Incendio Monti Pisani, Rossi chiede aggiornamento al Lamma: permane il vento per oggi

FIRENZE – Proseguirà anche oggi a soffiare il vento che da ieri sera sta spirando attorno a una media di 20 km/h con raffiche tra 30-40km/h.

Lo annunciano le previsioni del Lamma al quale il presidente Rossi, da stamani a Calci per serguire le operazioni di spegnimento, ha chiesto un aggiornamento delle condizioni meteo.

Il vento, con direzione prevalente da nordest, risulta molto variabile sul sito dell’incendio poiché questo situato sottovento al flusso e per ragioni morfologiche del rilievo.

Le previsioni per la giornata di oggi annunciano condizioni pressoché invariate il che non faciliterà le operazioni. Tuttavia, dalle ultime informazioni evidenziate dalla modellistica, tra le ore 12 e le 17 sembra possibile un’attenuazione del vento  con valori medi attorno a 15 km/h e raffiche attorno a 30 km/h.

In serata sembra tornare ai valori attuali che rimarranno per tutta la mattinata di domani, mercoledì. Dal pomeriggio di domani graduale attenuazione.

Archivio notizie

Sanremo 2017, Maurizio Crozza propone il Sanremellum al posto dell’Italicum e si chiede: “Cos’ha fatto Matteo Renzi in 3 anni?”

Matteo Renzi, Sergio Mattarella, Papa Francesco: nelle prime 3 serate del Festival di Sanremo Maurizio Crozza ha fatto ridere il pubblico dell’Ariston interpretando alcuni tra i suoi personaggi più famosi e riusciti. Ma per la quarta puntata ha voluto stupire il pubblico con un personaggio “minore” ma azzeccatissimo per Sanremo, centrando il bersaglio anche stavolta.

Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di IPSOS, apre infatti la quarta videocartolina firmata Crozza. Plausibili i sondaggi che il comico genovese inventa per il suo Pagnoncelli, ma le risposte sono assurde e davvero divertenti: “Abbiamo chiesto chiesto agli italiani cosa hanno gradito di più del Festival“. Tra le risposte: “Tua sorella” e “Ma la Parodi non ha nient’altro da fare?”. Oppure, in un’ipotetica consultazione degli italiani sulla conduzione a due Conti-De Filippi: “Libero i rottweiler” e “ho rivalutato Pippo Baudo”.

Prima di passare a tematiche politiche, poi, il comico Genovese rimane nelle questioni interne al Festival e si pronuncia sulla presuntata trattativa tra Carlo Conti e Mediaset per un passaggio ai canali di Berlusconi, smentita più volte dallo stesso Conti. “Carlo e Maria, Maria e Carlo, ormai siete inseparabili: dove va l’uno va l’altra, Maria per amore di Carlo è venuta in Rai, Carlo per amore di Maria… va beh, per ora c’è una trattativa…”.

Successivamente, la videocartolina di Crozza assume una colorazione politica, più congeniale alla sua vena comica. Prende spunto dalla gara dei giovani per decretare il vincitorie, infatti, per colpire il ministro Fedeli: “Uno dei giovani si laureerà campione. Mi dispiace per lui, perché in questo Paese se ti laurei dopo non puoi più fare il ministro dell’istruzione”.

Poi, una riflessione sulla città che ospita la kermesse: “Dalla settimana prossima cosa sarà di Sanremo? In questi giorni assomiglia a Las Vegas, dalla settimana prossima sembrerà un congresso di Scelta Civica”. Ma la parte probabilmente più riuscita dell’intervento di Crozza è quella riguardante la legge elettorale italiana. “Il sistema di votazione qui al festival di Sanremo funziona alla grande. Perché non lo usiamo anche per il parlamento? Il Sanremellum: cinque giorni di campagna elettorale e via”.

Si tratta dell’aggancio giusto per lanciare una stoccata a Renzi, che quell’Italicum l’aveva pensato e voluto. “L’Italicum è stato definitivamente bocciato dalla Consulta, hannno slavato solo il font, il Times New Roman. Una cosa doveva fare Renzi, ma alla fine del governo Renzi cos’è rimasto? Piuttosto che restare lì 3 anni, uno impara a suonare l’ukulele”.

Tre anni è durato il governo del fiorentino e proprio da 3 anni Carlo Conti è al timone del Festival. Crozza non poteva non notarlo: “Carlo hai fatto più tu in tre anni di festival: hai riciclato Arisa, hai sdoganato Gabriel Garko e ora stai cercando di rendere più umana Maria De Filippi”.


Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Canone, Istat e tetto agli stipendi: il cda Rai chiede aiuto al Tesoro

Una richiesta di riunire urgentemente l’assemblea dei soci. Tradotto: il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dia delle risposte. Il consiglio di amministrazione della Rai lancia l’allarme sulle troppe “incertezze” che si addensano sul futuro economico dell’azienda di viale Mazzini. Perché se è vero che quest’anno il canone in bolletta ha portato un gettito di circa 2 miliardi, molte altre sono le incognite.

In particolare, si temono le conseguenze dell’inserimento da parte dell’Istat di Rai nel perimetro della pubblica amministrazione. Su questo punto, era previsto che si intervenisse nella legge di Stabilità. Cosa che non è accaduta, anche a causa della crisi del governo Renzi e della rapida approvazione con fiducia della manovra. Inoltre, c’è la questione del tetto agli stipendi fissato per legge a 240mila euro. Non è ancora chiaro se si applichi anche agli artisti: il timore è che la Rai si trovi per questo “fuori dal mercato”. Anche su questo punto si attende una interpretazione del ministero dell’Economia.

Ulteriore incognita, sottolineata dal cda, è rappresentata dalla nuova concessione che affiderà all’azienda di viale Mazzini il servizio pubblico televisivo per i prossimi dieci anni. Nella bozza preparata dal governo Renzi si interveniva anche sugli affollamenti pubblicitari, costringendo ogni canale a rimanere singolarmente sotto il tetto del 4% settimanale mentre attualmente quell’asticella viene rispettata “spalmando” gli spot sui 3 canali, favorendo così la rete ammiraglia. Infine, c’è la questione della riduzione del canone che l’anno prossimo dovrebbe scendere a 90 euro.

“La verità – spiega il consigliere di opposizione, Arturo Diaconale – è che era stato tutto preso sottogamba perché erano convinti che al referendum avrebbe vinto il sì e tutte le sciocchezze fatte finora si sarebbero risolte. Invece ha vinto il no, il governo Renzi è caduto e ora ce n’è uno che anche se è la fotocopia, non è detto che risolverà le cose che venivano date per scontate”. Di fatto, il consiglio di amministrazione si aspetta che l’assemblea dei soci venga convocata al massimo entro dieci giorni, e che le risposte arrivino prima della fine dell’anno.

La mossa dei vertici Rai non è però piaciuta al dem Michele Anzaldi, che ne dà un’interpretazione politica. “E’ un atto irrituale e ostile al governo. Peraltro – spiega – è sorprendente che di fronte all’invito rivolto sempre da tutti a tenere la politica fuori dalla Rai, sia proprio chi guida l’azienda a volerla tirare dentro”.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost