Contrasto agli stereotipi di genere, vice presidente Barni consegna il premio a 10 studentesse

FIRENZE – Sono dieci le studentesse vincitrici dell’edizione 2018 del concorso varato dalla Regione in collaborazione con la Commissione regionale pari opportunità e gli atenei toscani, con l’obiettivo di studiare e contrastare il fenomeno degli stereotipi di genere. Si tratta di giovani studiose che nelle loro tesi di laurea magistrale o di dottorato, si sono occupate del tema indicato dal bando (“Analisi e contrasto stereotipi di genere”), da diversi punti di vista e ambiti disciplinari, dalla letteratura, al diritto, alle scienze della formazione, alla psicologia, alla linguistica.

Oggi presso la Biblioteca della Toscana Pietro Leopoldo la vice presidente e assessore alle pari opportunità Monica Barni ha consegnato il premio nel corso di una cerimonia. All’incontro hanno partecipato anche il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, la presidente della Commissione regionale pari opportunità Rosanna Pugnalini, la professoressa Lucinda Spera dell’Università per stranieri di Siena.

“Per cercare di contrastare il fenomeno e capire come superarlo -ga detto Monica Barni –  la nostra convinzione è che si debba lavorare a partire dall’educazione e dalla sensibilizzazione delle nuove generazioni. E’ necessaria una svolta culturale perchè gli stereotipi di genere possono assumere modi e forme diversi all’interno della società, anche nella vita quotidiana, nei testi scolastici, nella comunicazione politica, nella pubblicità e più in generale nei luoghi di lavoro. Il successo di questo concorso, testimoniato dal numero consistente di lavori presentanti, ci conforta nel proseguire con convinzione nella strada intrapresa”.

Con questo obiettivo Regione Toscana, Commissione regionale pari opportunità e gli Atenei toscani (Università di Firenze, Università di Pisa, Scuola Superiore Normale di Pisa, Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Università di Siena, Università per stranieri di Siena, Scuola IMT alti studi di Lucca) hanno dato vita al concorso di cui oggi è giunta a compimento la seconda annualità, riservato a tesi o pubblicazioni scientifiche per gli anni accademici 2016-17, 2017-18 e 2018-19. I fondi messi complessivamente a disposizione dalla Regione ammontano a 45 mila euro per il triennio.

Le vincitrici dell’edizione 2018 sono: Lisa Bussolotti (Università degli Studi di Firenze), Arianna Corbani (Università degli Studi di Firenze), Nora Colombotto Rosso (Università degli Studi di Firenze), Letizia Baroncelli (Università degli Studi di Firenze), Francesca Bianco (Università per Stranieri di Siena), Francesca Zocco (Università di Pisa), Giulia Bongini (Università degli Studi di Firenze), Carmelina Gambone (Università per Stranieri di Siena), Arianna Sicilia (Università per Stranieri di Siena), Michela di Caro (Università degli Studi di Firenze).

Si tratta di giovani provenienti da atenei toscani che nelle loro tesi di laurea magistrale si sono occupate del tema indicato dal bando da diversi punti di vista e ambiti disciplinari, dalla letteratura, al diritto, alle scienze della formazione, alla psicologia, alla linguistica. Ad ognuna di loro andrà un premio di 1000 euro.

Le ricerche e gli studi che hanno contraddistinto l’edizione 2018 verranno depositati presso la Biblioteca regionale Pietro Leopoldo di Palazzo Cerretani in piazza dell’Unità a Firenze, dove già esiste una sezione dedicata al contrasto agli stereotipi di genere. Sarà l’occasione per arricchire il patrimonio regionale con lavori e studi approfonditi in grado di far crescere e qualificare la documentazione già presente presso la biblioteca.

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Domani la maturità, la Grieco agli studenti: “Momento importante, buon esame e buon futuro a tutti”

FIRENZE – Domani mattina, mercoledì 18 giugno, studenti e studentesse inizieranno in Toscana la prova della maturità, che vedrà al debutto il nuovo esame di Stato. L’assessore regionale ad Istruzione, formazione e lavoro, Cristina Grieco, ha quindi inviato ai ragazzi e alle ragazze impegnate nella prova una lettera di incoraggiamento e di “in bocca al lupo” per far sentire loro la vicinanza della Regione Toscana alla vigilia di un evento così importante.

“Care ragazze e cari ragazzi”, scive l’assessore Grieco, “siete arrivati al vostro appuntamento con la ‘maturità’. Siete i primi nati in questo secolo e in questo millennio ad affrontare le prove, riviste, di un esame che resta sempre e comunque un momento importante della vita, fatto di ansia e trepidazione, ma anche di curiosità e voglia di mettersi in gioco”.
“Vi auguro di vivere questi giorni con la giusta dose di emozione”, continua la Grieco, “ma anche con la ‘leggerezza’ della vostra età e con la consapevolezza che le commissioni hanno come unico obiettivo quello di valorizzare al massimo la vostra preparazione e di fare emergere la conoscenza e competenza, le potenzialità e i talenti di ciascuno”.

“Con l’esame di Stato”, prosegue, “si chiude un percorso di crescita in cui siete stati accompagnati dai vostri insegnanti, dai dirigenti scolastici e dal personale scolastico tutto”. E ancora: “Sono stati anni in cui sono nate relazioni importantissime di amicizia, di confronto, di complicità. Faranno parte di voi per sempre. E adesso vi accingete a varcare una sorta di ‘confine’ tra l’adolescenza e l’età adulta”.
“D’ora in avanti”, scrive ancora l’assessore, “sarete più autonomi ma anche più responsabili… insomma sarete un po’ più grandi”. Di conseguenza: “Affronterete altri esami, concorsi, avrete soddisfazioni e anche qualche insuccesso. Fanno parte della vita, ma cercate di affrontare tutto con determinazione e speranza nel futuro”.

“La Regione Toscana”, precisa nella lettera l’assessore Grieco, “mette la Scuola ed i giovani al centro delle sue politiche, favorendo le alleanze con territori e imprese e supportando gli Istituti per il miglioramento e l’ampliamento dell’offerta formativa”. E continua: “Ed anche per il post diploma tantissimi sono gli interventi che mettiamo in campo, dall’alta formazione tecnica al diritto allo studio universitario, alle misure di accompagnamento al lavoro e per l’autonomia, perché sentiamo di trasmettervi i valori e costruire opportunità”
“Ma questo sarà un altro capitolo”, conclude il messaggio. “Per adesso faccio a tutte e tutti un grande in bocca al lupo per gli esami. Buon futuro a tutti…”.

 

 

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Dario Franceschini in campo tra Renzi e Bersani: “No agli strappi. E non si dica ‘voto’ senza legge”. Calenda isolato nel governo

Quando nel Pd il gioco si fa duro, quando volano gli stracci e tutto sembra crollare, scende in campo Dario Franceschini. Il ministro dei Beni Culturali media tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani, tra l’opzione ‘voto a tutti i costi entro giugno’ e l’opzione ‘prima il congresso e poi il voto nel 2018’. Franceschini non parla di date. Dice che soprattutto bisogna pensare a “come” si arriva al voto. E non si può dire “voto” senza prima aver compiuto tutti i passaggi fondamentali per arrivarci per bene: la legge elettorale e il cammino più consono all’unità nel Pd.

Tutto questo Franceschini lo spiega al Corriere della Sera in un’intervista che esce domani, a 24 ore da quella del ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, convinto sostenitore del no al voto anticipato. Ecco, una cosa per ora è chiara: Calenda è isolato nel governo. Nemmeno Franceschini gli dà sponda. Tantomeno Graziano Delrio, uno dei ministri rimasti ancorati fino in fondo alla linea del segretario del Pd. “E’ vero che ci sono delle emergenze, Calenda ha ragione, ma un governo come questo può affrontare queste emergenze? – dice Delrio ospite di Bianca Berlinguer su Raitre – Serve un governo legittimato per questo e le elezioni fanno parte delle democrazie”.

Franceschini non è così ‘schiacciato’ su Renzi. E ci tiene anche a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Pensa che sia un successo essere riusciti a “parlamentarizzare” la discussione sulla legge elettorale dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum. Un successo, visto che invece la prima reazione del segretario del Pd è stata “andiamo al voto, la legge c’è”. Non c’è ancora, sostiene Franceschini, convinto in questo di avere un forte assist al Colle da Sergio Mattarella. E dunque bisogna che il Parlamento ci lavori: partenza il 27 febbraio alla Camera, c’è un mese di tempo per farsi trovare pronti all’appuntamento.

Insomma, non si può parlare di voto senza prima aver effettuato questi passaggi, è il ragionamento di Franceschini. E’ questa la stoccata a Renzi, il freno all’ansia del segretario di correre alle urne. Un freno che sia Franceschini che Orlando si sono premurati di comunicare a Renzi negli incontri di questi giorni.

L’obiettivo è stabilire una tregua nel Pd, intanto. “Procedere senza strappi”, dice Franceschini nel tentativo di riacchiappare sia Bersani e le sue minacce di scissione che Renzi e la sua fissazione di andare al voto entro giugno, costi quel che costi.

Il quadro sembra così ricomposto. Per ora. Time out per i pasdaran di entrambi i fronti. Anche Paolo Gentiloni isola Calenda: “Posizione personale”. Pur sottolineando che “non sono io a decidere la durata della legislatura: spetta al Parlamento, al presidente della Repubblica, alla dialettica tra le forze politiche alle quali guardo con il massimo rispetto”, specifica il premier.

Ma Calenda lascia una scia. I bersaniani guardano a lui come possibile nuovo leader. Più volte Bersani ha espresso apprezzamenti sul ministro, i contatti tra Calenda e l’ex segretario hanno finito per rovinare i rapporti con Renzi. Ma soprattutto tra i parlamentari Pd prevale la convinzione che dietro Calenda e il suo no al voto anticipato ci sia un pezzo di mondo imprenditoriale. Nello specifico il capo di Confindustria Vincenzo Boccia.

Del resto Calenda viene da lì, creatura di Luca Cordero di Montezemolo, arrivato in politica con Monti e Scelta civica, promosso da Renzi ambasciatore nell’Ue e poi ministro al posto della Guidi. Poi la fine dell’idillio. E ora i bersaniani lo ‘pesano’ come possibile ‘nuovo Prodi’. Già prima del referendum costituzionale, il suo nome girava come possibile premier dopo Renzi in caso di sconfitta. I renziani invece approfondiscono i propri sospetti su di lui. Per niente sorpresi dalla sua intervista al Corriere, ora però si chiedono se dietro non ci siano anche quei poteri europei che chiedono all’Italia una manovra correttiva e che quindi non vedono di buon occhio il voto anticipato.
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Keith Urban fa un tributo incredibile agli artisti che abbiamo perso nel 2016

Il 2016 verrà ricordato come uno degli anni più funebri per il mondo della musica. Sono stati tanti i cantanti illustri scomparsi nel corso dell’anno, compianti poi da milioni (se non miliardi) di fan in tutto il mondo: da David Bowie (andatosene il 10 gennaio) a Prince (morto a soli 57 anni), da Leonard Cohen (82 primavere) a Geroge Michael, deceduto proprio il giorno di Natale.

Per questo nella notte di capodanno, pochi minuti prima che il mondo salutasse il 2016 per accogliere il 2017, il cantante country Keith Urban ha voluto fare un commovente tributo ad alcuni dei più celebri colleghi che hanno regalo brani memorabili al pubblico di ogni dove.

Tra gli interpreti commemorati dal marito di Nicole Kidman (sul palco con lui) nel medley di fine anno, ci sono stati Leonard Cohen, Glenn Frey, David Bowie, Merle Haggard and Prince. L’evento è stato mandato in onda dalla CNN a 7 minuti dallo scoccare del nuovo anno. Un’esibizione che ha commosso profondamente tutti i presenti.
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Canone, Istat e tetto agli stipendi: il cda Rai chiede aiuto al Tesoro

Una richiesta di riunire urgentemente l’assemblea dei soci. Tradotto: il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dia delle risposte. Il consiglio di amministrazione della Rai lancia l’allarme sulle troppe “incertezze” che si addensano sul futuro economico dell’azienda di viale Mazzini. Perché se è vero che quest’anno il canone in bolletta ha portato un gettito di circa 2 miliardi, molte altre sono le incognite.

In particolare, si temono le conseguenze dell’inserimento da parte dell’Istat di Rai nel perimetro della pubblica amministrazione. Su questo punto, era previsto che si intervenisse nella legge di Stabilità. Cosa che non è accaduta, anche a causa della crisi del governo Renzi e della rapida approvazione con fiducia della manovra. Inoltre, c’è la questione del tetto agli stipendi fissato per legge a 240mila euro. Non è ancora chiaro se si applichi anche agli artisti: il timore è che la Rai si trovi per questo “fuori dal mercato”. Anche su questo punto si attende una interpretazione del ministero dell’Economia.

Ulteriore incognita, sottolineata dal cda, è rappresentata dalla nuova concessione che affiderà all’azienda di viale Mazzini il servizio pubblico televisivo per i prossimi dieci anni. Nella bozza preparata dal governo Renzi si interveniva anche sugli affollamenti pubblicitari, costringendo ogni canale a rimanere singolarmente sotto il tetto del 4% settimanale mentre attualmente quell’asticella viene rispettata “spalmando” gli spot sui 3 canali, favorendo così la rete ammiraglia. Infine, c’è la questione della riduzione del canone che l’anno prossimo dovrebbe scendere a 90 euro.

“La verità – spiega il consigliere di opposizione, Arturo Diaconale – è che era stato tutto preso sottogamba perché erano convinti che al referendum avrebbe vinto il sì e tutte le sciocchezze fatte finora si sarebbero risolte. Invece ha vinto il no, il governo Renzi è caduto e ora ce n’è uno che anche se è la fotocopia, non è detto che risolverà le cose che venivano date per scontate”. Di fatto, il consiglio di amministrazione si aspetta che l’assemblea dei soci venga convocata al massimo entro dieci giorni, e che le risposte arrivino prima della fine dell’anno.

La mossa dei vertici Rai non è però piaciuta al dem Michele Anzaldi, che ne dà un’interpretazione politica. “E’ un atto irrituale e ostile al governo. Peraltro – spiega – è sorprendente che di fronte all’invito rivolto sempre da tutti a tenere la politica fuori dalla Rai, sia proprio chi guida l’azienda a volerla tirare dentro”.
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Mister Corona lascia l’eredità agli abitanti del suo villaggio natale. E diventano tutti milionari: 2 milioni di euro a testa

Antonio Fernández, il padre del brand Corona, ha lasciato 169 milioni di sterline, quasi 200 milioni di euro, al villaggio in cui è nato e cresciuto, Cerezales del Condado.

Il villaggio, che oggi conta 80 residenti, sarà dunque composto da milionari: ognuno riceverà 2 milioni di sterline, 2 milioni e 350mila euro circa, a testa. La notizia, come riporta il Telegraph, ha lasciato i cittadini meravigliati: “Non so come avremmo fatto senza Antonio. Non avevamo una peseta”, racconta Maximo Sanchez, proprietario dell’unico bar del paese.

Fernández ha combattuto con la povertà fin da bambino. A 14 anni abbandonò gli studi per lavorare nei campi. Negli anni, dopo essersi trasferito in Messico, è riuscito a creare l’impero della Corona, una delle birre più vendute nel mondo.
Si è spento nell’agosto scorso, a 98 anni, dopo aver passato il testimone al nipote, nel 2005.

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Samsung agli italiani che hanno il Galaxy Note 7: “Spegneteli”

La Samsung non usa giri di parola: spegnete i Galaxy Note 7. La Samsung mette in guardia i possessori degli smartphone in Italia, meno i duemila, dopo aver deciso di ritirare il modello dal mercato per via dei casi di esplosione della batteria

“Samsung invita i consumatori a spegnere i Galaxy Note7 in proprio possesso e riconsegnarlo al punto vendita presso il quale è stato acquistato” si legge in una nota diffusa in Italia dal colosso sudcoreano. Sul mercato italiano, il prodotto non è mai stato ufficialmente messo in commercio, se non attraverso una prima fase di pre-ordine di circa 4.000 unità, di cui consegnate meno della metà. Per agevolare il processo di ritiro del Galaxy Note7, Samsung Electronics Italia ha messo a disposizione alcuni servizi tra cui: servizio di ritiro del prodotto, servizio di assistenza dedicato al numero verde 800 025 520, sito dedicato http://www.samsung.com/it/note7exchange/.

“A tutti i consumatori, che hanno effettuato il pre-ordine, Samsung Electronics Italia garantisce il rimborso totale e immediato dell’importo versato. Sempre a questi consumatori, verranno inoltre spediti subito dopo la restituzione del Galaxy Note7, i premi promessi in fase di pre-ordine” continua la nota firmata da Carlo Barlocco, presidente di Samsung Electronics Italia.
“A livello internazionale, stiamo lavorando con organismi di regolamentazione competenti per investigare i casi recentemente segnalati che coinvolgono esclusivamente il modello Galaxy Note7” continua “Poichè la sicurezza dei consumatori rimane la nostra massima priorità, Samsung ha chiesto a livello globale a tutti gli operatori telefonici e ai distributori partner, di interrompere le vendite e le sostituzioni dei Galaxy Note7. Siamo un leader tecnologico responsabile e fortemente impegnato nel far sentire i nostri clienti in ogni istante sicuri, entusiasti e ispirati, mantenendo alta l’eccellenza dei nostri prodotti. Vogliamo dimostrare di essere concretamente vicini ai nostri consumatori italiani e per questo stiamo lavorando ad un programma dedicato per ringraziarli della fiducia che ci stanno dimostrando”.

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