Mancano poche ore al terzo e ultimo dibattito tra i due candidati di queste elezioni presidenziali d’America. La corsa alla Casa Bianca sta per finire e questa sarà l’ultima occasione per dimostrare chi è davvero nato per fare il Presidente degli Stati Uniti. Nessuno dei due può sbagliare il colpo, e chi sbaglia stavolta sentirà sicuramente il peso di un errore che cambierà le sorti di una vita, e di un Paese.
Tutto a Las Vegas è pronto già da giorni, per quello che è stato già definito uno degli eventi storici della città. La città più pazza del mondo è carica di aspettative, abituata ad essere illuminata notte e giorno lo deve essere ancora di più. Lo spazio scelto per ospitare il dibattito e tutti gli operatori dedicati a questo special event è l’Università del Nevada, qui nel cuore di Las Vegas, dove gli spazi sono immensi e per l’occasione super monitorati.
La sicurezza è stata implementata: l’area è blindata, gli accessi sono controllatissimi. Persino gli ingressi degli studenti universitari sono stati limitati, solo i migliori, quelli con il massimo dei voti, potranno entrare e vivere un’esperienza unica.
Tutto è perfetto. Ed è difficile calcolare quante persone stiano lavorando da giorni a questo momento, con un numero inimmaginabile di operatori che ancora controllano ogni singolo angolo di ogni singola area. Questo ultimo dibattito è stato definito il “superbowl debate” perché i numeri che farà, in termini di ascolti televisivi saranno notevoli; ci si aspetta una audience come quella del Superbowl appunto, l’evento televisivo più importante d’America che tiene incollati agli schermi tutti gli americani, e da qualche anno grazie alle dirette speciali anche noi. Esattamente come per questo terzo ed ultimo dibattito: anche in Italia si potrà seguire la diretta di Sky.
Intanto tutti i maggiori network ci sono. Le televisioni americane trasmetteranno la diretta e da giorni stanno settando le loro postazioni. Per un evento come questo le tv scelgono solo il top: i migliori tecnici che hanno nella squadra fanno in questo caso squadra. C’è chi arriva da Los Angeles, da New York, da Miami, da Phoenix: i più specializzati preparano le postazioni che saranno lo scrigno delle news più importanti del mondo fra qualche ora. Ma già si può intuire che oggi, qui, essere i più bravi forse non basta più.
I grandi network si servono di attrezzature e tecnologie avanzatissime, fuori dall’Università ci sono posizionate decine di fly (regie mobili) che prendono i segnali, registrano e sparano coi satelliti ovunque. E poi c’è Facebook: proprio vicino a loro, alla FOX, alla ABC, alla MBC, alla CBS, in un press room immensa. Anche qui nulla è lasciato al caso. Le rifiniture dei tavoli sono precise, i monitor sono tutti collegati, non c’è un cavo che non funzioni, tutto è studiato con pazienza affinché il risultato sia ineccepibile.
Nella hall del dibattito, quella dove lo show sarà garantito, reale, non filtrato dagli schermi, ieri si sono svolte le prove audio e ci si assicurava che i microfoni e i loro volumi fossero settati perfettamente. Non ci si può permetter stavolta che l’audio di Trump sia più debole rispetto a quello della Clinton. L’errore umano non è consentito, a meno che non sia quello di uno dei due protagonisti della sfida.
Facebook è insieme a tutti gli altri grandi network nella press room dove alla fine del dibattito sia Hillary che Donald arriveranno per incontrare i giornalisti. Proprio di fianco al palco di Donald J. Trump e al claim “Make America great again” c’’è la sua postazione. Più grande rispetto a quella delle altre, più umana. Meno tecnologia, meno tecnica specializzata, niente telecamere, solo telefoni. Una presentatrice bionda dal volto rassicurante, e il salotto per gli ospiti. Facebook è cool.
L’azienda fondata da Mark Zuckerberg spiega con una guida appositamente creata per i giornalisti che saranno in sala come una diretta con Facebook live sia più immediata e a portata di mano. Fa vedere che alcune grandi televisioni già lo stanno usando facendo la differenza. Facebook insegna che la differenza la si fa con poco, ma che per farla bisogna davvero essere diversi: oggi la diversità sono anche le idee, ma soprattutto le persone. Las Vegas è diversa oggi: ha un’anima più profonda. Non pensa solo a vincere, come ai tavoli da gioco, ma a fare quella differenza che tutti adesso vogliono vedere.
Hillary è arrivata in città ieri sera seguita dai giornalisti che hanno viaggiato a bordo con lei. Trump è atterrato invece stamattina. Il concerto dei Rolling Stones che era previsto proprio per stasera è saltato, perché Mick Jagger è stato improvvisamente colpito da una forte laringite: si scusa con tutti i fan che hanno comprato il biglietto. Forse consapevole anche lui che lo show più atteso a La Vegas, stasera, non è quello dei Rolling Stones.
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