In Italia 176.554 migranti accolti nel 2016, otto volte i numeri del 2013. Missione di Marco Minniti a Malta e Nord Africa

Sono 176.554 i migranti accolti nel nostro Paese al 31 dicembre 2016, un numero 8 volte superiore rispetto a solo tre anni fa, cioè al 2013. Erano 103.792 nel 2015, 66.066 nel 2014, appena 22.118 nel 2013. È la “fotografia” di una realtà drammatica che non “fissa” solo i flussi degli sbarchi, ma è il “fermo immagine” di quanti poi rimangono stanzialmente nel nostro Paese.

A rendere noti i dati è stato il Ministero dell’Interno, secondo cui 137.218 migranti sono presenti nelle strutture temporanee, 14.694 nei Centri di prima accoglienza, 820 negli hotspot. Solo 23.822 occupano i cosiddetti posti Sprar, il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati. Cioè persone cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato, in fuga da guerre e da conflitti. La regione che ne ospita il maggior numero si conferma ancora la Lombardia, con il 13%, davanti a Piemonte (8%), Veneto (8%), Lazio (8%), Campania (8%), Sicilia (8), Emilia Romagna (7%), Toscana (7%) e Puglia (7%).

Questi dati sono anche maggiormente impressionanti se paragonati ai dati dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) secondo la quale nel 2016 gli arrivi dal mare in Europa sono stati 361.678 (181.405 in Italia più 173.447 in Grecia), contro oltre 1.015.078 del 2015. E anche oggi solo a Catania sono arrivati 131 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia sulla nave Gregoretti della Guardia Costiera. Ad Augusta sono arrivati invece 386 migranti a bordo della nave Aquarius di SOS Mediterranee.

Che cosa significa? Che gli arrivi in Italia nel 2016 sono stati tre volte meno, ma le persone accolte sul nostro territorio sono state quasi il doppio. Non è un caso che i numeri del Viminale siano stati resi noti in concomitanza con il primo viaggio all’estero di un ministro del nuovo governo Gentiloni, il ministro dell’Interno Marco Minniti, che è stato in Tunisia martedì e oggi a Malta – dal 1 gennaio presidente di turno Ue.

Missione appunto dedicata all’emergenza migranti e all’emergenza terrorismo (già sono stati presi contatti anche per un viaggio di Minniti in Libia). “Oggi, la migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterraneo. È diventata un motivo di preoccupazione per tutta l’Europa e tutti i Paesi debbono unirsi per cercare di trovare una soluzione comune” hanno affermato Minniti e l’omologo maltese, Carmelo Abela, a La Valletta. Abela ha detto di essere consapevole che il futuro dell’Unione dipenderà essenzialmente dalle decisioni che gli Stati membri prenderanno in questo frangente per far fronte al fenomeno migratorio.

Intanto in Italia è tornata al calor bianco la polemica sulla riapertura di un Cie in ogni regione. Beppe Grillo boccia la proposta Minniti. “Aprire un Cie per regione rallenterebbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europa e della Corte Costituzionale in materia di diritti umani. È necessario identificare chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere rapidamente gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili Cie spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari. Sono cose che il M5S afferma con buonsenso da anni”. Questa la ricetta del Movimento 5 Stelle. Anzi per Di Maio su Twitter “i Cie ingrassano le cooperative amiche del governo”.

La proposta di un Cie in ogni Regione d’Italia “la giudichiamo negativamente. Ci chiediamo che significato ha aumentare il numero di questi centri” ha dichiarato il responsabile immigrazione della Caritas Italiana, Oliviero Forti, in un’intervista al Tg2000 sulla tv dei vescovi . “Abbiamo lottato e lavorato insieme alle istituzioni – ha aggiunto Forti – affinché si riducesse il numero dei Cie. Abbiamo verificato che sono costosi, inefficaci e non riescono a raggiungere l’obiettivo per cui sono nati cioè identificare le persone e nei casi previsti dalla legge rimpatriarle forzatamente nei loro Paesi. La vicenda di Cona – ha proseguito Forti – racconta che l’accoglienza nei grandi centri non funziona perché si mette a repentaglio la vita delle persone come è accaduto alla donna ivoriana che, a quanto pare, non è stata soccorsa nei tempi e nei modi dovuti. Ma soprattutto crea delle condizioni di invivibilità. Chiediamo, dunque, che l’accoglienza sia diffusa con piccoli numeri sul tutto il territorio nazionale» ma «la maggior parte dei Comuni oggi non vuole migranti sul proprio territorio”.

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Keith Urban fa un tributo incredibile agli artisti che abbiamo perso nel 2016

Il 2016 verrà ricordato come uno degli anni più funebri per il mondo della musica. Sono stati tanti i cantanti illustri scomparsi nel corso dell’anno, compianti poi da milioni (se non miliardi) di fan in tutto il mondo: da David Bowie (andatosene il 10 gennaio) a Prince (morto a soli 57 anni), da Leonard Cohen (82 primavere) a Geroge Michael, deceduto proprio il giorno di Natale.

Per questo nella notte di capodanno, pochi minuti prima che il mondo salutasse il 2016 per accogliere il 2017, il cantante country Keith Urban ha voluto fare un commovente tributo ad alcuni dei più celebri colleghi che hanno regalo brani memorabili al pubblico di ogni dove.

Tra gli interpreti commemorati dal marito di Nicole Kidman (sul palco con lui) nel medley di fine anno, ci sono stati Leonard Cohen, Glenn Frey, David Bowie, Merle Haggard and Prince. L’evento è stato mandato in onda dalla CNN a 7 minuti dallo scoccare del nuovo anno. Un’esibizione che ha commosso profondamente tutti i presenti.
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Mercato auto, chiusura del 2016 in crescita: +15,8% di vendite. Fca al top dal 2012

Il mercato italiano dell’auto vola a dicembre e chiude il 2016 con 1.824.968 immatricolazioni, il 15,8% in più dell’anno precedente, stessa percentuale di crescita del 2015. Nell’ultimo mese sono state vendute – secondo i dati del ministero dei Trasporti – 124.438 vetture, pari al +13,06%, trentunesimo incremento mensile consecutivo.

Chiude con il botto il gruppo Fca che ha venduto 528.189 auto, il 18,39% in più del 2015. La quota sale dal 28,31% al 28,94%, livello più alto dal 2012. Tutti i brand aumentano le vendite più della media del mercato: Jeep +35%, Alfa Romeo +19,2%, Fiat +17,1% e Lancia +16,5%. Positivo anche dicembre con Fca che ha ottenuto una quota del 29,6%, ancora una volta con una crescita superiore rispetto a quella del mercato. Nell’anno sei modelli Fca nella top ten, di cui tre i più venduti in assoluto: Panda, Ypsilon, 500L, 500X, 500 e Punto. A dicembre sono sette i modelli del gruppo nella classifica, di cui 3 sul podio: Panda, Ypsilon, 500, 500X, 500L, Tipo e Renegade.

Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, parla di “un volume di vendite superiore alle aspettative” e di “un contributo determinante del settore ai consumi interni”, mentre per Gianmarco Giorda, direttore dell’Anfia, “è in linea con le attese” mentre per il 2017 la stima è di “una moderata crescita tra il 3% e il 5% in più rispetto al 2016”. “Il 2016 è stato un anno eccezionale a due velocità: il +19,1% del primo semestre e il +12% del secondo hanno portato a chiudere a +15,8% rispetto al 2015”, osserva Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia.

Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, sottolinea due aspetti interessanti. Innanzitutto, l’aumento sul totale delle immatricolazioni di vetture diesel o a benzina, mentre si è ridotta quella delle alimentazioni ecologiche, gpl, metano ed elettrico puro, con un contenuto incremento soltanto per le ibride. Nonostante questa situazione – osserva – il livello delle emissioni di CO2 per veicolo venduto si è ridotto rispetto al 2015, grazie ai continui miglioramenti tecnologici introdotti dalle case automobilistiche per ridurre le emissioni anche con i carburanti tradizionali (benzina e gasolio). Un altro aspetto interessante – aggiunge Quagliano – è il minore peso delle immatricolazioni di vetture piccole e utilitarie, mentre è aumentato quello delle vetture dei segmenti più alti.

“Un altro segno del progressivo ritorno del mercato italiano alla normalità”, commenta.
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2016, l’annus horribilis nel discorso di Sergio Mattarella: da Regeni al terremoto, un lungo elenco di tragedie

Nessuna sfumatura rosea nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Piuttosto, l’elenco di tutte le disgrazie che hanno fatto del 2016 un annus horribilis per l’Italia e non solo. Dall’assassinio di Giulio Regeni al terremoto che ha colpito il Centro Italia, Mattarella ha iniziato il suo discorso con una sfilza di tragedie che è doloroso ascoltare tutte insieme.

“Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi”, ha detto Mattarella. “Dall’assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti”.

Il presidente della Repubblica ha poi ricordato Fabrizia Di Lorenzo e Valeria Solesin, le due giovani vittime italiane del terrorismo di matrice islamica.

“Negli ultimi giorni, abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell’attentato di Berlino. Così come era avvenuto, sul finire dell’anno scorso a Parigi, per Valeria Solesin. Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo”.

Poi un pensiero per le vittime di infortuni sul lavoro e i terremotati:

“Lo stesso sentimento di vicinanza esprimo ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro. Un pensiero di sostegno va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L’augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente. Ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi così belli e carichi di storia”.


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Istat: Pil 2016 a +0,8%, 2017 +0,9%. “Crescita moderata, incertezze da tensioni sui mercati”

“Nel 2016 si prevede un aumento del Prodotto interno lordo italiano pari allo 0,8% in termini reali, cui seguirebbe una crescita dello 0,9% nel 2017”. È la stima dell’Istat nel rapporto sulle prospettive per l’economia italiana. L’ Istat spiega che “tra l’attuale quadro di previsione e quello presentato a maggio 2016, il tasso di crescita del Pil per l’anno corrente è stato rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali”.

Tra l’attuale quadro di previsione e quello presentato a maggio 2016 – rileva l’istituto di statistica, il tasso di crescita del Pil per l’anno corrente è stato rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali. “La minore vivacità dei consumi privati e degli investimenti ha portato a una revisione al ribasso del contributo della domanda interna al netto delle scorte di 0,2 punti percentuali. La domanda estera ha invece contribuito in misura lievemente negativa alla crescita (-0,1 punti percentuali) in linea con quanto riportato nel quadro previsivo rilasciato a maggio”.

“La stima preliminare del Pil per il terzo trimestre ha mostrato una ripresa dei ritmi produttivi”, rileva l’Istat “Le prospettive a breve indicano una prosecuzione della fase di crescita seppure con ritmi più moderati”. “Una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo alla crescita economica nel 2017. Tuttavia – sottolinea – le incertezze legate al riaccendersi delle tensioni sui mercati finanziari potrebbero condizionare il percorso di crescita delineato”.

Inflazione ferma nel 2016. “Già nei primi mesi del 2017 si prevede una ripresa dell’inflazione con una intensità più marcata nella seconda parte dell’anno”, scrive l’Istat. Secondo l’istituto, “determinanti risulteranno le condizioni di costo sui mercati internazionali delle materie prime, in particolare per l’approvvigionamento energetico. Nel quadro di una ripresa dei corsi petroliferi, il contributo all’inflazione della componente energetica è previsto diventare positivo”. Un elemento, questo, al quale va associato “il deprezzamento contenuto del cambio dell’euro rispetto al dollaro che spingerà al rialzo anche i costi degli altri input importati”.

Nella media del 2016, secondo le stime Istat, il deflatore della spesa delle famiglie risulterà invariato rispetto allo scorso anno, mentre nel 2017 la crescita del deflatore della spesa delle famiglie si attesterà in media all’1%.

Disoccupazione in calo nel 2017. Secondo l’Istat “l’occupazione aumenterebbe nel 2016 (+0,9% in termini di unità di lavoro) congiuntamente a una riduzione del tasso di disoccupazione (11,5%)”, rispetto ai livelli del 2015 (11,9%). “I miglioramenti sul mercato del lavoro proseguirebbero anche nel 2017 – prevede l’Istituto – ma a ritmi più contenuti: le unità di lavoro sono previste in aumento dello 0,6% e la disoccupazione si attesterebbe all’11,3%”.

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Istat, per il Pil rimbalzo nel terzo trimestre: +0,3%. Migliora la crescita acquisita del 2016: +0,8%

Migliora il Pil acquisito per quest’anno. La crescita che si registrerebbe se negli ultimi tre mesi del 2016 la variazione congiunturale del prodotto interno lordo fosse nulla è di +0,8%. Lo rende noto l’Istat alla luce dei dati positivi sul terzo trimestre. La stima precedente, quella basata solo sui dati dei primi due trimestri, era di +0,6%. Le stime del governo sul 2016 indicano una crescita (grezza) dello 0,8%.

Nel terzo trimestre del 2016 c”è stato un rimbalzo della crescita economica italiana. Il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del terzo trimestre del 2015. Lo rende noto l’Istat in base alle stime preliminari. Nel secondo trimestre dell’anno la crescita era stata pari a zero.

A commento dei dati arriva un tweet del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che scrive: “Con le riforme sale il Pil, senza
riforme sale lo spread. Avanti tutta, l’Italia ha diritto al futuro #passodopopasso”.

Intanto Bankitalia, nel Supplemento al Bollettino Statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”, rende noto che il debito pubblico italiano a settembre si è attestato a 2.212,6 miliardi, in diminuzione di 12,1 miliardi rispetto al mese precedente.

Il fabbisogno di settembre, pari a 15,2 miliardi, spiega la Banca d’Italia, è stato più che compensato dalla diminuzione (25,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (risultate pari a 39,3 miliardi alla fine di settembre) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (1,9 miliardi).

Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è diminuito di 12,4 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è aumentato di 0,4 miliardi e il debito degli Enti di previdenza è diminuito di 0,1 miliardi.

Nei primi nove mesi del 2016, il debito delle Amministrazioni pubbliche è invece aumentato di 39,9 miliardi. L’incremento, precisa ancora Bankitalia, riflette il fabbisogno (42,3 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (3,6 miliardi). In senso opposto ha operato, per 6,0 miliardi, l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio.

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Leopolda 2016 al via, Matteo Renzi da Bella ciao di piazza del Popolo al ritorno a casa per il referendum

Da ‘Bella ciao’ ai ‘Young the giant’, a ‘Imani’. Dalle tarantelle al rock degli adolescenti. Via le bandiere del Pd, manco a dirlo. In giro vedi solo cartelli giganti ‘E adesso il futuro, Leopolda 7’. Solo una settimana fa Matteo Renzi era in piazza del Popolo a cantare ‘O sole mio’ sul palco, di fronte ad una platea di militanti Dem, alla ricerca della sinistra da convincere per il referendum. Oggi è alla vecchia stazione di Firenze, seduto in prima fila, di fianco alla moglie Agnese, a gustarsi l’intervento dell’amico recuperato Matteo Richetti. Si apre ufficialmente la Leopolda 2016, la terza di governo. ‘#Cambiaverso’ in una sola settimana. Con la piazza di sabato scorso a Roma un unico tratto in comune: ‘Basta un sì’.

“Quando si torna alla Leopolda è come tornare a casa…”. Qui Renzi è sul palco a duettare con Richetti. Sono le 22.23, il premier non resiste alla tentazione del saluto. Che diventa la presentazione della scaletta dei tre giorni. Domani il clou nel pomeriggio, con “Maria Elena sulla riforma. L’obiettivo è disintegrare la riforma: dovete tirar fuori tutti i dubbi… Un fact checking”. Domenica poi “mi tolgo i sassolini dalle scarpe” contro quelli del no, per esempio “Salvini che ha la stessa idea di Monti…”. “Se vi va bene, ok. Sennò noi siamo per la deriva autoritaria e lo facciamo lo stesso”.

Le gag con Richetti giocano sempre sul filo dell’intesa ritrovata dopo oltre un anno di gelo. La Leopolda onore la città natale e “la fiction dei Medici” che la celebra. Non a caso Renzi la cita. “Domani Nardella farà da guida ai primi 100 che si registrano su Facebook”, è un modo per tirar dentro anche il sindaco. Tutto serve per il referendum.

All’ingresso della vecchia stazione di Firenze sono scomparsi i soliti gadget leopoldini. Ci sono solo magliette, tazze, penne e libri dedicati al referendum: ‘Basta un sì’. Ma è l’unico angolo dedicato esplicitamente alla consultazione del 4 dicembre, esattamente tra un mese. In questo la Leopolda è diversa anche dalla Festa del Pd di Catania, costellata di ‘Basta un sì’ in ogni dove. Ma è una Leopolda elettorale, connessa con la diversissima piazza di sabato scorso nella capitale. Lì Renzi cercava la sinista, qui cerca di ritrovare i suoi. Con l’ansia che magari non siano poi tutti.

Per la prima serata la stazione si riempie. Ma dall’organizzazione non nascondono una certa preoccupazione per la giornata di domani. Rispetto all’edizione dell’anno scorso sono tornati i tavoli tematici. Ci saranno anche i ministri del Pd ad animarli, ognuno sui propri temi di competenza, dal ministro Boschi – unico rappresentante di governo che parlerà anche sul palco – alla Pinotti, al ministro Padoan. Ma chi ha organizzato il tutto non nasconde che l’idea dei tavoli – grandi tavoli tondi con una decina di sedie ciascuno – è tornata per ovviare all’eventualità di una scarsa partecipazione. La terza Leopolda di governo fa paura, soprattutto sotto referendum.

Pochissimi i parlamentari presenti. Ci sono i renzianissimi della prima ora, David Ermini, Simona Bonafè, Ernesto Carbone, c’è Simona Malpezzi e pochi altri. Sono impegnati nei propri collegi elettorali nelle iniziative per il sì. C’è però la governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini: “Sono qui per la mia gente…”. Perché questa è una Leopolda che sta a metà strada tra il terremoto nell’Italia centrale e le celebrazioni per i 50 anni dell’alluvione di Firenze, cui oggi ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E c’è pure l’ex sindaco de L’Aquila all’epoca del sisma del 2009, Stefania Pezzopane, senatrice Pd, a spiegare che questo non è il governo Berlusconi “interessato solo a inaugurare le case il giorno del compleanno del presidente…”.

Renzi cerca il pubblico largo, oltre il Pd, come al solito alla Leopolda. Ma dentro di sé spera che domani anche Gianni Cuperlo firmi la bozza di modifica dell’Italicum elaborata dalla commissione Dem. I suoi da Roma gli hanno assicurato che andrà così. E sarà uno schiaffo per la minoranza del no, riunita oggi a Bari intorno al governatore pugliese Michele Emiliano.

Quella del 2016 è la Leopolda della scommessa finale. Da Norcia a Lampedusa, dal terremoto ai migranti di cui domani parlerà Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. “C’è da ricostruire la chiesa di San Benedetto, patrono d’Europa, e anche un’Europa che continua a girarsi dall’altra parte quando si parla di immigrazione”, insiste Renzi.

Nei capannelli si parla del futuro: è l’ultima Leopolda? Chissà. “Il format sotto governo soffre un po’ – afferma un renzianissimo – ma alla fine Renzi non ci rinuncia. Sempre che vinca il referendum tra un mese…”. Se vince il no, è un altro mondo. E qui alla Leopolda si chiedono se i parlamentari assenti starebbero ancora dalla parte del segretario del Pd.
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Euro 2016, Italia-Svezia in diretta alle 15. Prepartita e formazioni LIVE – Corriere dello Sport.it


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Euro 2016, Italia-Svezia in diretta alle 15. Prepartita e formazioni LIVE
Corriere dello Sport.it
TOLOSA – Dopo la bella vittoria contro il Belgio all'esordio, l'Italia torna in campo oggi pomeriggio (ore 15) a Tolosa per sfidare la Svezia. Ibrahimovic e compagni hanno bisogno di punti dopo il pareggio con l'Irlanda, ma gli azzurri hanno la grande
LIVE Uefa Euro 2016 Italia-Svezia 0-0: riparte il secondo tempo!TUTTO mercato WEB
Aggiornamenti in tempo realeLa Gazzetta dello Sport
Missione ottavi, c'è Ibra sulla strada dell'Italia per gli Europei. Gioca FlorenziLa Repubblica
Il Fatto Quotidiano –SuperNews –Tuttosport –Corriere della Sera
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Euro 2016, Russia-Slovacchia 1-2: Hamsik, gol da fuoriclasse – Tuttosport


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Euro 2016, Russia-Slovacchia 1-2: Hamsik, gol da fuoriclasse
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LILLA – Trascinata da un Hamsik straripante, la Slovacchia trova la prima vittoria di sempre in un Europeo e si rimette in corsa per il passaggio del turno affondando la Russia, ora ad un passo dall'eliminazione. Il centrocampista del Napoli, primo
Aggiornamenti in tempo realeLa Gazzetta dello Sport
Euro 2016: Russia-Slovacchia 1-2Corriere dello Sport.it
Pagelle/ Russia-Slovacchia (1-2): FantaEuropeo, i voti della partita (Europei 2016 gruppo B, 2^giornata)Il Sussidiario.net
Sport Mediaset –Fantagazzetta –ANSA.it –Stop and Goal
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Euro 2016, procedura Uefa contro la Russia: si decide il 14 giugno – Sport Mediaset


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Euro 2016, procedura Uefa contro la Russia: si decide il 14 giugno
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L'Uefa ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti della Russia, dopo le violenze di ieri nello stadio Velodrome di Marsiglia. Il caso sarà discusso dalla Commissione disciplinare il 14 giugno. Dopo che nel loro settore era stato lanciato un
EURO 2016/ Europei: paura per Corluka in Turchia-Croazia (ultime notizie, oggi 12 giugno 2016)Il Sussidiario.net
L'Uefa a Inghilterra e Russia. "Altri scontri e siete fuori"La Gazzetta dello Sport
Clamoroso, Inghilterra e Russia rischiano l'esclusione dall'Europeo!Corriere dello Sport.it
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