Piani estrattivi, Ceccarelli: “Ancora in attesa di una data dal ministero”

 

FIRENZE – “La realtà dei fatti è che siamo ancora in attesa di una data per poterci incontrare col ministero, nella speranza che ci venga fissata al più presto”. Questo quanto intende precisare l’assessore Vincenzo Ceccarelli, in relazione ad alcune dichiarazioni apparse sui media di oggi rese dal capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle sulla disponibilità alla proroga dei Pabe, i piani estrattivi. “Siamo in attesa – ribadisce l’assessore – e nel frattempo anche nei prossimi giorni incontreremo le parti per esaminare aspetti dell’attuazione del protocollo sottoscritto. Ancora una volta la Regione si è resa disponibile per fare in modo che non fossero penalizzate attività e occupazione, in una fase che oggettivamente marca un ritardo da parte delle amministrazioni comunali. Nel mentre noi lavoriamo in questa direzione invitiamo tutti a fare la loro parte, le aziende a ritirare i ricorsi e i comuni che non lo abbiano già fatto ad adottare i piani”.

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ANCORA UN INCIDENTE AD UN 737-MAX

Era stato consegnato a Ethiopian Airlines il 15 novembre scorso il 737-800 MAX (1) precipitato ieri
durante la fase di salita dall’aeroporto di Addis Abeba.

A bordo del velivolo diretto a Nairobi si trovavano 149 passeggeri e 8 membri di equipaggio.

 

L’impatto con il terreno è avvenuto in località Bishoftu, 27 kilometri a sudest della capitale.
Ciò che per il momento si sa è che la traccia radar è scomparsa quando l’aereo stava attraversando gli 8000 piedi in salita, erano le ore 08.44 locali.
A quel che è dato sapere al momento, da bordo dell’aereo non sono stati trasmessi messaggi di emergenza.
In base alle circostanze e ai tempi dell’incidente due le anticipazioni che si possono avanzare in via preliminare:
Problemi di ostruzione alle sonde pitot che potrebbero aver fornito dati instabili sulla velocità e
conseguenti correttive azioni errate.
Problemi come quelli già riscontrati nell’incidente al Boeing 737-Max della Lion Air (2) con il quale vi sono fra l’altro inquietanti analogie.

 

L’aereo della Lion Air era decollato da Jakarta il 29 ottobre 2018 alle 6:20 locali e il contatto radio è stato perso alle 6.33, ovvero tredici minuti dopo il decollo.
L’aereo dell’Ethiopian Airlines era decollato alle 08.38 e quindi anche in questo caso l’incidente è occorso dopo pochi minuti, 6 dalla la partenza.
Le indagini sul volo Lion Air ancora non sono concluse ma si è potuto appurare che gli input automatici del nose-down erano comandati dalla legge di controllo del volo Maneuvering Characteristics Augmentation System (MCAS) una innovazione aggiunta alla famiglia MAX, i cui dettagli operativi non erano stati appunto inclusi nel manuale e del quale molti equipaggi anche di altre compagnie aeree non erano affatto a conoscenza.
In poche parole il pilota stava lottando contro il computer.

 

Questa seconda causa sicuramente costituirà uno dei filoni delle indagini.
Tuttavia va in merito precisato che mentre nel caso Lion Air eravamo in presenza del primo incidente mortale che ha
chiamato in causa il nuovo sistema MCAS, si deve ritenere che gli equipaggi di tutte le compagnie che hanno in linea il 737-MAX siano stati sensibilizzati e quindi addestrati a reagire in maniera corretta al ripresentarsi di analoghe circostanze.

 

Antonio Bordoni

 

fonte: air-accidents.com

 

(1) Boeing 737 immatricolato ET-AVJ (c/n 62450)
(2) Volo 610 da Jakarta a Depati Amir del 29 ottobre 2018. L’aereo con a bordo 189 persone (181+9) è precipitato
causando la morte di tutti gli occupanti a bordo.

 

Note:

Al momento della pubblicazione rileviamo che varie compagnie hanno sospeso i voli del Boeing 738 MAX 8 o annunciato un monitoraggio più minuzioso:

Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max 8.

 

Cina: Il controllo dell’Aviazione Civile (Caac) ha deciso di lasciare a terra i 96 Boeing 737 Max 8 operati da compagnie aeree interne.

 

Cayman Airways,ha affermato che lascerà a terra entrambi i suoi nuovi 737 MAX 8 jet fino a quando non avrà più informazioni.

 

L’Indonesia ha disposto un maggior controllo sulle sue compagnie aeree che gestiscono il 737 MAX 8, tra cui Lion Air e Garuda Indonesia, ma per ora non ne sospende i voli.
L’amministratore delegato di Garuda, Ari Ashkhara, ha dichiarato che la compagnia aerea nazionale sta utilizzando il suo 737 MAX 8 con procedure di ispezione extra sui sistemi di controllo della velocità e dell’altitudine, del controllo di volo e dello stallo. Lion Air non ha voluto commentare.

 

Gli operatori statunitensi Southwest Airlines Co e American Airlines Group Inc hanno confermato fiducia  nell’aeromobile e che presteranno massima attenzione all’inchiesta.

 

Singapore Airlines Ltd, il cui braccio regionale SilkAir gestisce il 737 MAX 8, ha affermato che stava monitorando attentamente la situazione, ma che i suoi aerei avrebbero continuato ad operare come previsto.

 

La Corea del Sud sta effettuando un’ispezione di emergenza sui due jet 837 MAX 8 di Eastar Jet , ha detto un funzionario del ministero dei trasporti.

 

Fiji Airways e flydubai hanno dichiarato di essere fiduciosi sull’affidabilità delle loro flotte di 737 MAX 8.

 

Korean Air Lines ha detto che non ci sono state modifiche ai suoi piani per ordinare 30 737 MAX 8 jet, con il primo che dovrebbe arrivare ad aprile.

 

Virgin Australia Holdings Ltd ha detto che è troppo presto per commentare l’incidente etiopico o il suo effetto sui 30 737 MAX 8 jet che ha ordinato, mentre Air Niugini, che ne ha ordinati quattro, ha riconfermato "piena fiducia" nel prodotto Boeing.

 

 

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Legge elettorale, nuovo rinvio alla Camera. I lavori in commissione procedono a rilento e l’approdo in aula slitta ancora

Nulla da fare per la riforma della legge elettorale, che registra l’ennesimo rinvio alla Camera. L’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, infatti, ha preso atto che l’esame della riforma non potrà terminare entro lunedì 27 marzo, data in cui è calendarizzata in aula, e ha concordato di inviare una lettera alla presidente della Camera, Laura Boldrini, per comunicare l’impossibilità dell’approdo in aula la settimana prossima.

Il presidente della commissione, Andrea Mazziotti, ha auspicato che a partire da domani, “ci sia un dibattito concreto” sulla riforma e non “solo sulle rispettive proposte di bandiera”, in modo da arrivare “al più presto” a un testo base che consenta di fissare la data per la presentazione degli emendamenti. Durante la seduta del pomeriggio, Mazziotti ha concluso l’illustrazione sulle proposte di riforma, che intanto sono arrivate a 29: oggi si sono aggiunte quelle a firma Valiante, La russa, Lupi e Costantino.

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Lo stress ferma ancora Virginia Raggi, ricoverata. Poi va alla riunione sullo stadio. Verso accordo su Tor di Valle

Si va verso la chiusura dell’accordo: lo Stadio della Roma si farà a Tor di Valle. Campidoglio e società sarebbero arrivati a un punto d’incontro per un taglio di circa il 50% delle cubature previste e una riduzione proporzionale delle operte pubbliche. La società a questo punto potrebbe però chiedere il rinvio della conferenza dei servizi aperta presso la Regione di un mese per la definizione dei dettagli del progetto. Al tavolo con l’amministrazione capitolina siedono il costruttore Luca Parnasi e il ds della Roma Mauro Baldissoni, in rappresentanza del presidente James Pallotta.

La giornata è stata di quelle tormentate. Proprio nella giornata clou, quella in cui era attesa alla sua grande prova sullo Stadio della Roma, Virginia Raggi è stata e per tante ore si è pensato anche che potesse restare ricoverata all’ospedale San Filippo Neri dove è arrivata questa mattina intorno alle nove. L’incontro con la società, con i proponenti, si fa o non si fa? La domanda è rimbalzata per tutto il giorno. “Voglio essere presente alla riunione e dovrà essere oggi come stabilito”, andava ripetendo il sindaco di Roma mentre i medici hanno controllato per nove ore il suo stato di salute.

Si è trattato di un malore improvviso, forse dovuto allo stress. E non è il primo per Virginia Raggi, che già una volta in questi mesi si era recata in ospedale per accertamenti ed è svenuta durante l’interrogatorio, davanti ai pm, nell’ambito dell’inchiesta sulle nomine. “Sono stati eseguiti gli accertamenti clinici e diagnostici necessari e non sono state riscontrate alterazioni significative”, hanno sottolineato i medici nel bollettino. Adesso “le condizioni cliniche appaiono in netto miglioramento. Il Sindaco verrà mantenuto regolarmente in osservazione per valutare la sua dimissibilità nelle prossime ore”.

Questo intorno all’ora di pranzo. Poi il Campidoglio contatta i proponenti dello stadio per chiedere di spostare la riunione dalla 16 alle 19, segno che la sindaca vuole essere presente e che è fuori pericolo. Infatti intorno alle 18 Raggi viene dimessa e lascia l’ospedale insieme al suo vice Luca Bergamo che intanto l’ha raggiunta per decidere la linea da tenere con la società durante la riunione. Tra l’altro è lo stesso ex marito della sindaca, che è andato a trovarla, ad annunciare ai cronisti che il sindaco avrebbe con ogni probabilità partecipato all’incontro: “Sicuramente non è una vita facile questa, però piano piano si sta riprendendo. È un po’ magra, dovrebbe mangiare di più”.

Arrivata a Palazzo Senatorio il sindaco si chiude in una riunione fiume con i consiglieri mentre la società aspetta di incontrarla. Sul fronte dei proponenti, resta sul tavolo la contrarietà a ogni ipotesi di ubicazione alternativa dello stadio, rispetto al progetto approvato dalla giunta Marino, protocollato come di pubblica utilità e approdato in quanto tale in conferenza dei servizi. Nelle ultime ore, la diplomazia ha incessantemente lavorato a un compromesso sulla cubatura delle ormai famose torri di Libeskind, cercando di non pensare alle frasi con cui, in sostanza, Beppe Grillo ha accolto le tesi dall’ala ortodossa del Movimento, contraria in toto al progetto attualmente sul tavolo della sindaca Raggi.

La carta giocata oggi dalla As Roma e dal costruttore Parnasi, oltre al “controsondaggio”, è stata quella di chiamare a raccolta i tifosi organizzati facenti capo all’Unione Tifosi Romanisti (non gli ultrà, quindi), che si sono dati appuntamento (non moltissimi) in piazza del Campidoglio per intensificare il pressing sulla Giunta nel senso del sì allo stadio, intonando slogan a favore del progetto e contro la sindaca. Una manifestazione, tra l’altro, che è finita nei radar della Digos, che starebbe procedendo all’identificazione dei partecipanti attraverso le riprese a circuito chiuso, poiché a quanto pare non vi era stata alcuna richiesta di autorizzazione. Anche Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e consigliere comunale Pd, era presente: “Mi autodenuncio per aver partecipato alla manifestazione non autorizzata dei tifosi della Roma oggi in Campidoglio. Farebbe ridere, se non fosse avvilente, leggere che – niente di meno – la Digos sia stata mobilitata per la manifestazione pacifica e non violenta dei tifosi romanisti a piazza del Campidoglio per chiedere all’amministrazione di interrompere il balletto sul progetto dello stadio”.

Un confronto difficile ed estenuante, dunque, che ormai si sta svolgendo su due piani paralleli: quello formale fatto di cifre, dati, percentuali, coordinate e quello, per ora sottaciuto, delle carte bollate, dei dossier che gli uffici legali di entrambi le parti dovrebbero avere già messo a punto per l’inevitabile guerra legale in caso di rottura.
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La mamma di Tiziana Cantone: “Solo una piccola vittoria. Non mi basta, voglio ancora giustizia per mia figlia”

“Non mi fermo”. “Solo una piccola vittoria giudiziaria”. “Mia figlia deve avere ancora giustizia”. “Le cose cominciano a cambiare solo dopo aver bruciato una vita”. Parole come pietre quelle della mamma di Tiziana Cantone (la giovane donna che si è tolta la vita il 13 settembre scorso a causa di un video hard diffusosi a macchia d’olio e che la vedeva protagonista) che in un’intervista a La Repubblica commenta la decisione del Tribunale civile di Aversa-Napoli che ha bacchettato Facebook ricordando che i link su Tiziana andavano rimossi.

“Questo pronunciamento dei giudici mi dà qualche speranza, in mezzo alla mia disperazione. Se Facebook e tutti i colossi del web avessero avuto più timore delle leggi, non avrebbero potuto usare come carne da macello i video girati da mia figlia in un momento di manipolazione”.

Nella signora Teresa, infatti, la convinzione che la figlia sia stata costretta a rendersi protagonista di quelle immagini su precisa richiesta del suo ex fidanzato.

“Qualcuno ha approfittato della sua fragilità emotiva. Questi video sono stati girati quando mia figlia conviveva con quell’uomo. Quando andai a riprendermela, Tiziana aveva lividi e ecchimosi sul corpo…”,

Precise le accuse della mamma che spiega che

“solo quando è morta, tanti sono venuti a riferirmi condotte strane di quella persona. Tiziana soffriva molto, ma voleva lottare. Era una ragazza intelligente, non solo bellissima: aveva un diploma di liceo classico e aveva dato diversi esami a Giurisprudenza, ma i momenti di depressione non la abbandonavano più”.

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Migranti, Viktor Orban contro Matteo Renzi: “È nervoso perché l’Italia è in difficoltà”. Ancora scontro tra Roma e Budapest

“La politica interna italiana è un terreno difficile. L’Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso”. Così il premier ungherese Viktor Orban, secondo quanto riporta Mti, dopo lo scontro di ieri sui migranti.

“La compassione – ha aggiunto – non cambia il fatto che l’Italia ha il dovere di adempire agli obblighi” di Schengen, “ma non lo fa”, “è anche vero che l’Ue non dà una mano in modo sufficiente all’Italia”.

La stoccata di Orban a Renzi arriva dopo due giorni di polemiche tra Roma e Budapest. L’altro ieri il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto aveva criticato il premier italiano perché “fraintende completamente la situazione: sta attaccando i paesi dell’Europa centrale i quali rispettano le regole comuni mentre l’Italia non adempie i propri obblighi derivanti dall’appartenenza alla zona Schengen”. Un’uscita alla quale aveva replicato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con un tweet: “Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”.

L’attacco di Budapest è arrivato dopo che Renzi aveva annunciato che l’Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio europeo se paesi come l’Ungheria e la Slovacchia non accoglieranno i migranti come previsto dagli accordi Ue.


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Siria, nulla di fatto ai colloqui di Losanna: l’intesa tra Stati Uniti e Russia per il cessate il fuoco è ancora lontana

Dai colloqui a Losanna sulla Siria nulla di fatto per un cessate il fuoco ad Aleppo. Oltre al segretario di Stato americano John Kerry e l’omologo russo Serghei Lavrov, erano presenti anche i ministri degli Esteri di Qatar, Turchia, Arabia Saudita, Iran, l’Egitto, Irak e Giordania, e l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura. Fonti diplomatiche hanno reso noto che l’obiettivo effettivo di questo incontro non era quello ambizioso di una tregua, ma quello di di coinvolgere gli attori regionali nelle trattative sulle varie ozpioni possibili per porre fine alle ostilità. Negoziati che fino ad oggi si erano imitati a Washington e Mosca, come accade con l’intesa, mai rispettata, raggiunta tra Lavorv e Kerry a Ginevra il 9 settembre scorso.

L’unico elemento su cui i partecipanti al summit di Losanna hanno concordato, al termine di quattro ore di riunione, è quello generico di “prolungare i contatti nei prossimi giorni”, ha spiegato Lavrov, aggiungendo che “sono stati affrontati temi interessanti che possono influire sulla situazione sperando che si riesca a raggiungere un’intesa” per far progredire il processo di pace.

Kerry ha evitato di manifestare delusione per l’esito del summit di Losanna. Il capo della diplomazia americana ha definito l’incontro, durato 4 ore, “uno schietto scambio di idee da cui sono emerse nuove ipotesi, senza tensioni e rancori”.

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Marsiglia, ancora gli hooligans: inglese lotta per la vita – La Repubblica


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A metà pomeriggio, nella zona del Vieux Port, gli scontri divampano. Cariche, lacrimogeni e spray urticanti dalla polizia, tanti feriti, grave un tifoso russo. dal nostro inviato ANDREA SORRENTINO. 11 giugno 2016 …
Euro2016, scontri tra hooligans e polizia a MarsigliaIl Messaggero
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Euro 2016, a Marsiglia nuovi scontri tra hooligans e polizia: sette arrestiL’Unione Sarda
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Pallone d'Oro: Messi, Ronaldo e Neymar in finale. Florenzi per il gol dell'annoLa Repubblica
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Allegri: “Noi ancora a secco. Imperativo: i primi 3 punti” – La Gazzetta dello Sport


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Allegri: "Noi ancora a secco. Imperativo: i primi 3 punti"
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Il tecnico bianconero prima della sfida col Chievo: "Abbiamo zero punti quindi bisognerà cercare di fare i primi tre punti del campionato, contro una squadra che ha sei punti". Sulla formazione: "Marchisio gioca, su Morata devo valutare. Hernanes?
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