccoli danni e che ora è in gran parte distrutto con il pericolo concreto che qualcuno questa mattina poteva essere sepolto dalle macerie.
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