Enrico Mentana risponde a Enza Blundo sul terremoto: “Per le fesserie possiamo attendere”

“Purtroppo puntuale è ricominciato il balletto sulla magnitudo ‘abbassata ad arte per non risarcire’. Bufala già smontata qui dopo il terremoto del 24 agosto. Non speculiamo sulla pelle della gente, per favore. Spiace vedere che ci è cascata anche una senatrice, Enza Blundo del M5s“. Lo scrive sul proprio profilo facebook il direttore de La7 Enrico Mentana.

“Crollano meraviglie della nostra storia, si temono perdite umane, centinaia di migliaia di persone non dormiranno più a casa loro per chissà quanto tempo. Le fesserie – conclude – possono attendere, se proprio non si riesce a farne a meno”.


Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Mariano Rajoy ottiene la fiducia ed è di nuovo primo ministro in Spagna

Il Congresso dei deputati spagnolo, l’equivalente della nostra Camera dei Deputati, ha votato in serata la fiducia al leader del Pp Mariano Rajoy, eletto cosi nuovo primo ministro.

Il leader del Pp e premier uscente ha ottenuto 170 voti a favore su 349, 111 contrari e 68 astensioni. Una quindicina di deputati socialisti su 84 hanno votato ‘no’ disobbedendo all’ordine di astenersi del Psoe.

Il nuovo governo spagnolo sarà annunciato giovedì pomeriggio e giurerà venerdì davanti a re Felipe VI.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Crollo cavalcavia, la Provincia di Lecco smentisce l’Anas. Angelino Alfano: “Indagare sulle responsabilità” (VIDEO)

La Provincia di Lecco fa sapere che la ricostruzione dei fatti fornita dall’Anas sul crollo del cavalcavia ad Annone, che ha provocato un morto e cinque feriti, “non collima con le informazioni sull’accaduto in possesso della Provincia di Lecco”. L’ente “esprime cordoglio ai familiari della vittima e vicinanza ai feriti”. L’Anas sostiene di aver dato ordine di bloccare il cavalcavia anche con “ripetuti solleciti a una immediata chiusura”.

“Si precisa – spiega in una nota la Provincia di Lecco – che la ricostruzione dei fatti rappresentata dai comunicati stampa di Anas e dalle dichiarazioni dei loro responsabili non collima con le informazioni sull’accaduto in possesso della Provincia di Lecco”.

“Sono davvero rammaricato – commenta il Presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano esprimendo cordoglio ai familiari della vittima e vicinanza ai feriti – per le comunicazioni rilasciate da Anas dopo l’evento con una tempistica quasi cronometrica, che addossano le responsabilità alla Provincia di Lecco, rispetto a una sequenza di fatti e circostanze che saranno chiariti dalle inchieste aperte, le quali stabiliranno le responsabilità”.

(continua a leggere dopo il video)

I vigili del fuoco al lavoro sul luogo del disastro

Sulla vicenda arriva il commento del ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Non bisogna mollare dall’idea di
indagare fino in fondo per capire le cause e di chi siano le responsabilità”. Il ministro aggiunge: “Per il resto, occorre ammodernare, aggiornare, ristrutturare e fare un lavoro di implementazione delle strutture pubbliche che questo Governo ha già avviato”.

Guarda anche:

Tecnici al lavoro sulla statale 36


Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Legge di Bilancio ottiene la bollinatura della Ragioneria e va al Quirinale. Testo più asciutto, con 104 articoli

La legge di Bilancio, dopo la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, è stata inviata al Quirinale. Il testo, che
l’ANSA è in grado di anticipare, è più asciutto passando, rispetto alle prime bozze circolate, da 122 a 104 articoli in tutto.

Cambia la clausola di salvaguardia. Il Governo prevede di incassare 1,6 miliardi dalla voluntary disclosure. Nel caso in cui non si centrasse l’obiettivo, si prevede che minori incassi vengano coperti con “riduzioni degli stanziamenti iscritti negli stati di previsione della spesa”, previo ok del Consiglio dei ministri entro il 31 agosto 2017. Non si fa più riferimento ad aumenti di accise. Se dalla compensazione derivassero “pregiudizi” al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica andranno prese iniziative legislative ad hoc entro il 30 settembre.

Fondo investimenti. Arriva un fondo unico per garantire il “finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese” con dotazione di 1,9 miliardi nel 2017 (3,15 nel 2018, 3,5 nel 2019 e 3 miliardi l’anno dal 2020 al 2032″. I settori di spesa, in cui andrà ripartito il fondo, vanno dalla viabilità al dissesto idrogeologico all’edilizia pubblica, scuole comprese, alla prevenzione del rischio sismico.

Più soldi per gli statali. Per il pubblico impiego sono complessivamente stanziati 1,92 miliardi di euro per il 2017 e 2,63 miliardi a decorrere dal 2018. Parte va al finanziamento del rinnovo del contratto, alle assunzioni in deroga al turnover e al riordino delle forze di polizia (incluso bonus 80 euro). Un’altra fetta è invece destinata all’aumento dell’organico della scuola. Le somme sono riviste al rialzo rispetto alle prime bozze, dove il plafond per la scuola non era menzionato.

Confermato il pacchetto pensioni. Si va dall’introduzione dell’Ape, l’anticipo pensionistico, all’Ape social per le categorie disagiate, all’aumento della quattordicesima per le pensioni minime, all’innalzamento della no tax area per i pensionati. Presenti anche le misure per i precoci e per i lavori usuranti, il cumulo dei diversi periodi contributivi, l’ottava salvaguardia per gli esodati.

Bonus Arriva il bonus mamme (800 euro ‘esentasse’) e il bonus di 1000 euro per pagare le rette dell’asilo.

Giù il Canone Rai. Nuovo calo del canone Rai che dai 100 euro del 2016 passerà a 90 euro nel 2017.

Asta su Superenalotto. L’articolo 73 della manovra prevede infatti la ‘gara’ sul Superenalotto e ne fissa le modalità. La durata della concessione sarà rinnovabile e la base d’asta è fissata a 100 milioni.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Migranti, Viktor Orban contro Matteo Renzi: “È nervoso perché l’Italia è in difficoltà”. Ancora scontro tra Roma e Budapest

“La politica interna italiana è un terreno difficile. L’Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso”. Così il premier ungherese Viktor Orban, secondo quanto riporta Mti, dopo lo scontro di ieri sui migranti.

“La compassione – ha aggiunto – non cambia il fatto che l’Italia ha il dovere di adempire agli obblighi” di Schengen, “ma non lo fa”, “è anche vero che l’Ue non dà una mano in modo sufficiente all’Italia”.

La stoccata di Orban a Renzi arriva dopo due giorni di polemiche tra Roma e Budapest. L’altro ieri il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto aveva criticato il premier italiano perché “fraintende completamente la situazione: sta attaccando i paesi dell’Europa centrale i quali rispettano le regole comuni mentre l’Italia non adempie i propri obblighi derivanti dall’appartenenza alla zona Schengen”. Un’uscita alla quale aveva replicato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con un tweet: “Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”.

L’attacco di Budapest è arrivato dopo che Renzi aveva annunciato che l’Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio europeo se paesi come l’Ungheria e la Slovacchia non accoglieranno i migranti come previsto dagli accordi Ue.


Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Il nuovo terremoto rafforza le ragioni di Roma contro Bruxelles: ecco la risposta di Padoan alla Commissione Ue

Il sisma della notte scorsa non cambia la sostanza della risposta italiana alla Commissione Europea sulla manovra economica ma certo rafforza la posizione del governo Renzi. Il caso insomma fa la sua parte, pur catastrofica per le popolazioni colpite. E’ un fatto se stamane, dopo una notte di scosse e paura nel centro Italia, a Bruxelles la portavoce del Commissario Pierre Moscovici, Annika Breidthardt, sia stata costretta dagli eventi a tornare su quei “costi per l’emergenza in risposta a catastrofi naturali” che “secondo le regole Ue” sono “esclusi dal calcolo degli sforzi strutturali di uno Stato durante la valutazione del rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita”. A Roma si diffonde lo stesso ottimismo che ha colto il premier Matteo Renzi venerdì scorso a Bruxelles quando il Consiglio europeo ha riconosciuto “gli sforzi italiani, anche quelli economici” per accogliere i migranti. Terremoto e profughi sono infatti i due capisaldi di spesa sui quali non a caso fa leva l’attesa risposta del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan alla lettera della Commissione Europea.

Si tratta di una semplice email, indirizzata al Vice Presidente Dombrovskis e al Commissario Moscovici. “Dear Valdis, dear Pierre”, scrive con fare informale Padoan. La missiva viene pubblicata sul sito del ministero di via XX Settembre e su quello della Commissione Europea, quello dove ci sono tutte le leggi di bilancio presentate dagli Stati membri con le relative lettere della squadra Juncker per l’Italia e altri sei paesi (Lituania, Finlandia, Belgio, Spagna, Portogallo, Cipro). Un testo di sei pagine (incluse le tabelle) in cui il Tesoro fornisce nuovi argomentazioni per cui le spese per la ricostruzione post-sisma e messa in sicurezza del territorio e quelle per l’accoglienza dei profughi devono essere scorporate dal patto di Stabilità e crescita.

La missiva parte dal peggioramento delle condizioni economiche globali. “Questo significa che l’economia italiana sta ancora soffrendo condizioni cicliche difficili – si legge – e si appresta ad un più graduale aggiustamento verso gli obiettivi di medio termine, che resta il pareggio di bilancio nel 2019”. E’ per questo che il deficit strutturale non scende, spiega il Tesoro nella risposta a Bruxelles. Ma anche per via delle “spese straordinarie su migranti e rischio sismico”.

I costi straordinari dell’accoglienza saranno lo “0,2 per cento del pil per il 2017”. “Il numero di migranti e rifugiati arrivati sulle nostre coste o salvati dalla nostra marina e guardia costiera è aumentato quest’anno – continua la lettera per l’Ue – e c’è il rischio concreto che questo trend persista nel 2017. Fino al 26 ottobre 156.705 migranti sono stati salvati nel 2016, più dell’intero 2015”. E’ la prima volta che il governo mette nero su bianco l’aumento degli arrivi: prima dell’estate insisteva nel dire che i profughi sbarcati non erano aumentati rispetto all’anno scorso. Invece la lettera per l’Ue diventa l’occasione per l’ennesima invettiva italiana sull’immigrazione.

“Il numero degli immigrati arrivati in Italia nel 2016 è di tre volte superiore a quello del 2013 e ancor più rispetto al 2011-2012”. E ancora: “I confini esterni dovrebbero essere responsabilità comune. L’Italia sta giocando un ruolo critico nella difesa dei confini esterni dell’Ue e ha fatto sforzi finanziari eccezionali per l’Unione Europea per assolvere i suoi compiti umanitari”. Perciò “le spese per le operazioni di soccorso, prima assistenza sanitaria, accoglienza ed educazione per più di 20mila minori non accompagnati sono stimate in 3,3 miliardi di euro nel 2016 e 3,8 mld nel 2017 in uno scenario stabile. Ma se il flusso dovesse continuare a crescere con il ritmo che ha avuto di recente, la spesa salirebbe a 4,2 miliardi di euro”. E inoltre “va sottolineato che diversamente da altri Stati europei l’Italia non include i costi aggiuntivi per l’integrazione sociale dei migranti, perchè non sono direttamente correlate alla gestione dei confini esterni”.

Per quanto riguarda invece i costi del rischio sismico, “il governo nel 2017 avrà spese considerevoli per l’assistenza post-terremoto e la ricostruzione, per un totale di 2,8 miliardi di euro. Inoltre, data la frequenza di terremoti distruttivi e la sofferenza che hanno causato alle popolazioni italiane, il governo intende portare avanti un programma aggiuntivo per affrontare il rischio sismico con più forza che in passato. Questa azione è necessaria per assicurare per esempio i nostri 42mila edifici scolastici, il 30 per cento dei quali richiedono manutenzione strutturale o devono essere completamente ricostruiti”. Oltre agli “investimenti pubblici” destinati a questo obiettivo, nella legge di bilancio “aumentano” anche “gli incentivi fiscali per gli interventi anti-sismici per le abitazioni private” per un costo di “2 miliardi di euro” sul budget del 2016. La somma degli investimenti pubblici e degli incentivi fiscali per gli interventi anti-sismici fa lo “0,2 per cento del pil”.

Ora la Commissione Europea ha tempo fino alla fine di novembre per esprimere un nuovo parere. Mentre il 9 novembre, diffonderà le previsioni economiche d’autunno per tutta l’Ue. A Roma non si aspettano altri bracci di ferro. Non prima del referendum costituzionale del 4 dicembre. La risposta della Commissione Juncker dovrebbe essere ‘provvisoria’, un parere teso a prendere tempo fino al 5 dicembre, quando si riunirà l’Eurogruppo. Il braccio di ferro contro il governo di Roma potrebbe iniziare solo allora. Domani intanto a Bratislava il ministro Pier Carlo Padoan avrà modo di toccare con mano la reazione di Moscovici in un bilaterale ad hoc a margine di una conferenza sull’Unione monetaria.

Se Renzi vince il referendum è sua intenzione cominciare da subito la battaglia per cambiare il Patto di stabilità e crescita e il Fiscal Compact, battaglia che gli assorbirà tutto il 2017, peraltro anno di campagna elettorale verso le politiche del 2018 (se non prima, secondo alcune voci di Palazzo). E come per la campagna referendaria la critica all’Europa sarà il cavallo di battaglia del premier anche in vista delle elezioni per il rinnovo della legislatura di governo. Già da ora Renzi ha lanciato il suo sasso nel pozzo delle tensioni europee, minacciando il veto italiano sui fondi ai paesi che non accolgono i migranti nella discussione sul prossimo bilancio europeo 2020-2026 che inizierà l’anno prossimo. Roba che ha già scatenato reazioni in Ungheria. “Se l’Italia rispettasse le regole, allora ci sarebbe minore pressione migratoria nell’Unione europea”, attacca il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto. Gli risponde a tono il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni: “Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”.

Scintille destinate a intensificarsi, se Renzi resta in sella vincendo il referendum. Se invece lo perde, lo scenario è tutto da disegnare anche a Bruxelles, dove sperano comunque che il premier italiano non faccia la fine di David Cameron messo ko dalla Brexit.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

“C’è un gene nella voglia di caffè”. Alcuni studi italiani dimostrerebbero che l’amore per questa bevanda è scritto nel Dna

Anche amare il caffè è una questione di Dna. Ovvero la passione o la repulsione verso una delle bevande più amate dagli italiani, e nel mondo, sarebbe infatti scritta all’interno di uno specifico gene. La curiosa scoperta, pubblicata sulla rivista Scientific Report, nasce da un lavoro di équipe condotto da ricercatori dell’IRCCS Burlo Garofolo, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico materno-infantile del Friuli Venezia Giulia, dell’Università di Trieste e dell’Università di Edimburgo, in Scozia, che hanno misurato il gradimento della bevanda su larga scala, sia fra la popolazione italiana che oltre confine, su un vasto campione di olandesi.

IL GENE DEL CAFFE’ –
(Quasi) tutto sembra avere una spiegazione scientifica. Anche la propensione al consumo moderato o eccessivo del caffè che dipenderebbe da un particolare gene – chiamato PDSS2 – legato alla capacità delle cellule di scomporre la caffeina. Potenzialità, questa, che avrebbe due essenziali ricadute: la prima sui livelli di caffeina presenti nel sangue e la seconda sul tempo di permanenza in circolo della sostanza. Due fattori che, rispetto al desiderio di caffè, si tradurrebbero in una innata e (ir)resistibile voglia di berne, molti o pochi, nell’arco della giornata. Per comprendere questo fenomeno genetico, i ricercatori hanno osservato una popolazione dapprima italiana, composta da 843 abitanti (75%) di sei città del Nord-Est e 370 residenti in Puglia, monitorando le abitudini e modalità di assunzione del caffè giornaliere con questionari dedicati. Questi parametri, messi a confronto con alcune analisi altamente perfezionate effettuate sul codice genetico, avrebbero permesso di arrivare a stabilire che la popolazione che presentava una alterazione del gene PDSS2, che manteneva cioè più a lungo la caffeina nel circolo sanguigno, era anche quella che consumava un numero decisamente inferiore di tazzine di oro nero quotidiane.

I RISULTATI OLANDESI – Lo stesso test è stato ripetuto su un’ampia popolazione olandese, composta da poco più di 1.700 amanti del caffè, arrivando ai medesimi risultati: ovvero a una relazione esistente tra l’alterazione del gene PDSS2 e la propensione al consumo di caffè, sebbene rispetto al campione dei nostri connazionali siano state individuate delle variazioni riguardanti il numero molto più ridotto di tazzine quotidiane bevute, riferibile con molta probabilità – spiegano i ricercatori – alle diverse concentrazioni di caffeina presenti nella miscela di caffè italiano e in quella dei paesi bassi.
Il caffè non aumenta il rischio di tumore

UN INIZIALE SOSPETTO ‘GENETICO’ –
Quello dell’Istituto di Burlo Garolfo non è il primo studio sull’argomento, ma la comprova di iniziali deduzioni emerse da una precedente ricerca, in larga parte italiana, apparsa su Plos One, che aveva osservato la presenza di caratteristici geni fra gli amanti del caffè, permettendo così di cominciare a studiare i meccanismi biologici del metabolismo della caffeina. «Il caffè – spiega Paolo Gasparini, responsabile della struttura complessa di genetica medica dell’IRCCS-Burlo Garofolo di Trieste – non è soltanto una fra le bevande più consumate e amate al mondo, ma è anche la fonte di maggiore apporto e assunzione di caffeina. Meritevole, dunque, in funzione del suo possibile ruolo sull’economia e sulla salute dei consumatori, di essere studiata con maggiore attenzione». Un primo passo in questa direzione è stato fatto, identificando appunto la presenza di geni del caffè e il loro meccanismo di azione, tuttavia non ancora chiarito in tutti i suoi aspetti e sulle possibili opportunità per sfruttare al meglio le informazioni che ne scaturiranno.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito della Fondazione Veronesi

Per approfondire vai su www.fondazioneveronesi.it

Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Terremoto, il senatore M5S Andrea Cioffi: “Il Senato ha retto alle scosse, reggerà anche alla riforma”. Sui social: “Sciacallo”

Un tweet di pessimo gusto. Mentre l’Italia è sconvolta dalle due scosse di terremoto che hanno interessato il centro Italia, il senatore del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi pubblica su twitter un cinguettio: “A Roma due forti scosse di terremoto in due ore. Il Senato ha retto benissimo. Reggerà anche alla deforma di Renzi. Io voto No”.

Il suo post non è passato inosservato e ha subito suscitato una marea di critiche sui social network. Tant’è che il senatore si è visto costretto a cancellare il tweet. E ora sul suo profilo ne appare uno di solidarietà “alle popolazioni colpite colpite ancora dal #Terremoto. Priorità assoluta agli interventi di ripristino scuole e ospedali”.

Ma lo screenshoot continua ancora a girare sui social, accompagnato dalle accuse di sciacallaggio rivolte al parlamentare grillino.


Notizie Italy sull’Huffingtonpost

Peter Murphy in concerto a Roma: il dark torna sul palco… con David Bowie e in grande stile

Non è come quando ogni concerto poteva diventare una rissa, tipo Bologna 1980 coi punk che gli occuparono il palco. Non è come quando sul palco faceva la sua comparsa anche il mantello ‘a la bela’, in onore di Bela Lugosi, il Dracula più famoso del cinema. Ma c’è sempre più di un motivo per andare a vedere Peter Murphy dal vivo, ieri sera al Quirinetta di Roma. Il suo ‘Stripped tour’ non chiede nulla al pubblico, non pretende, mostra Peter Murphy ‘a nudo’, senza i suoi Bauhaus, certo, quelli sono di una vita fa, ma ancora con la sua voce cavernosa che scalda il cuore dei tanti over40 presenti.

E’ orgoglio anni ’80, specificatamente orgoglio gothic-dark di un tempo che è stato ma che vale la pena rivedere dal vivo. “Everything passes away”, dice del resto Murphy, 59 enne inarrestabile. E proprio per questo introduce una cover di David Bowie, ‘The Bewlay brothers’. Perché vale la pena di ricordare il Duca Bianco scomparso di recente, in fondo padre ispiratore dei Bauhaus, un legame di musica e indole come si vede nel film di Tony Scott ‘Miriam si sveglia a mezzanotte’, interpretato da Bowie, con i Bauhaus che eseguono ‘Bela Lugosi’s dead’.

Con lo stesso brano Murphy saluta il pubblico del Quirinetta, luogo dall’ambiente dark al punto giusto. Sedici pezzi in scaletta, 7 dei Bauhaus, uno di Bowie appunto, gli altri della sua lunga carriera solista, iniziata prima con Mick Karn dei Japan e i ‘Dali’s car’ e poi effettivamente da solo per trent’anni dalla metà degli anni ‘80. Inizia con ‘Cascade’. Poi ‘Indigo eyes’, approfondisce con la bellissima ‘Marlene Dietrich’s favourite poem’. Con ‘A strange kind of love’ colpisce al cuore con il violino di Emilio China, uno dei due musicisti che lo accompagnano sul palco, l’altro è John Andrews, entrambi collaborano con Murphy da anni.

Naturalmente sono i brani dei Bauhaus che scaldano di più. Murphy inizia da ‘King volcano’ e poi ‘Kingdom’s coming’. Su ‘Silent hedges’ il pubblico accompagna con applausi a ritmo. In scaletta non c’è ‘The passion of lovers’, manca ‘She’s in parties’, il pubblico se ne fa una ragione: del resto, la formula in semi-acustico non permette tutto. E allora ‘All we ever wanted was everything’ diventa quasi l’inno della serata, con Murphy che tra un urlo e l’altro ci infila un “Roma, la dolce vita…”.

‘The three shadows’, ‘Hollow hills’: si scivola verso la fine, dopo un’ora e mezza di musica. Sul palco si allunga l’ombra di Bela Lugosi, Murphy è perfettamente nella parte. ‘Bela Lugosi’s dead…’ e sei nel castello di Dracula, almeno 30 anni fa, in un tempo lontano ma non più triste.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost

La Commissione Ue scrive, Matteo Renzi se ne infischia: “La manovra resta com’è”. E alza il tiro sui migranti

Alla fine la Commissione Europea scrive. Lettere per sette paesi dell’Ue: Italia, Belgio, Finlandia, Cipro, Spagna, Portogallo e Lituania. Qui a Roma nelle caselle email del ministero del Tesoro la missiva è arrivata ieri sera. Oggi è pubblica sul sito ufficiale della Commissione Ue. Nella sostanza si chiede ciò che era trapelato nei giorni scorsi. E non sono buone notizie per Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan. Entro giovedì 27 ottobre infatti dovranno fornire chiarimenti su: deficit strutturale che cresce dello 0,4 per cento invece di diminuire dello 0,6; spese per migranti e sisma del 24 agosto, quantificate nella manovra in 6,8 miliardi di euro (0,4 per cento del pil). Ma per ora Renzi e Padoan rispondono picche. Anzi con la lettera europea entra di fatto nel vivo il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sul bilancio italiano 2017, con un occhio a quello europeo per gli anni a venire. Su questi Renzi promette “il veto” se verranno confermate le risorse per quei paesi che non accolgono i migranti. Di più: se vince il sì, programma di mettere a soqquadro il ‘Fiscal Compact’. Di questa intenzione, il premier ha già accennato in recenti apparizioni tv, e c’è da scommetterci che la stessa sarà rilanciata nella manifestazione di sabato del Pd.

“C’è da mettere il veto”, dice Renzi a Porta a Porta parlando della discussione sul bilancio Ue 2020-2026 che inizierà l’anno prossimo. “Noi mettiamo i soldi se in cambio degli oneri ci sono gli onori. I soldi non passano attraverso i muri. Sai che c’è? Che se non ci aiutate, non mettiamo più i soldi”. E ancora: “Il governo Monti ha stabilito che diamo 20 miliardi e ne riceviamo 12, ma se Ungheria, Slovacchia ci fanno la morale sui nostri soldi e poi non ci danno una mano sui migranti non va bene”.

Fin dall’inizio della tenzone con Bruxelles, il premier ha intrecciato la questione ‘manovra economica’ con la questione migranti. Tradotto: c’è chi dà e non riceve dall’Ue, come i paesi Mediterranei. E chi invece ha mandato a monte il piano Juncker di redistribuzione dei profughi eppure non viene punito dall’Ue: è il caso dei paesi dell’Est, il cosiddetto blocco di Visegrad (Ungheria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca).

Quanto alla lettera Ue sulla manovra: “Di violazioni alle regole europee cene sono tante. La Francia da 9 anni è sopra il 3%, la Spagna ha un deficit che è il doppio del nostro, sul 5%. Il nostro debito è cresciuto dello 0,1% dal 2015, tutti gli altri molto di più a parte la Germania. Ma questa discussione non serve a niente. Io vado avanti per conto dell’Italia, non per conto mio. L’Italia ha rispettato tutte le regole. Abbiamo dato il deficit al 2% e uno 0,3% che è dato dalle clausole eccezionali per terremoto e immigrati. E questa cosa io sono pronto a difenderla in capo al mondo…”.

I toni con Bruxelles sono questi. E l’intenzione è di confermare punto per punto una manovra che mette in difficoltà una Commissione Europea che comunque vuole negoziare con l’Italia e aiutare Renzi a vincere il referendum del 4 dicembre. E’ per questo che Palazzo Berlaymont potrebbe non esprimere un giudizio definitivo entro quella data, ma comunque – come confermano anche oggi fonti alte della Commissione all’Huffpost – entro la fine di novembre diranno la loro su tutte le leggi di bilancio dei paesi Ue. A Renzi tutto questo non interessa. E nemmeno a Padoan. Anzi, “non c’è niente di più popolare che lo scontro con l’Ue”, osserva a distanza Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, citando una frase che ormai a Bruxelles è diventata quasi un adagio.

La manovra “è definita nel dettaglio e sarà mantenuta”, spiega quindi anche il ministro dell’Economia Padoan ospite a ‘Politics’. Cosa più importante: il governo italiano confermerà con Bruxelles non solo i 6,8 miliardi di euro di spese su migranti e terremoto (le circostanze eccezionali riconosciute dai trattati) ma anche quel deficit strutturale in crescita che preoccupa tanto i commissari Ue perché, come scrivono nella lettera, viene meno ai patti con cui l’anno scorso la Commissione ha accordato all’Italia 19 miliardi di euro di flessibilità. “Se mandano la lettera a noi, dovrebbero mandare libri e un’enciclopedia a chi non accoglie i migranti”, è il mantra di Renzi.

La battaglia sulla legge di stabilità è propedeutica a quella sulla modifica dei Trattati che nei piani di Renzi inizia a marzo dell’anno prossimo in occasione dei 60 anni del Trattato di Roma, che sarà celebrato alla presenza di tutti i leader europei. “Il Fiscal compact ha una data di scadenza: 5 anni”, dice sempre il premier. Approvato nel 2012, scade l’anno prossimo: ecco perché il 2017 è il tempo giusto per sferrare l’attacco. Sempre però che il premier vinca il referendum costituzionale del 4 dicembre. A Bruxelles vogliono aiutarlo pur sapendo che, dopo, i falchi (soprattutto tedeschi) dell’austerity si potrebbero ritrovare sotto attacco, proprio nell’anno di campagna elettorale per le legislative a Berlino. Però a Bruxelles non vedono alternative a Renzi, come garanzia di stabilità in Italia, per ora.

E’ questa la cornice nella quale Padoan si ritroverà faccia a faccia con Moscovici venerdì prossimo a Bratislava, proprio all’indomani della risposta italiana a Bruxelles: picche. Il ministro e il commissario all’Economia saranno entrambi relatori ad un seminario sul “rafforzamento dell’Unione monetaria in tempi di crisi”. Ci sarà anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble.

Ma Renzi ha in mente un’altra data per irrobustire la sua battaglia europea in chiave di campagna referendaria. Vale a dire: 18-19 novembre a Berlino. C’è il vertice dei capi di Stato e di governo di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania convocato da Angela Merkel. Ma la Cancelliera ha invitato anche Barack Obama che proprio all’Europa dedicherà così la sua ultima missione all’estero da presidente degli Usa. Dopo la due-giorni all’insegna della crescita e del no all’austerity alla Casa Bianca, Renzi arriva a Berlino convinto dell’assist dell’amico Barack. Dovrà solo stare attento a non raccogliere troppi consensi espliciti al sì per il referendum: magari da Merkel o da altri leader Ue. Potrebbero essere controproducenti.
Notizie Italy sull’Huffingtonpost