Trump e la canzone senza senso: il suo discorso al dibattito contro Clinton è

Continuano le parodie sui dibattiti Hillary-Trump. Dopo il duetto sulle note di Dirty Dancing, che aveva spopolato su Facebook, un nuovo filmato è diventato virale negli Usa, ma questa volta l’oggetto della clip comica è solo il candidato repubblicano.

Il montaggio eseguito da The Woodcreek Faction e pubblicato su Youtube ironizza sulla figura di Trump, sostituendo la sua voce con la storica “Mah-nà mah-nà” composto da Piero Umiliani. La musica si integra perfettamente con la situazione: alla ripetizione del ritornello nonsense gli sguardi sono rimangono interdetti, mentre la moglie Melania e la figlia Ivanka lo seguono con approvazione.

Il video è esilarante: il tycoon imbraccia il microfono con grande serietà, ma le sue parole sono solo una continua ripetizione della strofa centrale della canzone, nota per non contenere alcuna parola di senso compiuto.

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Confronto Clinton Vs Trump, Las Vegas è pronta per il “Superbowl debate”: preparativi imponenti per l’ultima sfida

Mancano poche ore al terzo e ultimo dibattito tra i due candidati di queste elezioni presidenziali d’America. La corsa alla Casa Bianca sta per finire e questa sarà l’ultima occasione per dimostrare chi è davvero nato per fare il Presidente degli Stati Uniti. Nessuno dei due può sbagliare il colpo, e chi sbaglia stavolta sentirà sicuramente il peso di un errore che cambierà le sorti di una vita, e di un Paese.

Tutto a Las Vegas è pronto già da giorni, per quello che è stato già definito uno degli eventi storici della città. La città più pazza del mondo è carica di aspettative, abituata ad essere illuminata notte e giorno lo deve essere ancora di più. Lo spazio scelto per ospitare il dibattito e tutti gli operatori dedicati a questo special event è l’Università del Nevada, qui nel cuore di Las Vegas, dove gli spazi sono immensi e per l’occasione super monitorati.

La sicurezza è stata implementata: l’area è blindata, gli accessi sono controllatissimi. Persino gli ingressi degli studenti universitari sono stati limitati, solo i migliori, quelli con il massimo dei voti, potranno entrare e vivere un’esperienza unica.

Tutto è perfetto. Ed è difficile calcolare quante persone stiano lavorando da giorni a questo momento, con un numero inimmaginabile di operatori che ancora controllano ogni singolo angolo di ogni singola area. Questo ultimo dibattito è stato definito il “superbowl debate” perché i numeri che farà, in termini di ascolti televisivi saranno notevoli; ci si aspetta una audience come quella del Superbowl appunto, l’evento televisivo più importante d’America che tiene incollati agli schermi tutti gli americani, e da qualche anno grazie alle dirette speciali anche noi. Esattamente come per questo terzo ed ultimo dibattito: anche in Italia si potrà seguire la diretta di Sky.

Intanto tutti i maggiori network ci sono. Le televisioni americane trasmetteranno la diretta e da giorni stanno settando le loro postazioni. Per un evento come questo le tv scelgono solo il top: i migliori tecnici che hanno nella squadra fanno in questo caso squadra. C’è chi arriva da Los Angeles, da New York, da Miami, da Phoenix: i più specializzati preparano le postazioni che saranno lo scrigno delle news più importanti del mondo fra qualche ora. Ma già si può intuire che oggi, qui, essere i più bravi forse non basta più.

I grandi network si servono di attrezzature e tecnologie avanzatissime, fuori dall’Università ci sono posizionate decine di fly (regie mobili) che prendono i segnali, registrano e sparano coi satelliti ovunque. E poi c’è Facebook: proprio vicino a loro, alla FOX, alla ABC, alla MBC, alla CBS, in un press room immensa. Anche qui nulla è lasciato al caso. Le rifiniture dei tavoli sono precise, i monitor sono tutti collegati, non c’è un cavo che non funzioni, tutto è studiato con pazienza affinché il risultato sia ineccepibile.

Nella hall del dibattito, quella dove lo show sarà garantito, reale, non filtrato dagli schermi, ieri si sono svolte le prove audio e ci si assicurava che i microfoni e i loro volumi fossero settati perfettamente. Non ci si può permetter stavolta che l’audio di Trump sia più debole rispetto a quello della Clinton. L’errore umano non è consentito, a meno che non sia quello di uno dei due protagonisti della sfida.

Facebook è insieme a tutti gli altri grandi network nella press room dove alla fine del dibattito sia Hillary che Donald arriveranno per incontrare i giornalisti. Proprio di fianco al palco di Donald J. Trump e al claim “Make America great again” c’’è la sua postazione. Più grande rispetto a quella delle altre, più umana. Meno tecnologia, meno tecnica specializzata, niente telecamere, solo telefoni. Una presentatrice bionda dal volto rassicurante, e il salotto per gli ospiti. Facebook è cool.

L’azienda fondata da Mark Zuckerberg spiega con una guida appositamente creata per i giornalisti che saranno in sala come una diretta con Facebook live sia più immediata e a portata di mano. Fa vedere che alcune grandi televisioni già lo stanno usando facendo la differenza. Facebook insegna che la differenza la si fa con poco, ma che per farla bisogna davvero essere diversi: oggi la diversità sono anche le idee, ma soprattutto le persone. Las Vegas è diversa oggi: ha un’anima più profonda. Non pensa solo a vincere, come ai tavoli da gioco, ma a fare quella differenza che tutti adesso vogliono vedere.

Hillary è arrivata in città ieri sera seguita dai giornalisti che hanno viaggiato a bordo con lei. Trump è atterrato invece stamattina. Il concerto dei Rolling Stones che era previsto proprio per stasera è saltato, perché Mick Jagger è stato improvvisamente colpito da una forte laringite: si scusa con tutti i fan che hanno comprato il biglietto. Forse consapevole anche lui che lo show più atteso a La Vegas, stasera, non è quello dei Rolling Stones.
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Matteo Renzi a Michelle Obama: “I tuoi discorsi sono meglio dei tuoi pomodori” (VIDEO)

“Sono da sempre un fan di Obama, a partire dal suo primo discorso in Illinois nel 2007 ma, dopo aver ascoltato i discorsi di Michelle in campagna elettorale, li ho trovati dello stesso livello. Penso che i tuoi discorsi siano meglio dei tuoi pomodori”. Così, scherzando, Matteo Renzi nel discorso di apertura alla cena di Stato alla Casa Bianca. Renzi ha poi ripreso il concetto di “bottega” come luogo in cui si condivide il lavoro per renderlo migliore possibile, come accade con l’amministrazione Obama. Per questa ragione il presidente Usa è stato paragonato a un maestro del Rinascimento: “Ci hai dato l’opportunità di lavorare insieme a te per migliorare il mondo e pensare al futuro come a un luogo di speranza”. Il premier ha poi scherzato: “I nostri popoli condividono a tavola vino e cibo così come condividono gli stessi valori: possiamo allora organizzare una visita a Firenze, andare agli Uffizi e al David, e poi fare non una cena di Stato, ma andare in una osteria per vedere se i pomodori italiani sono più buoni di quelli dell’orto di Michelle”.

Obama e Michelle accolgono Renzi e Agnese per la cena di Stato

Benigni alla cena di Obama: “Resto qui, sto cercando una cosetta vicino all’orto di Michelle”

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Matteo Renzi, visita alla Casa Bianca: premier “in the sky” grazie a Obama

“Guardatelo: è giovane, è bello, gli piace molto twittare”. Potrebbe bastare questa frase di Barack Obama per mandare Matteo Renzi letteralmente ‘in the sky’, in visibilio, tra nuvole sognanti di adorazione per gli Stati Uniti, “our best friend”, dice il premier italiano dalla South Lawn della Casa Bianca. E invece Obama va oltre. Il suo è più di un endorsement, va oltre la scelta pure altamente simbolica di dedicare all’Italia l’ultimo bilaterale della sua presidenza. Obama sbandiera il suo “tifo per Renzi” al referendum di dicembre, gli consiglia pubblicamente di “restare in politica a prescindere dal risultato”, si schiera con lui su flessibilità e migranti. Lo usa per la sua battaglia contro l’austerity di Berlino. Si schiera con lui contro un’Europa che proprio in queste ore alza il sopracciglio sulla legge di stabilità italiana e resta immobile sulla crisi dei profughi, lasciando Italia da sola. Per Renzi è il massimo, the best: nel cuore la speranza che l’assist di Obama gli porti bene, meglio che a David Cameron, costretto a dimettersi dopo la sconfitta su Brexit.

Tappeti rossi e quasi un’intera giornata insieme, due ore interminabili di conferenza stampa e una cena a base di agnolotti in tutta convivialità alla Casa Bianca: Barack e Michelle, Matteo e Agnese e le eccellenze italiane da Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi alla campionessa paralimpica Bebe Vio. “Sono particolarmente grato per la partnership con il mio buon amico Matteo Renzi”, esordisce Obama già prima del bilaterale. Il premier italiano “ha lanciato una visione di progresso che non affonda le sue radici nelle paure della gente ma nelle loro speranze. Sa che come nazioni e come individui abbiamo il potere di raggiungere grande cambiamento, in Italia sta sfidando lo status quo con coraggiose riforme”. “La nostra missione è “di seguir virtute e canoscenza”: Renzi risponde citando Dante, Benigni ne è contento, il premier pensa già a come sfruttare il prezioso assist a stelle e strisce dopodomani a Bruxelles, al Consiglio europeo.

Parlano la stessa lingua. Obama tenta l’italiano all’inizio, “buongiorno”. Renzi sfoggia il suo inglese imperfetto. Ma è solo una questione di idiomi. Il presidente uscente si spende per l’amico italiano come mai prima. “Le riforme lanciate da Renzi, soprattutto in campo economico, sono quelle giuste”, “Il sì al referendum aiuta l’Italia”. Renzi ironizza, pensando a Cameron e incrociando le dita: “Il 2016 finora non è stato un anno eccezionale per organizzare i referendum ma penso che quello italiano sia un messaggio molto semplice contro la burocrazia: se a dicembre vinceremo, le cose in Italia saranno più semplici e l’Italia sarà un paese più forte in Europa”.

Per Obama, Renzi è l’antidoto ai populismi in Europa, Renzi va soccorso nella battaglia contro l’austerity e nella crisi dei migranti, Renzi è un prezioso alleato contro l’Isis in Iraq, nell’offensiva di Mosul dove gli italiani sono impegnati a tutela della locale diga, e per la stabilizzazione della Libia. Simply the best. Anche se non è ancora perfezionata l’alleanza in funzione anti-Russia, unico argomento sul quale Renzi non si sbilancia in conferenza stampa, stretto com’è tra il fortissimo e storico asse con Washington e i legami che pure ci sono con Mosca (Roma è contraria alle nuove sanzioni verso la Russia, così come per le vecchie). Invece Obama cita eccome la Russia che “viola i principi di democrazia, libertà, integrità territoriale”, attacca Trump e i repubblicani che “hanno sempre criticato il nostro dialogo con Mosca e ora sostengono un candidato che continua a lodare Putin in un modo che non ha precedenti nella politica americana”.

Domani Vladimir Putin sarà a Berlino, ospite di Angela Merkel. Ed è proprio la Cancelliera che Obama chiama in causa quando si schiera con Renzi sul no all’austerity. “Diverse volte ho parlato con Merkel e Hollande sui modi per risolvere le crisi del 2008”, premette Obama senza timore di scomodare gli ‘avversari’ europei. “In questi anni negli Stati Uniti abbiamo fatto sgravi fiscali, salvato industrie, creato occupazione, reso le banche più trasparenti e abbiamo attratto investimenti. Non mi aspetto che quello che abbiamo fatto negli Usa venga trasferito in Europa. Ma so per certo che c’è una crescita molto lenta in Europa e che i giovani non entrano nel mercato del lavoro. Ora c’è anche maggiore fiducia nelle finanze pubbliche ed è il momento giusto per concentrarsi sulla crescita e fare investimenti. Draghi ha fatto molto per mantenere una traiettoria positiva in Europa ma da sola la politica monetaria della Bce non basta. Renzi ha fatto molto in termini di progressi reali, c’è più fiducia da parte dei mercati. E credo ci sia una connessione fra la stagnazione e gli impulsi populisti che sanno crescendo in Europa”.

Usando Renzi, Obama si toglie i sassolini dalle scarpe nei confronti di un’Europa che di fatto gli ha bloccato la firma del Ttip, il trattato commerciale con gli Stati Uniti. O che almeno non è stata capace di arginare la contrarietà di Francois Hollande. Renzi invece è stato sempre a favore ed è lì alla Casa Bianca per dirgli che non ha mai cambiato idea su questo. Ne parlano nel bilaterale nello Studio Ovale, dove parlano di Iraq e Libia. Ma a favore dell’amico italiano, ancora una volta Obama va oltre: sull’immigrazione.

“L’Europa deve essere in grado di risolvere questo problema e non lasciare uno Stato a risolvere il problema da solo. Noi siamo una federazione, è vero, ma mai lasceremmo uno Stato a risolvere il problema da solo e buona fortuna”. Dall’altro lato, Renzi ricorda il ‘migration compact’ italiano, finora mai applicato dall’Ue fino a scatenare lo strappo di Bratislava. “La questione Africa è stata abbandonata dall’Ue negli ultimi decenni – dice – Dobbiamo lavorare come la Commissione aveva immaginato pur senza la necessaria velocità. Ma prima di chiedere aiuto agli Usa bisogna che l’Ue faccia la sua parte. Non possiamo pensare di farci carico da soli dei problemi in Libia e Africa e giovedì al Consiglio europeo porremo la questione”.

Prima di ripartire, domani a Washington Renzi riuscirà a incontrare a pranzo lo staff della candidata Democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton per preparare il terreno delle alleanze future dopo Obama. Giovedì sarà a Bruxelles, curioso di vedere la reazione degli altri partner europei rispetto a questo asse italo-americano: così intenso da risultare inedito.
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“Ehi tu porco, levale le mani di dosso”: nello spot di Hillary, Trump diventa Biff di Ritorno al Futuro

Trump come Biff Tannen. L’ultimo spot elettorale di Hillary Clinton fa presa sulla memoria collettiva cinematografica americana: nella clip, pubblicata sull’account twitter della candidata democratica, The Donald diventa il bullo della celebre trilogia di fantascienza.

Il video inizia con una semplice definizione tratta dal vocabolario della parola: “Bullo è una persona arrabbiata e prepotente, che denigra e intimidisce gli altri”. Tra le scene dei film appaiono l’infermiera Rached di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, le cattive ragazze di “Mean Girls” e poi Biff Tanned, l’eterno bullo di “Ritorno al futuro”.

Il violento e arrogante Biff Tannen nel video di Hillary è associato al suo antagonista per la corsa alla Casa Bianca. Nella clip si vede Trump schernire i suoi avversari politici (e non) così come Biff faceva con McFly. Il tycoon è ripreso mentre ripete pedissequamente la parola “stupido”, mentre zittisce le persone e utilizza similitudini come “piccolo bambino” e “maiale”. Il video culmina nell‘imitazione di un giornalista disabile, Serge Kovaleski.

Il filmato si conclude con Hillary che dialoga con una bambina, che le dice di essere presa in giro dai suoi coetanei perché soffre d’asma. Questo il messaggio della candidata alla presidenza: “Esistono tanti bulli a questo mondo. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di averne uno alla Casa Bianca”.

Dopo il paragone Trump-Biff, si potrebbe pensare, relativamente agli scandali sessuali del candidato repubblicano, la stessa frase che il protagonista di “Ritorno al futuro” ripete a Biff Tannen: “Porco, levale le mani di dosso!”.


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Legge di Bilancio, arriva il fondo unico per 10mila assunzioni nella Pubblica Amministrazioni: si va dai tribunali ai musei

Un fondo unico per sbloccare il turnover nella Pubblica Amministrazione e tornare ad assumere laddove ce n’è bisogno: più di 10 mila posti in concorso oltre a quanto già previsto per la sanità: dal personale per smaltire l’arretrato nei tribunali ad architetti per tenere in piedi il patrimonio artistico italiano. La novità sarà inserita in manovra, con uno stanziamento intorno ai 350-400 milioni.

Una fetta della torta da 1,9 miliardi destinata al pubblico impiego, dove il rinnovo del contratto dovrebbe fare la parte da leone: inizialmente il budget per l’aumento degli stipendi era stato fissato in 900 milioni, ma sarebbe in corso il tentativo per superare la soglia del miliardo, anche in risposta alle richieste dei sindacati, per ora tutt’altro che soddisfatti. Il resto delle risorse sarebbe dedicato alle forze dell’ordine, per cui è in arrivo il riordino delle carriere.

Il nuovo fondo per le assunzioni nascerebbe senza vincoli, che legano tot posti a un settore, e in aggiunta a quanto previsto per il reclutamento e le stabilizzazioni nella sanità e nella scuola, che vengono trattate a parte con appositi stanziamenti. Solo tra medici e infermieri sono stati già sbloccati ingressi per 7mila. E ora, grazie alle nuove risorse, le amministrazioni sotto organico potranno sforare i limiti imposti dal turnover, fermo al 25% nella maggior parte degli uffici (con i risparmi di 4 uscite si guadagna un’entrata).

L’Sos che segnala l’emergenza occupazionale è già stato lanciato dal comparto della giustizia, con tribunali e cancellerie in cronico affanno. In lizza per attingere al fondo ci sarebbe anche il ministero dei beni culturali, a caccia di nuove leve (tra archeologi, storici dell’arte, architetti, bibliotecari) per rinforzare le dotazioni a disposizione di musei e altri siti. L’Inps, come più vuole rilanciato dal presidente Tito Boeri, vuole mettere dentro 900 nuove professionalità. E, lo ha annunciato lo stesso premier Matteo Renzi, di sicuro saranno accresciute le unità che compongono le forze dell’ordine, dai carabinieri ai vigili del fuoco.

I sindacati, è il caso della Uil, mettono l’accento su tutti i precari, circa “80mila” da sistemare, ma soprattutto tornano a battere i pugni per incrementare le risorse per il rinnovo dei contratti: “é evidente che una miliardata è insufficiente”, dice la leader della Cisl, Annamaria Furlan. “Non ci siamo proprio”, aveva spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, Susanna Camusso. C’è la possibilità che il Governo riesca ad innalzare la cifra inizialmente circolata (900 milioni per il triennio 2016-2018). Tuttavia c’è già chi sottolinea che non basterebbe: “una cifra di 1,2 miliardi di euro resta inaccettabile, visto che si tratterebbe di 35 euro lordi”, mette le mani avanti la Confsal Unsa. Il pressing per strappare un budget maggiore è destinato ad andare avanti nei prossimi giorni, in attesa di una convocazione da parte della ministra della P.a, Marianna Madia, quando entreranno in ballo anche le regole attraverso cui procedere al rinnovo, a cominciare dalla legge Brunetta.
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Il cancro non ha fermato il canto di Kate Amato: “Aiutatela ad incontrare la cantautrice Ruth B”

Kate Amato ha 11 anni. Kate Amato sta combattendo una durissima battaglia contro il cancro che le rende difficile perfino parlare. Eppure, la malattia non le sta impedendo di cantare. Anche se purtroppo le sue condizioni degli ultimi giorni sono terribili.

Nei giorni scorsi The Truth 365, campagna social e documentario vincitore dell’Emmy che dà voce ai bambini che combattono il cancro, è stato al fianco di Kate e ha girato questo video in cui la bambina canta “Lost Boy” della cantautrice canadese Ruth B. “Aiutateci ad avere l’attenzione di Ruth B, condividete il più possibile”, scrivono gli autori su Facebook. Al momento il video ha avuto oltre 179mila visualizzazioni.

Il 6 ottobre, aggiornando la pagina Team Kate, i genitori della bambina hanno riferito che le sue condizioni sono molto gravi. “Gli esami mostrano che le dimensioni del tumore della gamba, dei polmoni e dell’addome sono aumentate e ci sono nuovi tumori nel fegato, nei reni e nelle ghiandole surrenali – scrivono – La velocità di progressione della malattia è terrificante. Ci hanno consigliato di iniziare una nuova terapia per ottenere miglioramenti. Purtroppo non possiamo tornare ancora nella nostra casa in Florida, nella nostra città c’è ancora l’evacuazione obbligatoria per via dell’uragano Matthew. Resteremo in Ohio durante questa transizione di Kate con il nuovo trattamento”. Intanto Kate, radiosa nelle foto, ieri ha avuto la possibilità di incontrare e coccolare un cucciolo di leopardo e un cucciolo di canguro.

“C’è stato un tempo in cui ero solo – canta Kate nella sua versione del brano “Last Boy” – Nessun posto in cui andare e nessun posto da chiamare casa. Il mio unico amico era l’uomo sulla luna, e anche lui a volte se ne andava via. Poi una notte, non appena chiusi gli occhi, vidi un’ombra che volava in alto. Lui venne da me con il più dolce dei sorrisi. Disse di volermi parlare per un po’. Disse: “Peter Pan, è così che mi chiamano. Ti prometto che non sarai mai solo”. Da quel giorno… Io sono un bimbo sperduto dell’isola che non c’è, che di solito se ne va in giro con Peter Pan. Quando ci annoiamo giochiamo per il bosco, sempre nascondendoci da Capitan Uncino. Scappa scappa, bimbo sperduto, mi dicono. Lontano dalla realtà. L’isola che non c’è è una casa per i bimbi sperduti come me e i bimbi sperduti come me sono liberi”.

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Legge di Bilancio, Matteo Renzi: “RIlievi Ue? Basta egoismi, diano una mano sui migranti”

Sulla Legge di Bilancio appena varata dal governo rischia di innescarsi un nuovo scontro tra Roma e Bruxelles. Ad accendere la miccia è stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in una intervista al Tg1. Rispondendo sui possibili rilievi che la Commissione potrebbe fare sulla manovra, il premier ha spiegato: “Sono curioso capire quali rilievi. L’Ue – ha aggiunto – vuole discutere le nostre spese immigrazioni? Ho un’idea brillante idea: inizino a darci mano loro, mentre stanno prevalendo gli egoismi e non la solidarietà. Appena ci iniziano a dare una mano, le spese si abbasseranno”.

Sul fronte europeo, secondo quanto spiegato oggi da Repubblica, sarebbe stata accolta decisamente male la decisione del governo di fissare l’asticella del defict al 2,3%. L’accordo con i massimi livelli dell’esecutivo Ue sarebbe stato di arrivare al massimo al 2,2%. L’ulteriore aumento fissato in extremis dal capo del governo italiano sarebbe stato interpretato come un blitz non concordato e su cui la Ue non vorrebbe transigere. Rimanendo pronta, sempre secondo quanto riportato da Repubblica, a bocciare la manovra già entro il prossimo 30 ottobre.

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Virginia Raggi pubblica un video in diretta su Facebook dal ritiro della giunta: “I giornalisti pagherebbero per averlo”. Poi lo cancella

“Questo è quello che i giornalisti hanno chiamato conclave. Immagino che pagherebbero oro per avere queste immagini che noi facciamo vedere a voi”. Lo dice Virginia Raggi, sindaca di Roma, in un video girato con un telefonino dal raduno nei pressi di Anguillara e postato su Facebook. Nel video viene inquadrata la sua maggioranza e la sua giunta festosa in agriturismo. Raggi mostra la sua squadra che applaude e urla in coro “Virginia, Virginia”, ma le immagini sono sfocate. Motivo per cui, spiegano dall’entourage della sindaca, il video è stato poi cancellato. Ma qualcuno lo ha salvato e le immagini girano già sul web.

“Questa non era organizzata”, commenta Raggi in riferimento ai cori e saluta divertita: “A domani”. Poi la sindaca guardando il cellulare ammette: “Non so spegnerlo. La sto già pubblicando, dovrei spegnere…siamo in diretta…- aggiunge rivolta ai suoi che ridono – la domanda è come si spegne!”.

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Siria, nulla di fatto ai colloqui di Losanna: l’intesa tra Stati Uniti e Russia per il cessate il fuoco è ancora lontana

Dai colloqui a Losanna sulla Siria nulla di fatto per un cessate il fuoco ad Aleppo. Oltre al segretario di Stato americano John Kerry e l’omologo russo Serghei Lavrov, erano presenti anche i ministri degli Esteri di Qatar, Turchia, Arabia Saudita, Iran, l’Egitto, Irak e Giordania, e l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura. Fonti diplomatiche hanno reso noto che l’obiettivo effettivo di questo incontro non era quello ambizioso di una tregua, ma quello di di coinvolgere gli attori regionali nelle trattative sulle varie ozpioni possibili per porre fine alle ostilità. Negoziati che fino ad oggi si erano imitati a Washington e Mosca, come accade con l’intesa, mai rispettata, raggiunta tra Lavorv e Kerry a Ginevra il 9 settembre scorso.

L’unico elemento su cui i partecipanti al summit di Losanna hanno concordato, al termine di quattro ore di riunione, è quello generico di “prolungare i contatti nei prossimi giorni”, ha spiegato Lavrov, aggiungendo che “sono stati affrontati temi interessanti che possono influire sulla situazione sperando che si riesca a raggiungere un’intesa” per far progredire il processo di pace.

Kerry ha evitato di manifestare delusione per l’esito del summit di Losanna. Il capo della diplomazia americana ha definito l’incontro, durato 4 ore, “uno schietto scambio di idee da cui sono emerse nuove ipotesi, senza tensioni e rancori”.

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