Francesco Gabbani, il cantautore che balla: chi è il vincitore di Sanremo 2017

Il balletto con lo scimmione – dietro le cui sembianze si nasconde Filippo Ranaldi, 28enne coreografo di X Factor – è diventato virale e ha conquistato il pubblico e gli addetti ai lavori. Francesco Gabbani trionfa con Occidentalìs Karma al festival di Sanremo doveva aveva vinto un anno fa con il tormentone Amen tra le Nuove Proposte.

Nato a Carrara nel 1982, all’età di 4 anni batte i primi colpi di batteria, a 9 anni inizia a studiare chitarra, a 18 firma il suo primo contratto che lo porta, con il progetto Trikobalto, a registrare un album prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk. I video dei due singoli estratti dal disco entrano in rotazione sulle principali tv musicali e spingono i Trikobalto a suonare nei più importanti festival italiani e ad aprire, al Blue Note di Milano, la prima data degli Oasis.

Nel 2010 arriva il secondo album, prodotto da Marco Patrignani. Arrivano poi il tour in Francia e il video di Preghiera maledetta. I Trikobalto vengono scelti come supporter della data italiana degli Stereophonics e sono tra gli ospiti del Palafiori di Sanremo durante il Festival 2010. Nella primavera di quell’anno, Francesco lascia la band e firma un nuovo contratto per la realizzazione del suo primo progetto da solista. Nell’estate 2011 esce il singolo Estate, in autunno il videoclip di Maledetto amore, brano tratto dalla colonna sonora del film L’amore fa male di Mirca Viola.

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Sanremo 2017, Maurizio Crozza per la serata finale rispolvera il classico e canta: “Buonisti, attaccatevi al Trump”

Ha inviato per quattro sere consecutive le sue videocartoline da Milano, ma per la serata finale del Festival di Sanremo Maurizio Crozza ha voluto essere presente fisicamente all’Ariston, per donare al pubblico seduto in platea una performance ancora più ironica e sbarazzina di quelle precedenti.

La voce di una sua presenza all’Ariston era già circolata nelle ultime ore e forse proprio per questo, per creare un clima di attesa il comico genovese, si è presentato all’inizio sul maxi schermo, illudendo di essere ancora a 270 chilometri di distanza dalla città dei fiori. Ma poi sbuca da dietro le quinte con una parrucca e dei baffi inconfondibili, quelli che lo calano in un suo personaggio storico: il senatore Razzi, introdotto da diverse battute sull’euroscetticismo che dilaga in Europa (“Il fronte anti-Europa si sta allargando a macchia d’olio… di ricino”).

Ed è con Razzi che Crozza torna a parlare in maniera preponderante di politica, in questo caso internazionale. Il riferimento è infatti a Donald Trump e alle sue prime azioni da 45esimo presidente degli Stati Uniti: “Trump è l’unico politico che mantiene le sue promesse” specifica il comico. “Sono promesse del cazzo, ma le mantiene”

E quale miglior personaggio per parlare del tycoon se non Razzi, che nell’interpretazione di Crozza condivide con lui una certa scarsità linguistica e culturale? “Devo dire una cosa importante che mi esce dal colon” esordisce il Razzi/Crozza, tanto che Conti lo riprende: “Si dice dal cuore!”

Poi prosegue: “Io amo la città di Sanremo, volevo prenderci la residenza, specie quella volta che ho visto quelli che timbravano il cartellino in mutande e poi se ne tornavano via. Dicevo: ‘Quello è il paradiso!'” Il riferimento, ovviamente, è ai dipendenti pubblici del comune di Sanremo pizzicati, mesi fa, a disertare il lavoro.

Carlo Conti incalza il senatore su temi caldi della politica trumpiana: “Vuole far passare un oleodotto dove vivono i pellerossa” ricorda il conduttore, ma l’uomo di politica risponde con stupore: “Ancora co ‘sti cazzo di indiani, ma non avevano vinto i cowboy?”

Il Crozza che imita Razzi, poi, è un caleidoscopio di distorsioni linguistiche: i classici sanremesi, ad esempio, diventano “Fin che la vacca va”, “Papaveri e pecore” e “Nell’auto dipinta di blu”, per un personaggio che si dice “tutto casa chiusa e chiesa”. E poi: “Il muro col Messico va fatto, hai mai mangiato la cucina messicana? Ti rimane tutta sullo stomaco”.

Infine, la chiusa con una canzone dal titolo Establiscimento, dopo aver perso qualche battuta per strada a causa di un errore di Carlo Conti nel fargli da spalla. “Nel mondo c’è chi legge i libri e chi va dentro ai musei” sottolinea con incredulità. E poi intona: “Tu che ‘accogliamoli tutti’: attaccati al Trump. Tu che difendi l’ambiente: attaccati al Trump”.

Ma c’è il tempo anche per un siparietto con Maria De Filippi, che presenta l’esecuzione di Estrabliscimento. Antonio Razzi porge alla conduttrice una banconota e le dice: “Tieni 10 euro, non puoi lavorare aggratis, è diseducativo per i bambini”. Poi la afferra come per stamparle un bacio, diventato ormai un must di questa edizione.

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Libero risponde alle critiche per il titolo su Virginia Raggi elencando i titoli sessisti sul blog di Beppe Grillo

“Pistola fumanti”. Così Libero decide di aprire l’edizione di oggi, dopo la bagarre di ieri in seguito al titolo rivolto alla sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Quanto chiasso per una ‘patata bollente’, l’occhiello del titolo. “Gli educati inventori del Vaffaday ci mettono alla gogna e la sinistra si accoda accusandoci si sessismo – si legge nel sommario che accompagna l’editoriale del direttore Vittorio Feltri -. Ma quando riservammo a Ruby la medesima copertina dedicata alla Raggi nessuno si lamentò, al solito, due pesi e due misure”.

In prima pagina anche un editoriale di Gianluca Veneziani dal titolo “Così i professionisti dell’insulto trattano le rivali politiche”, corredato da un fotomontaggio ripreso dal blog di Grillo che nel 2011 “sbeffeggiava alcuni protagonisti del dibattito sul caso Ruby”, come si legge nella didascalia dell’immagine con Gad Lerner, Mara Carfagna, Nicole Minetti e la stessa Ruby.
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Sanremo 2017, Maurizio Crozza propone il Sanremellum al posto dell’Italicum e si chiede: “Cos’ha fatto Matteo Renzi in 3 anni?”

Matteo Renzi, Sergio Mattarella, Papa Francesco: nelle prime 3 serate del Festival di Sanremo Maurizio Crozza ha fatto ridere il pubblico dell’Ariston interpretando alcuni tra i suoi personaggi più famosi e riusciti. Ma per la quarta puntata ha voluto stupire il pubblico con un personaggio “minore” ma azzeccatissimo per Sanremo, centrando il bersaglio anche stavolta.

Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di IPSOS, apre infatti la quarta videocartolina firmata Crozza. Plausibili i sondaggi che il comico genovese inventa per il suo Pagnoncelli, ma le risposte sono assurde e davvero divertenti: “Abbiamo chiesto chiesto agli italiani cosa hanno gradito di più del Festival“. Tra le risposte: “Tua sorella” e “Ma la Parodi non ha nient’altro da fare?”. Oppure, in un’ipotetica consultazione degli italiani sulla conduzione a due Conti-De Filippi: “Libero i rottweiler” e “ho rivalutato Pippo Baudo”.

Prima di passare a tematiche politiche, poi, il comico Genovese rimane nelle questioni interne al Festival e si pronuncia sulla presuntata trattativa tra Carlo Conti e Mediaset per un passaggio ai canali di Berlusconi, smentita più volte dallo stesso Conti. “Carlo e Maria, Maria e Carlo, ormai siete inseparabili: dove va l’uno va l’altra, Maria per amore di Carlo è venuta in Rai, Carlo per amore di Maria… va beh, per ora c’è una trattativa…”.

Successivamente, la videocartolina di Crozza assume una colorazione politica, più congeniale alla sua vena comica. Prende spunto dalla gara dei giovani per decretare il vincitorie, infatti, per colpire il ministro Fedeli: “Uno dei giovani si laureerà campione. Mi dispiace per lui, perché in questo Paese se ti laurei dopo non puoi più fare il ministro dell’istruzione”.

Poi, una riflessione sulla città che ospita la kermesse: “Dalla settimana prossima cosa sarà di Sanremo? In questi giorni assomiglia a Las Vegas, dalla settimana prossima sembrerà un congresso di Scelta Civica”. Ma la parte probabilmente più riuscita dell’intervento di Crozza è quella riguardante la legge elettorale italiana. “Il sistema di votazione qui al festival di Sanremo funziona alla grande. Perché non lo usiamo anche per il parlamento? Il Sanremellum: cinque giorni di campagna elettorale e via”.

Si tratta dell’aggancio giusto per lanciare una stoccata a Renzi, che quell’Italicum l’aveva pensato e voluto. “L’Italicum è stato definitivamente bocciato dalla Consulta, hannno slavato solo il font, il Times New Roman. Una cosa doveva fare Renzi, ma alla fine del governo Renzi cos’è rimasto? Piuttosto che restare lì 3 anni, uno impara a suonare l’ukulele”.

Tre anni è durato il governo del fiorentino e proprio da 3 anni Carlo Conti è al timone del Festival. Crozza non poteva non notarlo: “Carlo hai fatto più tu in tre anni di festival: hai riciclato Arisa, hai sdoganato Gabriel Garko e ora stai cercando di rendere più umana Maria De Filippi”.


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Giorno del ricordo, Matteo Salvini polemizza: “Gli istriani erano i veri esuli”. Celebrazioni in tutta Italia

“Questi erano nostri fratelli, questi erano veramente nostri concittadini che scappavano dalla guerra, dal terrore e dalle persecuzioni. Questi erano esuli”. Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che stamani ha visitato a Trieste il Magazzino 18, lo stabile del Porto Vecchio che raccoglie oggetti e memorie degli esuli giuliano-dalmati. La visita di Salvini ha preceduto la sua partecipazione alla cerimonia triestina del Giorno del Ricordo, in programma al monumento nazionale della foiba di Basovizza. Salvini è stato accompagnato dai membri dell’Istituto di ricerca per la cultura istriana, che gestisce il Magazzino. “Questa è storia – ha commentato Salvini – onore a chi l’ha tenuta viva per tanti anni, dispiacere perchè hanno tentato di nasconderla, e anche oggi qualcuno cerca di farlo. Purtroppo, per la stragrande maggioranza dei giornali, delle tv e radio italiane, questa giornata non esiste, queste persone non esistono e questa è una vergogna”.

Celebrazioni in tutta Italia. Centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dagli insegnanti, riempiranno gli scranni dell’aula di Palazzo Montecitorio oggi dalle 11, in occasione della celebrazione del Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. E insieme a loro, i tanti componenti delle associazioni degli esuli.
La manifestazione – moderata dalla giornalista Lucia Bellaspiga e trasmessa in diretta da Rai2, dal canale satellitare e dalla webtv della camera – sarà aperta dall’esecuzione dell’inno nazionale da parte dell’orchestra dell’i.S. G. Moscati di Sant’Antimo e del coro dell’istituto Comprensivo statale Giovanni XXIII, diretti dal maestro Donato de Simone. Farà l’intervento introduttivo la presidente della camera, Laura Boldrini.

A seguire prenderanno la parola, il ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, Angelino Alfano, Davide Rossi dell’università di Trieste, Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati. Sarà presente il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Al termine della manifestazione, la presidente Boldrini e il sottosegretario all’istruzione, università e ricerca, Gabriele Toccafondi, consegneranno alle scuole vincitrici la targa del concorso promosso dal Miur e dalle associazioni degli esuli ’10 febbraio – nasce la Repubblica italiana senza un confine’. Il concorso è rivolto alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado con la finalità di promuovere l’educazione europea e la cittadinanza attiva, di sollecitare l’approfondimento della storia italiana attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’adriatico orientale. La cerimonia terminerà con l’esecuzione dell’inno alla gioia (inno europeo).

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Sanremo 2017, tra gli ospiti della terza puntata Maria Pollacci, ostretrica che ha fatto nascere più di 7mila bambini

Dopo gli eroi di Rigopiano e l’impiegato che non ha mai preso un giorno di ferie, alla terza puntata di Sanremo 2017 c’è spazio per un’altra storia di tutti i giorni, incredibile ma vera al 100%. Quella di Maria Pollacci, 92 anni compiuti e un lavoro di ostetrica a volte ancora professato. Il web è impazzito per lei, anche se la polemica non si è fatta attendere.

Il primo parto nel 1945, l’ultimo sarà tra poche ore: la vecchietta dei record ha aiutato moltissime madri a dare alla luce i propri bambini nel corso di più di 60 anni di carriera. 7642, è questo il numero delle nascite avvenute grazie a Maria, che sul palco dell’Ariston ha confermato quello che tutti sospettavano: “Si tratta del lavoro più bello in assoluto”. La canzone preferita del Festival? “Son tutte belle le mamme del mondo“, ovviamente.

Estasiati dallo spirito giovanile della donna, molti utenti di Twitter hanno espresso il desiderio di carpire dalla signora Maria l’elisir di lunga vita. Ma c’è anche chi – come Beatrice Dondi, giornalista dell’Espresso – ha polemizzato: “Mi sfugge il motivo per cui ricordano i giovani disoccupati e si invitano gli impiegati stacanovisti e le ostetriche 92enni”.


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Love story social: sindaco di Alghero fa da Cupido a due giovani che si erano conosciuti in aeroporto

La storia d’amore tra Chiara e Alessandro è pronta a fare il giro d’Italia per la seconda volta. La love story più social d’inizio anno si è arricchita oggi di un nuovo capitolo, che potrebbe segnare una svolta nella storia dei due ragazzi che si sono incrociati e sfiorati per caso all’aeroporto di Pisa e che ora – complici la fatalità, la tecnologia e il sindaco di Alghero – potrebbero coronare il loro sogno di conoscersi, parlare, guardarsi negli occhi e, se quelle prime sensazioni saranno confermate, instaurare una relazione.

La storia è questa. Chiara è la ragazza di 24 anni, pare toscana, che il 23 dicembre scorso all’aeroporto di Pisa ha visto un ragazzo, suo coetaneo o poco più. Tra i due c’è stato uno di quegli sguardi che lasciano il segno, che fanno fantasticare e fanno venire voglia di non abbassare mai gli occhi per primi, per non vivere poi di rimpianti. Dopo aver rimuginato a lungo e aver provato in vari modi a risalire a lui, Chiara ha scritto al sindaco di Alghero, Mario Bruno.

“Viaggiava per Alghero, mi aiuti a ritrovarlo, voglio chiedergli di partire con me”, scrive. “Non cerco visibilità, né un lavoro, credo nei sogni e sento che in un’epoca come questa, dove la tecnologia lo consente, posso ritrovare quel ragazzo”, prosegue sotto l’assedio di tutti i media nazionali. Bruno pubblica la sua lettera su Facebook e l’appello di Chiara diventa un caso cui si appassionano tutti i romantici e i sognatori d’Italia. La notizia fa il giro del Paese e sconfina, fino ad arrivare ad Alessandro, che non si chiama così ma vuol restare anonimo, che è sardo, del Nord Ovest, ma vive oltre i confini nazionali.

Ieri il giovane scrive alla mail di Mario Bruno. “Salve sindaco, le scrivo riguardo l’annuncio relativo al post di Chiara, che parla del suo innamoramento in aeroporto – dice il giovane – credo di essere il fantomatico Alessandro della sua storia, mi piacerebbe molto se ci potesse mettere in contatto”. Per dimostrare di non essere matto, Alessandro chiarisce che “tutto ciò ha dell’assurdo”, anche per lui.

Mario Bruno si diverte, alla faccia dei suoi detrattori capisce di comunicazione come pochi. Il sindaco sta al gioco. Li mette in contatto, riceve continui feedback. Sino allo scambio di foto che sancisce il riconoscimento ufficiale di due giovani che vorrebbero far perdere le loro tracce ma sono sulla bocca di tutti, che non hanno impegni sentimentali, che sono belli, che si piacciono già, che si cercavano e si pensavano ma non lo sapevano.

Alla fine ha avuto ragione Chiara. L’amore ai tempi di Facebook e della socialità virtuale più esasperata funziona così. In tanti l’hanno presa per matta, la giovane Chiara, ma oggi lei ha trovato il suo “Alessandro”. E Alessandro, che sembrava disinteressato ma continuava a pensare a quella ragazza carina e dallo sguardo vivace e timidamente coraggioso, esiste e corrisponde. La loro storia, dopo essersi rincorsi tra Pisa, Alghero e la rete, può iniziare.
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Per la seconda serata di Sanremo 2017, Maria De Filippi in pantaloni neri. Distribuisce gadget di Conti. Ma tutti notano il ciondolo

Se la prima puntata del Festival l’ha incoronata la regina di Sanremo – scalzando, secondo i più, il padrone di casa Carlo Conti -, il secondo appuntamento con la kermesse canora conferma la supremazia di Maria De Filippi sul palco dell’Ariston, in abito total black di Givency. Entra in scena distribuendo gli ormai famosi portachiavi con la faccia del collega, in una mise che esalta la sua classe innata. Mentre qualcuno su twitter ironizza sul ciondolo di Maria: c’è chi dice che ricorda Le coeu de la mère del film Titanic e chi invece che ha il valore di una villa. Che sia ispirato al famoso film di Cameroon o meno, una cosa è certa: lo stile della De Filippi ha convinto tutti. Maria è

Abito nero, coprispalle da grande gala, pantaloni e un bellissimo gioiello verde che le cinge il collo: il vestito della seconda serata è più semplice dei primi due ma in compenso più sontuoso.

A vestire The Queen – come la chiamano i suoi ammiratori – in queste 5 serate di Sanremo 2017 sarà lo stiista Riccardo Tisci,Riccardo Tisci, direttore creativo del brand Givenchy, con cui la De Filippi ha già stretto da tempo un sodalizio fisso. Via, quindi, l’eclettismo e l’eccesso, con Maria c’è spazio solo per la sobrietà e l’eleganza, quella vera.

Nella prima puntata, infatti, la conduttrice di C’è posta per te aveva sfoggiato prima un raffinato quanto sobrio abito nero, poi un altrettanto classico vestito bianco. Niente scollature o spacchi ingannevoli, di vertiginoso c’era solo il tacco 12.


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“È incita al 9° mese? La assumo. Licenziarono mia moglie, non sarò come loro”. La storia di Martina Camullo

Martina Camullo, 36 anni, il 16 febbraio diventerà mamma per la seconda volta e a dieci giorni dal parto ha firmato un contratto di assunzione per l’azienda veneta “The Creative Way”.

La donna, come riporta il Corriere della Sera, è stata contattata due mesi fa per un colloquio da Samuele Schiavon titolare della piccola azienda che si occupa di web design.

“Appena Samuele mi ha chiamato l’ho avvisato subito della novità — dice Martina — gli ho detto che ero incinta di sette mesi e che avrei partorito a breve. La loro proposta era molto interessante e io ero felicissima che mi avessero contattato ma immaginavo che l’opportunità sarebbe sfumata. Ci siamo incontrati, abbiamo scambiato qualche idea. E alla fine mi ha detto che era sua intenzione offrirmi un contratto. Quasi non ci credevo”.

Nonostante la donna fosse incinta, l’azienda ha deciso di investire su di lei.

Ho vissuto e capito le difficoltà di mia moglie — dice Schiavon —: aveva un tempo determinato e quando ha comunicato che aspettava un bambino è stata lasciata a casa. Sul piano lavorativo la maternità è quasi una condanna. Assurdo. E in ogni caso non volevo essere io a tenere comportamenti di questo tipo. Specialmente con Martina. Di fronte al valore della persona non ho avuto dubbi. Perché non aspettarla qualche mese se penso che investire su di lei sia la strada giusta?».

Martina ora farà cinque mesi di maternità e poi comincerà a lavorare

“Tutto questo mi dà una carica incredibile. Metterò tutta me stessa in questo progetto”. Lo racconta col sorriso, mentre prende in mano la penna per firmare la lettera d’incarico nell’open space creativo in zona ex Carbonifera, a Mestre.

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Sanremo 2017, Tiziano Ferro ricorda Luigi Tenco a 50 dalla morte: da brividi la sua “Mi sono innamorato di te”

Bianco e nero, silenzio assoluto prima dell’inizio della musica: Sanremo decide di omaggiare Luigi Tenco in apertura della prima serata della 67esima edizione, e lo fa con un’interpretazione breve ma intensissima. A firmare l’omaggio al grande cantautore – ucciso 50 anni, proprio dopo un’esibizione sull’Ariston – è stato Tiziano Ferro, che con la sua voce baritonale ha intonato Mi sono innamorato di te.

Volto contratto, voce intonatissima e calda: l’interprete di Perdono è sembrato molto commosso dal tributo a Tenco, conscio della grande responsabilità di aprire il Festival e di ricordare un personaggio controverso ma amatissimo dal pubblico.

Alla fine dell’esibizione, Tiziano scende dal palco, attraversa la platea e fissa la telecamera, mostrando degli occhi sull’orlo delle lacrime. Poi se ne va, affidando all’orchestra il compito di proseguire il ricordo del cantautore. E lasciando l’Ariston col cuore colmo di emozione.
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