Scott Pruitt “negazionista” del cambiamento climatico. Il capo dell’Ambiente dell’amministrazione Trump contro la scienza

Non c’è un ambientalista all’Ambiente. Scott Pruitt, responsabile dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Epa) a Washington, non cambia le sue convinzioni, già più volte espresse in passato: l’attività umana non c’entra nulla con il riscaldamento globale. Donald Trump lo ha scelto anche per questo, ha già più volte espresso la sua contrarietà alle limitazioni “green” alle attività industriali e si rafforza la teoria per cui verrà spazzato via il Clean Power Plan di Barack Obama, che pone un limite alle emissioni degli impianti per la generazione di energia elettrica.

Pruitt non crede che l’inquinamento e l’attività umana siano una causa dei cambiamenti climatici. “Penso sia molto difficile misurare l’impatto dell’attività umana sul clima e che vi sia enorme disaccordo sul grado di questo impatto. Non sono d’accordo che sia una causa primaria del riscaldamento del clima a cui stiamo assistendo”, ha detto intervenendo in un talk show dell’emittente Cnbc. “Quindi no, non sono d’accordo nel dire che l’anidride carbonica sia un’importante causa del riscaldamento climatico”.

Le convinzioni del nuovo capo dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente sono per altro in netto contrasto con quanto afferma il sito della stessa agenzia, secondo il quale “è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante” dei riscaldamento climatico. Concetto che è riconosciuto dall’insieme della comunità scientifica internazionale ed è alla base degli accordi di Parigi sul clima. La sua posizione cozza contro quella della Nasa e della Noaa, l’agenzia americana oceanica e atmosferica, che hanno entrambe affermato a gennaio che il cambiamento climatico era “ampiamente determinato dall’aumento di anidride carbonica e da altre emissioni di origine antropica”.

Scott Pruitt ha anche denunciato l’accordo di Parigi, definendolo un “cattivo accordo”. Secondo cui “avrebbe dovuto essere gestito come un trattato e quindi passare per l’approvazione del Senato. È inquietante”. In passato Pruitt ha mosso oltre una decina di processi contro l’agenzia dell’ambiente al fianco di industriali e lobbisti per bloccare diverse normative sull’inquinamento dell’aria o delle acque.

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Rodolfo Murra, ex capo Avvocatura Campidoglio: “Raggi e i suoi scelsero Marra per vincere. Ma poi poteva ricattarli”

“Virginia Raggi frequentava Raffaele Marra ben prima dell’inizio della campagna elettorale. Me lo raccontò Marra spiegando che lei, Salvatore Romeo e Daniele Frongia volevano vincere e lo avevano reclutato come punto di riferimento in Campidoglio. Lui poi ha preso il potere pieno e noi abbiamo sempre pensato che alla base di tutto ci potesse essere un ricatto. Era interlocutore dei costruttori e aveva legami con la destra romana”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Rodolfo Murra, ex capo dell’Avvocatura capitolina tra i testimoni chiave dell’inchiesta sulle nomine al Comune di Roma.

“Non posso essere più preciso”, dice a proposito dell’ipotesi di ricatto. “So soltanto quello che mi diceva lui in continuazione: ‘So tutto di loro, prima o poi parlerò. E se parlo non so che cosa succede’”. “Si può dire che nella stanza della sindaca c’erano sempre Marra e Romeo. E naturalmente Frongia. Loro contro tutti. Frongia è il migliore perché comunque ha metodi civili e dedica ascolto alle persone. Gli altri due sono arroganti e volgari, ma la sindaca li ha sempre appoggiati. Parlare da soli con lei non era possibile. Se le chiedevo chiarimenti oppure opinioni sulle questioni mi rispondeva: ‘Ne parli con Marra, si rivolga a Marra’”. Romeo “impartiva ordini. La premessa era sempre: ‘Vengo a nome di Virginia’”. Un ridimensionamento di Romeo e Frongia? “È una farsa. Senza di loro la sindaca non può far niente”.

Intervistato anche dal Messaggero, Murra sottolinea che Raffaele Marra non era “uno dei 23mila lavoratori comunali”.
“Questa è una menzogna a cui non credono neanche i grillini più accaniti”, dice. “Marra era l’alter ego di Virginia Raggi. E il suo rapporto stretto con la sindaca lo conoscono tutti in Campidoglio”.
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