La produzione industriale in Italia vola ad agosto: è cresciuta del 4,1%. L’Istat certifica il boom

Boom per la produzione industriale in Italia, che ad agosto, a sorpresa, si è attestata sui livelli più alti dal 2011. Secondo quanto comunicato dall’Istat, la produzione è cresciuta dell’1,7% rispetto a luglio 2015 e del 4,1% da agosto dello scorso anno. Questa crescita, spiega l’Istituto nazionale di statistica, deriva “da variazioni realizzate in un mese tipicamente caratterizzato da livelli di produzione molto bassi” e porta a un incremento dello 0,4% nel trimestre giugno-agosto 2016 rispetto al precedente. Nei primi otto mesi l’aumento è dell’1% rispetto al 2015.

Guardando al dato grezzo, sempre ad agosto, la produzione industriale è cresciuta del 7,4%, valore più alto dal dicembre del 2010.

Per quanto riguarda i settori, ad agosto 2016 i comparti che hanno registrato la maggiore crescita tendenziale sono stati quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,2%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+13,6%) e della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.C.A.(+11,7%). Le diminuzioni maggiori si sono registrate nei settori dell’attività estrattiva (-17,7%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-5,3%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (- 5,0%).

Continua a correre la produzione di autoveicoli. Ad agosto l’indice corretto per gli effetti di calendario è aumentato del 41,9% rispetto allo stesso mese del 2015. Nei primi otto mesi dell’anno la produzione di autoveicoli è cresciuta del 9,5 per cento.

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Verso lo scontro frontale fra Matteo Renzi e minoranza in direzione Pd. Le promesse di modifiche all’Italicum non bastano

Ribadire che la volontà di cambiare la legge elettorale “è reale” ma “senza forzature” e, soprattutto, non da soli. E, dunque, non prima di aver consultato maggioranza e opposizione. Insomma, non prima del referendum. È questa la linea Maginot di Matteo Renzi che nella Direzione del Partito Democratico in programma lunedì pomeriggio proverà a tener fede alla linea aperturista degli ultimi tempi senza, però, concedere ulteriori spazi di mediazione alla minoranza. Anche perché la convinzione è che l’obiettivo sia un altro: attaccare lui.

La rottura sul referendum sembra ormai giunta a un punto di non ritorno e il premier avrebbe letto con molta irritazione le interviste con cui Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza annunciavano il loro No al ddl Boschi poche ore prima che il partito si riunisse a via del Nazareno proprio per discutere delle modifiche all’Italicum che da mesi invocano. “Tempo scaduto”, “solo chiacchiere”, dicono i due esponenti dell’opposizione interna.

Il premier – raccontano – sarebbe stato colto di sorpresa soprattutto dal tono tranchant di Bersani anche perché, spiegano, le colombe erano al lavoro da giorni perché domani si arrivasse a un documento comune. Una freddezza, quella del segretario, che emerge durante l’intervista a L’Arena su Rai1. Renzi decide di non cogliere l’occasione del salotto televisivo per lanciare un segnale di apertura e, anzi, commenta caustico l’uscita dell’ex segretario dem. “Io dico soltanto una cosa, Bersani – è la sua risposta – ha votato Sì tre volte alla Camera. Se poi cambia opinione per il referendum, ciascuno si farà una sua valutazione sul perché. Questa riforma non l’ho scritta io di nascosto a Rignano sull’Arno al mio pc”. La linea – insomma – è quella di dimostrare che l’incoerenza sta negli altri e, di conseguenza, anche le ragioni della rottura. D’altra parte – aggiunge – è “un anno e mezzo che mi danno contro”. Sebbene ribadisca che personalizzare l’appuntamento sia stato un errore, il presidente del Consiglio si dice anche convinto che in molti stanno orientando il loro voto per “antipatia” nei suoi confronti e questo – aggiunge – mostra “scarsa visione per il Paese”.

La proposta che dovrebbe essere messa sul piatto della discussione della Direzione è quella di affidare a una delegazione formata dai capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda e da Lorenzo Guerini, un compito “esplorativo” nei confronti di tutte le altre forze politiche. “Bisogna costruire le condizioni per le modifiche, pensare che in sei settimane, mentre è in discussione la legge di bilancio, si chiuda questa partita sarebbe una forzatura”, spiega un renziano. Una mossa il cui effetto dovrebbe essere quello di “stanare” la minoranza, perché la convinzione è che il punto di approdo reale non sia la modifica della legge elettorale. La scelta di Pier Luigi Bersani di votare No al referendum sulla riforma costituzionale – dice esplicitamente il ministro dei Beni culturali, Enrico Franceschini – “penso sia motivata da altro”, “il tema vero è che nel Pd e fuori dal Pd si sta utilizzando il tema referendario per contrastare Renzi”.

Dalla minoranza, ovviamente, l’accusa è ribaltata: è il segretario – dicono – che continua a fare solo melina senza alcuna proposta concreta. La direzione di domani, spiega Roberto Speranza, “è l’ultima possibilità, però non per annunci generici: il governo e la sua maggioranza hanno prodotto il disastro dell’Italicum, ora senza una loro vera iniziativa ogni mossa e invito al Parlamento, è una perdita di tempo”. La richiesta è quella di mettere in discussione il doppio turno, esattamente la norma che finora Renzi ha difeso più strenuamente.
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Pensioni, Giuliano Poletti annuncia: “la quattordicesima sarà maggiorata del 30% per gli assegni più bassi”

La quattordicesima sarà aumentata ai pensionati con gli assegni più bassi. Parola del ministro del Welfare, Giuliano Poletti, che in un’intervista al Corriere della Sera prova a quantificare gli intervisti concordati con i sindacati sulle pensioni.

“Per le persone che la prendono già, cioè quelle che hanno un importo di pensione fino a 1,5 volte il minimo (750 euro circa) l’incremento sarà intorno al 30%. Per chi ha una pensione tra 1,5 e 2 volte il minimo (750-1.000 euro circa) la quattordicesima sarà introdotta per la prima volta in una misura pari a quella finora erogata alla vecchia platea (da 336 a 504 euro in base ai contributi versati). Questo per evitare sperequazioni a favore delle pensioni più alte”.

Ne deriva che la vecchia quattordicesima arrivi a un massimo di 650 euro.

“Le cifre esatte saranno definite nella legge di Bilancio, ma l’ordine di grandezza è quello che le ho detto”.

Sul fronte lavoro, modifiche in arrivo per la decontribuzione sulle assunzioni. È “possibile” ad esempio, spiega Poletti, che riguardi solo gli under 35.

“Credo che lo sgravio 2017 verrà concesso secondo criteri selettivi volti a favorire l’occupazione giovanile e al Sud”.

Dinanzi al dato di oltre 107 mila italiani emigrati all’estero, un terzo dei quali di giovane età, si apre anche il tema dei salari.

“Il tema dei salari c’è. Bisogna aumentare il reddito dei lavoratori e il governo è impegnato a studiare un taglio strutturale del cuneo fiscale a partire dal 2018. Detto questo, credo che vada distinto chi liberamente sceglie di partire da chi è costretto a farlo perché non trova lavoro. E comunque, a fronte di centomila italiani che vanno all’estero ce ne sono milioni che restano da noi a studiare e lavorare. Non vorrei passasse l’idea che quelli che se ne vanno sono più bravi di quelli che restano”.

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Pensioni, Giuliano Poletti annuncia: “la quattordicesima sarà maggiorata del 30% per gli assegni più bassi”

La quattordicesima sarà aumentata ai pensionati con gli assegni più bassi. Parola del ministro del Welfare, Giuliano Poletti, che in un’intervista al Corriere della Sera prova a quantificare gli intervisti concordati con i sindacati sulle pensioni.

“Per le persone che la prendono già, cioè quelle che hanno un importo di pensione fino a 1,5 volte il minimo (750 euro circa) l’incremento sarà intorno al 30%. Per chi ha una pensione tra 1,5 e 2 volte il minimo (750-1.000 euro circa) la quattordicesima sarà introdotta per la prima volta in una misura pari a quella finora erogata alla vecchia platea (da 336 a 504 euro in base ai contributi versati). Questo per evitare sperequazioni a favore delle pensioni più alte”.

Ne deriva che la vecchia quattordicesima arrivi a un massimo di 650 euro.

“Le cifre esatte saranno definite nella legge di Bilancio, ma l’ordine di grandezza è quello che le ho detto”.

Sul fronte lavoro, modifiche in arrivo per la decontribuzione sulle assunzioni. È “possibile” ad esempio, spiega Poletti, che riguardi solo gli under 35.

“Credo che lo sgravio 2017 verrà concesso secondo criteri selettivi volti a favorire l’occupazione giovanile e al Sud”.

Dinanzi al dato di oltre 107 mila italiani emigrati all’estero, un terzo dei quali di giovane età, si apre anche il tema dei salari.

“Il tema dei salari c’è. Bisogna aumentare il reddito dei lavoratori e il governo è impegnato a studiare un taglio strutturale del cuneo fiscale a partire dal 2018. Detto questo, credo che vada distinto chi liberamente sceglie di partire da chi è costretto a farlo perché non trova lavoro. E comunque, a fronte di centomila italiani che vanno all’estero ce ne sono milioni che restano da noi a studiare e lavorare. Non vorrei passasse l’idea che quelli che se ne vanno sono più bravi di quelli che restano”.

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Le gaffe sessiste di Donald Trump: da Hillary Clinton a Miss Piggy

Le gaffe sessiste di Donald Trump dall’inizio della campagna elettorale per le presidenziali quasi non si contano, e hanno preso di mira molti personaggi famosi, a partire da Hillary Clinton. Anche se lui ha sempre cercato di sminuire le sue frasi ‘politicamente scorrette’ declassandole a battute, a goliardate.

Come nell’ultimo scandalo del video in cui ha parlato di “chiacchiere da spogliatoio”. Ecco i principali episodi:
HILLARY CLINTON. “Io so dove è andata. E’ disgustoso….troppo disgustosò, disse il tycoon commentando il ritardo con cui l’ex first lady, durante un dibattito delle primarie, arrivò sul palco dopo l’intervallo, probabilmente per una pausa alla toilette.

CARLY FIORINA. “Guardate che faccia che ha, chi la voterebbe? Con quella faccia può fare il presidente?”. Così Trump si rivolse durante un dibattito delle primarie alla rivale ex amministratore delegato di Hp.

MEGYN KELLY. “Si vedeva che aveva il sangue agli occhi, il sangue le usciva dappertutto…”. Parole rivolte alla famosa anchorwoman di Fox rea, secondo il tycoon, di averle fatto domande troppo aggressive ancora durante un dibattito nel corso delle primarie.

ALICIA MACHADO. “E’ disgustosa”: cosi Trump si è rivolto all’ex Miss Universo che aveva preso in giro per essersi ingrassata, tanto da meritarsi per il tycoon il soprannome di ‘Miss Piggy’.

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L’8 ottobre è la Notte della Luna: il Moonwatch si celebra in tutto il mondo, tanti gli appuntamenti

Conto alla rovescia per la Notte della Luna. In tutto il mondo l’’8 ottobre si celebra il Moonwatch. Nuvole e pioggia permettendo, centinaia di telescopi saranno puntati nella notte sul nostro satellite, che si troverà molto vicino a Marte.

Centinaia di telescopi puntati sulla Luna
L’International Observe the Moon Night (InOMN) è una iniziativa lanciata a livello internazionale da numerose organizzazioni, tra cui la Nasa, mentre in Italia l’appuntamento è promosso da Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Unione Astrofili Italiani (Uai). Sono previste osservazioni al telescopio e conferenze sulla Luna, le sue origini, le caratteristiche fisiche, le missioni spaziali passate e quelle future.

Luna al primo quarto, vicina a Giove
”L’8 ottobre, la Luna è al primo quarto, la fase ideale per l’osservazione al telescopio perché il Sole la illumina lateralmente e fa vedere bene i crateri e i monti. Quando la luna è piena invece è troppo luminosa e alcuni dettagli si perdono”, ha detto Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). A rendere speciale la serata contribuisce anche un quartetto di pianeti: Marte incontra la Luna nella costellazione del Sagittario, mentre Venere, Saturno e Marte, che sfilano in direzione Sud-Ovest.

Telescopi e conferenze
Tantissime le manifestazioni organizzate da Nord a Sud, che fanno dell’Italia uno dei Paesi con maggiori adesioni all’iniziativa. ”La collaborazione tra astrofili e astronomi – ha rilevato Volpini – ha dato un ottimo risultato per la diffusione capillare della manifestazione”. Fra le serate di osservazione ci sono quelle previste nella sede dell’Inaf di Torino e quelle nell’Osservatorio Comunale di Perinaldo (Imperia), in collaborazione con i ricercatori dell’Inaf-Osservatorio di Trieste, che ‘traslocheranno’ per l’occasione. A Bologna, nel Parco dei Giardini, la notte dedicata alla Luna comincerà con una conferenza e proseguirà con le osservazioni guidate dagli astrofili. Manifestazioni sono previste anche all’Osservatorio astronomico di Cagliari e al Planetario Provinciale Pythagoras di Reggio Calabria; presso l’Osservatorio di Acquaviva delle Fonti (Bari) e al Planetario di Palermo.

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Ue, opposizioni all’attacco di Moscovici dopo l’apertura sulla flessibilità: “L’Italia è sovrana, no a ingerenze”

“Inaccettabili le ingerenze del Commissario europeo agli Affari Economici, Moscovici, sul referendum costituzionale e sulla sovranità nazionale dell’Italia. Il voto dei cittadini italiani sulla riforma della Costituzione, già violata da questa Unione Europea con l’inserimento del pareggio di bilancio dello Stato, non è un obolo da portare al ‘banco dei pegni’ dell’Europa”.
Lo dichiarano i deputati del M5S della commissione Politiche Ue riferendosi all’apertura di Moscovici sulla flessibilità.

“Ci preoccupa molto -aggiungono- il fatto che Moscovici affermi di voler sostenere Renzi contro una ‘minaccia populistà in Italia, quasi a voler fare da sponda all’attuale governo per conservare lo status quo, perché che sa che il M5S non terrebbe il gioco a questa Ue complice di banche e poteri forti ma lavorerebbe per creare un nuovo progetto di Europa che metterebbe alla porta lui e tutti gli interessi che rappresenta per fare spazio ai cittadini e alle comunità”, concludono i parlamentari 5stelle.

Anche Forza Italia attacca: “Renzi alla canna del gas: ha bisogno di aiutini Moscovici per avere qualche titolo benevolente dai giornaloni comunque amici…”, scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Uscita Moscovici chiaramente politica per aiutare partner in difficoltà. Ma scorretta da punto di vista istituzionale”, sottolinea in un successivo tweet. E ancora: “A cosa si riferisce Moscovici? Governo non ha ancora presentato Legge bilancio e Parlamento non si è espresso. Come si permette?”.

“Ringraziamo Moscovici per le sue dichiarazioni – afferma Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera – sono la dimostrazione che chi governa l’Italia lo sceglie Merkel e la partitocrazia europea. E’ folle e inaccettabile che un commissario europei affermi che la flessibilità si darà solo ai governi amici per evitare che elezioni democratiche scelgano rappresentati delle istituzioni a loro non graditi. Insomma, malgrado i teatrini dell’assurdo che Renzi fa contro l’Ue, abbiamo l’ennesima prova che il premier italiano è solo un burattino nelle mani di Merkel sulla testa e a spese del popolo”.

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Il sosia di Matt Damon in una foto del 1961. Il figlio posta online lo scatto delle nozze dei genitori e il web impazzisce

Immaginate cosa si prova nello sfogliare l’album di nozze dei propri genitori e scoprire che in realtà papà è Matt Damon. Stessa mascella importante, stesso sorriso a mezza bocca, stessa attaccatura dei capelli. Il doppelganger del famoso attore americano non è una star di Hollywood, ha 75 anni e vive a Seattle. Il figlio ha postato la foto del matrimonio con la madre su Reddit, scatenando un’ondata di commenti da parte degli utenti, impressionati dall’incredibile somiglianza.

My parents Wedding day, February 1961. I think Dad looks like Matt Damon…… from OldSchoolCool

“Il giorno delle nozze dei miei genitori. Febbraio 1961. Credo che mio padre somigli a Matt Damon”, si legge nella didascalia della foto, messa online dal nickname “coffeeandtrout”. Un matrimonio felice, fino alla morte di lei, lo scorso anno: “Papà sta cercando ancora di abituarsi. Erano grandi insieme”.

Il complottismo, però, è sempre di casa sul web e in molti si sono lanciati in ipotesi che potessero giustificare l’esistenza di un sosia, senza legami di sangue. All’inizio alcuni hanno pensato a uno scherzo e che nello scatto in bianco e nero fosse stato immortalato effettivamente l’attore. Altri hanno consigliato un test del Dna al figlio, per assicurarsi che nel suo albero genealogico non fosse presente qualche avo in comune con il Jason Bourne del grande schermo.

Alla fine la tesi più accreditata è stata però un’altra. “Coffeeandtrout” è Matt Damon e l’uomo nella foto è suo padre. Dietrologia a parte, sembra davvero non ci sia spiegazione logica e, parenti o no, somigliare a uno degli attori più belli di Hollywood è comunque motivo di vanto. Ma il figlio ha tenuto a precisare: “In realtà mio padre non è identico a Matt Damon: è più alto”.

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Referendum. Matteo Renzi non teme l’assist di Moscovici: risultati concreti sulla flessibilità

In Italia ”c’è una minaccia populista. E’ per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all’interno dell’Ue”. E ancora: “Ho fiducia che l’Italia se la caverà come sempre e risolverà i problemi con il nostro aiuto”. Sul piano concreto: la Commissione Ue è pronta a “considerare” le richieste di italiane di flessibilità per “le spese per i rifugiati” e per il “terremoto”. Pierre Moscovici parla a Washington e sembra un renziano. Il commissario agli Affari economici dell’Ue si schiera con il premier italiano nella difficile sfida per il referendum e, particolare non da poco, non crea disturbo a Roma. Perché, è la lettura che danno da Palazzo Chigi, il socialista Moscovici porta risultati palpabili: il suo ok oggi permette di sperare di chiudere la legge di stabilità abbastanza agevolmente. Il resto sono speculazioni astratte.

Insomma l’effetto ‘John Phillips’ non c’è. Le parole di Moscovici sono musica per le orecchie di Renzi anche se a pronunciarle è il commissario di un’Europa che ormai non suscita simpatia in nessun paese del continente. Stavolta il premier e i suoi non reagiscono con gelo, imbarazzo e distanza come è accaduto tre settimane fa, quando l’ambasciatore statunitense Phillips si è azzardato a dire che “una vittoria del no al referendum metterebbe a rischio gli investimenti americani in Italia”. Con Moscovici, commissario e uomo di mediazione nella squadra di Juncker, questo non succede. Anzi. A Roma sono contenti.

Primo perché l’ok di Moscovici sulla flessibilità, seppur non definitivo in quanto la partita con la Commissione si chiuderà tra un mesetto, lascia ben sperare sulla quadratura del cerchio anche per il 2016. E poi non è indifferente il mezzo con cui il commissario decide di dare il suo messaggio. Lo fa in un’intervista a Bloomberg, agenzia economica, e a Washington a margine dei lavori del Fondo Monetario internazionale. Dice Moscovici: “Abbiamo detto chiaramente cosa è la flessbilità nel gennaio 2015. Dobbiamo incoraggiare i paesi che creano molti investimenti, lo abbiamo fatto con l’Italia. Aiutare i paesi che portano avanti riforme strutturali affinché possano avere più tempo, lo abbiamo fatto con l’Italia. Abbiamo detto che saremmo pronti a considerare spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio. Si tratta di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate. In generale un Paese deve rispettare i criteri e ridurre il debito, è il principale problema di Italia e Belgio”.

Insomma, questa è l’Europa che si schiera con Renzi e si incarica di ‘garantire’ per l’Italia oltreoceano, quasi volesse calmare le acque dopo le dichiarazioni di Phillips e spingere sulla vittoria del sì al referendum. Ma c’è di più. I Dem di stanza tra Bruxelles e Strasburgo tracciano un ponte ideale tra Moscovici e Jean Claude Juncker, che ieri ha usato le stesse parole di Renzi: “Il vertice di Bratislava è stato un fallimento” sui migranti. Sostanzialmente gli ‘amici’ in Commissione Ue sono almeno due per Renzi: il commissario e il presidente, “determinati a difendere la stabilità di governo in Italia per tutelare un’Europa messa male: l’Italia di Renzi è diventata fondamentale per l’Ue”, ragionano in casa Dem a Bruxelles.

Eppure al referendum sulla Brexit, i commissari Ue si sono tenuti prudentemente a distanza dalla campagna elettorale di David Cameron per non urtare gli euroscettici del Regno Unito, anche se non è servito. Eppure per il referendum greco Juncker, Martin Schulz e altri leader Ue sono entrati a gamba tesa nella campagna elettorale per difendere gli accordi con la troika, non riuscendo a scongiurare la vittoria del no, ‘oxi’. Comunque abbia agito, l’Europa ha sempre perso la scommessa con i referendum.

Ma per l’Italia l’assist di Moscovici non rischia di danneggiare la campagna per il sì, dicono fonti vicine al premier che a Bratislava invece ha rotto con Merkel e Hollande per i mancati risultati sui migranti, convinto che un po’ di distanza con l’Ue faccia bene alla campagna per il sì. La ricetta però non si applica a Moscovici che sta seguendo passo dopo passo il cammino della legge di stabilità italiana, è in continuo contatto con Padoan e poi non è Katainen o Schauble. Insomma non è percepito come il ‘cattivo’ della situazione, bensì la ‘colomba’ contro i falchi, colui che ha le chiavi per liberare la manovra economica 2016.

Lo dimostra anche il fatto che stavolta, a differenza del caso Phillips, non scoppia la polemica politica. Anche se sia Arturo Scotto di Sinistra Italiana che Renato Brunetta di Forza Italia intervengono. “Ci mancava solo Moscovici. La politica economica dell’Europa dovrebbe essere decisa per rendere migliore la vita dei cittadini più deboli, non per salvare Renzi da improbabili minacce neopopuliste”, dice Scotto. ‘In Italia minaccia populista’. Moscovici offende popolo italiano. Democrazia fa paura a certa Ue. C’è da riflettere. Questa Europa non ci piace”, twitta Brunetta. Ma non si sviluppa un incendio di dichiarazioni.

“Apprendiamo che la Commissione europea apre alla flessibilità, è pronta a considerare alcune spese straordinarie, come quelle per la crisi di rifugiati o per le conseguenze di un terremoto ed altri eventi traumatici – dice invece Laura Garavini, dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo del Pd alla Camera – E’ una buona notizia ed è anche la prova che la battaglia del governo Renzi per una Europa più giusta e solidale sta buttando giù qualche muro. Eppur si muove?”.
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Polished man: l’importante ragione per la quale alcuni uomini (e star) stanno postando foto con un’unghia smaltata

Scorrendo la bacheca di diversi social a qualcuno sarà capitato d’imbattersi nelle immagini di ragazzi con un’unghia smaltata. Se vi siete chiesti il perché di questa scelta vuol dire che quella foto ha ottenuto il suo scopo. Incuriosire gli utenti è il primo obiettivo che si è posto la campagna Polished man, lo scopo finale, invece, è quello di riuscire a creare un futuro senza più abusi sui minori.

“Polished Man incomincia smaltando un’unghia”, si legge nella spiegazione sul sito, “Quell’unghia conduce a una conversazione, quella conversazione ispira una donazione. La donazione permette di sensibilizzare, prevenire e proteggere. E si conclude con un mondo nel quale i bambini non debbano soffrire per la violenza”.

Paint it. #PolishedMan. Nailed it.

Una foto pubblicata da P O L I S H E D M A N (@polishedman) in data:

La campagna è stata promossa da Ygap, un’organizzazione no-profit australiana, che, per il terzo anno di fila, ha invitato gli utenti uomini ad abbracciare la causa e postare nel mese di ottobre un scatto con un’unghia colorata. Ad aderire sono stati anche alcuni artisti, tra cui l’attore Chris Hemsworth, che sul suo Instagram ha scelto lo smalto rosso per sensibilizzare sul tema.

L’idea a Elliot Costello, ceo di Ygap, è venuta in Cambogia, dove ha incontrato Thea, una ragazza che da piccola, mentre si trovava in orfanotrofio, era stata vittima di abusi fisici e sessuali. Elliot è rimasto colpito dalla sua storia, l’ha ascoltata raccontare la sua difficile infanzia, mentre gesticolava con le unghie smaltate. La campagna è un omaggio a lei, un modo simbolico per rappresentare le sue parole, nella speranza che qualche bambina venga salvata dal rischio di ripeterle.

Al momento sono stati raccolti 257mila dollari, fondi che verranno utilizzati per programmi di recupero dai traumi e per prevenire il rischio di abusi a livello globale.

Elliot Costello. #PolishedMan. Nailed it.

Una foto pubblicata da P O L I S H E D M A N (@polishedman) in data:

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