M5S con Grillo a bordo dei treni pendolari per dire “no” alla riforma costituzionale

Alessandro Di Battista ha messo all’asta lo scooter, che in estate lo ha portato in giro da una città all’altra per dire “no” alla riforma costituzionale. Non serve più e il ricavato andrà invece ai terremotati. Niente più moto, bensì treni regionali sui quali viaggerà il Movimento 5 Stelle per opporsi al referendum del 4 dicembre.

La campagna sui treni dei pendolari partirà a novembre e vedrà in prima linea Alessandro Di Battista, presente in tutte le tappe. “Tra una stazione e l’altra darò appuntamento ai cittadini e parlerò con loro – dice all’Adnkronos – li inviterò a salire in treno con noi”. Stavolta Di Battista non viaggerà ‘in solitario’, come l’estate scorsa in scooter, ma sarà affiancato dagli altri parlamentari del Movimento. Che non faranno l’intero tour, ma animeranno le piazze con comizi e iniziative, e raggiungeranno il deputato romano tra una stazione e l’altra, in base alle appartenenze regionali dei singoli.

Il piano è stato approvato dall’assemblea dei deputati, che ha anche passato in rassegna grafiche e cartellonistica. Tra una tappa e l’altra a sorpresa arriverà anche Beppe Grillo. Non è ancora noto, ma di certo non mancherà per dare lo sprint finale.

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Matteo Renzi alla ricerca della pax referendaria. Mano tesa a: Cgil, agricoltori, destra, Bersani… Solo con D’Alema e Di Maio…

“Siccome oggi è il compleanno di Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani facciamo un applauso a tutti e due. Sono nati nello stesso giorno. E siccome ieri abbiamo chiuso il primo accordo sulle pensioni, mi voglio allargare: oggi è anche il compleanno della Cgil. Compie 110 anni”. Sì, è Matteo Renzi che parla, ma quello ‘buono’: il lato (inedito) che ha deciso di utilizzare per cercare la pax referendaria in vista del fatidico 4 dicembre.

Passata l’estate, la strategia inclusiva pensata già a luglio diventa realtà. Il premier si tuffa nella campagna referendaria per il sì, pancia a terra e giri per le città, gesti studiati anche a Palazzo Chigi e annunci che cercano una cosa sola: pace e voti in vista del 4 dicembre. Renzi ha deciso di sfrondare l’albero dei nemici storici. Magistrati e sindacalisti in primis. Non li attacca più. Anzi li ‘abbraccia’ ogni volta che può per legarli al sì nel giorno che stabilirà il destino della sua carriera politica.

Nel mirino, che ormai serve solo a lanciare fiori metaforici e giammai cannonate al vetriolo, c’è persino lei: la vituperata Cgil. Già due mesi fa, il premier ha pianificato la sua strategia di ‘corteggiamento’, annunciando già allora la nuova e inedita fase di concertazione con i sindacati sulle pensioni. “Ma poi decide il governo”, diceva allora. Frase puntuta, nei mesi arrotondata, fino a svanire. Non a caso.

Ieri è arrivato l’accordo sulle pensioni, oggi Renzi se lo rivende ricordando da galantuomo il compleanno della Cgil a Perugia, in una delle ormai numerosissime tappe di campagna elettorale. Vero è che a luglio con i suoi non pensava che la Cgil si sarebbe schierata per il no al referendum, cosa che invece è successa. Ma poco importa. Con l’estensione della quattordicesima, il premier pensa di aver conquistato una buona fetta di pensionati, il grosso degli iscritti alla Cgil.

Con i magistrati la storia è un po’ diversa, ma il filo strategico è lo stesso. Martedì sera, in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri, Renzi parla del disegno di legge sul processo penale, quello che accorcia i tempi di prescrizione di reati come la corruzione. Testo fermo da tempo al Senato, eppure il premier non è ancora convinto di metterci la fiducia. “Noi abbiamo fatto delle regole che secondo me sono buone – dice – ma io ci penso su due volte a mettere la fiducia su una cosa che Davigo definisce provvedimenti dannosi o inutili, su atti della giustizia che vogliono aiutare i magistrati, con i magistrati che dicono che sono dannosi. Tendenzialmente escludiamo il voto di fiducia”. Vero è che il presidente dell’Anm ha espresso critiche sul testo. Ma è vero anche che il testo è fermo in Senato per le critiche dei centristi di Verdini e di Alfano. Tuttavia, il premier prova comunque a fare bella figura con i magistrati. Ci prova.

E poi c’è il resto. Oggi per dire è andato alla giornata nazionale dell’extravergine italiano organizzata dalla Coldiretti a Firenze. E annuncia: “Nel quadro economico del Def a cui seguirà la legge di stabilità del 15 ottobre abbiamo previsto che la parte di Irpef agricola che pagate sia cancellata a partire dal 2017″. Chissà se la platea si convince. Si direbbe di no, a giudicare dai fischi partiti all’indirizzo del palco quando il segretario generale Vincenzo Gesmundo schiera l’associazione sul sì al referendum. Però Renzi ci prova.

Come ha provato a incontrare gli ambientalisti e varie categorie professionali subito dopo il terremoto per esporre il piano di prevenzione anti-sismica ‘Casa Italia’. Un’intera giornata di ‘udienze’ a Palazzo Chigi, insieme al project manager Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano. Dovevano rivedersi entro la fine di settembre, però. Ma ancora non c’è traccia dei nuovi incontri.

E poi Renzi prova ad adescare l’elettorato di destra con la storia del Ponte sullo stretto. E’ la destra degli imprenditori che ha in mente. Tenta di riportarli alla sua ragione dopo aver perso la scommessa con i moderati alle scorse amministrative, quando si è scoperto che da destra molti voti sono andati al M5s. Ad ogni modo oggi difende la scelta. A Perugia dice: “I voti di destra? Chi non li prende resta minoranza…”.

Quelli che proprio lo fanno imbestialire, quelli con i quali non tenta strategie di seduzione, anzi continua a usare tattiche di attacco, sono Massimo D’Alema e Luigi Di Maio, evidentemente persi alla causa. “D’Alema – dice a Perugia – sui punti della riforma, per storia personale, è totalmente d’accordo. Ma siccome ha come obiettivo la distruzione di una persona e di un’esperienza, fa la sua battaglia. Auguri. D’Alema è un esperto di lotta fratricida in casa. Citofonare Romano Prodi e Walter Veltroni per sapere di che stiamo parlando. Se si fosse impegnato a combattere il centrodestra quanto ha combattuto i suoi compagni di partito, questo Paese sarebbe diverso”.

Quanto a Di Maio, la prende dal no alle Olimpiadi, sancito oggi dal voto dell’assemblea capitolina. Ma non attacca Virginia Raggi, fedele alla scelta di non attaccare un “sindaco eletto” che i renziani considerano in crisi nei rapporti con il movimento. Renzi invece attacca Di Maio: “Qualcuno dice che i soldi delle Olimpiadi li destineranno alle periferie. Mi auguro che ci sia qualcuno che li aiuti e li riporti alla ragionevolezza perché i soldi delle Olimpiadi, per definizione, vanno dove si fanno le Olimpiadi. Non è difficile. Anche senza email, questo basta un sms e si capisce”. Il riferimento è all’email della Raggi sulle indagini giudiziarie a carico dell’assessore capitolino Muraro, che Di Maio dice di non aver letto bene.

Domani sera negli studi di Enrico Mentana su La7, Renzi terrà l’atteso faccia a faccia con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, alfiere del comitato del no. Ma con lui l’intento non è l’attacco, bensì il merito della riforma. Avanti così in una inedita tattica diplomatica fino al 4 dicembre. Passando per l’appuntamento clou della campagna del sì: la Leopolda edizione 2016, fissata nel weekend 18-20 novembre, a due settimane esatte dal referendum.
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Questa foto di Bernie Sanders solo davanti alla tv per il duello Hillary-Trump è tutti noi

Ha combattuto fino alla fine per essere lì, in quella nottata del 26 settembre, a fronteggiare con la forza delle sue idee Donald Trump. Ma alla fine si è dovuto accontentare di guardare lo scontro in tv, in una posa rilassata ma anche malinconica, che fa trapelare tutta la sua delusione per non essere riuscito a scavalcare l’ostacolo delle primarie e prolungare il suo sogno verso la Casa Bianca.

Bernie Sanders, l’uomo che nei mesi precedenti ha sfidato Hillary Clinton per la nomination democratica, ha infatti postato su Twitter, poche ore fa, una foto che lo ritrae nel salone di casa davanti alla tv accesa sul dibattito Clinton-Trump. Uno scatto che ha fatto intristire i suoi sostenitori, i quali hanno intasato il suo account cinguettante di messaggi di incoraggiamento e di affetto. E lo hanno fatto per 24 mila volte.

“Che foto triste!” commenta un utente del social di San Francisco, mentre un altro rivendica che “Bernie dovrebbe essere l’unico a rappresentare il Partito Democratico in quest’occasione”. Infine, un terzo lo incita: “Continua a combattere per le tue battaglie, non mollare”.

Il senatore del Vermont non ha commentato i tanti messaggi dei suoi fan, ma a giudicare dalla sua bacheca vuole ancora dire la sua sulla politica nazionale, in un giorno in cui Hillary si sta godendo la vittoria nello scontro con il tycoon e il suo partito sta festeggiando. Del resto, lo stesso Sanders aveva deposto l’ascia di guerra contro l’ex first lady di Bill già da tempo, da quanto cioè la sua sconfitta alle primarie è stata ufficializzata.

“Sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti” aveva precisato lo scorso luglio Bernie, parlando per la prima volta accanto a Hillary, durante un comizio nel New Hampshire. “Stiamo unendo le forze” aveva chiosato invece la Clinton. A giudicare dalla solitarie foto di ieri sera, tuttavia, non è così sicuro.

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Milan alla deriva – La Repubblica


La Repubblica

Milan alla deriva
La Repubblica
Solo un rigore di Menez nel recupero salva i rossoneri dalla sconfitta interna col Frosinone: ciociari più vicini alla B, rossoneri sorpassati dal Sassuolo al sesto posto. Ennesimo record per la Juve: due strisce di almeno 10 vittorie nella stessa
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Tragedia alla Gand-Wevelgem: morto il belga Demoitié Era stato travolto da una moto – Corriere della Sera


Corriere della Sera

Tragedia alla Gand-Wevelgem: morto il belga Demoitié Era stato travolto da una moto
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Investito da una moto durante la corsa, morto il belga DemoitiéLa Stampa
Ciclismo in lutto: è morto Demoitie investito da una una moto alla Gent-Wevelgem [IN AGGIORNAMENTO]Diretta Ciclismo
Gand-Wevelgem 2016: l'Italia si fa vedere nella prima parte, bene GuarnieriOA Sport
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Coppa Italia: Juventus Inter. Perisic, distorsione alla caviglia è out contro bianconeri – ANSA.it


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Coppa Italia: Juventus Inter. Perisic, distorsione alla caviglia è out contro bianconeri
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Il centrocampista dell'Inter Ivan Perisic non è partito con il resto della squadra nerazzurra per Torino, dove questa sera si giocherà la semifinale d'andata di Coppa Italia Juventus-Inter. Perisic si è fermato ieri in allenamento per un problema alla
PRONOSTICI COPPA ITALIA/ Juventus-Inter, le quote per la semifinale d andata. Previsti pochi gol (oggi mercoledì 27 Il Sussidiario.net
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Inter: un prevedibile caosSuperNews
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Zidane alla guida del Real Madrid: “Ci metterò il cuore”. Esonerato Benitez, fatali cattivi rapporti con lo spogliatoio – ANSA.it


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Zidane alla guida del Real Madrid: "Ci metterò il cuore". Esonerato Benitez, fatali cattivi rapporti con lo spogliatoio
ANSA.it
Sei mesi esatti per tornare a casa, cullare un sogno e, soprattutto, inimicarsi tutti: giocatori, media e tifosi. E' quanto è durata la parabola di Rafa Benitez, esonerato oggi dal Real Madrid dove era arrivato – e non certo in pompa magna, vista l
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Real Madrid, Zidane: «Voglio vincere da subito»Il Sole 24 Ore
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Lancio di uova alla cena di Natale della Roma – SuperNews


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Lancio di uova alla cena di Natale della Roma
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Che tra tifosi e società i rapporti si fossero ormai incrinati lo si era già capito da qualche settimana. Dopo i fischi assordanti che avevano accompagnato i giallorossi alla qualificazione agli ottavi di Champions, dopo quelli ancora più clamorosi
Furia Roma: lancio di uova al pullmanCalcio News 24
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Thohir alla Moratti: “Basta arbitri protagonisti contro l’Inter” – Inter-News


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Thohir alla Moratti: "Basta arbitri protagonisti contro l'Inter"
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Erick Thohir è stato intervistato in esclusiva a Premium Sport, una piccola anticipazione in questi minuti riguarda gli arbitri e le continue espulsioni nei confronti di giocatori dell'Inter. L'intervista integrale uscirà invece su Italia 1 alle 13.30
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Inter, Thohir: «In campo per vincere. Arbitri? Un caso curioso» | PSCalcio News 24
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GP Russia, vince Hamilton con la Mercedes davanti alla Ferrari di Vettel. Raikkonen 8° – Il Messaggero


Il Messaggero

GP Russia, vince Hamilton con la Mercedes davanti alla Ferrari di Vettel. Raikkonen 8°
Il Messaggero
SOCHI – L'inglese della Mercedes Lewis Hamilton vince il Gp di Russia davanti al tedesco della Ferrari Sebastian Vettel. Il campione del mondo in carica e leader iridato ha centrato il 9°successo stagionale, il secondo consecutivo a Sochi, e il 42° in
F.1: Gp Russia, trionfa Hamilton davanti a Vettel. Mercedes vince il titolo costruttoriAGI – Agenzia Giornalistica Italia
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